Ferrara la mia “Città della Cultura - ODG 2023 con Bassani, Vancini, Antonioni, Sgarbi/ E Corso_04_” Migrazioni, economia, lavoro e Carta di Roma”; relatori Lazzarini, arcivescovo GC Perego, Patrizio Bianchi, Ramunno, Mingozzi, Rossi, Mastrantonio


09/06/2023

Concludiamo il nostro ‘piccolo viaggio’ con questa quarta e ultima puntata dedicata a “Ferrara la mia “Città della Cultura - ODG 2023” , importantissima dal punto di vista Giornalistico-Deontologico, anche perché la tematica è quanto mai attuale, concernente “migrazioni, economia, lavoro e ...Carta di Roma”.

Tematiche che però attengono a quella ‘integrazione/ inclusione” che da sempre hanno trovato  ‘ospitalità’ ( non solo giuridica ma anche reale e ...visionaria) proprio nella Città di Ferrara e nella provincia che ha vissuto la storia della civiltà Contadina del Lungo Po e le problematiche sociali di una Città protagonista nella Storia d’Italia, sia nella Politica ( Regime fascista e Grande Guerra compresa) che nell’arte a tutto campo, dalla Letteratura, al Cinema e fino al Mondo social- moderno ‘digitale’.

 

 

Per questo , visto come è stata ‘raccontata’ la Vita tra Ferrara e Lungo Po, prototipo della vita contadina della Pianura Padana , rimandiamo anche ad altrui Personaggi ‘Non ferraresi’ ma altrettanto celebrativi di Ferrara Città della Cultura, nella sue varie fattispecie, da Riccardo Bacchelli ( che ho conosciuto personalmente quando Sandro Bolchi ha girato il lungometraggio televisivo ”Il Mulino del PO” )  a Carlo Lizzani, Pietro Germi a Pupi Avati, perché la Letteratura e il Cinema trovano tra Ferrara e il Delta Po tanti ‘facce della memoria’ della nostra Gente e della nostra Storia italiana , dagli Estensi alla Transpadana Ferrarese fino alla napoleonica Repubblica Cispadana.

 

 

Se poi ripensiamo alla Grande Storia degli Estensi e  al mecenatismo di Ferrara “Città Stato” ( per questo abbiamo già Dosso Dossi, Garofolo, Ariosto, Tasso, Savonarola  etc ), diventa quasi superfluo ricordare le interconnessioni parentali dei Marchesi d’Este con le altre Dinastie dell’epoca; senza contare che con riferimento specifico a Niccolò III d’Este è ancora diffuso il detto popolare “ Di qua e di là dal Po son tutti figli di Niccolò” .

E allora, in questa nostra puntata dedicata a “Ferrara la mia Città della Cultura 2023” vogliamo sottolineare che la sua vivacità socio culturale ( dalla Università alla Spal e ai tanti Corsi Aggiornamento Giornalisti organizzati...) affonda le radici in alcuni ‘altri Personaggi che vogliamo onorare.

 

 

Citandoli nel titolo  e proponendoli anche in breve schede by wikipedia, perché tutti conoscono l’importanza di Giorgio Bassani scrittore , Florestano Vancini regista cinematografico, Michelangelo Antonioni sempre regista cinematografico, infine Vittorio Sgarbi critico d’arte che ...in diverse occasioni pubbliche e anche private ho incontrato in Polesine, durante le sue visite ‘artistiche’.

 

 

Tutto questo per rimandarvi in calce al nostro tradizionale Extratime con riferimento alle immagini della fotogallery, relativamente anche ai Personaggi – relatori del citato corso giornalistico deontologico andato in scena alla “Casa Dini” a Ferrara, non a caso la città anche della inclusione.

Come evidenziato anche nella tematica relativa” Migrazioni, economia, lavoro e Carta di Roma”, e interconnessioni tra realtà e comunicazione, oltre che ...necessità di soluzioni politiche ed etiche, visto i tan ti DATI & PROIEZIONE nazionali ed internazionali sottolineate in prospettiva anche dall’arcivescovo Perego e da Patrizio Bianchi già Ministro e supportato dalle Statistiche/ Proiezioni by Unesco.

