Francesco Zambelli imprenditore dalla A alla Femi CZ visto by MF/ E a giorni, per la prima volta da Uomo & Mecenate, si racconta ‘completely’ con la sua Big Story da Mass Media, all’Università Popolare di Crespino, il paese del mito di Fetonte


Non ho mai onorato in modo personale sia Francesco Zambelli che l’Università Popolare di Crespino, perché trattandosi di ‘crespinesi’ potrei essere tacciato di parzialità.
Ma ieri sera era San Silvestro e perciò , era giusto promuovere qui su www.polesinesport.it il prossimo evento speciale in programma giovedì 24 gennaio 2019, organizzato dalla Università Popolare di Crespino dal titolo “ Francesco Zambelli.
Giusto perché non so come riterranno opportuno ‘promuovere’ l’evento in proprio sia gli Organizzatori che il Relatore.
Questo perché, fermo restando i ‘manifesti’ a livello di paese, anche se Crespino è Fetonte City in the world, non so ‘quanto’ le Istituzioni / Associazioni e Mass Media siano stati informati e abbiano ‘considerato’ l’evento stesso.
Cioè il fatto straordinario che sia un imprenditore di livello nazionale come Francesco Zambelli a ‘raccontarsi’ direttamente ( già per questo fatto meriterebbe una laurea Honoris Causa by Fetonte City ) .
E allora visto che ho in archivio già una ‘pagina speciale' by Il Sole 24, adesso , oltre che a sollecitare tutti i Mass Media a …pensare in grande, voglio proporvi uno speciale ‘racconto’ che avevo altrettanto memorizzato perché l’intervista era ‘a tutto campo’ e perché era stata scritta da Milena Furini per la ‘Provincia di Rovigo’ alla quale già da tempo avevo chiesto e ottenuto l’ok alla pubblicazione.

 

 

 

E allora , visto che per tanti motivi e vista la costanza frequenza con lo stesso F.Z:, potrei essere tacciato di parzialità e di …interviste ’sdraiate’ , ecco che nel primo giorno di questo 2019 mi sono sdoganato e vi propongo il reportage written by M.F. , non inteso come Milano & Finanza , ma come Milena Furini giornalista.
Unica premessa, ringrazio l’Università Popolare di Crespino del Dottor Ziviani Staff per questa originale ‘Lectio Magistralis’ by Francesco Zambelli di cui peraltro vi proponiamo nella Seconda Main News tutto il suo 'intervento base' come da originale suo Testo-Bozza trasmessaci direttamente. Ringraziandolo altresì per essersi fatto carico direttamente  di ogni approfondimento relativo alla significativa presentazione ‘Universitaria-Universale’ di un Personaggio che per parte nostra qui su www.polesinesport.it abbiamo seguito ‘sportivamente’ fin dalla nostra nascita ( 2009 ) specialmente con riferimento alla Rugby Rovigo di cui è ed è stato sponsor oltre che tuttora presidente, per molti anni.

 

 

 

E per ulteriore segnalazione per  tutti i Mass Media del mondo, ecco che in premessa alla Main News by M.F. e oltre che rimandarvi ad ulteriori approfondimenti ‘minimi’ in calce nell’Extratime agganciati alla fotogallery, propongo sinteticamente a cronologicamente in sequenza le seguenti Premiazioni/Benemerenze/Interventi.
Anche perché hanno viaggiato in tandem con la vita imprenditoriale e umana di Francesco Zambelli ‘imprenditore e mecenate’, capitalizzando il patrimonio socio-culturale del Made in Polesine in the world.

