Guaraldo Oreste Mario, da Lusia al Cinzano, poi col Casale segnò alla Juve, mentre con Ballarin nel Grande Torino 1945-46 fu Campione d’Italia segnando 2 gol al Genoa/ Quindi 10 anni tra Novara, Voghera, Prato, Crema, Lodi, Cuneo, Ivrea


Avere amici é come fare una telefonata: allunga la vita e mi impegna a raccontarvi delle Story speciali che sarebbero rimaste parcheggiate …in my mind, come tante storie di Personaggi che ho già raccontato nelle mie pubblicazioni. Ma la storia di Oreste Guaraldo a questo punto deve emergere dai miei archivi e diventare di pubblico dominio qui su www.polesinesport.it anche perché mi è stata sollecitata due mesi fa by mail dall’amico Roberto Giannese con questo semplice quanto invitante messaggio:<< Ciao Sergio, sicuramente tu ne sarai stato al corrente, io l'ho scoperto oggi, Oreste Guaraldo nato a Lusia nel 1922 ha militato per una stagione (1945-46) nel grande Torino. Sono andato a sbirciare l'atto di nascita (è sempre una emozione) e ho scoperto che alla nascita aveva due nomi: Oreste Mario… >>.
E allora , così come è successo con la segnalazione fattami dall’amico Gabriele Crocco per la storia su Arnaldo Porta ‘primo oriundo’ in Italia e già pubblicata, adesso vi propongo la storia del polesano Guaraldo che di nomi ne ha addirittura due, uno in più rispetto al wiki-personaggio già noto.
Insomma, per la serie ‘gioco di squadra’ pro Storytelling più completa, eccovi questa Oreste Mario Guaraldo story a tripla firma  , perché oltre a Giannese ho coinvolto anche l’amico Emiliano Milani per le ricerche storiche.
Una storia made in Polesine , che per quanto riguarda l’approccio iniziale, è come tante altre , col giovane Oreste Guaraldo che, nato a Lusia il 19 ottobre 1922, ovviamente segue la sua famiglia in Piemonte, per esigenze lavorative.
Tutto questo in un periodo in cui il Grande Calcio italiano era prevalentemente sviluppato sia in Piemonte che in Lombardia, Liguria e ormai anche nel Veneto. A tal proposito parlano i nomi iscritti nell’albo d’oro dei vincitori del Campionato italiano, dove accanto all’apripista Genoa di stampo inglese, troviamo diverse squadre piemontesi che, oltre al Torino, hanno conquistato il titolo di Campione d’Italia.

Insomma il giovane Guaraldo tra Torino e dintorni trova terreno fertile per la sua passione calcistica, partendo dalle giovanili col ‘Dopolavoro Cinzano’ , formazione di Santa Vittoria d'Alba con cui fa l’esordio in Serie C all’età di 19 anni. Si stiamo parlando della squadra del conte Marone Cinzano, già presidente del Torino, allenata nel 1914/52 da Carlo Capra ( ma qui Guaraldo è solo nelle giovanili) e nel 1942/43 da mister Mario Sperone, sempre con presidente Alfredo Marone.

 

 

 

Che fosse bravo e non avesse bisogno di raccomandazioni , lo dimostra il fatto che Oreste Guaraldo approda poi al Casale , la squadra blasonata già vincitrice del titolo italiano, dove nel 1943/44 si farà onore giocando addirittura nella Divisione Nazionale.

E per il Casale allenato da Angelo Piccaluga ci sarà l’ottavo posto nel Campionato di Zona Piemonte – Liguria 1944, in cui l’ala Guaraldo da Lusia sarà protagonista a fianco degli attaccanti Carapallese, Gaviglio e di quell’Ercole Rabiitti che oltre ad essere ottimo giocatore sarà allenatore vincente nelle giovanili sia della Juventus che del Torino.
In un  ‘girone’ del Campionato Alta Italia vinto dal Torino Fiat sulla Juventus Cisitalia,  col Casale classificatosi terzultimo con soli 10 punti, a causa peraltro di una serie di partite perse ‘a tavolino’ per irregolare posizione del giocatore Mazzucco ( in ben 5 partite, di cui 3 vinte e una pareggiata) .

 

 

 

E sarà perché Guaraldo nel Casale , oltre che contro la Biellese ha segnato anche contro il Grande Torino e contro la Juventus , sta di fatto che … quando il conte Marone Cinzano lo segnalò all’omologo Novo presidente del già Grande Torino , il trasferimento è stato presto perfezionato.
Per la cronaca e per la storia , con riferimento alla importanza della ‘casata’ Marone Cinzano, vale la pena di citarvi quanto segue by wikipedia:<< I Marone e i Cinzano si unirono in un'influente famiglia alla fine dell'Ottocento attraverso il matrimonio di Alberto Marone (agiato personaggio di origine meridionale) con l'ultima dei Cinzano Paolina. Dall'unione nacquero Enrico Eugenio e Alfredo. I due fratelli utilizzarono i due cognomi insieme e il primo ricevette, nel 1940, dal re d'Italia Vittorio Emanuele III il titolo comitale.
Appunto Alfredo il presidente della squadra “Dopolavoro Cinzano”…

 

 

 

E fu così che il polesano Guaraldo è diventato nuovo giocatore granata nel Torino 1945/46 del presidente Novo, nello stesso anno dell’arrivo di Aldo Ballarin prelevato per una cifra ‘incredibile’ dalla Triestina.
Una bella favola, quella di Oreste Mario Guaraldo, che nella prima parte della stagione, è tra i protagonisti del Torino 1945/46  nella prima fase di qualificazione alla fase finale nazionale, giocando diverse partite da titolare e segnando una doppietta decisiva contro il Genoa.