 

 

PROGRAMMA DEL CORSO FORMAZIONE ODG ( Ferrara 30.05.2023)/ DAL TITOLO “ MIGRAZIONI, ECONOMIA E LAVORO: SCENARI FUTURI E RUOLO DEL GIORNALISMO ( CARTA DI ROMA) 

( Corso in collaborazione con l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana); nella sede “Casa Giorgio Cini” – Via Via Boccacanale di Santo Stefano 24 ) 

Saluti e INTRODUZIONE all’evento di Alberto Lazzarini (giornalista, vice presidente ODG Emilia-Romagna)

 

 

RELAZIONI:

01_ Migrazioni e dignità umana ///

CON Monsignor Gian Carlo Perego (arcivescovo di Ferrara-Comacchio, presidente della Fondazione Migrantes)

02_  Presenza di rifugiati e richiedenti asilo in Italia e in Europa, il rapporto con l’economia e la formazione ////

CON Patrizio Bianchi (coordinatore nazionale Cattedre Unesco, già ministro dell’Istruzione)

 

 

03_ La valorizzazione dei migranti nelle organizzazioni di lavoro ///

CON Claudio Mingozzi ( ha sostituito Gian Luigi Zaia – vicepresidente Confindustria Emilia Area Centro) / CLAUDIO MINGOZZI è R&D Business Finance & ADM Manager di Basell Poliolefine Italia. 

 

 

<< Laureato in Ingegneria Meccanica all’Università di Bologna, vanta più di trent’anni di esperienza nel settore chimico della produzione e sviluppo delle poliolefine avendo ricoperto, all’interno di Basell Poliolefine Italia, diversi ruoli di responsabilità quali Ingegneria e Manutenzione, Logistica e Supply Chain.

Lavora attualmente presso la Direzione del Centro Ricerche Giulio Natta all’interno dello stabilimento Basell di Ferrara, dove ricopre il ruolo di Responsabile finanziario contribuendo alla definizione e approvazione dei budget dei programmi di ricerca del Gruppo. È stato inoltre membro del Consiglio di Amministrazione di Basell Poliolefine Italia, in qualità di Consigliere, e Vicepresidente di Unindustria Ferrara. 

 

 

Dal 1 giugno 2022 è Presidente della filiera Chimica e Farmaceutica di Confindustria Emilia per il quadriennio 2022-2026. >>

04_ I principi deontologici nel racconto della migrazione ///

CON Giovanni Rossi (giornalista, già presidente Ordine dei Giornalisti e Presidente Emerito FNSI)

 

 

05_ Deontologia e tecniche di comunicazione ///

CON Silvestro Ramunno (giornalista, presidente ODG Emilia-Romagna)

05_ La Carta di Roma

CON Piera Francesca Mastrantonio , Giornalista ”Noi Donne” – Social media- influencer ( ha sostituito Anna Meli (giornalista, vice presidente Carta di Roma)

 

 

MODERA L’INCONTRO Alberto Lazzarini (giornalista, vice presidente ODG Emilia-Romagna)

Obiettivi e competenze da acquisire fornire una mappatura delle presenze di lavoratori stranieri, di rifugiati e di richiedenti asilo nel comparto produttivo italiano, illustrare la riforma della cittadinanza, la situazione all’indomani del cosiddetto “decreto lavoro” e le iniziative delle aziende. Inoltre saranno condivisi strumenti operativi per la correttezza e l’accuratezza dell’informazione nel racconto della migrazione. 

 

 

Le competenze che il corso intende sviluppare si riferiscono a: conoscenza e applicazione nella pratica quotidiana della Carta di Roma; conoscenza della presenza straniera in Italia, della situazione del lavoro a livello nazionale e locale. 

Il modulo intende fornire ai giornalisti spunti di riflessione per una corretta informazione sul tema delle migrazioni, in particolare circa l’uso accurato delle fonti e la raccolta delle testimonianze. 

L’incontro si propone di sviluppare un confronto intorno al tema delle migrazioni, in relazione ai temi del lavoro e dell’economia collegati alla persona. Suggerimenti per comprendere come trattare migrazione, migranti e rifugiati nel rispetto dei principi deontologici della Carta di Roma. 

 

 

La “CARTA DI ROMA” è un protocollo deontologico vincolante per i giornalisti sui migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta firmato da Ordine dei Giornalisti, FNSI e UNHCR (Agenzia ONU per i rifugiati), che sarà illustrato nel corso della giornata seminariale.

Verranno presentate e discusse le Linee Guida per l’applicazione della Carta di Roma.

Norme pratiche sull'uso dei termini e per comprendere come meglio trattare i temi della migrazione e dell'asilo nel quotidiano della trattazione giornalistica.