 

 

 

ANTEPRIMA NEWS ( by Sergio Sottovia ) / PREMIAZIONI/ BENEMERENTZE / INTERVENTI

Premio Quadrivio (gen-2018)
Scudetto by Rugby Rovigo Delta 2016 e ...cuore nuovo rossoblu oltre 2017.
Premio Confindustria Venezia "una vita per l'industria" (dic-2016)
Consegna delle Chiavi della Città di Rovigo (giu-2016)
Evento Innovarea (feb-2015)
Nomina Commendatore della Repubblica Italiana (dic-2012)
Premio San Francesco 2009
Festa 30° anno attività (lug-2006)
Intervista Commercio Elettrico su Distribuzione ed E-Commerce (2001)

 

 

 

 

 

PRIM MAIN NEWS ( di Milena Furini, 16 8.2014) / INTERVISTA A FRANCESCO ZAMBELLI – IL PERSONAGGIO E L’IMPRENDITORE


FLASH SOCIETA' FEMI CZ
La società La Femi-CZ S.p.A si è formata nel 1997 dalla fusione di Cagnoni & Zambelli S.p.A, nata nel 1976, e Femi Rovigo Spa, nata nel 1994, entrambe specializzate nel settore dei sistemi portacavi metallici. Lʼintento della fusione, come riportato dal sito internet aziendale, è stato quello di dare un maggior servizio al settore impianti elettrici, mettendo a disposizione prodotti adatti ad ogni esigenza progettuale.
Attualmente, la Femi-CZ conta 112 dipendenti, tra gli addetti al settore produzione e gli impiegati, ed è gestita a livello familiare. Uno dei suoi punti di forza, recita sempre la pagina web, è “concepire la qualità della produzione e del servizio tecnico come fattore
fondamentale per la costruzione del successo commerciale suo e dei suoi clienti. Un altro punto rilevante è sicuramente la flessibilità, condizione necessaria per riuscire a soddisfare sempre le differenti richieste dei nostri clienti, spesso leaders  nei loro settori”.
Il fatturato 2013 è stato di 24 milioni di euro.
L'attuale capacità produttiva è di 24.000 ton/anno di acciaio lavorato.

 

 

 

 

FLASH PERSONAGGIO ZAMBELLI FRANCESCO

Francesco Zambelli, già fondatore della prima azienda negli anni Settanta e anima dello sviluppo aziendale, ne è amministratore unico e presidente.
Recentemente è stato nominato Commendatore della Repubblica.
Oltre alla sua attività professionale, da tre anni ricopre il ruolo di Presidente, nonché di sponsor principale, della Rugby Rovigo Delta.

PERSONAGGIO_INTERVISTA (TRA ACCIAIO E RUGBY: IL SUCCESSO DELLA FEMI-CZ ) / di MILENA FURINI
Il presidente Zambelli: “Il nostro segreto? Flessibilità, competenza e grande capacità produttiva. Il rugby è anche fonte di lavoro”

In entrata un espositore con alcuni prodotti finiti. Accanto un quadro con la maglia azzurra firmata da quindici giocatori nazionali. La didascalia recita: ʻSud Africa, Test Match 2010ʼ.
Al piano superiore, nella show room, svetta un manichino con la divisa della Rugby Rovigo Delta e lʼovale in mano. Prima ancora di sentire il rumore dei macchinari, entrare alla Femi-CZ significa essere accolti anche dalla passione per il rugby. Qui, il connubio tra meccanica e sport ha fondamenta solide, cementato personalmente da Francesco Zambelli, presidente e amministratore unico della società e presidente della Rugby Rovigo Delta, la squadra della città che milita nel campionato nazionale di Eccellenza, di cui è anche title sponsor. Commendatore della Repubblica Italiana, protagonista dello sviluppo di un'azienda che, nonostante la crisi, non annovera né riduzioni di personale, né ore di cassa integrazione, impegnato anche nel mondo dello sport, attraverso il quale ha creato un vero movimento economico, Zambelli è l'imprenditore polesano che inaugura una serie di interviste a personaggi di spicco nell'ambito dell'economia del territorio. L'obiettivo è conoscerli per capire il segreto del loro successo e, perché no, trarne spunto.

