”Famiglia Polesana di Milano” (Story - Prima Parte)/ La ‘nascita’ nel 1972 col presidente Arnaldo Bignardi, le prime iniziative. Quando Don Tonin by Rovigo…


Questione di Dna e di ‘cordone ombelicale’ che nessuno potrà mai cancellare, ma che soprattutto darà sempre frutti copiosi. Qualunque sia l’ambiente politico/sociale di riferimento. Una Storia ‘immensa’ quella della Famiglia Polesana di Milano, che ho sempre conosciuto per certi versi indirettamente attraverso lo Sport e che recentemente sempre attraverso lo Sport mi ha sollecitato a proporvi questa Storia.
Una idea, la mia, che è maturata piano piano dopo che ho pensato che doveva essere proprio la “Famiglia Polesana di Milano” a premiare il giocatore Thiago Motta, brasiliano figlio di emigrati polesani, come ‘Rappresentante Speciale’ dei Polesani nel Mondo.
Diciamo che volevo onorare anche la Rosestolato family per tutto il loro ‘cuore polesano trapiantato a Milano’ . E diciamo che ad Appiano Gentile ho conosciuto anche Alberto Mattioli , presidente attuale della “Famiglia Polesana” di Milano.
Fatti di cronaca speciali che peraltro ho raccontato già in questo sito, così come poi mi sono avviato a completare la Alberto Mattioli Story (praticamente già pronta) , giusto per lo ‘spessore nazionale/internazionale’ del personaggio.
Ma allora, mi sono detto in ‘corso d’opera’, perché non ‘proporlo’ al termine di TUTTA LA STORIA della ‘sua’ ASSOCIAZIONE di riferimento?
Appunto la Famiglia Polesana di cui già conoscevo ‘abbastanza’ grazie ai rapporti con la Rosestolato Family ( per questo ho messo la loro ‘firma’ in calce a questa story) , dapprima con l’evergreen Mario e poi con l’Andrea young, peraltro legati da sempre alla vita sportiva e sociale dello Scardovari Calcio & Dintorni.
E allora , sviluppati una serie di contatti e di ricerche/approfondimenti, beh …eccoci qui a proporvi intanto la Prima Parte della Storia della “Famiglia Polesana di Milano” , anche perché la ritengo un ‘prototipo’ per altre storie di altre Famiglie Polesana esistenti in tutti il mondo.

 

 

Storie che spero di ‘onorare successivamente’’ grazie alla sensibilità degli Organismi di riferimento, come è successo , in evoluzione trentennale, con la Rosestolato Family ( da Mario ad Andrea, dalla signora Francesca by Bonelli alla Diletta/scrittrice & dintorni) che tra l’altro ho incontrato l’altra settimana per due volte durante una delle loro solite ‘escursioni’ nel loro habitat naturale: il Delta del Po, guarda caso anche durante la ‘presentazione ufficiale’ dello Scardovari Calcio 2012/13.
Per tutto questo ecco intanto la Prima Parte della “Famiglia Polesana di Milano”  by Libro Story di Armando Todesco, cui ho aggiunto la Appendice News ‘attualizzata’ riferita a Don Valentino Tonin.
Anche perché Don Valentino è il referente storico di tutto il ‘movimento’ Polesani nel Mondo e che oltre tutto ho conosciuto nella seconda visita fatta ad Appiano Gentile (nel 2011  in ‘casa Inter’)  sempre per incontrare Thiago Motta e sempre con la ‘presenza privilegiata’ di Alberto Mattioli & Andrea Rosestolato; oltre che dei rappresentanti istituzionali della Camera di Commercio di Rovigo , che hanno ‘premiato’ il campione italo/brasiliano.

Va peraltro rimarcato che questo nostro lungo viaggio dentro la Storia della “Famiglia Polesana di Milano” trova linfa in tutto quanto è successo sotto la presidenza di BIGNARDI ARNALDO  (dal 1972 al 1982) , ROSESTOLATO MARIO ( dal 1982 al 1996), SPOLADORE LORENZO (dal 1996 al 2005) , TEDESCHI NADIR dal  2005 al 2010) ed infine MATTIOLI ALBERTO ( dal 2010 a tutt’oggi e oltre).