 

 

L’incontro intende affrontare i seguenti aspetti: il ruolo del giornalismo: l’accuratezza, la correttezza dell’informazione e la ricerca delle fonti; la “discriminazione linguistica”. Attraverso l’analisi del linguaggio (in particolare del lessico, della testualità, della retorica), e la decostruzione di significati e schemi ricorrenti, verranno formulate insieme – secondo un approccio seminariale – alcune osservazioni più ampie su discriminazione, paura dello straniero, identità e cittadinanza. Focus specifico su razzismo, etnicizzazione della notizia nel contesto nazionale e locale; il ruolo di immigrati e rifugiati nelle organizzazioni di lavoro; gli impatti e i vantaggi delle pratiche di diversity management; sostegno alle imprese e iniziative di organizzazioni di rifugiati: i dati di UNHCR.

 

 

MODULI/ CORSO IN PRESENZA DI 4 ORE DALLE ORE 15:00 ALLE ORE 19:00

RELATORI: ALBERTO LAZZARINI, Giornalista; ANNA MELI, Giornalista ; GIAN LUIGI ZAINA, (vice presidente Confindustria Emilia Area Centro); GIOVANNI ROSSI, Giornalista; MONS. GIAN CARLO PEREGO, (arcivescovo di Ferrara-Comacchio, presidente della Fondazione Migrantes); PATRIZIO BIANCHI, (coordinatore nazionale Cattedre Unesco, già ministro dell’Istruzione); SILVESTRO RAMUNNO, Giornalista

 

 

PRIMA APPENDICE FLASH – GIORGIO BASSANI ( by wikipedia)/ BIOGRAFIA DI GIORGIO  BASSANI - SCRITTORE 

Giorgio Bassani (Bologna, 4 marzo 1916 – Roma, 13 aprile 2000) è stato uno scrittore, poeta e politico italiano, fondatore e poi presidente di Italia Nostra dal 1965 al 1980.

BIOGRAFIA/  I primi anni a Ferrara

Bassani nacque a Bologna il 4 marzo 1916 da una benestante famiglia ebraica originaria di Ferrara, figlio di Angelo Enrico Bassani (1885-1948), presidente della S.P.A.L. tra il 1921 e il 1924, e di Dora Minerbi (1883-1987).

 

 

Fratello di Paolo e Jenny, trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Ferrara. Alle scuole elementari per tre anni condivise il banco con Lanfranco Caretti. Nel 1926 venne ammesso al Regio Liceo Ginnasio "L. Ariosto" dove frequentò i cinque anni del ginnasio e i tre del liceo e dove, nel 1934, conseguì la maturità. Nell'archivio storico del liceo sono conservati numerosi documenti che riguardano il giovane Bassani negli anni della sua formazione e alcuni, in fotocopia, accompagnati da fotografie dell'epoca, sono esposti nell'atrio a lui dedicato presso la sede dello stesso liceo.

 

 

In anni giovanili mostrò un vivo interesse per la musica, ma presto rinunciò a questa passione per dedicarsi alla letteratura[1]. Un'altra passione che l'accompagnò tutta la vita fu il tennis. Nel 1935 si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell'Università di Bologna, che frequentò da pendolare e dove si laureò nel 1939 con una tesi su Niccolò Tommaseo, discussa con Carlo Calcaterra.

 

 

Occorre a tal proposito notare che le leggi razziali emanate nel 1938, nel vietare ai c.d. "appartenenti alla razza ebraica" di iscriversi per la prima volta all'università, prevedevano che gli studenti già iscritti all'università, "appartenenti alla razza ebraica", potessero essere autorizzati a continuare gli studi fino al conseguimento della laurea. Nel 1937 aveva preso parte ai Littoriali della cultura a Napoli.[2]

Negli anni di studio fu amico di Attilio Bertolucci, cominciò ad ammirare la pittura di Giorgio Morandi e iniziò ad amare i saggi sull'arte di Roberto Longhi. In quegli anni conobbe pure, tra gli altri, Giuseppe Dessì, Claudio Varese, Carlo Ludovico Ragghianti e Augusto Frassineti.

 

 

Nel 1940 uscì la sua prima opera Una città di pianura, che pubblicò sotto lo pseudonimo di Giacomo Marchi (il nome è quello dello zio Giacomo Minerbi, fratello di Dora, mentre il cognome è della nonna materna cattolica Emma Marchi).