 

 

 

Francesco Zambelli, da imprenditore, qual è la sua opinione sulla recessione economica?
Per parlarne occorre distinguere fra quella raccontata e quella vissuta, tra lʼidea che ci siamo fatti leggendo e ascoltando e quella che abbiamo maturato, invece, sulla base della sperimentazione e delle vicissitudini personali.
Credo sia difficile formarsi un pensiero reale tramite giornali e resoconti specializzati, per il fatto semplice che la rappresentazione fornita è filtrata dal giornalista o dallʼesperto di turno, del quale non si conosce il grado di disinteresse.
Basti pensare che quando è scoppiata la crisi finanziaria negli Stati Uniti nel 2008 sembrava trattarsi di un problema bancario americano e in Italia si è fatto presto a sostenere che il nostro sistema bancario era migliore di quello americano e che potevamo stare tranquilli. Messaggi tesi a salvaguardare lo Stato così come le banche, indipendentemente dalle cause della crisi e dalle sue conseguenze per la gente comune. In realtà, molte informazioni erano gonfiate ad arte e sappiamo poi com'è andata. Lʼesperienza personale, invece, mi permette di dire di non aver patito i primi due anni di crisi: all'epoca eravamo fornitori in grandi progetti, soprattutto all'estero, e abbiamo continuato a lavorare su quella scia. Sembrava che la crisi non ci dovesse riguardare.

Solo in seguito abbiamo capito che quei progetti sarebbero finiti e non ce ne sarebbero stati di nuovi. Nel 2010 il crac finanziario è diventato crisi universale, o almeno ccidentale, investendo le attività in modo generalizzato. Nel frangente, sono entrati in scena super politici e professori, con ipotesi risolutive inventate o irreali, che non tenevano conto dei danni collaterali. Va da sé che la crisi, lungi dal migliorare, è peggiorata. E' diventata recessione ed ora tocca ai ʻmaestriʼ rimboccarsi le maniche.
Come l'ha affrontata la sua azienda?
E' chiaro che con il profondo cambiamento del contesto in cui operano molte aziende sono state costrette a ridimensionarsi. E così  abbiamo fatto anche noi, ci siamo adattati al 20-30% più in basso, soprattutto in termini di produzione, con tutto ciò che ne consegue.
Ora bisogna ripartire da qui, da questo nuovo livello. C'è chi non ce l'ha fatta a resistere ed è stato costretto a chiudere, ma cʼè anche chi in questa tempesta ha trovato il suo nuovo business. Come tanti, abbiamo dovuto fare i conti con un periodo di scarsi investimenti sia statali che privati, sia in Italia che all'estero, questo è il grande limite dellʼeconomia attuale, chissà fino a quando.

 

 

Per fortuna, credo, non ho dovuto fare i conti con il credito bancario. La Femi-CZ è una delle poche aziende polesane – se non l'unica – a non aver mai fatto ricorso in questi anni alla cassa integrazione, senza ridurre il personale. Resistiamo, compiendo un grande sforzo imprenditoriale, economico e sociale. In uno slancio di fiduciosa attesa, riteniamo che il rallentamento sia in linea con il periodo che stiamo vivendo e che presto debba cambiare. Questo spiega la nostra scelta di attendere con fiducia tempi migliori. Certo, il tempo passa e l'economia non si riprende. Se continua così, ancora per molto, anche noi saremo costretti a ridurre la forza lavoro, almeno del 10%.
Quali vie d'uscita vede?
Ci sono tre cose indispensabili da fare, o in cui sperare. Prima di tutto, ripartire con i grandi lavori e i grandi investimenti istituzionali. In secondo luogo, far aumentare i consumi, perché senza questo fattore di base, non è possibile pensare allʼaumento della capacità produttiva né, di conseguenza, sperare in nuovi investimenti per attrezzature e impianti.
Terzo, ridurre il costo e semplificare le dinamiche del lavoro, per essere competitivi a livello mondiale.
Può parlarci della sua attività? Quali sono i mercati principali ai quali si rivolge la Femi-CZ, quali prodotti vanno per la maggiore, qualʼè il segreto del successo dell'azienda?
Troppe domande in una, limito la risposta. Ho fondato questa azienda nel 1976, con il nome di Cagnoni Sas di F. Zambelli, della quale io ero l'unico socio accomandatario e dopo diverse trasformazioni sono arrivato alla Femi-CZ Spa, della quale sono amministratore unico. Il capitale sociale appartiene in pari quantità a due gruppi familiari, ma lʼattività è sviluppata completamente dal mio, cioè da me e dalla mia famiglia. I prodotti servono a comporre sistemi portacavi metallici ad alte prestazioni. Il successo è derivato dalla grande competenza e dalla volontà di esibirsi ad alti livelli. Prima della crisi lavoravamo principalmente nei settori Oil&Gas ed energetico, un po' in tutto il mondo. Ora continuiamo a farlo, ma con molte e maggiori difficoltà, per la concorrenza più agguerrita e la diminuzione generalizzata delle grandi opere in cantiere.