Ma è un Torino che il presidente Novo ha rinforzato alla grande, tant’è che giocatori come Gabetto e Ossola sono diventati capisaldi inamovibili  fianco di capitan Mazzola, sicché alla fine del campionato la storia registra per l’attaccante Guaraldo le sole 2 reti segnati contro il Genoa su un totale di 11 presenze complessive nella fase a gironi e nessuna nella fase finale.
Tutto questo però è successo in un periodo storico del tutto particolare, per Guaraldo e per l’Italia , visto che tutta l’Italia e il mondo è stato travolto dalla Seconda Guerra Mondiale.

 

 

 

Con tutti i problemi connessi alle attività , compreso il Mondo del Calcio  che di per sé stesso aveva una sua evoluzione in corso.
Anche per questo vi proponiamo in calce , partendo proprio dallo scudetto vinto da Guaraldo ‘insieme’ ai grandi campioni del Grande Torino 1945/46, l’autorevole commento finale da parte del settimanale “IL Calcio Illustrato” caratterizzando tutto l’andamento di un campionato , il primo post guerra, vinto al fotofinish dopo che i granata hanno fatto rallenty nel finale.

A questo punto però per Guaraldo e il Grande Torino le strade si dividono, perché l’attaccante viene mandato in prestito  al Novara 1946/47 , pur sempre una blasonata anche se in Serie B , dove la pronta risalita in Seria A purtroppo non si perfezione.
In una stagione dove l’Italia calcisticamente si era tutta ristrutturata, partendo finalmente con un unico girone in Serie A , ma con ancora tre gironi in Serie B.

 

 

 

Un discorso che merita focus speciale per la Storia anche di www.polesinesport,it e dei lettori , per cui sempre by “Il calcio Illustrato”, ve lo proponiamo sempre in Appendice con tutti i nomi delle squadre iscritte e spalmate nei “Tre Gironi” con relativi commenti autorevoli.
Mentre con riferimento alla storia di Guaraldo nel Novara 1946/47 vale la pena di ricordare anche l’arrivo particolare del polesano ‘da Lusia’ nella società del presidente Delfino Francescoli che vuole la promozione.

Come ben spiega Francesco Capra autore del libro “Il Romanzo del Novara Calcio” dove racconta così:<< Il presidente Francescoli è alla disperata ricerca di un centravanti. Si prova con il lomellino Parvis ma ancora non ci siamo. Intanto viene ceduto al Torino il maggior talento della squadra azzurra: il difensore Francesco Rosetta. Il commissario tecnico Marmo ottiene in cambio una grossa cifra più i giocatori Bussi, Castelli ( eccellente centromediano) , Guaraldo e Benedetto. Un grande affare .

 

 

 

Piano piano si sta formando un solido Novara. Mancano alcune pedine che Francescoli e Marmo individuano nell’allenatore Rigotti ( vecchia conoscenza) che ha portato alla serie “A” la Pro Patria, soprattutto il presidente fa di tutto, e di più, per assicurarsi le prestazioni del campione del mondo Silvio Piola. Dicono: Piola è “vecchio” , ha 34 anni , è logorato da tante partite , non avrà certo entusiasmo nel discendere in serie “B” . Francescoli insiste così tanto da convincere Piola a guidare il Novara all’assalto della promozione. Il campione del mondo 1938 Silvio Piola, uno dei più celebrati “assi” italiani e mondiali del calcio, giocherà nel Novara in serie “B” !. >>

A questo punto la nostra Guaraldo story racconta che Oreste , in quel campionato 1947/47 a 22 squadre, giocò ben 36 partite segnando 9 gol, mentre il suo Novara 1946/47 sfiorò l’impresa, arrivando terzo in Serie B , alla pari con Spezia , Pistoiese e Seregno, ma in scia al Legnano e al Pro Patria promosso in serie A.

 

 

 

Fermo restando che per il Novara la Serie A arrivò subito l’anno dopo col 34enne Silvio Piola decisivo per la vittoria della Serie B 1947-48 e protagonista nelle stagioni della serie A tra il 1948 e il 1954. Per un Novara storico in cui peraltro giocherà un altro polesano, cioè il difensore Rino De Togni da Baruchella per ben 9 stagioni dal 1949 al 1958 ( con 210 presenze in Serie A e 52 tra i cadetti).

Tornando alla nostra Guaraldo Story e con riferimento proprio al campionato 1947/48 va sottolineato che comunque il nostro “ Oreste da Lusia” ha giocato in Serie B, giocando 24 partite e segnando 2 gol nella ridimensionata Vogherese, non a caso penultima in Serie B e retrocesso insieme al Cagliari ultimo.

Peraltro un Campionato di Serie B 1947/48 del tutto particolare anche per la FIGC , e che perciò ( oltre che con la relativa Classifica in fotogallery)  vi certifichiamo subito in modo universale, riproponendovi come FLASH STORY SERIE B 1947/48 , quanto si scrive a tal proposito su wikipedia :<< Nell'estate del 1947 la FIGC decise che era giunto il momento di riformare la Serie B riportandola all'originaria formula del girone unico, estromettendo le numerose squadre di Serie C iscritte nel dopoguerra:[1] l'edizione 1947-48, dunque, comprese ancora un numero considerevole di società, 54, e fu suddivisa in tre gironi, stabilendo però a fine stagione la retrocessione in massa di ben undici delle diciotto partecipanti a ciascun raggruppamento.[2]

 

 

 

Il Novara fu rafforzato dall'arrivo di Silvio Piola e il Padova vinse il girone B; al Sud il Palermo dovette guardarsi fino all'ultimo dalle inseguitrici Pisa e Arsenaltaranto. La Pro Vercelli, protagonista dei primordi del calcio italiano e a tutt'oggi sesta società a vantare il maggior numero di scudetti, abbandonò con questa stagione per 64 anni anche il palcoscenico della Serie B, dopo aver da tempo lasciato quello della Serie A. Il Cagliari fu iscritto d'ufficio a questo campionato, difatti la guerra aveva reso pericolosissimi i viaggi verso il continente per le squadre della Sardegna, che dal 1940 si erano ritirate in tornei ristretti alla loro isola, quindi il prelievo della formazione rossoblu dal Campionato Sardo segnò il ritorno delle squadre della regione nei campionati nazionali della FIGC.>>.