Insegnò Italiano e Storia agli studenti ebrei espulsi dalle scuole pubbliche nella scuola ebraica di via Vignatagliata, e divenne attivista politico clandestino. Come antifascista venne rinchiuso, nel 1943, per alcuni mesi, nella prigione cittadina di via Piangipane. Liberato, sposò Valeria Sinigallia, entrò in clandestinità e lasciò Ferrara, prima per Firenze e, subito dopo, per Roma, dove trascorse il resto della vita come scrittore e uomo pubblico.

 

 

XXXXXXXXXXXXXXXX  Continuò inoltre come sceneggiatore con Luchino Visconti e Luis Trenker, mentre Florestano Vancini decise di portare sullo schermo La lunga notte del '43. Nel 1962 egli ottenne il suo massimo successo editoriale, con la pubblicazione del romanzo di formazione Il giardino dei Finzi-Contini, scritto in parte all'Hotel Le Najadi di Santa Marinella, nel giardino di Ninfa e a Roma, lontano cioè dalla sua Ferrara.

 

 

L'opera rappresenta la più completa espressione del suo mondo, dal piano formale e stilistico all'esperienza morale, intellettuale e politica. Bassani racconta sul filo della memoria la realtà della ricca borghesia ebraica a Ferrara durante il fascismo, partendo dalla sua esperienza personale e mediata dalla sua visione poetica, modificando nomi e luoghi ma mantenendo inalterato il clima che si viveva nella città estense in quel periodo, culminato con le leggi razziali. Vittorio De Sica ne farà un film dal quale però Bassani terrà sempre le distanze (chiese e ottenne infatti che venisse tolto il suo nome dai titoli di coda del film)[6].

 

 

SECONDA APPENDICE – FLORESTANO VANCINI – FLASH ( by wikipedia) / FLORESTANO VANCINI – REGISTA CINEMATOGRAFICO

Florestano Vancini (Ferrara, 24 agosto 1926 – Roma, 18 settembre 2008) è stato un regista e sceneggiatore italiano.

BIOGRAFIA

Nato a Ferrara il 24 agosto 1926, è cresciuto a Boara.

Documentarista fin dal 1949, esordì con La lunga notte del '43 (1960), tratto da uno dei Racconti ferraresi di Giorgio Bassani.

 

 

Dopo La banda Casaroli (1962) e La calda vita (1964), ha diretto Le stagioni del nostro amore (1966), Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato (1971), La violenza: quinto potere (1972), Il delitto Matteotti (1973), Amore amaro (1974), Un dramma borghese (1979), La baraonda (1980), La neve nel bicchiere (1984).

Passato alla televisione, ha ottenuto successo con La piovra 2 (1986), secondo capitolo di una serie contro la mafia e, nel 1992, con lo sceneggiato Piazza di Spagna.

Nel 2005 è tornato al cinema, dirigendo E ridendo l'uccise.

 

 

I suoi film coniugano spesso in modo efficace e molto personale l'impegno civile e l'interesse per gli episodi più significativi della storia politica italiana (la guerra civile e la resistenza, gli anni del fascismo, le vicende controverse dell'unificazione ottocentesca) con le vicende sentimentali dei personaggi che nella realtà storica sono calati.[senza fonte].

Vancini ha diretto molti attori importanti del cinema italiano, come Gino Cervi, Ciccio Ingrassia, Vittorio Gassman, Gabriele Ferzetti, Gian Maria Volonté, Gastone Moschin. Particolarmente significativo e duraturo il sodalizio artistico e intellettuale con Enrico Maria Salerno, che ha prodotto i film più significativi nella carriera del regista e dell'attore.

Nel 2019 gli viene dedicata dalla sua città natale la Scuola d'arte cinematografica Florestano Vancini.[1]

 

 

TERZA APPENDICE – MICHELANGELO ANTONIONI – ( by wikipedia ) / BIOGRAFIA MICHELANGELO ANTONIONI - REGISTA

Michelangelo Antonioni (Ferrara, 29 settembre 1912 – Roma, 30 luglio 2007) è stato un regista, sceneggiatore e montatore italiano, considerato tra i maggiori cineasti della storia del cinema[1][2][3]. Autore di riferimento del cinema moderno[4][5], fin dall'esordio nel 1950 con Cronaca di un amore, pellicola che «segna la fine del neorealismo e la nascita di una nuova stagione del cinema italiano»[6], Antonioni ha firmato alcune delle pagine più intense e profonde[7] del cinema degli anni sessanta e settanta.

