Giovanni Monti “GRANDE” nel Padova Calcio e pilota di idrovolanti (inabissatosi nel Lago di Garda col Macchi 72)


07/04/2013

Lui era il “Bisa” suo fratello Feliciano era il “Cice”- E prima c’era anche Alessandro. Originari da Fratta Polesine e “gran trio” nel Padova. Per Giovanni ben 8 anni in Serie A, per un totale di 174 partite giocate nel Padova, partendo dal campionato 1919/20 al campionato 1929/30. Giovanni era attaccante e come tale segnò ben 58 reti. Lui, Monti II, è però passato alla storia anche come pilota. In pratica il “Bisa” del Padova Calcio è stato anche un Grande come pilota, tant’è che è passato alla storia come il “Lord Brummel” dei Cieli.
D lui , come di suo fratello Feliciano ( alias Monti III ) ha raccontato tanto Paolo Donà insieme a Fantino Cocco nel libro story “77 volte Padova 1910 – 1987”.
Perciò onorando Giovanni intanto onoriamo tutto il TRIO Made di Fratta e Campioni nel Calcio Padova d’inizio secolo e del periodo del fascio.
Eccovi quindi questa Giovanni Monti Story anche perché l’avevo già raccontata in data 12.05.2008, ma soprattutto perché poi ho potuto completarla con altre ricerche.
Tanto più che nello specifico ho scelto di integrarla vecchia storia by Appendice News perché  attinenti direttamente al Personaggio e alla sua Memoria di Campione Sportivo  a ”tutto tondo”, peraltro ricordato dai suoi concittadini di Fratta con grande stima ed affetto.


MONTI GIOVANNI STORY ( di Sergio Sottovia , 12.05.2008 ) / DA PICCOLO A FRATTA, DA GRANDE A PADOVA “CAMPIONE” TRA CALCIO E IDROVOLANTI /
SI E’ INABISSAYO NEL LAGO DI GARDA il 2.8.1931)

Inabissarsi come Fetonte nel Po, o come Bengtsson a San Siro….
Questa settimana un mio compagno di tennis, Giuliano Visentin, ha presentato il suo libro "L'Attesa" , in quel di Roma, in via dei Francesi, dietro il Senato. E' il suo terzo/quarto libro romanzo, con immersioni nel mondo politico. Non serve segnalare qui i nomi dei politici presenti. Dico solo che sono stato sollecitato a partecipare ma che non sono salito 'sulla corriera' dal Polesine a Roma, per restare a vivere qui nel MIO Polesine, rischiando di inabissarmi come è successo nella mitologia a Fetonte , pianto dalle Erinni, perché sul suo carro Fetonte figlio del Sole ha volato troppo alto e così i cavalli impazziti l'hanno fatto precipitare nell'Eridano, a Crespino, nell'attuale fiume Po.

 

 

 

Una storia come quella che è successa a Martin Bengtsson, lo svedese classe 1986 che a 15 anni giocava in serie A nel suo paese e che nel dicembre 2003 firmò un contratto con l'Inter. E lì si inabissò dopo tre gol in cinque partite. Sul settimanale Panorama ( del 17.4.2008) la sua storia l'ha raccontata Gianluca Ferraris, perché nel giro di poche settimane Bengtsson sparisce dai tabellini delle partite. La versione ufficiosa parla di infortunio e rescissione del contratto. Ma che vita ha vissuto Martin ? Lui l'ha raccontata con un libro dal titolo emblematico:"Nell'ombra di San Siro. Dal sogno di diventare calciatore all'incubo".

Una storia di problemi fuori dal campo: shopping dipendenza, depressione, un suicidio provato tagliandosi le vene mentre ascoltava un disco di David Bowie. Poi …ha deciso di smettere col calcio. Ecco il nuovo Martin:" Ho chiuso con il calcio. Non lo guardo nemmeno in tv. E' solo uno spettro del passato. E voglio che resti tale".

 

 

Tutto questo per dire ai GIOVANI che non bisogna credersi onnipotenti, di non reagire mai 'giocandosi' la vita. Fidatevi del Vostro Piccolo Mondo, quello della famiglia e dintorni. Ognuno trovi vicino a casa il SUO 'Polesine' cioè terra emersa dalle acque'.
Magari sbaglio, ma è quello che CERCO di fare. Perciò anche voi restate nel Vostro Polesine, nella vostra Ciociaria, nella Vostra Barbagia, nella Vostra Australia come mio fratello Luciano. Tanto 'il mondo non è più grande di questa città e la gente si annoia ogni sera come da noi' e sono vicine sia la Cina che l'Africa. 

