Ignazio Sattin e la sua “Ciclismo Story”/ Da protagonista nel ciclocross in ‘scuderia’ Lauro Bordin a Campione Triveneto Dilettanti 1960; poi con la ‘Mantovani’ vince a Roma ( Coppa Evangelisti), in Ungheria, a Conegliano…


Possiamo dire che questa Ignazio Sattin “Ciclismo Story” sta tirando la volata alla Ignazio Sattin “Calcio Story che seguirà in sequenza cronologica. Come sempre in stile News Magazine, così come l’ho pubblicata a giugno 2008 , ma come sempre perfezionata e completata ulteriormente con ampia fotogallery, di cui vi diamo speciali didascalie in calce nell’Extratime con relativi flash-commenti.
Per la verità , in sequenza cronologica sarebbe toccato, come 55° Personaggio, alla Carlo Cavriani, ma il testo completo con relativa ampia fotogallery l’avevamo già estrapolata e pubblicata sempre qui su www.polesinesport.it nella rubrica Campioni & Signori, fermo restando che la citata Story praticamente uscita dalla  porta rientrerà dalla finestra nella prossima puntata che , l’abbiamo detto, sarà dedicata alla Ignazio Sattin ‘Calcio Story’.
Visto che parleremo della lunga vita di Sattin come presidente del San Martino di Venezze dalle origini a quello del Grande San Martino dei ‘campioni’ come Rodighiero, Callegaro, Pigato, Borile, Bottin, Cavriani, Gregnanin etc etc…

Detto questo, eccovi questa speciale Ignazio Sattin ‘Ciclismo Story’ , dedicata non solo ad al Campione Triveneto Dilettanti 1960, ma ad un Personaggio che già allora, nel ciclismo come nel calcio , ha sempre cantato da …tenore, anche quando era tra i P.O. ( Pre – Olimpici) del CT Rimedio.
Insomma , Ignazio Sattin è sempre stato un ‘purosangue’, come ben spiega la sua Ciclismo Story che riproponiamo completata di aneddoti  confidenze.

 

 

 

MAIN NEWS (  di Sergio Sottovia, 1.6.2008 ) CINQUANTACINQUESIMO PERSONAGGIO STORY – FORMAT NEWS MAGAZINE – IGNAZIO SATTIN E LA SUA “CICLISMO STORY”
Dieci e lode. Dieci anni nel ciclismo, vissuti intensamente, quelli di Ignazio Sattin da San Martino (19.04.1940), anche se ‘la sorte’ ha deciso che non approdasse al professionismo.
Protagonista fin da piccolo, visto che Icio (questo il suo nomignolo) all’età di 9 anni, è stato premiato al di là dell’Adige,con una scatola di baci,  per essersi aggiudicato il prologo sui 12 km, in attesa dell’arrivo della Anguillara – Teolo – Anguillara che sarebbe stata vinta dal campione emergente Leandro Faggin.

 

 

 

Ero lo sport popolare per eccellenza, allora il ciclismo, quando tutti ascoltavano alla radio le imprese di Bartali e Coppi al Giro d’Italia e al Tour de France.
Era un ciclismo eroico, con tanta gente che applaudiva i corridori lungo le strade, e tante corse organizzate anche in Polesine e nel Triveneto, terra di tanti campioni. Non a caso il ‘Cicio’ i suoi primi tre anni da corridore li ha ‘percorsi’ da Allievo con la società ciclistica ‘Lauro Bordin’ . Un nome e una garanzia visto che proprio Lauro Bordin,  quello da Selva di Crespino, è passato alla storia per aver vinto e il Giro di Lombardia e  tre tappe del Giro d’Italia, tra cui l’ultima nel 1913 la massacrante Ascoli – Rovigo, la più lunga nella storia dl Giro, trionfando nel suo Polesine.

 

 

 

Ne ha fatte tante di corse , Ignazio Sattin, a partire dal 1957, appunto con la scuderia ‘Lauro Bordin’ . E che volesse arrivare in alto lo dimostra il suo ‘diario di bordo’, perché tutte le gare che Icio ha disputato, fin da Allievo, le ha metabolizzate sia nelle gambe che nella testa, annotandone le impressioni ‘vissute dal di dentro’, da quelle tecniche a quelle emotive. Cronistoria di gare e campioni. A Renazzo (FE) , percorso di km. 59, 500 lui Sattin cadde all’ottavo giro e vinse Sergio Bianchetto.

 

 

 

A Masi Torello cadde al primo giro e vinse Alcide Cerato. Ha pagato lo scotto Icio Sattin, ma poi, sempre a Renazzo, giunse terzo. Poi quell’anno corse a Ferrara, Malo, Tamara (terzo posto), Este (cronometro a squadre), Bologna, Costa, Padova sia individuale che in coppia con Bagno. Corsee propedeutiche finché nella sua 13esima gara, a Ponte Crepaldo di Eraclea, il bravo Icio Sattin vincerà sulla distanza di 90 km.