 

 

 

Sul mercato, la qualità conta ancora?
Certo, qualità e, aggiungerei, precisione contano moltissimo. Anzi, direi che la Femi-CZ sta tenendo le posizioni di mercato per l'indiscutibile qualità dei suoi prodotti, oltre che la grande versatilità nelle esecuzioni e adattabilità alle diverse situazioni di progetto. Condizione indispensabile comunque rimane lʼorientamento ai mercati esteri, missione che ormai, con fiducia devo lasciare ai miei figli e a chi si unirà a loro.
Dal punto di vista del lavoro dipendente, cosa ne pensa della precarizzazione e dell'estrema frammentazione del mercato del lavoro e dei contratti?
Per trovare lavoro, oggigiorno, non credo ci sia un indirizzo di studio infallibile o sicuro, ingegneria a parte, ma se una persona si dimostra volenterosa, sveglia e disponibile a fare del lavoro, pur di cominciare a lavorare, il contratto a termine rinnovabile va bene. Solo strada facendo, considerata lʼattitudine al lavoro e la volontà, potrà pretendere di regolarizzare la propria posizione, cosa che lo stato dovrebbe favorire senza specularci sopra.
I giovani faticano ad entrare nel mercato del lavoro. Ad un giovane che si appresta a cercare il suo primo lavoro, cosa consiglierebbe?
In generale, credo che, di questi tempi, un giovane all'inizio della sua carriera e senza particolari punti di riferimento, debba accettare qualsiasi occasione gli si presenti pur di dimostrare le sue qualità e, soprattutto, la sua volontà e inclinazione.
Se un ragazzo volesse lavorare per lei, che caratteristiche dovrebbe avere?
Lʼattitudine a esperienze nella lavorazione dei nastri dʼacciaio e lavori manuali. In verità sono ormai tre o quattro anni che non ho occasione di scegliere giovani tra le maestranze, poiché lʼazienda è a turn over quasi zero. Comunque dovrei attenermi alle specifiche qualità necessarie per il nostro lavoro.

 

 

 

E tra gli impiegati?
Lʼazienda si avvale già di molti laureati e persone che hanno compiuto studi avanzati o idonei alla progettazione, alle vendite e al marketing. Purtroppo, le qualifiche non sono garanzia di raggiungimento del risultato economico o di carriera, perché in questo momento anche persone molto preparate sono in difficoltà ad operare sul mercato con certezza di successo. Occorre grande fantasia innovativa, commerciale e voglia di risultati vincenti.
Se potesse tornare indietro, rifarebbe l'imprenditore?
Eccome se lo rifarei. Anzi, comincerei ancora prima. Ho avuto la fortuna di potermi esprimere e di realizzare le mie vedute senza farmi condizionare dai rapporti societari, partendo in piccolo ma pensando in grande.
E di questi tempi, consiglierebbe agli altri di provare questa esperienza?
Francamente non me la sentirei di dire ai ragazzi: ʻMettetevi a fare gli imprenditoriʼ, se poi ciò dovesse finire nellʼesibirsi in servizi terziari, con la solita partita IVA. Più facile sarebbe se un gruppo di giovani avesse un'idea realizzabile e si proponesse sul mercato. Ecco, questo mi sentirei di appoggiare. Quarant'anni fa, quando ho cominciato io, era tutto più facile, si poteva partire anche con pochi dipendenti, mentre oggi questo è molto difficile. Ricordo che nel 1976, quando mi sono messo in proprio, la nuova società ha beneficiato della esenzione totale decennale delle imposte e lʼattività ha potuto crescere molto rapidamente.