Ma la storia di Oreste Guaraldo non è certo al capolinea, perché l’attaccante servirà alla causa del Prato , voglioso di risalire dalla Serie C, che perciò lo ingaggia per la stagione 1948/49 ben sapendo che per effetto di ristrutturazione dei  campionati sarà difficile.

 

 

 

E la storia racconta che quel Prato centrerà subito l’obiettivo vincendo il campionato , confermando Guaraldo anche per la successiva stagione in Serie B ( in totale nelle sue due stagioni in Toscana il polesano ‘contribuirà’ con 30 presenze e 7 reti complessive.

Decisivo soprattutto Guaraldo nella prima stagione 1947/48 quando questo gli viene riconosciuto ‘coi gol decisivi’ anche nel Prato Libro story che recita testualmente:<<  PRATO -  CAMPIONATO 1948/49 / SERIE C – GIRONE C  / Campionato lunghissimo, 21 squadre partecipanti e 40 partite che tuttavia non bastano a sentenziare la vincente da promuovere in Serie B
Infatti ci vogliono due partite di spareggio fra Prato e Carrarese giocate in pieno mese di luglio.
Due perché la prima termina pari, con il Prato in rimonta sostenuto da una grande prestazione dell’attaccante Emilio Ferrari, già protagonista della promozione di tre anni prima.

 

 

 

La seconda invece risolta dall’ala di scuola torinista Guaraldo, che sfugge alla marcatura del terzino sudamericano della Carrarese e sigla il gol che porta in B per la quarta volta nella sua storia la società biancazzurra.
La Carrarese , avendo maglie azzurre come quelle del Prato, gioca le due partite vestita di granata, in onore del Torino appena scomparso a Superga.
IL presidente Frati , che non bada a spese, chiama ad allenare la squadra l’ex mezzala due volte campione del mondo Giovanni Ferrari.
Grosseto e Carrarese sembrano le più serie pretendenti alla promozione, poi il Prato lentamente rimonta fino a che il 15 maggio , dopo aver infilato una serie di cinque vittorie consecutive, aggancia la Carrarese a quota 46 ( il Grosseto è primo a 47 punti) .
Ma i biancazzurri non si fermano qui , vincono le restanti sei partite , compreso lo scontro diretto con il Grosseto che per causa di forza maggiore non si presenta al Lungobisenzio e concede il 2-0 a tavolino.

 

 

 

Il torneo è anche legato alle partite che la Carrarese deve recuperare, lasciate in fondo al campionato.
E vincendole riacciuffa il Prato in vetta alla classifica, sfidandolo in 90 minuti di faccia a faccia nel caldo dell’estate ormai sopraggiunta. I minuti diventano 180, con l’esito narrato sopra. >>
Purtroppo l’anno successivo in Serie B per il nostro Guaraldo e il suo Prato 1949/50 sarà una battaglia difficile: basti pensare che le due squadre promosse sono state Napoli e Udinese.
Tutto questo discorso è propedeutico ad un responso amaro ( vedi anche Classifica in fotogallery) , perché purtroppo la squadra toscana sarà soltanto penultima, con conseguente amara retrocessione, insieme ad Alessandria, Empoli, ArsenalTaranto e Pro Sesto ultimo.

 

 

 

DOPO LA SERIE E LA B, LA CARRIERA DI GUARALDO LO REGISTRA ANCORA PROTAGONISTA SIA IN SERIE C CHE IN QUARTA SERIE… 
Dopo le due stagioni a Prato , a questo punto la carriera di Oreste Guaraldo si svilupperà ancora per due stagioni nel Calcio professionistico, il primo anno in Serie C col Crema e il secondo in Serie B a Lodi col Fanfulla , per completarsi poi con gli ultimi cinque campionati nella IV Serie tra Cuneo e Ivrea.
Stagioni in cui peraltro l’ormai ‘maturo’ giocatore polesano riesce ancora da dimostrare di non avere le ‘polveri bagnate’, visto che per le sue doti di goleador le statistiche registrano ancora Guaraldo come capocannoniere della sua squadra sia a Cuneo ( in entrambe le stagioni) che nell’Ivrea 1954/55 (nella sua prima stagione quando i piemontesi si sono ottimamente classificati al terzo posto).

 

 

 

Così è stata centro classifica per il Crema 1950/51 in Serie C ( nono posto)  , quando Guaraldo giocò 22 partite e segnò 8 gol in quel Girone B vinto dal Marzotto Valdagno dopo spareggio vs Marzoli Palazzolo, con in scia Parma  Mantova , mentre il Cesena fu soltanto ultimo.

Una certificazione di qualità per l’attaccante Guaraldo , perciò nella successiva stagione 1951/52 richiamato a giocare in Serie B , precisamente a Lodi nel Fanfulla del presidente Minojetti che si è dato anche una ‘scossa’ cambio allenatore da Casati ad Acerbi , conquistando alla fine una tranquilla salvezza e un onorevole 12 ° posto.
In un campionato dove Guaraldo registrò 22 presenza segnando 4 gol, mentre vinse la blasonata Roma ( davanti a Brescia, Messina, Catania, Genoa etc) e a retrocedere furono le seguenti cinque squadre: Venezia, Livorno, Pisa, Reggiana, Stabia.