 

 

 

Una stagiona intensa, con la soddisfazione di vincere a Rovigo (in pista, nelle gare di velocità, cronometro, eliminatorie e individuale. Poi Sattin ha corso a Carpi e Badia, a Galliera e Solesino. Erano i tempi delle battaglie con Gaiardoni , Cerato, Bianchetto, Beghetto, Zandegù, Gasparella, Pinarello, i campioni del futuro. Coi quali Sattin faceva battaglie sia nel Triveneto che nell’Emilia.

E coi quali, come con Moser e il Ct Martini, è tuttora in contatto. Stessi avversari coi quali l’Allievo della scuderia Lauro Bordin farà battaglia nel 1958, facendosi presto rispettare a Crevalcore, Renazzo, Carpi , Cerea , arrivando sempre più vicino al podio, come a Ostiglia, Verona, Bologna , Padova, Vicenza, Pieve di Soligo, Ronchi dei Legionari, Vignola, Cartura. Erano i tempi in cui a Frassinelle vinceva Tino Bellinello ( Velo Club Mantovani) mentre Sattin  ( scuderia Bordin) arrivò quarto. 

 

 

 

E’ maturo ormai Sattin e perciò va a gareggiare …lontano, da Trieste a Bergamo, contro avversari del calibro di Venturelli e Massignan.avvicinandosi sempre più al podio. Fa anche il suo debutto nella ciclocampestre e vince facilmente a Badia, poi si fa onore (settimo posto) a fine dicembre nelle due gare milanesi vinte dal campione del mondo Renato Longo. La befana arriva però in Toscana, dove Sattin (6.1.1958) vince a Firenze. Dopo tanti cross Sattin è …preparato a metà, ma le vittorie cominciano ad arrivare, come a Vignola.

 

 

 

E a Treviso è secondo, come a Breganze, battuto da Zandegù. Ha le sue caratteristiche il longilineo Sattin che, sulle colline modenesi intorno a Pavullo arriva solo 29esimo perché ‘ la corsa è troppo dura per il suo grado di preparazione’.Dopo le tre stagioni nella scuderia Bordin, nel 1960 Sattin indossa da Juniores la maglia della scuderia ‘Chinaglia’ e a Verona è secondo, battuto in volata da Zanchetta. Si fa luce sempre più spesso Sattin ( secondo anche a Ferrara), finché è in splendida forma all’appuntamento principale: la corsa di Teolo , valida per l’assegnazione del titolo Triveneto.

 

 

 

E lì, Icio sattin mette in fila tutti i 143 partecipanti, compreso Dino Zandegù. E i titoli sui giornali, come le lacrime del papà, sono tutti per ‘il rodigino Sattin campione triveneto dilettanti’. Sarà davvero una estate da protagonista , quella 1960 , per Ignazio Sattin, corridore sempre più da podio. Nonché vincente a Vò, Marostica e Commessaggio , sul mantovano. E’ tra i P.O. ( pre olimpionici), ma Sattin non è uno “yes man” e …Rimedio il Ct preferisce altri. Peccato anche che abbia solo 20 anni, perché se ne avesse avuto 21 sarebbe passato alla Bianchi.

 

 

 

Ecco allora che i giornali scrivevano così: “ Sattin l’anno venturo militerà nel Vc Mantovani”. E così sulle strade della riviera ligure Sattin farà gli allenamenti coi nuovi compagni Zerbinati, Lazzarini, Padovan e Boggian. Ma dove vuole arrivare Sattin? Ecco cosa scrive Icio nel suo diario, a margine della Coppa San Geo la prima corsa lunga 123 km:” Foro dopo 115 km mentre sono in buone condizioni e quasi sicuramente avrei potuto vincere”. E anche tra i dilettanti Sattin si fa valere, come si fa valere la Mantovani con Boggian vincente a Mantova dove Icio è settimo, ma vincerà a Salsomaggiore il lunedì di Pasqua.

 

 

 

Una stagione da plurivincitore quella di Sattin ( anche Cesena, Pozzonovo, la prima tappa del Giro del Friuli ), invece una brutta caduta e il servizio militare, alla Compagnia Atleti della Cecchignola, gli fanno fare rallenty. Ritornerà comunque come prima, perché a Conegliano, nell’aprile 1962  arriva terzo e secondo nella prima tappa del Giro del Friuli con questo suo rammarico nel diario:” Avrei certamente vinto se avessi avuto il 53 x 14 al posto del 51 x 14 perché l’arrivo era leggermente in discesa”. Stesso risultato a Borgo Panigale e quarto posto a Pistoia. Ma l’exploit di Sattin avviene a Roma, nella Coppa Evangelisti, dove in volata sprinta davanti a Goretti, e a Maino , campione del mondo a squadre.