 

 

 

Cosa vede nel futuro dell'economia del Polesine, del Veneto e dell'Italia?
Questo territorio ha perso una grande occasione. Mi riferisco alla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle. Non si è capito che era un treno da prendere al volo e solo successivamente impegnarsi a produrre energia in condizioni accettabili, ecocompatibili, a progetto avviato. A Torre Valdaliga, vicino a Civitavecchia, funziona una centrale della quale la nostra doveva essere la fotocopia. Invece, si è scelto di mettere i bastoni tra le ruote prima di cominciare. Al di là di questo, il territorio continua ad avere risorse non indifferenti, sia dal punto di vista industriale che agricolo, con una buona densità abitativa: potrebbe farcela. Quello che deperisce il processo imprenditoriale, in generale, è lo stato d'animo degli imprenditori: è stata demolita la loro voglia di fare impresa. Per quanto mi riguarda, pur avendo lʼattività un conto economico ancora pregevole, la mia voglia di fare impresa diminuisce sempre di più, per le troppe circostanze che deprimono la disponibilità ad assumere rischi, a causa di continue complicazioni di ogni genere. Spero che i miei successori possano ritrovare lʼentusiasmo che mi ha accompagnato fino ad oggi.
Cosa può fare la politica?
I governi si sono sempre arenati sulla questione del costo del lavoro e del lavoro in generale. Forse questo Renzi, partendo dalle riforme istituzionali piuttosto che dalle questioni scottanti che riguardano lo sviluppo, che pure sembravano urgentissime, è riuscito a spostare le attese e le priorità. Però, se in questa fase riuscisse ad acquistare credibilità, potrebbe, in un secondo momento, disporre del credito necessario per affrontare anche i problemi legati alla crescita economica, al lavoro e al carico fiscale. I posti di lavoro, comunque, non sono pane per i denti della politica, che non è in grado di inventarseli se non nei settori improduttivi, spesso controproducenti. Rimangono materia esclusiva degli imprenditori, adeguatamente supportati e incentivati.

 

 

 

 

Parliamo di rugby?
La mia esperienza è cominciata nel 1989, con la prima sponsorizzazione della Rugby Rovigo, subentrando a Colli Euganei. L'intuizione che mi ha portato a quella scelta pubblicitaria è stata per me fonte di grande soddisfazione sportiva, dal momento che abbiamo vinto il campionato subito l'anno dopo e lo sarebbe stata anche dal lato economico, se non fosse intervenuta una questione imprevedibile. Quello che più conta, però, è che il nuovo percorso mi ha fatto scoprire questo sport, un mondo che mi ha subito attratto, con i suoi valori e peculiarità. Tengo a ricordare che, in precedenza, per me il rugby era un vero tabù.
Qual è stato il suo contributo?
Da allora, pur non essendo mai stato dirigente, sono sempre rimasto vicino alla società, attraverso attività pubblicitarie. Quattro anni fa, mi sono sentito in dovere di rimediare ad un male estremo e di costituire, insieme a 49 soci, amici e sostenitori del rugby, una nuova società, la Rugby Rovigo Delta, il cui decollo mi ha portato, dopo un anno, ad assumere
anche l'onere della presidenza in prima persona, con lʼobiettivo di radicare un nuovo corso del rugby in Polesine. Questa base societaria, rappresentativa del territorio e solida nel credo rugbistico, ha contribuito, e lo fa tuttora, al successo dellʼiniziativa.
Bilancio dell'esperienza?
Per altri versi, l'idea di utilizzare il rugby come canale pubblicitario per la mia attività è stata sicuramente vincente. Dal punto di vista imprenditoriale è stata un'esperienza utilissima e preziosa nella crescita e consolidamento dell'azienda e ad oggi non esiste la controprova che quell'idea fosse sbagliata. Purtroppo, far parte del mondo del rugby a Rovigo è una scelta costosa, troppo costosa. Per questo motivo si avvicina il momento in cui dovrò desistere da questa linea e farmi da parte, lasciando ad altri oneri e onori del nostro rugby e del suo eventuale ridimensionamento.