 

 

 

A questo punto il trentenne Guaraldo torna a casa Piemonte , scendendo di categoria , ma per essere protagonista nel Cuneo  , dove giocherà da protagonista in IV categoria.
Come ben spiegano in calce le due speciali Appendici Flash story che ne certificano ancora le sue qualità di bomber, visto che da capitano per la squadra delle Langhe sarà capocannoniere giocando 60 partite e segnando ben 24 reti in due stagioni.

Discorso che si ripete sostanzialmente per Guaraldo soprattutto nella prima delle tre stagioni disputate nell’Ivrea in IV serie , come certificato in calce nella specifica Appendice Flash story da ‘capocannoniere’ , registrando in tutto 57 presenze e 10 gol segnati.

Il fatto comunque che in più di qualche squadra Oreste Mario Guaraldo sia stato anche capitano, e nel finale di carriera sia rimasto nella stessa società in modo pluriennale, rende speciale onore al Guaraldo “Campione d’Italia 1945/46 col Grande Torino” .

 

 

 

Ma ancor più ad una carriera che ha dovuto fare i conti con tante problematiche socio-economiche che hanno caratterizzato in Italia i tempi drammatici della Seconda Guerra Mondiale e la altrettanto difficile ripartenza post bellica.
Anche per questo , con riferimento all’habitat calcistico di quel periodo in cui Guaraldo è stato protagonista, abbiamo deciso di proporvi in calce speciali Appendici Flash dove si spiegano tutta una serie di evoluzioni strutturale decise dalla Figc.
Anche con riferimento alla ristrutturazione dei campionati e relative ‘certificazioni’ in fotogallery come da relative Classifiche finali in viaggio cronologico parallelo con le squadre in cui Guaraldo , nato a Lusia (TO ) 19 ottobre 1922 e morto a Fiano ( TO) il 25 luglio 1999, da piemontese orgoglioso del suo Polesine.

 

 

 

PRIMA APPENDICE FLASH STORY / ( di VICTOR, by IL CALCIO ILLUSTRATO, Anno XVI  , n.31 – Milano , 31 luglio 1946 ) / HA VINTO IL MIGLIORE / IL TORINO RESTA CAMPIONE
E’ una frase abusata, ma non si può fare a ameno di spenderla: il primo campionato di questo tormentoso e turbato dopoguerra, il più lungo e fors’anche difficile che riordino le cronache calcistiche, lo ha vinto il Torino, cioè la squadra tecnicamente migliore, e senza necessità d far ricorso alla finalissima , il cui risultato sarebbe stato assai in dubbio. Mentre i granata si affermavano clamorosamente nell’ultimo incontro casalingo coi livornesi, facilitato dalla menomazione avversaria, la Juventus non poteva ripetere a Napoli il successo dell’incontro amichevole dell’inizio di stagione e subendo  il pareggio per 1-1, in seguito ai due goals susseguitisi nel giro di pochi minimi, doveva dare un definitivo addio al bel sogno accarezzato nell’ultima fase del girone finale, e che dei più rosei colori si era tinto al terz’ultimo turno.

 

 

 

Un solo punto divide le due grandi antagoniste, degne rivali , ed in ciò è il segno più eloquente della riscossa della Juventus, che al termine delle ventisei giornate di Campionato dell’A.I. era risultata distaccata di ben sette punti dai granata. Anche il quoziente reti si è rovesciato a favore dei bianco-neri , nonostante l’attivo del Torino  sia sensibilmente superiore, ma le reti passive sono quasi il doppio di quelle della “Juve”, e questo è un indice razionale della decadenza difensiva che per poco non è costata ai Campioni la perdita dello scudetto, invece vinto col medesimo minimo distacco del 1943.
Per quanto attiene ai rapporti diretti, le due squadre capolista sono rimaste sulla medesima linea, ripetendo nel girone finale , e stavolta con rigorosità matematica, i risultati del Campionato eliminatorio: una vittoria per parte sui rispettivi campi …tecnici, con tre 1-0 e un primo 2-1 a vantaggio della Juventus. Nei rapporti con le altre due finaliste del Nord, la Juventus si è avvantaggiata del pareggio sul terreno del Milan, dove il Torino perdette; entrambi cedettero all’Internazionale, mentre seppero imporsi, sia ai nerazzurri che ai rossoneri, nei confronti interni.

 

 

 

A decidere l’aggiudicazione del titolo sono state pertanto le squadre del Centro Sud che dopo lo smarrimento iniziale si sono meglio assestate: infatti mentre il Torino ha vinto tutte le partite con le unità centro-meridionali , sia in casa che fuori , la Juventus ha dapprima perduto un punto a Roma, ed ora quello decisivo a Napoli. Poiché la partecipazione delle squadre selezionatesi al di là della ex- linea gotica ha costituito la novità sostanziale del girone finale, è pacifico che se in linea tecnica non ci ha detto nulla d nuovo e men che meno di confortevole , ha però influito sulla classifica finale, attraverso appunto le sue due squadre meglio classificatesi: il Napoli e la Roma. In questo campo si è avuta una sensibile inversione di valori poiché il Bari è rimasto ultimo, distaccatissimo , mentre aveva concluso in testa, in linea col Napoli, il Campionato del Centro-Sud.