 

 

Ovviamente cercando di evadere alla ricerca dei SOGNI, ma accontentandosi perché tutto può finire in un attimo, come è successo al PERSONAGGIO che vi vado a raccontare proponendoVi 'papale papale' la Lettera che Leone Luppi, un lettore, ha mandato al Resto del Carlino (pubblicata 10.08.1992) per segnalare che GIOVANNI MONTI ( in foto cover  calciatore & pilota ) meritava di essere inserito nel Libro dei Grandi del Polesine.
Fermo restando che intanto vi ripropongo sinteticamente la Biografia Calcistica del TRIO Made in Fratta Polesine formato da Alessandro, quindi Giovanni, infine Feliciano, così come ve li avevo già proposti tra i “POLESANI NEL PADOVA” –

 

 

01-MONTI ALESSANDRO (I°) - difensore - nato a Fratta Polesine 21.10.1893 e deceduto a Padova nel 1980. Debutto il 13 aprile 1913 (Petrarca - PD 6-0 camp. Reg.) .Ultima partita il 12 giugno 1921 (PD - Mantova 2-1, lega nord).
Le sue stagioni: 1913-14 (4 partite camp. Reg.); 1914-15 ( 4 partite camp. prom.); 1920-21 (2 partite camp.lega nord). Per un totale di 10 presenze.                                                                                                 

02-MONTI GIOVANNI (II°)  - attaccante - nato a Fratta Polesine 16.01.1900 , “pilota di aerei militari”, deceduto sul Lago di Garda 2.08.1931.
Debutto 12.10.1919 (PD - Hellas Verona 7-0, camp. reg.le). Ultima partita 08.06.1930 ( PD- Triestina 1-2, serie A).
Ecco le sue stagioni con relative presenze e gol. 1919-20 ( 16 p. 9 gol, camp reg); 1920-21 ( 16 p, 12 gol camp. Reg); 1921-22 ( 22 p, 8 gol , lega nord), Quindi bel 8 campionati in serie A con questi numeri. 22-23( 23 p e 13 gol); 23-24 ( 19 p e 8 gol); 24-25 solo 9 presenza, 25-26 solo una presenza; 26-27 (10 p e 4 gol); 27-28 solo 8 presenze; 28-29 (24 p e 3 gol); infine 29-30 ( 26 p e 1 gol). Per un totale di 174 presenze e 58 gol segnati.  

03-MONTI FELICIANO ( III°)   - attaccante - nato a Fratta Polesine 16.01.1902. Debutto 12.10.1919 (PD -Verona Hellas 7-0, prom reg). Ultima partita 12.04.1936 (PD - Vicenza 0-1, serie C). Queste le sue stagioni. 1919-20 (19 p e 4 gol, camp reg); 20-21 ( 2p e 3 gol, camp reg); 21-22 ( 19 p e 2 gol, lega nord). Quindi 6 stagioni in serie A con questi numeri: 22-23 ( 27 p e 3 gol); 23-24 ( 19 p e 1 gol); 24-25 ( 19 p e 3 gol); 25-26 ( 20 p e 10 gol); 26-27 (18p e 6 gol), infine 33-34 (29p e 3 gol). Poi 1934-35 (16 presenze in serie B) e 35-36 solo 3 partite in serie C. Per un totale di 191 partite e 35 gol segnati. Inoltre da <b>allenatore</b>  ha fatto l'esordio in panchina il 22.9.1946 ( PD-Forlì 3-1) rimanendovi per 6 gare fino alla partita del 27.10.1946 ( PD-Pro Gorizia 3-2). >>

 

 

MAIN STORY “GIOVANNI MONTI VISTO & RACCONTATO” by Lettera” di LEONE LUPPI

<< L'inserimento di Giovanni Monti tra i Grandi Polesani é assai più giustificato di quanto emerga dalla stringatezza del ritratto pubblicato. Monti é stato un personaggio straordinario, non solo un ardimentoso aviatore. Se fosse nato in Usa dalla storia della sua vita avrebbero tratto almeno un film epico, affidato all'accoppiata John Ford - Gary Cooper. Gli elementi ci sono tutti: famiglia impegnata nel Risorgimento con condannati per carboneria, origine nel centro più vivace del Polesine, personalità ricca e avventure senza fine, a partire dall'adolescenza. Biondo, elegantissimo, molto alto (in una foto del gruppo di Desenzano svetta e spicca: ricorda al maschile la foto pubblicitaria, coinvolta in una recente polemica, della indossatrice al centro di alcune vecchie siciliane fasulle), riso aperto e simpatico, con atteggiamenti un po' snob e molto dannunziani, rubacuori ( si diceva così) per destino, i colleghi inglesi lo chiamavano scherzosamente Rodolfo Valentino.