 

 

PRIMA NEWS / La “Famiglia Polesana” di Milano (Libretto – Story di Armando Todesco)/ L’ORGANIZZAZIONE DEI POLESANI NEL MILANESE ( 1972 – 1987)
(Pubblicato dalla <<Famiglia Polesana>> di Milano, anche con il contributo della Cariplo di Milano)

PRESENTAZIONE ( di Mario Rosestolato, Presidente Famiglia Polesana)
In occasione del 15° anno di attività della Famiglia Polesana di Milano, il Comitato Direttivo della stessa ha deciso di effettuare il profilo storico dell’Associazione inserita nella realtà milanese e lombarda.
L’incarico di tale studio è stato dato al sociologo Prof. Armando Todesco, anch’egli un polesano residente a Milano, che si è avvalso della collaborazione di alcuni membri del Consiglio Direttivo per le sue ricerche.
Gli scopi che ci hanno spinto alla pubblicazione del presente lavoro sono:
1)    rendere doveroso omaggio alla memoria di Arnaldo Bignardi, propugnatore della organizzazione  tra i polesani nel milanese e primo presidente della <<Famiglia>> di Milano;
2)    ricostruire l’itinerario e le iniziative della Famiglia Polesana, dopo un quindicennio di presenza a Milano;
3)    diffondere la conoscenza dell’attività svolta in questi anni non solo ai polesani emigrati, ma anche , e soprattutto, a coloro che sono rimasti in Polesine, con i quali si auspica una più stretta e fattiva collaborazione per il futuro.

Un particolare ringraziamento vada all’autore ed ai suoi collaboratori, per la disponibilità dimostrata per la riuscita di questa nostra iniziativa.>>.

 

 

BY LIBRO -  PRIMA PARTE / NASCE L’IDEA DELLA <<FAMIGLIA POLESANA>>

Le emigrazioni costituiscono uno degli aspetti socio –economici più importanti nella storia dell’Italia dall’Unità nazionale agli ultimi anni Settanta.
Nell’ultimo secolo, infatti, ci si è trovati di fronte ad una situazione economica di questo tipo: <<l’incremento demografico raggiungeva i valori più alti là dove non esistevano o là dove erano scarsamente diffusi i fattori produttivi; la quantità di manodopera che si rendeva, quindi, man mano disponibile non trovando posti di lavoro nelle aree naturale di residenza, tendeva a trasferirsi nelle aree di sviluppo produttivo>>.

Le zone, che hanno risentito maggiormente di questo stato di cose sono il Mezzogiorno e il Veneto, dove nella provincia di Rovigo (il Polesine), gravava, oltre a condizioni di povertà generale, l’altra causa che favoriva le emigrazioni: le alluvioni (il 30% del territorio polesano si trova infatti sotto il livello del mare). 

La vita in Polesine, fino agli ultimi decenni, era difficile.

In questa terra gli uomini condussero battaglie secolari contro le <<rotte>> dei fiumi, le malattie e la disoccupazione.
La provincia di Rovigo, perciò, è stata terra d’origine, nell’ultimo secolo, di due ondate emigratorie: la prima, dopo l’alluvione del 1882, verso il Brasile, la seconda (più nota e consistente) dopo l’alluvione del 1951 verso le provincie industriali del Nord ( il tetto dell’emigrazione si colloca negli anni 1960-’61 con un’emigrazione di quasi 30.000 persone all’anno).
Nell’ultima ondata migratoria il Polesine, come è noto, ha perso oltre 100.000 persone, circa a 1/3 della sua popolazione.
Si calcola che attualmente circa 30.000 siano i polesani in Lombardia, suddivisi in ugual misura tra Milano città, provincia di Milano e resto della Regione ( in particolar modo nelle zone industrializzate del Nord della Lombardia).

 

 