 

 

In particolare, tra il 1960 e il 1962, grazie alla sua celebre "trilogia dell'incomunicabilità", composta dai tre film in bianco e nero L'avventura, La notte e L'eclisse (con protagonista la giovane Monica Vitti, al tempo compagna di Antonioni anche nella vita), considerati a buon diritto le prime opere cinematografiche che affrontano i moderni temi dell'incomunicabilità, dell'alienazione e del disagio esistenziale[8], Antonioni riesce a «rinnovare la drammaturgia filmica»[6] e a creare un forte «smarrimento» tra pubblico e critica, che accolgono queste opere «formalmente molto innovative» in «maniera contrastante»[9].

 

 

Con i successivi Il deserto rosso (1964, Leone d'oro al miglior film alla Mostra di Venezia) e Blow-Up[10] (1966, Palma d'oro al Festival di Cannes del 1967) si consacra definitivamente all'attenzione internazionale vincendo i più prestigiosi Festival cinematografici.

Negli anni settanta prosegue la sua ricerca sulla «crisi della modernità»[6], con opere discusse e innovative quali Zabriskie Point del 1970 (un atipico road movie di grande originalità formale e narrativa e di forte critica al consumismo[11]) e Professione: reporter del 1975.

 

 

QUARTA APPENDICE – SGARBI VITTORIO  – ( by wikipedia ) / BIOGRAFIA

VITTORIO SGARBI – CRITICO D’ARTE , SAGGISTA, OPINIONISTA...

Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi (Ferrara, 8 maggio 1952) è un critico d'arte, storico dell'arte, saggista, politico, personaggio televisivo, opinionista e collezionista italiano.

È stato più volte membro del Parlamento e di diverse amministrazioni comunali, tra le quali quella di Milano.

Dal 2023 ricopre la carica di sindaco del comune di Arpino (FR), dal 2019 è prosindaco di Urbino,[1] dal 2022 è assessore alla Bellezza del comune di Viterbo oltreché sottosegretario di Stato alla cultura Inoltre è presidente della Fondazione Ferrara Arte, del Mart di Trento, del MAG di Riva del Garda e della Gypsotheca del Canova oltreché commissario per le Arti di Codogno.[2]

 

 

È anche un personaggio televisivo famoso per l'irascibilità con cui ha provocato numerosi diverbi, sfociati spesso in querele per diffamazione, nei confronti di altri politici, giornalisti e personaggi televisivi.

Sgarbi è pure un collezionista di opere d'arte e libri antichi, infatti ha ingrandito la collezione, allestita inizialmente dai suoi genitori, con la collaborazione di sua sorella Elisabetta vincolando tali opere per un futuro museo tramite la Fondazione Cavallini-Sgarbi.

 

 

XXXXXXXXXXXXXXXXXX/ Figlio dei farmacisti Giuseppe Sgarbi e Rina Cavallini (Santa Maria Codifiume, 22 dicembre 1926 – Ro, 3 novembre 2015), dopo essersi diplomato a Ferrara, si è laureato con 110/110 e lode in filosofia presso l'Università di Bologna nel 1974[3], dove ha poi conseguito il perfezionamento in storia dell'arte.

Nel 1977 è assunto, quale storico d'arte, presso la soprintendenza ai beni storici e artistici in Veneto. Dall'inizio del 2019 è in pensione per collocamento a riposo per limiti di età. Ha insegnato per tre anni come docente a contratto all'Università di Udine.

XXXXXX / Ha una sorella minore, Elisabetta Sgarbi, nata nel 1956, fondatrice e direttrice della casa editrice La nave di Teseo assieme ad Umberto Eco e Mario Andreose.

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover e nella prima parte della fotogallery onoriamo la Storia Estense di “Ferrara la mia Città della Cultura” partendo da tre immagini in ‘costume’ rappresentative del Palio dei Quartieri, che ho ‘scattato’ pochi anni fa con sfondo Castello Estense e sfondo ‘scala’ del Municipio, dove ho partecipato da una decina d’anni a diversi Corsi Aggiornamento Ordine dei Giornalisti.

A seguire il flash che ho scattato al monumento equestre a Niccolò III d’Este ( trattasi di copia novecentesca Giacomo Zilocchi, collocata di fronte al Palazzo del Municipio di Ferrara, del quattrocentesco monumento equestre in bronzo a Niccolò III d'Este, marchese d'Este. L'originale è attribuito a Leon Battista Alberti) e al noto marchese in ‘trono’. Sempre sulla facciata del Municipio quasi dirimpettaio la Cattedrale.