 

 

La lapide di casa Monti accenna alla Coppa Schneider per idrovolanti, quanti conoscono o ricordano questa gara, il più importante scontro tecnico e umano, dapprima da sportivi, nelle ultime edizioni da duellanti tra squadre nazionali? Di 12 gare (1913 - 1931) l'Italia ne vinse quattro. L'apporto tecnico della Schneider allo sviluppo dell'aviazione e dei motori é stato eccezionale: il primo motore bialbero a quattro canne per cilindro (Curtiss 1922); le valvole al sodio; i motori Rolls-Royce, che poi si imposero nell'ultima guerra; l'uso delle leghe leggere; i carburanti nuovi ecc. Solo le prime gare della Formula 1 sono una immagine sbiadita di quelle competizioni, dove alla velocità si sacrificava tutto, a cominciare dalla sicurezza. La media vincente, su circuito, é stata di 189 km/h nel 1921, di 396 nel 1926 e di 528 nel 1929!
Per partecipare preparati a una sempre più difficile Schneider fu creata, nel 1927, la Scuola Alta Velocità di Desenzano per la quale il comandante Bernasconi poté selezionare dal meglio i magnifici sette volontari del terzo corso, ai quali si richiedeva, oltre a non comuni doti di pilotaggio, "vivacità di mente, attitudine a tutto osare, riflessione e disciplina". La scuola era severa, snervante, molto restrittiva, dei sette solo Monti era un privilegiato, potendo "evadere" per far fronte ai suoi impegni calcistici con l'allora grande Padova nel quale era entrato a 14 anni con i Boys ed era stabilmente in prima squadra (con Cesare Zancanaro portiere) e con la selezione per la Nazionale. 

 

 

La Schneider del 1929, in Inghilterra, per Monti fu calvario e gloria; il suo M67 era veloce ma pieno di gravi inconvenienti. Al secondo giro, mentre stava raggiungendo la riva per la virata a bassissima quota, per la rottura del circuito di raffreddamento, fu investito da violenti getti di acqua e vapori bollenti; nonostante il dolore atroce (le lesioni richiesero il ricovero in ospedale) con grande perizia (nell'M67 la visibilità era solo laterale) ed eccezionale stoicismo e sangue freddo Monti riuscì a controllare l'idrovolante, evitando un massacro della folla enorme accalcata sulle rive e sulla miriade di battelli ormeggiati, e ammarando in acqua libera.
Quando, due anni dopo, morì inabissandosi nel Garda durante i collaudi di un altro prototipo, velocissimo e leggero (il Macchi MC 72 che si "piantava" per uno stupido, gravissimo e a lungo oscuro difetto nella alimentazione, risolto il quale Agello poté stabilire, nel 1934, il primato mondiale di velocità, 709 km/h) la stampa estera e in particolare quella inglese, sempre piuttosto indifferente alle nostre vicende, onorò l'"eroe di Calshot", dedicandogli lunghi articoli e vistosi titoli di esaltazione e di gratitudine per l'abilità e l'abnegazione di quel giorno.
Questo era Monti. Per rifarmi ai ricordi, più sereni, di Cesare Zancanaro, fedele custode di antiche e non rimosse memorie, accenno al Monti calciatore; anche qui "ce la metteva tutta". Serio, impegnato, attaccante dal piede micidiale, resistente e robustissimo, durante una partita, con un bonario scapaccione stimolante, mise ko un collega un po' svogliato, e finirono in dieci... >>

 



PRIMA APPENDICE NEWS ( by wikipedia ) / GIOVANNI MONTI BIOGRAFIA DEL CALCIATORE & PILOTA

<< Giovanni nasce a Fratta Polesine il 16 gennaio 1900 in una delle famiglie economicamente più agiate del periodo e che aveva radici nei moti dei Carbonari della Fratta, primo esempio di repressione da parte austriaca delle aspirazioni alla libertà e all'emancipazione nazionale. Fin dai primi anni d'età il giovane Giovanni mostrò un interesse per lo sport che si concretizzò nella pratica di diverse discipline tra le quali il ciclismo, partecipando alle attività della locale società sportiva Veloce Club fondata intorno al 1905, ed il calcio tanto da essere ricordato nel secondo campo sportivo comunale a Padova al quale fu intitolato.
 