La decisione dei problemi di <<partire>> per il triangolo industriale, veniva presa, in generale, dopo il richiamo di amici, o parenti, o conoscenti, che avevano trovato lavoro stabile e reddito sufficiente. Ma non sono mancate le partenze precarie, individuali e dal destino incerto.
Le capacità professionali della gente emigrata erano mediamente generiche e, la maggior parte trovava occupazione nel settore edilizio -industriale a livelli impiegatizi o esecutivi, o nell’artigianato.
Gli emigranti nel nuovo ambiente vivevano un clima di <<ricostruzione>> economica e sociale.
I problemi in Lombardia non mancavano: oltre alla <<prima assistenza>> che poteva avere anche un aspetto finanziario, c’era il problema dell’alloggio e quello del collocamento al lavoro.
Ma, c’erano anche problemi di convivenza con altre mentalità regionali e di ambientamento sociale in vista della sistemazione futura.
Dopo la <<partenza>> c’era chi sosteneva che occorreva <<voltare pagina>> con il passato: il Polesine aveva energie solo per badare a sé stesso, abbandonando al loro destino gli <<altri>>.
 C’era, invece, chi continuava a mantenere i contatti coi propri familiari, o amici rimasti in Polesine.
Ad un primo tempo di inevitabile isolamento, seguirono le prime relazioni con persone con simili itinerari familiari e professionali.
Gli incontri tra conoscenti si facevano via via sempre più allargati fino all’organizzazione di feste tra i polesani conosciuti.
In queste occasioni di incontro le notizie sulle iniziative e sui fatti di Rovigo ( che vedremo) venivano riportate e, iniziò così a farsi strada l’idea della utilità di costituire una<<fameja>> milanese dell’Associazione dei Polesani nel mondo nata a Rovigo nel 1968.

 

 

La Chiesa rodigina, infatti, aveva pensato alla gente lontana, dando uno sbocco organizzativo alle intuizioni emerse nel decennio precedente.
Una, per esempio: dopo una serie di predicazioni nella diocesi di Alessandria nel 1956 mons. Luigi Maragno, parroco di Villadose, scrisse le sue impressioni indicando il modo di essere con gli emigrati dal Polesine: costituire un’Associazione da farsi in ogni paese, che abbia lo scopo di radunare periodicamente tutti i veneti per discutere di tutti i loro problemi ed interessarsi di tutte le loro necessità.
Dopo 10 anni, da queste riflessioni, a Rovigo (vista la dimensione che il fenomeno migratorio stava prendendo ) si cominciò a riflettere seriamente sull’importanza di avere contatti con gli emigranti.
Si costituì perciò un Ufficio diocesano per l’emigrazione, che iniziò la pubblicazione di un foglio bimestrale chiamato <<Polesani nel Mondo>>  per <<favorire l’inserimento ei polesani nella vita sociale della città in cui sono andati a vivere e per tenere viva per quanto possibile la lingua materna>> e il 6/5/1970 si costituì l’Associazione Polesani nel Mondo, con sede in Via All’Ara 8 a Rovigo.
L’atto costitutivo (1968) dell’Associazione stimolava << a contattare i polesani emigrati e a costituire <<fameje>> dove ciò fosse possibile per svolgere la più ampia opera di assistenza morale, nonché attività culturali, economiche e sociali a favore dei polesani emigrati a Milano e nel suo hinterland>>.
Nel milanese nel dibattito in corso sulla costituzione della <<fameja>> nella metropoli lombarda emergono:
Biazzi Flavio di Milano, Furini Alfredo di Trecenta, Ghiotti Ennio di Trecenta, Ghiotti Gino di Trecenta, Menegazzi Desiderio di Trecenta, Rosestolato Mario di Porto Tolle e Giorgio Vallery di Rovigo.

 

 

Ma su tutti dimostrava doti di organizzazione Bignardi Arnaldo, ex sindaco di Salara e cultore di storia polesana, emigrato dopo il 1951.
Dai documenti dell’archivio risulta che il 12 marzo  1972 inizia l’attività sociale e culturale della <<Fameja polesana>> a Milano con lo scopo di <<svolgere la più ampia assistenza morale, culturale, economica e sociale a favore dei polesani emigrati nel milanese>>.
La prima iniziativa pubblica della << fameja>> milanese è del 19 novembre 1972 con la <<Giornata del polesano>> che si svolge con canti popolari e letture di poesie e con la partecipazione del vicesindaco di Milano, che consegna l’<<Ambrogino>> al gruppo promotore.
Il recapito dell’organizzazione è presso l’abitazione di Bignardi in via Cossa 2 e gli incontri si tengono in locali gentilmente concessi o nei bar del centro di Milano.
Occorre aspettare il 16 marzo 1973 affinché si costituisca ufficialmente la <<Famiglia Polesana>> a Milano, con recapito i via S. Antonio 5, in pieno centro cittadino.
 La <<Famiglia Polesana>> nasce come organismo autonomo, ma, collegato all’Associazione Polesana nel Mondo di Rovigo, di cui accetta la struttura, lo statuto e il metodo democratico (ogni 5 anni, ad esempio, c’è il congresso con la votazione per ogni singolo iscritto).
Organi della <<fameja>> sono:
L’Assemblea dei soci, il Consiglio, il Presidente, il Revisore dei Conti.
La prima composizione ufficiale a Milano è la seguente:
Bignardi Arnaldo, presidente;
Boscolo Valeriano e Rosestolato Mario, vicepresidenti;
Ghiotti Ennio, economo.