 

 

Con riferimento all’Arte a Ferrara è particolarmente importante il Palazzo dei Diamanti dove , oltre alle tante Mostra nazionali, sono esposte le opere del Dosso Dossi e di Benvenuti Tisi da Garofolo ( ecco la testa del suo monumento che ho fotografato a Rovigo nei giardinetti della via a Lui dedicata) .

Tornando a Ferrara ai personaggi della cultura citati nel titolo di questa quarta ed ultima puntata, ecco onorato il ricordo dello scrittore Giorgio Bassani, proponendo prima la sua tomba e monumento funebre cimitero Ebraico di Ferrara ( realizzato da Arnaldo Pomodoro, su progetto di Piero Sartogo) e poi la lapide che ne ricorda il suo periodo di insegnamento a Ferrara dal 1926 al 1934 ( al Liceo Ginnasio Ariosto).

 

 

E dopo aver onorato Bassani per le sue tante storie di vita ferraresi (nel periodo degli Ebrei e regime fascista)  raccontate da Bassani ( tra l’altro ‘spunto’ di trasposizioni cinematografiche citate nella sottostante specifiche Appendice News) , onoriamo analogamente Riccardo Bacchelli perché nella Pianura Padana e nel lungo PO ha ambientato tante storie di vita e di civiltà contadine.

 

 

Come quelle raccontate del suo “Il Mulino del Po” , diventato negli anni ’70 anche un romanzo televisivo girato ‘di qua e di la ‘ del Po ( vedi la foto che ho scattato sul Lungo PO tra Guarda Veneta e Crespino, allo stesso Riccardo Bacchelli in macchina mentre assiste alle riprese del regista Sandro Bolchi, tra l’altro in foto tra gli attori Tristini, Ornella Vanoni, e lo scenografo Gregoretti) .

 

 

Fermo restando che sulla sponda ferrarese anche la ‘toponomastica’ ricorda Riccardo Bacchelli e le citazioni sul suo “Il Mulino del Po” dedicate alla Chiesa di Guarda Ferrarese ( vedi in kit il relativo ‘cartello’ turistico ).

Per una civiltà contadina raccontata anche nelle riprese dei film di Michelangelo Antonioni,  spesso sul Fiume PO e nel Delta sia ferrarese che polesano, come dimostra il “trittico” che evidenzia il film “Il Grido” dove ha recitato da bambina a Porto Tolle anche la bambina Mirna Grandi ( eccola proposta in kit, visto che l’ho anche intervistata in proposito).

 

 

A questo punto torniamo a proporvi il Castello Estense, rappresentativo della Città della Cultura, in prologo all’incontro relativo al recente Corso ODG sul tema “ Migrazioni, economia, lavoro e Carta di Roma”; relatori autorevoli e ‘indicatori’ , come da prima foto  con da sx Patrizio Bianchi( al microfono) , Alberto Lazzarini, arcivescovo Giancarlo Perego, Claudio Mingozzi, oltre ai successivi relatori onorati in altre foto , da Pier Francesca Mastrantonio a Giovanni Rossi e Silvestro Ramunno.

 

 

Tutto documentato oltre che dai flash in fotogallery anche dalla significative ‘slide’ che vi proponiamo che rappresentano gli autorevoli “Data Base” by Unesco sui dati sull’Età Media attuale e in prospettiva, come la relativa evoluzione demografica con tendenze previsionali nel tempo sia nei Paesi più sviluppati che in Africa). 

Sui quali è giusto ‘prendere coscienza’ sia giornalisticamente ( vedi anche Carta di Roma e Doveri dei Giornalista) che da parte del Mondo della Politica, non solo per ragionare sulla ‘gestione dei flussi migratori’ ma anche per progettare una economia compatibile basata sulla sostenibilità ambientale e dell’ecosistema.

 

 

Su queste problematiche le considerazioni sia statistiche che filosofiche anche in ‘proiezione’ sviluppate sia dall’Arcivescovo della Diocesi di Ferrara e Comacchio ( mons. Perego ha fatto anche esempi  reali sui ‘migranti e sul loro inserimento tra realtà e politiche di accoglienza) che dal professore Patrizio Bianchi ( con taglio Unesco e... Politica progettuale interconnessa) .

Mentre il trio Mastrantonio, Rossi, Ramunno hanno sottolineato l’importanza di una comunicazione corretta e deontologica, non solo relativamente ai Migrantes , spesso tali anche a causa delle condizioni di vita insostenibile nei loro paese di origine.