 

 

 

Quali opportunità ruotano intorno all'ambiente sportivo?
A Rovigo, il rugby ha messo in moto gente e interessi e ha dato origine anche a una quantità non trascurabile di compensi. Tanto per formarsi un'idea: su un milione e 800 mila euro di bilancio, la parte riservata ai compensi e rimborsi spese ammonta ad un milione e 400 mila e non ci sono solo i 35 giocatori, ma tutto lo staff tecnico, gli addetti alla segreteria e ad altri ruoli, complessivamente una cinquantina di persone. Lʼimporto IRPEF sui compensi a carico della società, fatte le detrazioni di diritto, ammonta a circa 125 mila euro. Inoltre, la società versa allo Stato un dare IVA per circa 220 mila euro. A tutto questo si aggiunga il bilancio della Monti Rugby Rovigo Junior per lʼattività giovanile che supera ormai i 400 mila euro, con oltre 300 ragazzi tesserati. E' vero che c'è anche molto volontariato, ma tra i volontari ci sono persone che stanno facendo un'esperienza utile sul piano professionale e con il rugby tirano avanti. Certo, tutto questo è possibile grazie allʼapporto di attori pubblicitari, molti dei quali, pur essendo polesani, operano fuori dal nostro territorio e molti altri che, senza essere polesani, privilegiano il nostro rugby. Ecco, con il rugby siamo riusciti a creare un fiume di pubblicità che ci ha permesso di convogliare nel nostro territorio interessi provenienti da attività esterne. Sul piano creativo è stata certamente un'esperienza di successo.
La difficoltà più grande da superare?
In questo momento, il pareggio di bilancio. Sembra un'ossessione: in azienda, in Italia, in Europa. Pare però, anzi è certo, che senza il pareggio di bilancio ci sia odore di fallimento.
Non so fino a quando durerà, ma in queste condizioni è unʼimpresa andare avanti e anche il rugby dovrà ritararsi a livelli di sostenibilità. Il che significa più in basso. Intanto resistiamo, nellʼintento di rivincere lo scudetto nazionale.

 

 

 

SECONDA MAIN NEWS ( di Francesco Zambelli, 24.01.2019) / “LA MIA STORIA DI IMPRENDITORE”  RACCONTATA DA LUI STESSO ALLA UNIVERSITA’ POPOLARE DI CRESPINO ( Testo “letto , raccontato, interpretato” dallo stesso RELATORE all’Università Popolare di Crespino, prima di ‘rispondere’ alle tante Domande degli ‘Allievi’ e compaesani crespinesi , per una Lectio Magistralis che Noi di www.polesinesport.it abbiamo registrato grazie alle riprese video dell’adriese Ilario Capuzzo e che poi abbiamo ‘prodotto’ in sinergia anche con Antonio Zambelli e pubblicato in toto su You Tube sai by Adria.tv ( questo il relativo LINK ...https://youtu.be/6al11ERJdG0 ) che sulla stessa azienda Femi Cz , per le ...vostre autonome valutazioni personali ).

-LA MIA STORIA - / Vi voglio subito leggere due miei pensieri di introduzione a questo incontro.

1. Ho gradito l’invito a venire a raccontarmi, da imprenditore, ai Crespinesi, ma anche agli altri presenti, convinto di poter dare loro, soprattutto a qualche giovane, spunti veri
per immaginare un futuro migliore del passato, o credere in percorsi impossibili,
oppure similari al mio, o di qualche altra persona, con una carriera di successo o comunque invidiabile.

 

 

 

2. La mia storia ormai la conoscete e la ripercorrerò, qui, per quei momenti e fatti che secondo me sono alla base di una “crescita individuale eccezionale” (come la mia, se volete), da realizzare sempre dentro i comportamenti leciti e socialmente utili alle necessità del nostro territorio.