 

 

 

Meno bene impiantato della Juventus in difesa, soprattutto in rapporto alle esigenze “sistemiste” , ma assai più ricco di classe e di uomini di qualità in prima linea, il Torino è apparso, nell’intero corso della stagione, la squadra migliore appunto per la sua capacità di gioco , di scintillare e concludere , cioè di adempiere, oltre che alle leggi del risultato, a quelle estetiche del nostro sport: il Torino , nei suoi momenti di pienezza, realizza un funzionamento assai prossimo alla perfezione. Né va trascurato che taluni squilibri o incertezze dipesero anche dall’ardito rinnovamento di pressoché intera la retroguardia ( nella quale sono stati lanciati in A un Castigliano, un Maroso, un Bacigalupo) e dalla gioventù, e quindi relativa inesperienza, di parecchi dei titolari granata. Al carattere, invece, alla più cosciente e conveniente pratica del “sistema”, deve la Juventus il magnifico girone finale, nel quale ha saputo , anche per lo stabile ritorno di Piola, riscattare luminosamente la delusione prodotta nel torneo settentrionale.

 

 

 

Tutto all’opposto della “Juve” la condotta dell’Internazionale, che battuto nettamente dalla Roma nell’ultima giornata, è sceso al quarto posto, preceduto di due lunghezze dal Milan, facile sbaragliatore del Bari. Abbiamo così tre squadre “sistemiste” ai primi tre posti, e che ritiene di trarne elementi per un sicuro orientamento tecnico si accomodi pure: noi restiamo, con abbondanti notissime ragioni, sulle nostre posizioni critiche.
L’Internazionale, nel girone finale, non ha avuto a suo favore che il calendario d’andata, quello stesso tanto sfavorevole al Milan, mentre la fortuna, così amica nel Campionato A.I. , gli ha volto le spalle , obbligandolo persino a rimpiazzare metà squadra: così si trova alla fine distaccato di sette punti in appena quattordici  partite da quella “Juventus” che aveva distaccato di quattro in ventisei partite, e ne ha due in meno del Milan, già preceduto di nove punti!  

 

 

 

A differenza, di quanto si è verificato  per le squadre torinesi, è l’inversione completa dei risultati diretti che ha relegato l’Inter in quarta posizione: infatti, contro le altre squadre, i nerazzurri hanno totalizzato due punti in più del Milan, ma li hanno perduti  tutti e quattro nel confronto stracittadino. E il Milan, d’altra parte , meritava tale soddisfazione, se non altro per la volontà con la quale si è rimesso più volte a galla, e l’energia con cui ha sostenuto quarantadue giornate complessive di gare, cioè due in più delle altre finaliste settentrionali. Il che non toglie che i tifosi milanesi abbiano motivo di ripetere le lamentele d’inizio di stagione, sperando che i dirigenti locali sappiano portare sia l’Inter che il Milan sul piano delle squadre da scudetto. La città che più d’ogni altra spende negli spettacoli calcistici ne ha bene il diritto.    

 

 

 

 

SECONDA APPENDICE FLASH STORY ( by Mass Media) / GUARALDO IN PRESTITO DAL TORINO AL NOVARA / ECCO IL CAMPIONATO 1946/47 DELLA SERIE B STRUTTURATO SU TRE GIRONI  / (  OVVERO …UN PARTO LABORIOSO )

Tutti sanno quale e quanto lavoro il varo del campionato di Serie B abbia richiesto.
Pareri diversissimi , proposte di ogni genere, discussioni interminabili hanno impegnato a lungo la F.I.G.C. , la Lega Nazionale, i dirigenti delle società interessate.
Questioni d’indole tecnica, finanziaria, logistica, sportiva, spettacolare sono state portate di volta in volta sul tappeto , così che ad un certo punto s’è finito per non raccapezzarcisi più.
Tre gironi? Quattro gironi? Girone unico?

 

 

 

Scartata quest’ultima soluzione,  rinviandone l’applicazione a tempi più favorevoli, sono rimaste le prime due e ancora dopo l’assemblea di Milano  e quando all’inizio del torneo mancavano meno di venti giorni, è parso che la Federazione intendesse richiedere un nuovo parere alle società , mediante un referendum telegrafico: ma le proteste si levarono numerose da ogni parte e Barassi archiviò la proposta prima ancora di attuarla.
E fece bene. Ormai la strada era scelta e i tre gironi verranno senz’altro applicati.  L’anno venturo se ne riparlerà  ( ma la questione dell’inquadramento del torneo 1947/48 dovrà essere studiata meticolosamente nel corso stesso della stagione che sta per aprirsi).
Dunque, tre gironi. Ma tre gironi comprendenti diverso numero di squadre: 22 nel girone A, 21 nel girone B, 17 nel girone C. Questo in conseguenza delle deliberazioni del Consiglio Federale riunitosi a Roma il 12-13 settembre.

 

 

 

Ne deriva che mentre il girone A ed il girone B richiederanno lo svolgimento di quarantadue giornate, al girone C ne basteranno trentaquattro. Tutti i gruppi, però, dovranno fornire una sola squadra alla Serie A 1947/48.
Non è giusto ma è inutile dilungarci qui in considerazioni che in altra sede sono state ampiamente fatte. In questa sede limitiamoci pure a rilevare che, mentre la <<A>> già ritorna alla formula-regina del girone unico, la <<B>> deve ancora attendere per un pezzo il ripristino della formula stessa. Ne scàpita il valore tecnico, senza dubbio, ma d’altra parte è chiaro che non poteva essere diversamente.
Indipendentemente comunque da questo pur importante fatto, il campionato di Serie B ha quel che occorre per interessare moltissimo gli sportivi, anche quelli che , risiedendo nei centri maggiori, vedranno solo raramente , o mai addirittura, agire le unità cadette del nostro calcio.