Con la costituzione della <<Famiglia Polesana>> di Milano, l’Associazione <<Polesani nel Mondo>>  di Rovigo poteva contare su 14 <<fameje>> in Italia e 2 in Svizzera.

 

 

APPENDICE PRIMA NEWS/ POLESANI NEL MONDO & DON VALENTINO TONIN STORY
( Adria & Cattedrale ( di Luigi Ingegneri by La Voce di Rovigo 13.08.2012)/ Don Valentino Tonin entra nel “Capitolo” : bye bye Ceregnano)

<< ADRIA – Don Valentino Tonin nuovo canonico della Cattedrale.
L’annuncio è stato dato ieri al termine delle messe dall’arciprete Mario Furini che ha informato i fedeli sulla decisione del vescovo.
A metà settembre, circa, sarà celebrata una funzione speciale per il sacerdote che lascia la guida della parrocchia di Ceregnano per stabilirsi ad Adria.
Don Valentino, 82 anni, è noto prevalentemente per il suo impegno nell’associazione “Polesani nel Mondo” da lui stesso fondata nel 1974 ( ndr, vedi sopra… 6.5.1970…).
Ordinato sacerdote il 23 giugno 1957 è stato cappellano a Trecenta e Villadose per poi diventare parroco a Bormio e Pezzoli, quindi da 15 anni a Ceregnano con l’incarico anche di vicario foraneo di Villadose.
Per 6 anni è stato presidente diocesano della Caritas e negli anni ’60 e ’70 è stato alla guida dell’associazione Onario che offriva assistenza spirituale agli operai direttamente in fabbrica.
Inoltre per 30 anni dal 1965 al ’95 è stato ininterrottamente insegnante di religione all’Itis di Rovigo.
Con l’arrivo di don Tonin il “capitolo” della Cattedrale arriva a sette membri; infatti oltre all’arciprete Mario Furini risulta composta da Claudio Gatti vicario generale della diocesi,  don Giulio Bernardinello (membro onorario), don Diego Monzeglio, don Francesco Dal Passo, don Renato Dall’Occo, don Nereo Fogato, don Vincenzo Polo.
Il numero canonico è di 12 per richiamare il numero degli apostoli riuniti nel cenacolo dopo la morte di Gesù.
Non è escluso che nei prossimi mesi ci siano altre nomine in quanto una recente direttiva della Curia vaticana ha sollecitato i vescovi a dare completezza a questi organismi che pur avendo poca rilevanza dal punto di vista pratico-organizzativo, hanno tuttavia una forte importanza dal punto di vista simbolico e religioso.>>

 

 

EXTRATIME by SS/ La cover è un kit  d’onore ad Arnaldo Bignardi & Famiglia Polesana.
Quindi nella fotogallery abbiamo voluto proporvi ‘intanto’ in sequenza cronologica le prime immagini ( con relativa didascalia)  del citato libretto “La Famiglia Polesana di Milano”, che peraltro racconta “L’Organizzazione dei Polesani nel Milanese – dal 1972 al 1987” .
E poi , per onorare i presidenti/dirigenti di ieri e di oggi, abbiamo voluto mettere come ‘titoli di coda’ la foto che nel Terzo Millennio ha registrato a Milano la visita di Don valentino Tonin,  Tiziana Virgili & Laura Negri (rispettivamente Presidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Rovigo) alla “Famiglia Polesana di Milano” (tra gli altri l’evergreen presidente Nadir Tedeschi e la giovanissima new entry Diletta Rosestolato).
Last photo è per presentare l’attuale presidente Alberto Mattioli (sorridente tra Thiago Motta e Diletta Rosestolato) in casa Inter, ad Appiano Gentile, la location/scintilla di questa storia polesana open in the world.


Rosestolato Family & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it