A questi pensieri, rivolti a un imprenditore, vorrei anche aggiungere alcune considerazioni:

-    Imprenditore si nasce o si diventa?
-    Si deve essere animati dal creare o dal conquistare (sottrarre ad altri)?
-    C’è differenza tra essere -provinciale- e -cittadino-?
-    E’ meglio da soli o in società?
-    Uno su mille ce la fa!
Mi chiamo Francesco Zambelli, nato nel gennaio 1945, segno capricorno, sposato nel giugno 1973 con Valeria Cagnoni, di 6 anni più giovane di me, segno leone.
Quando ci siamo fidanzati non sapevamo cos’era l’astrologia, ma quei due segni zodiacali, fortunatamente abbinati, hanno segnato la nostra unione.
Abbiamo avuto due meravigliosi figli, Antonio e Carolina.
Ambiziosi e sicuri di andare incontro a un mondo migliore prima, abbiamo deciso poi di stare tutti e quattro insieme nel lavoro di famiglia.
Con successo.

L’impresa si è in questo ambito concretizzata, con un continuo crescendo e, credo, sia destinata a durare.

Abbiamo abitato in affitto, con 6 traslochi, fino a novembre 1998 quando, finalmente, a 53 anni, ci siamo dati l’attuale dimora definitiva.
Considerazione questa che la dice lunga sulle priorità di un imprenditore che incomincia da nullatenente.

 

 

 

I FATTORI PRINCIPALI DELLA MIA VITA

I miei genitori.
Rigorosi (anche troppo), cultori del merito, grandi lavoratori, dipendenti fedeli, disponibili ai rapporti sociali, non invidiosi ma coscienti del proprio stato, che per modificarlo sarebbe stato necessario essere culturalmente avanzati e sapersi porre davanti a tutti.

Le scuole elementari e medie – importanti!!!

Le scuole superiori, di indirizzo.

Il lavoro giovanile (fino a 20 anni), fino a prima del servizio militare (sul quale si potrebbe aprire un discorso specifico).
Il lavoro agricolo e di casa o corte padronale.

L’attività sociale fino a 20 anni.
La voglia ad assumere incarichi e coordinamenti di gruppo, anche politici.

Luglio 1964, diploma di perito industriale elettrotecnico
Giugno 1965, servizio militare
Giugno 1966, congedo militare
Maggio 1967, campagna addio e ingresso nell’industria

 

 

 

LA MIA CARRIERA DA IMPRENDITORE

Un mio pensiero aggiornato su questa professione: capacità e inclinazione a intraprendere, a utilizzare le risorse disponibili circostanti, materiali e umane, senza eccedere ed essere indotti o attratti dallo sfruttamento.

Il mio ingresso nell’industria (allora artigianale), è stato in punta di piedi (6 mesi di precariato, senza contratto), disegnatore elettromeccanico, poi confermato a tempo indeterminato fino alle mie dimissioni.
 
Inizia così, con un periodo di 9 anni da impiegato, nel quale ho imparato i processi produttivi, a vendere e amministrare, la mia avventura nell’arte di creare valore aggiunto,
di esercitarmi nel calcolo delle probabilità e di dominare il rischio d’impresa, al punto di decidere di iniziare a fare l’imprenditore.
Ho corso tanto, ma mi piaceva.
Sono passato da disegnatore a progettista, a responsabile di produzione.

In quel periodo ho assunto tantissimi Crespinesi.
Nel 1970 eravamo già passati da 10 a 50 dipendenti.
Nel 1975 la CEMIR, a Rovigo, era già una realtà importante, con quasi 100 dipendenti.
Io, ovviamente, ero diventato direttore generale con pieni poteri.
Estate 1976 nasce la Cagnoni s.a.s. di F. Zambelli, e con essa inizia la mia carriera di imprenditore.

 

 

 

UNA CONSIDERAZIONE FINALE

Non so se sia importante o meno qualificare il percorso individuale di una persona se autodidatta o assistito.
Io mi considero autodidatta, ma con la fortuna di aver avuto a scuola buoni insegnanti e sul lavoro di essermi sempre avvalso (qualche volta con difficoltà), di persone che ne sapevano anche più di me.
Contributi ne ho avuti tanti ma sempre nell’ambito della mia acquisita capacità di controllo e implementazione.
Oggi l’azienda, FEMI-CZ S.p.A. si avvale di 120 dipendenti e, fra essi, 12 laureati di cui 8 ingegneri, e dai quali, nel mio lavoro, non ho mai avuto paura di essere prevaricato.