 

 

 

I tre gironi, infatti, riuniscono squadre di chiara fama; chiamano in lizza giocatori notissimi accanto a giovani che tendono  a farsi nome nella <<B>> per poter domani  accampare pretese presso i <<grandi>>  della Serie A;  propongono attraenti temi di rivalità regionale ed interregionale; sottopongono ad inequivocabile esame l’organizzazione interna di taluni sodalizi che per la prima volta si cimentano in un campionato a carattere nazionale.
Ciascun girone fornirà una sola squadra alla categoria superiore: è pertanto immaginabile lo svolgersi di una lotta accanita per la conquista, in ogni settore, dell’ambìto posto in promozione.

 

 

Sessanta squadre, tre promuovendo: può bastare questo dato di fatto per mettere in esatta luce il contenuto agonistico del campionato.
Non possiamo nascondere la possibilità di ritiro di qualche concorrente durante la corsa ; siamo anzi convinti che non tutti i partenti raggiungeranno il traguardo d’arrivo , per quanto il concorso finanziario della F.I.G.C. e della Lega conforti la speranza nella volontà unanime di tener duro fino in fondo.
Vorremmo ricevere una smentita : se verrà, tanto di guadagnato per lo sport e per l’attrattiva del torneo.

 

 

 

ELENCO COMPLETO DEI TRE GIRONI , COME DA CALENDARIO DELLA PRIMA GIORNATA  ( All’ora d’andata in macchina , la Lega Nazionale non aveva ancora comunicato il calendario completo) 

GIRONE A: Biellese – Seregno; Pro Patria – Spezia; Fanfulla – Vigevano ; Gallaratese . Casale ; Sestrese – Pro Sesto ; Carrarese – Novara ; Pro Vercelli – Crema; Savona – Varese : Lecco – Vogherese ; Como . Legnano ; Viareggio – Pistoiese.

GIRONE B: Siena – Parma; Mantova – Lucchese ; Mestrina – Piacenza; Treviso – Reggiana ; Cesena – Spal ; Pisa – Suzzara; Verona – Cremonese; Empoli – Pro Gorizia ; Prato – Udinese ;  Padova – Forlì; RIPOSA: Anconitana.

GIRONE C: Scafatese – Arsenale; Ternana – Pescara; Brindisi – Torrese; Taranto – Catanzaro; Rieti – Perugia; Cosenza – Salernitana; Palermo- Lecce; Siracusa – Foggia. RIPOSA: Alba Trastevere.

 

 

 

 

TERZA APPENDICE FLASH STORY / ( di Gualtiero Franco , by Cuneo Libro story ”Da cent’anni nel pallone- Una storia in biancorosso – Ricerche storiche a cura di Antonio Tranchero) / ALDO VIGLIONE E ADOLFO SARTI NEL CUNEO 1952/53 OTTAVO IN IV^ SERIE CON CAPOCANNONIERE ARNALDO GUARALDO

La IV serie è un traguardo che alletta. Piero Camilla ( che, per una frattura alla gamba il 6 gennaio 1952, a Pontedecimo, aveva chiuso con il calcio attivo ) ha pieni poteri per la responsabilità tecnica. Le vicende dirigenziali sono però, manco a dirlo , travagliate. L’11 luglio 1952 l’assemblea elegge un Comitato straordinario di emergenza della Cuneo Sportiva , del quale fanno parte , tra gli altri Aldino Viglione e Adolfo Sarti , eminenti figure politiche degli anni post 1970. La direzione propone alla fine: Domenico Grassotti, figura emergente nel mondo industriale cuneese, presidente; Luigi Bruno e Aldino Viglione , vice; Roberto Rovere, amministratore; Adolfo Sarti, addetto stampa; Menzio, Osenda, Palagi nella Commissione tecnica; Falco e Giuberna , revisori dei conti; Falco , Ferrua, Rossi, Menzio, Osenda, Sarti, Bonino, Rosso, Giubergia, Bozzano, Nello Streri, Palagi, Garelli, Mina, Corona e Cioccia , consiglieri.

 

 

 

Il fronte degli arrivi è confuso, La Cuneese si scioglie e il suo presidente, Garro, cede tutti i suoi giocatori alla Cuneo Sportiva. Taricco , Vigna e Fiorio approdano alla priam squadra, che si irrobustisce con gli arrivi del terzino-centromediano Lo Presti ( dall’Avellino) ; di Tagini , portiere e Gandiglio ( prima ala, poi terzino) dal Torino, Valerio Parola , centromediano ( dalla Juve);   Pastore ( ala destra) dal Lecce e di Guaraldo  mezzala dal Fanfulla.
La formazione base è : Tagini, Lo Presti, Dominietto, ( Gandiglio) , Brino, Parola, Lerda, Pstore, Guaraldo, Amateis, Mucci ( Vigna)., Taricco.
L’esordio in IV serie non è male: il Cuneo riesce sempre a veleggiare nelle zone medio-alte della classifica e conclude con un ottavo posto. Dall’8 dicembre  ,  a Piero Camilla, subentra Luigi Bertolini, ex juventino e campione mondiale. Guiderà i biancorossi nelle venti gare ancora in programma.
Questi i dati salienti del torneo. Classifica finale . Carrarese punti 37; Rapallo, Rivarolese, Sestri Levante 34; Casale, Vigor Abbiategrasso 33; Pro Vercelli 32; CUNEO 31; Valenzana 30; Massese, Fossanese, Sestrese 29; Vogherese 27; Novese 25; Spezia 22; Savona 20.