 

 

A questo punto, senza fare ulteriori focus specifici sulle considerazioni maturate nel Corso ODG svolto a Ferrara in ‘Casa Dini’, salutiamo l’Istituto Culturale ferrarese con un trittico flash ‘esterno’ ( vedi entrata e l’amigo giornalista Emiliano Milani da Taglio di Po a fine Corso, ma anche la facciata e il ‘rosone’ della adiacente chiesa di Santo Stefano) .

E visto l’origine e la tematica del Corso ODG organizzato in collaborazione con l’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana), vi proponiamo la facciata del Palazzo episcopale sede della Diocesi di Ferrara e Comacchio ( tra l’altro il ‘motto’ scelto dall’arcivescovo Perego è “Gaudium et Spes”... )  , oltre che un flash alla Cattedrale di San Giorgio ( vedi nota statua di Alberto d’Este perché andò dal Papa Bonifacio IX in veste da ‘romeo’ pellegrino, chiedendo la cancellazione del debito verso al Curia romana) e una vista panoramica tra ...statua del Savonarola e  ‘zona pedonale’ tra Municipio e Cattedrale.

 

 

Tutte location istituzionali nelle quali “Ferrara la mia Città della Cultura” è stata protagonista dagli Estensi al Ventesimo Secolo, dalla Prima ( vedi lapide sotto il municipio targata generale Diaz/ Comando Supremo , IV Novembre 1918) alla Seconda Guerra Mondiale quando gli ‘Ebrei’ erano molto presenti a Ferrara.

Come è stato raccontato anche da Giorgio Bassani anche nelle trasposizioni cinematografiche di Florestano Vancini, il regista de “La Lunga Notte del 1943” ,in cui ci fu la ‘sommaria strage di 11 cittadini ‘all’alba del 15 novembre 1943 , certificata anche dalla lapidi poste sul muro di cinta del Castello Estense, e che vi proponiamo fotografate con tutti i loro nomi e cognomi, poi ricordati dalla Città di Ferrara anche a futura memoria con la lapide che vi proponiamo datata esattamente due anni dopo.

 

 

E per il sottoscritto che ha visto più volte il film di Florestano Vancini, vi propongo anche la Farmacia di fronte al Castello Estense, dove ...quel dramma perpetrato dai notabili del Partito Fascista ferrarese anche contro i Partigiani , è stato visto e vissuto da vicino.

A completamento del nostro viaggio nella Storia di “Ferrara la mia Città della Cultura” , facciamo un excursus a titolo esemplificativo anche a livello sportivo.

 

 

Giusto per ricordare che sia nel ciclismo ( vedi la foto ‘gruppo ciclisti’ in Altopolesine sulla pista sterrata di Castelmassa, in data 30.05.1948 , con al centro della scena il noto corridore ferrarese Campione d’Italia Dilettanti) che nel calcio ( vedi speciale lapide di intitolazione stadio comunale in data 14.02.1982, a Paolo Mazza storico patron della Spal) .Per una Spal che ha avuto tra i suoi Grandi Allenatori quel Gibi Fabbri ( vedi reportage specifico su questo sito) col quale il sottoscritto è in foto durante la Festa a Ferrara per il 125 della Fondazione de Il Resto del Carlino.

 

 

Festa cui ho partecipato da invitato anche se da alcuni mesi avevo ‘rinunciato’ a continuare nel mio rapporto di Collaboratore,  e che tra l’altro documentiamo dal salone del Consiglio della Provincia di Ferrara, con al microfono Corrado ( caporedattore di Ferrara) e sullo sfondo i noti relatori istituzionali a fianco del Direttore de Il Resto del Carlino nazionale.

 

 

D’altra parte la mia considerazione su “Ferrara la mia Città della Cultura” affonda le radici anche nella mia ‘formativa’ presenza alla Università degli Studi di Ferrara ( Facoltà di Giurisprudenza)  vissuta dal sottoscritto durante il mio periodo lavorativo-bancario, e di cui vi diamo ‘certificazione’ con relativi esami e risultati come da Libretto Universitario.