Al conseguimento dell'età necessaria, nel 1918, parte volontario per la prima guerra mondiale durante la quale consegue il brevetto di pilota e dando prova delle sue qualità riuscendo a raggiungere il grado di capitano in breve tempo.

 

 

 

 
CALCIATORE

 
Dal 1919 al 1930 giocò per il Padova 176 partite segnando 51 gol.[2] A lui è stato intitolato il velodromo e campo da calcio in via Carducci a Padova che lo vide calciatore con la maglia biancoscudati prima del passaggio allo Stadio Appiani. Ha militato nella squadra del Padova che ha giocato nella prima edizione del campionato di Serie A.
 
Il REPARTO ALTA VELOCITA’

Giovanni Monti apparteneva al primo gruppo di piloti scelti per il Reparto Alta Velocità di Desenzano alla sua costituzione all'inizio del 1928.
 
Per la gara della Coppa Schneider di Calshot, gli venne assegnato il Macchi M.67, matricola MM105 e numero di gara 10 . Monti fu costretto al ritiro per la rottura di una tubazione del circuito di raffreddamento motore; lo stesso Monti riportò alcune scottature dovute alle perdite d'acqua [5]. L'aereo di Monti, numero di gara 10, è oggi esposto al Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, unico Macchi M.67 esistente.
 
Il 16 luglio 1931 effettuò il primo volo del Macchi-Castoldi M.C.72, giunto a Desenzano il 12 giugno precedente[6]. Monti effettuò successivamente altri voli di prova, senza mai raggiungere la velocità massima, a causa dei ritorni di fiamma[6], prima del fatale 2 agosto, quando l'aereo si inabissò nel lago e il pilota perse la vita. L'incidente, al termine di una larga virata, con l'ala che toccò l'acqua con una virata di quasi 90°, fu probabilmente dovuto ad una rottura del sistema di trasmissione coassiale delle due eliche controrotanti.
 
LE ESEQUIE

La notizia scosse l'opinione pubblica tanto che al suo funerale accorsero, oltre che le autorità militari dell'aviazione e del Regio Esercito, anche moltissime persone e rappresentanti del mondo culturale>>

 

 

SECONDA APPENDICE NEWS (di F.R. by La Voce di Rovigo, 09.11.2011)

FRATTA POLESINE/ L’ANNIVERSARIO A 80 ANNI DALLA MORTE DI GIOVANNI MONTI E’ IN DUBBIO IL FUTURO DEL “SUO” VELODROMO

FRATTA POLESINE- Sono passati 80 anni dalla sua morte e uno storico velodromo porta il suo nome.
Un giorni in cui Fratta riscopre l’orgoglio della propria storia preparandosi alle giornate della carboneria, è il caso di ricordare un personaggio mitico del secolo scorso.
Stiamo parlando dell’aviatore Giovanni Monti, nato il 6 gennaio dl 1900 e morto in un incidente in volo il 2 agosto del 1931; quest’anno ricade infatti l’80esimo anniversario dalla morte di questo eroico aviatore discendente da una delle famiglie più facoltose del paese e protagonista dei moti carbonari.
Innamorato dello sport, da ragazzo prese parte all’attività del Veloce club, una società ciclistica sorta  a Fratta nei primi del 20esimo secolo, ma si distinse come atlete in varie discipline, fra cui il calcio.
Tale fu il ricordo delle sue gesta sul rettangolo verde da arrivare all’intitolazione del primo campo sportivo di Padova.
Con la guerra divenne aviatore e raggiunse in breve tempo il grado di capitano pilota d’alta velocità.
Fu medaglia d’argento al valore aeronautico, nonché croce al merito di guerra; morì in un incidente d volo a Desenzano.
Monti, la cui famiglia era già famosa a Fratta per aver preso parte attivamente ai moti carbonari, venne ricordato con un busto – tutt’ora presente – che si trova sulla facciata della casa natale che risale al 1690 e si trova nel centro cittadino.
Sulla lapide sono tra l’altro riportate queste parole:”In questa casa ebbe i natali Giovanni Monti, capitano pilota d’alta velocità di eroica virtù, rifulse nel cielo della Pirenaica con generoso ardimento e incomparabile perizia. A Londra nel 1929 contese l’ambito premio della coppa Schneider nell’anelito di più fulgide glorie, mentre l’etere correva ardentemente di giovinezza, il 2 agosto 1931, lo ghermì l’onda del Benaco per ascriverlo fra gli immortali eroi dell’aria che la patria veneta e sublima”.
Padova, come detto, ancora oggi ospita il velodromo Monti, ex stadio comunale inaugurato il 12 febbraio 1916 per ospitare le partite casalinghe di biancoscudati fino al 1923, anno in cui la squadra padovana andò a giocare nel mitico Appiani, situato proprio a fianco del velodromo.
Attualmente l’intera area è peraltro sotto studio; un’intera parte della tribuna est dell’Appiani dovrebbe essere abbattuta nell’ambito di una riqualificazione generale della zona.
E’ stato inoltre previsto lo spostamento della sede della federazione ciclistica provinciale nella sottotribuna del “Monti”; lo stesso velodromo è tutt’ora “sotto la lente di ingrandimento” del Comune>>.