 

 

 

La Cuneo Sportiva vince 9 volte, pareggia 13, perde 8; segna 36 reti e ne subisce cinque di meno. I cannonieri biancorossi sono: Guaraldo 12 goal; Amateis 10; Pastore 10, Taricco 4, Vigna 2, Mucci 2, Lerda 1.
Si segna molto meno dell’anno precedente ( ma perché il campionato è più impegnativo) e gli 0-0 sono sette. Vistoso il successo sul Casale : 5-1 ( al Monviso, il 2 novembre 1952, “giorno dei morti” , con tre reti di Guaraldo, una di Amateis e Pastore).

Il finale di campionato dei biancorossi è un’altalena di goal: negli ultimi tre incontri ottengono quattro punti , con vittoria per 4-1 sulla Pro Vercelli ( reti di Taricco, Guaraldo, Amateis, Pastore) , sconfitta per 3-2 a Rivarolo ( reti di Vigna e Pastore) e vittoria finale per 3-0 sul modesto Savona ( Amateis, Pastore e Vigna).

 

 

 

QUARTA APPENDICE FLASH STORY ( di Gualtiero Franco , by Cuneo Libro story ”Da cent’anni nel pallone- Una storia in biancorosso – Ricerche storiche a cura di Antonio Tranchero) / CARETTI E STUCCHI : LA LEGGENDA … NEL CUNEO 1953/54 TERZO IN IV^ SERIE , ANCORA CON CAPOCANNONIERE ARNALDO GUARALDO

C’è un attimo di apprensione , per una richiesta del sindaco di Cuneo , Mario Dalpozzo, di ipotizzare la sospensione del contributo comunale. Mario Conterno guida un’assemblea di tifosi e tutto si appiana, con Dalpozzo stesso pronto a versare un contributo personale alla società.
Grassotti è confermato presidente effettivo, mentre il primario dell’ospedale S. Croce, prof. Enrico Zilocchi,  è presidente onorario. I vice sono Luigi Bruno, Aldo Viglion, Ettore Risa e Mario Conterno, con Roberto Rovere amministratore e Luciano De Pont segretario.
Si cerca di mantenere il telaio del campionato precedente, ma con innesti importanti .
L’allenatore Umberto Zanella, dal Sestri Levante, ebbe tra i pali un portiere davvero spericolato, Cavo; una mezzala fra le migliori in assoluto viste con il Cuneo, Stucchi; un mediano  generoso e bravo, Pinazza e un centravanti , Pellicari, che invece deluse.  Gli subentrò il cuneese Beppe Vigna che, nella stagione,metterà a segno sei reti.

 

 

 

L’avvio del campionato non è malvagio e la squadra biancorossa mantiene l’imbattibilità nelle prime otto gare. Cede infatti l’intera posta il 22 novembre 1953 in Toscana ( 2-0 dalla Massese) , ma si permette il lusso di veleggiare costantemente nella altissima classifica. Rimedia sette sconfitte, tutte in trasferta  ( Massese, Biellese, Spezia, Casale, Aosta, Fratellanza Sestrese, Valenza e Borgosesia); raggiunge la vetta della classifica il 21 marzo del ’54, quando mancano soltanto quattro turni alla fine del campionato.
Alla vittoria sulla Biellese ( 4-1, con goal di Taricco, Stucchi, Caretti e Vigna ), che significano il primo posto in graduatoria, seguono però due sconfitte consecutive in trasferte ( Valenza 2-1, Borgosesia 4-3 ) che tarpano le ali ai sogni biancorossi.
La squadra chiude comunque con un ottimo terzo posto asoluto, alle spalle della Bielelse ed Aosta; i valligiani vincono la qualificazione ai danni dei lanieri, ma rimangono in IV serie, non avendo superalto le finali con Cremonese, Bolzano e Verbania.
Il Cuneo conclude con 36 punti all’attivo ( alla pari della Pro Vercelli e contro i 40 della coppia di testa). Segna 44 goal, ne subisce 31, vince 14 volte: pareggia  e perde 8 volte. I suoi cannonieri sono : Guaraldo 12 reti, Stucchi 10 , Caretti 8, Vigna 6, Lerda e Pellicari 2, Parodi, Pinazza, Taricco, Gandiglio 1.

 

 

 

La stagione ‘53/’54 porta ai colori biancorossi un attaccante che saprà entrare nella leggenda del calcio cuneese. Veloce, imprevedibile, tecnicamente eccellente, Piero Caretti esordisce con il Cuneo l’8 novembre ’53, a Setri Levante ( 0-0) . Indossa per cinque domeniche la maglia numero 11, per una la numero 9 e poi, nelle restanti 19 partite , quella di ala destra, la 7, che, nel ricordo dei tifosi , saprà legare al suo nome.
Tra i cuneesi in bella evidenza, lo stopper Valerio Parola ( Juventus ed Asti) che, il 5 gennaio 1954, è convocato a Roma per la selezione di IV serie.
Non mancano le sfie provinciali , con Fossanese e Saluzzo. Contro la Fossanese si gioca prima in trasferta ( il 25 ottobre) e capitan Guaraldo firma il goal della vittoria per 1-0: il Saluzzo (29 novembre)  lotta con entusiasmo, ma perde al Monviso, 2-1 , con reti ancora di Guaraldo ( su rigore) e di Vigna.  Il solito, bravissimo, Guaraldo, si conferma uomo-derby: nel ritorno, infatti, il Cuneo batte ancora 1-0 il Fossanese e il numero otto trasforma  dagli 11 metri la massima punizione, mentre il Saluzzo è superato, manco a dirlo, per 2-1 , con Stucchi e Guaraldo goleador. I granata saluzzesi chiuderanno il campionato in undicesima posizione ( 27 punti, 41 goal fatti e  43 subiti) , la Fossanese al dodicesimo posto ( 26 punti, 35  reti all’attivo, 44 al passivo ).