 

 

 

 

EXTRATIME by SS/ La cover è Francesco Zambelli nominato ‘neo commendatore’, a fianco di Bruno Piva con fascia tricolore da sindaco di Rovigo.
Quindi, in apertura di fotogallery, chapeau alla Università Popolare di Crespino come da relativo manifesto programma 2018/19 e certificazione con Zambelli ‘imprenditore e relatore’ in data 24 gennaio  cm.
Restando in tema ecco da sinistra in trio Floriano Libanore , Luigi Ziviani, Gianni Sparapan nella serata in cui il poeta dialettale ha presentato il suo ultimo libro ‘Andemo a Ca”.
Quindi in kit proponiamo il Zambelli patron della Fulgor Crespino in una storico torneo Fetonte mentre premia bomber Girotti in flash tandem kit col sottoscritto già relatore e presentato by Ziviani nella serata sul tema “Il Polesine del XX Secolo attraverso lo Sport “ che peraltro troverete anche qui su www.polesinesport.it.
Ma partendo da lontano con la Francesco Zambelli Story ve lo propongo come da titolo storico agganciandoci all’articolo pubblicato su altro sito mixando Calcio & Rugby , tra foto Fulgor Crespino e Naas Botha champion della palla ovale.

 

 

 

Però voglio onorare anche la giornalista Milena Furini , autrice del reportage che vi proponiamo, come da flash by You tube  in occasione del Trofeo Mirko Petternella 2014.
E con riferimento al lungo viaggio imprenditoriale di Francesco Zambelli  partiamo proponendovi lo speciale kit-azienda Crespino-Rovigo.
Agganciando invece alcune tappe fondamentali con relative premiazioni partiamo da Zambelli ‘Premio Vincenzo Carravieri 2011’ premiato in Municipio a Crespino insieme ai Tre Fratelli Ongaro.

A seguire in poker da sx Ziviani, Zambelli, Antonio Finotti ‘Premio Fetonte’ , Checchinato, in una storica serata alla Romanina.
Da dove vi proponiamo altresì la Festa dei 30 anni di attività della Femi Cz con al tavolo da sx Ziviani, Federico Saccardin presidente Provincia di Rovigo, Zambelli & Lady Valeria.
Con riferimento invece alla ‘comunicazione ufficiale della nomina di F.Z. ‘Commendatore della Repubblica’ ecco, in poker da Albarella,  Lady Sapora, Zambelli, Bellini. Lanzafame & Lady.

 

 

 

 

Passando all’internazionalità di Zambelli imprenditore e sponsor della Rugby Rovigo ecco il flash inglese by Reading City  con da sx Susanna Vecchi, Zambelli in trio family con figlio Antonio & moglie Alessia, Badocchi allo stadio Madejski prima del match Femi Cz Rugby Rovigo vs London Irish.
Orgoglio europeo e ... poi ecco orgoglio scudetto 2016 con Francesco Zambelli in poker festa con una fan rossoblu e la figlia Carolina oltre che con Antonio Brancalion ( ex pugile Campione d’Europa).
E restando in tema europeo ecco Francesco Zambelli allo stadio Battaglini di Rovigo con gli Old rossoblu ( primo a sx Ballani) nel cerimoniale ‘scambio maglia’ coi mitici Scarlets.
Infine, dopo alcuni flash che ho scattato a Francesco Zambelli durante la sua 'Lectio Magistralis' alla Università Popolare di Crespino a fianco del dottor Ziviani, ecco dulcis in fundo, a completamento del suo viaggio familiare imprenditoriale lo stesso  Francesco Zambelli sul palco a Rovigo durante la storica presentazione della Vea Femi Cz 2013;  quando sul palco, oltre alla presentatrice Tania Zamparo c’era anche suo figlio Antonio, ora Direttore Generale , insieme alla figlia di nome …Vittoria.

Milena Furini & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it