 

 

EXTRATIME by SS/ La cover è per Giovanni Monti in kit come Calciatore  & Pilota.

Poi per quanto riguarda la fotogallery partiamo da Giovanni Monti  pre-partita’ biancoscudato’ in foto ricordo con l’arbitro di turno.

A seguire il Padova 1925/26 (maglia chiara)che giocava in Serie A, girone B, Lega Nord e che (by Libro Story 77 Volte Padova 1910-1987) ha visto nel corso della stagione “presenti” in campo (in ordine discendente) i portieri Biri e Fassina (solo 1), quindi i difensori Fayenz, Fagiuoli, Girani, il polesano Barzan (19), Danieli, Mion, Scanferla, infine gli attaccanti Kregar, Busini III, Monti III (20 partite, 10 gol), Busini I, Vecchina, Veronese, Fatter, Zanninovich, Monti II ( solo 1).
E a conferma di Feliciano Monti (primo in basso a dx) eccolo onorato in foto singola perché ‘azzurro’ con l’Italia.
A seguire il Padova 1927/28 (in maglia scura) che nell’arco ella stagione ha registrato queste presenze: (Portieri) Biri e Bezzati, (Difensori) Danieli, Fayenz, Mion, Girani, Fagiuoli, Favaron, Piasentin, Zambrotto; (Attaccanti) Monti III ( 18 presenze), Vecchina, Busini III, Veronese, Busini I, Kregar, Monti II ( 10 presenze), Zanninovich, Geremia.
Due anni dopo è la stagione 028/29 col tutto il Padova che a centrocampo si schiera col saluto fascista, sia giocatori che tecnico. Per al cronaca queste le “presenze” stagionali dei biancoscudati: Portieri) Latella (giocate tutte  le 30 partite); (Difensori) Danieli, Favaron, Bedendo, Zanninovich, Favaro, Piasentin, Fayenz, Mion, Zen, Marcolongo; (Attaccanti) Prendato, Okely, Bergamini, Vecchina, Monti II (24 partite), Checchi II, Scanferla, Gamba, Perazzolo, Gallo II, Boscaro, Astolfi, Canevari.
Di quell’anno 1929 proponiamo il classico sorteggio con l’arbitro e i capitani perché ‘presente’ anche Giovanni Monti.
L’ultima foto poster del Padova con Giovanni Monti II è significativa, oltre che per il saluto fascista, anche e soprattutto perché quel Padova 1929/30 partecipò al “primo campionato a girone unico” per la cronaca vinto dall’Ambrosiana-Internazionale, mentre i bianco scudati ( 17° posto) retrocessero assieme alla Cremonese ultima.
E per la cronaca Giovanni Monti giocò ben 26 partite segnando solo 1 gol ( vs Pro Vercelli), ben lontano dai 17 gol del suo compagno Vecchina ( in 23 partite) e dai 10 gol di Prendato (in ben 34 partite, cioè tutte.)
Ma dicevamo di Giovanni Monti “campione interdisciplinare” , perciò eccolo in maglia AC Padova e in trio motori sulla pista del Velodromo che poi prenderà il suo nome.
Con riferimento a Giovanni Monti ‘pilota’ ecco in sequenza due foto significative, prima di documentarvi la denominazione del Velodromo “G.Monti” con una tessera di accesso al velodromo concessa in data 15 maggio 1961 al corridore Roberto Teotto da parte del presidente Galtarossa Ing. Giacomo.
E come last photo proponiamo la Giovanni Monti ‘lapide’ che lo onora sulla facciata di palazzo Monti a Fratta Polesine; come Capitano Pilota d’Alta Velocità che la Patria ‘venera e sublima’ fra gli immortali eroi dell’Ala.


12.05.2008


Sergio Sottovia
www.polesinesport.it