 

 

 



QUINTA APPENDICE FLASH STORY  ( di Sergio Calvi, by Ivrea Libro story “ Tutto l’Ivrea minuto per minuto” – 113 anni di calcio arancione “ ) / ARNALDO GUARALDO E’ CAPOCANNONIERE NELL’ IVREA 1954/55 OTTIMO TERZO POSTO IN QUARTA SERIE…

Ivrea sportiva ( e calcistica in modo particolare) sta attraversando un momento magico , certo diametralmente opposto a quello che si sta vivendo a livello nazionale con il clamoroso fiasco egli azzurri ai Mondiali n Svizzera, vinti a sorpresa dalla Germania sula grande Ungheria, e con lo sciopero guidato da Coppi e Bartali, arresisi senza lottare allo svizzero Clerici sul Bernina al Giro d’Italia. In riva alla Dora ci si prepara con entusiasmo al debutto nel campionato di IV Serie. Il Direttivo, guidato dal presidente Trombetta, ha messo a segno una sontuosa campagna acquisti ingaggiando Franco Tuberosa, centravanti di scuola juventina con alle spalle due ottime  stagioni in Serie C e B all’Alessandria, il centromediano Gigi Bosco, già professionista con Juve e Como, e Oreste Guaraldo ex campione d’Italia nel Grande Torino.

 

 

 

A questi si aggiungono gli esperti Vincenzo Coltelli e Rinaldo Cappellini , anch’essi con un lusinghiero  curriculum nelle massime Serie nazionali. In più vengono individuati e prelevati dalle categoria inferiori giovani di valore, Sandrino Stocco in testa. Se ne vanno Gandola, Donatini Corgiat, Graziano e Busatta, pur importanti pedine della squadra vittoriosa in Promozione. Se ne vanno anche Monesi , prima al Chivasso e poi all’estero per lavoro, e Menotti ( al Caluso) per subentrate divergenze con il mister. Trovano conferma le giovani promesse Bruno Ceresa e Pietro Cappellino. Con queste basi , il quarto e ultimo anno dell’ingegner Carlo Trombetta alla presidenza coincide con un terzo posto finale particolarmente brillante.

 

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover il polesano Oreste Mario Guaraldo “Campione d’Italia” col Torino 1945/46, già scudettato per la serie Grande Torino dei Bacigalupo, Ballarin etc, purtroppo poi passato dalla storia alla leggenda per effetto della nota tragedia di Superga datata maggio 1949.
Quindi in apertura di fotogallery partiamo in sequenza cronologia con la nostra Guaraldo Story proponendo in kit ‘doppia annata’ Cinzano 1941/42 e 1942/43 lo staff tecnico dirigenziale della società con la ‘rosa giocatori’ dove Oreste Guaraldo è indicato come centrocampista.
A seguire per tutte le società in cui è ‘passato’ Guaraldo vi proponiamo sempre in sequenza i relativi Staff tecnici-dirigenziali e ‘rosa giocatori’ che ne certifica la presenza di Oreste Guaraldo,  il tutto corredato al centro della specifica fotogallery’ delle relative società con le squadre che , visto le tante didascalie incorporate, non hanno bisogno di ulteriori segnalazioni.

 

 

 

 

Discorso che vale anche per le relative Classifiche finali di ogni campionato ( oltre alla prima work in progress 1943/44 dopo solo 5 partite giocate), mentre per il Grande Torino vi proponiamo anche alcune pagini speciali de “Il Calcio Illustrato”.
Oltre ai Tabellini di un poker partite speciali, perché certificano i due gol segnati da Guaraldo vs Genoa, la partita in cui Guaraldo ha giocato insieme a Santagiuliana, la partiva in cui Oreste ha giocato col Torino sconfitto a Venezia dove Aldo Ballarin sbagliò un rigore, infine la partita vs Juventus perché giocata nel Girone finale
Una lunga fotogallery in linea con le performance calcistiche di Oreste Mario Guaraldo in ogni società  e in tutti i campionati.

 

 

 

 

Dal Casale ( maglia con stella) , al Torino dominatore e in versione anche poste, come pure il Novara in amichevole in provincia a Gavellona, poi Vogherese sempre con specifica data indicata anche nei file.
Come poi per il Prato di cui vi proponiamo in tandem kit anche le due Classifiche Marcatori, quella della promozione 1948/49 e della purtroppo subitanea retrocessione 1949/50, per una evidente comparazione di quanto abbiano le partenze e arrivi nell’attacco dei toscani.
Tornando alla carriera calcistica tra Lungo Po e dintorni lombardo-piemontesi, ripartiamo dalle squadre in cui Oreste ha giocato solo un anno; cioè Crema 1950/51, quindi Fanfulla 1951/52.

 

 

 

 

Per proporvi la certificazione delle sue performance nelle società di IV Divisione nelle quali peraltro ha giocato in modo …pluriennale, cioè a Cuneo ( nel biennio dove è stato capitano, capocannoniere e rigorista) ed infine ad Ivrea dove nel triennio  ha concluso ( vedi anche ultima comparazione presenze e reti segnate) la sua carriera  da evergreen nel calcio blasonato.
Tutto certificato nelle immagini finali della nostra fotogallery , dall’abbinamento Ivrea Libro Story e ‘carriera completa’ by wikipedia relativa al polesano Oreste Mario Guaraldo, che vogliamo mandare a futura memoria , perché protagonista e tra i festeggiati dello scudetto del Torino Campione d’Italia 1945/46, in prima pagina sui Mass Media nazionali.

Roberto Giannese, Emiliano Milani, Sergio Sottovia
www.polesinesport.it