 

 

Partecipazione davvero ‘formativa’ al di là del fatto che ...in tanti mi hanno rimproverato perché mi sono ‘fermato’ a soli 3 esami dalla fine ( mancavano diritto amministrativo, diritto penale, procedura penale) , quando la Prof di Diritto della Previdenza Sociale del Lavoro mi aveva già ‘sollecitato’ dopo il Trenta/votazione a presentare una Tesi con Lei, visto ...potevo raccontare la storia particolare di Fondo Pensionistico cui ero iscritto ( uno degli 8 ammessi in Italia, all’epoca sostitutivo, poi integrativo ma sempre autonomo, infine nel Terzo Millennio inglobato nell’INPS nazionale).

 

 

Ma tralasciando l’aspetto personale, la indicazione della tipologia degli esami, diventa indicativa di una Facoltà di Giurisprudenza in una Ferrara ( vedi anche ESAMI su Esegesi delle Fonti ... e sul Diritto naturale) attenta da sempre , nella realtà socio-economica come negli Studi, alla inclusione di tanti studenti di tante nazionalità diversa e che, come gli studenti lavoratori, potevano studiare anche di sera.

E sempre passando dal... personale al generale, segnaliamo tra i Personaggi attuali protagonisti pro “Ferrara Città della Cultura” , il critico d’arte Vittorio Sgarbi ( vedi due flash , nel primo in TV a gennaio 2019 spiega ...Stendhal  e l’arte dello svenimento...) , nel secondo in foto  ‘attracco’ barca di passaggio a Villanova Marchesana dagli “Amici del PO”, anche perché ho avuto il piacere di accompagnarlo in una altra giornata speciale di ‘visite’ ai monumenti storici di Crespino all’epoca di Don Mario Qualdi, oltre che di raccontarlo per tanti altri eventi in Polesine ( suo padre era originario di Stienta...) . 

 

 

Ma il discorso Sgarbi pro Ferrara Città della Cultura , non può prescindere anche da sua sorella Elisabetta Sgarbi , presidente della Casa Editrice “La Nave di Teseo” e che mostriamo sia durante la orazione funebre a febbraio 2016 per Umberto Eco e come promoter culturale del Delta Po ( sullo sfondo i “Tre Ponti “ di Comacchio).

 

 

A questo punto , chiudiamo in nostro lungo viaggio nella “Ferrara la mia Città della Cultura”  stimolata dal poker di Corsi Aggiornamento ODG 2023, agganciandola ad un “trittico” di immagini ...Di qua e di là dal PO”, partendo dalla casa natale ferrarese di Ludovico Ariosto , perché ha vissuto anche a Calto in Polesine ( all’epoca ‘sotto’ il Cardinale di Ferrara e appartenente allo Stato della Chiesa, potere temporale).

Per inciso voglio ricordare significativamente che a Badia Polesine - citazione by wikipedia -  << la Abbazia della Vangadizza, accoglie i resti di Cunegonda di Altdorf (†1057), ultima discendente della dinastia dei vecchi Welfen e moglie di Alberto Azzo II d'Este[1] E CHE ...Alberto Azzo II degli Obertenghi (†1097), primo marchese di Este e capostipite della casata degli Estensi.>>

 

 

Anche perché l’Ariosto nel suo “Orlando Furioso” ha parlato anche dei polesani e in particolare dei “Maganzesi” (come sinonimo di ‘traditori’ riferito a Gano di Magonza- Maganza) , imparentati  con Carlo Magno che però verrà poi da loro tradito) , e guarda caso il Circolo Culturale dei Maganzesi” è il logo che vi proponiamo da Crespino, perché nella loro sede si organizzano i Corsi della locale Università Popolare, cui il sottoscritto partecipa volentieri.

 

 

Infine , come dulcisin fundo ecco la panoramica su Ferrara Città della Cultura , vista dall’alto e dall’elicottero al seguito della ‘carovana’ del Giro d’Italia , perché in data 21 maggio 2012 si è corso la tappa con partenza  da Ravenna, passaggio da Ferrara ( vedi Castello Estense) e quindi in territorio polesano.

 

 

Da Occhiobello a Calto e Melara e poi Mantova e arrivo a Verona, in quella che davvero potrebbe rappresentare la ...TAPPA DELLA CULTURA, visto che possiamo abbinare Ravenna ai Da Polenta & Dante, Ferrara agli Estensi e all’Ariosto , poi Mantova ai Gonzaga e a Virgilio e infine Verona agli Scaligeri e a Shakespeare.

 

 

Un poker d’assi culturali davvero straordinari, anzi il massimo anche dal punto di vista ...dell’UOMO UNIVERSALE ed ECUMENICO, ovviamente Migrantes compresi.

 

 

Sergio Sottovia

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