 

 

 

E’ in auge Sattin, sempre tra i primi sul bolognese, a San Felice sul Panaro, S.Pietro di Strà, Ferrara, Este, S.Donà, Lozzo Atestino, Tarzo. Va forte Sattin e vince in volata sia a Caneva che a Spilimberto, mentre a Spinea precede sia Maino che Zandegù, ma è secondo dietro Rossi..I giornali parlano di Sattin alla Legnano o alla Lygie, invece sarà ancora dilettante, per tre annate con la Padovani di Severino Rigoni. E con la nuova maglia Icio …è sempre lui.  Va in forma verso aprile ed è secondo a S.Angelo di G, poi vince il GP Air France di Conegliano, quindi è secondo dietro ad Albonetti , mentre il CT Rimedio studia i corridori da portare ai mondiali.

La Padovani è una gran squadra, con Michelotto, De Gobbi e Sattin (che vince a Castelfranco di Sopra), e lo dimostra quando il trio domina nel Giro di Ungheria, dove Sattin è quarto in classifica generale ( vincendo una semitappa a Pecs davanti a Bernard Guyot).

 

 

 

 Farà bene anche nella stagione 1965 con la Padovani, andando spesso sul podio al fianco di campioni come Mino Denti e Marino Basso , e nella gara mista dilettanti – indipendenti a Nancy, in Francia, il nostro Sattin e la Padovani di fanno onore tra gli applausi di tanti emigrati italiani. Un curriculum di garanzia per il maturo passaggio tra i professionisti.
Spiega ‘Cicio’ Sattin:” Avevo già firmato a Milano col ds Sivocci il mio contratto con l’Atala di Taccone quando mi chiamarono al ‘centralino’ quelli della Mainetti per ingaggiarmi nella squadra di Basso. Ovviamente rispettai l’impegno precedente, però poi l’Atala improvvisamente si ‘sciolse’ e quando ricontattai la Mainetti era …troppo tardi. Era il 1966 e fu una delusione immensa, tanto che smisi di correre”.

E chi ne ha guadagnato è stata la storia del calcio polesano, visto che Icio Sattin, a partire dal 1970 è diventato per due anni vice e poi per sempre il presidente del San Martino di Venezze, dov’è tuttora sulla tolda di comando, senza mai saltare, salvo necessità familiari, una partita o un allenamento.
Chissà , forse era scritto nel suo destino, visto che alla Cecchignola, alla Compagnia Atleti alle porte di Roma, il ciclista Icio Sattin aveva come compagni i rinomati calciatori Burgnich, Pagni, Dotti, Bandoni, Morrone, Simoni, Landoni,Veneranda e Albertosi.

 

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover Ignazio Sattin ‘griffato’ Mantovani .
Quindi in apertura di fotogallery partiamo da lontano, con Sattin impegnato nel ciclocross in Lombardia, precisamente a Galbiate nel 1958 da dove lo proponiamo in trio kik con Chinaglia e il suo patron Lauro Bordin, il grande campione polesano del ciclismo protagonista eroico ad inizio secolo sia nel Giro che nel Tour ( vedi sua Story qui su www.polesinesport.it ).
E a seguire a Galbiate ( MI) in trio con Longo e Chinaglia  , poi insieme al gruppo alla partenza di una corsa a Cornuda e poi in una partenza insieme a Bugno e con starter Chinaglia a Rovigo nel 1958.
Quindi di nuovo in Lombardia in kit ciclocross nel fango-corsa a Giussano nel 1959.
Stesso anno della significativa premiazione istituzionale / sportiva a Rovigo che vi proponiamo con sullo sfondo al microfono il prof Eugenio Zuolo presidente Coni e poi …nello strapieno Teatro Sociale di Rovigo.

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Continuando con Ignazio Sattin sempre più protagonista di questa sua Ciclismo Story, eccolo ‘gran ciclista’ nella Coppa Caldirola ( Milano 1961) e poi in due significative immagini con Sattin vincitore della storica Coppa Evangelisti a Roma nel 1963.
Da dove ve lo proponiamo ( vedi didascalie incorporate, con Maino a chiudere la fila) innanzitutto al centro della scena nel quintetto in fuga , prima di sprintare da winner sul traguardo ‘bruciando in sequenza Goretti, Maino, Bocci.
A questo punto, con riferimento a Ignazio Sattin ‘campione’ anche targato ‘Padovani’ e internazionale, eccolo nella vittoriosa performance in Ungheria nel 1964, assieme a Michelotto e allo storico team manager Rigoni.
Poi la scioltezza del linguaggio sportivo di Ignazio Sattin ve lo dimostriamo anche nella foto datata 1968, quando da intervistatore ‘sun glasss’ …fa parlare al microfono Giacomo Bazzan, pluricampione italiano già da Dilettante insieme al polesano Benito Pigato (vedi sua story qui su www.polesinesport.it oltre che tra gli ’Olimpionici & Gentlemen” che ho raccontato nel libro story che ho scritto per il Panathlon Rovigo) .
Ma per chiudere onorando al meglio il ‘Campione’ Ignazio Sattin ve lo proponiamo dulcis in fundo mentre indossa la storico maglia di “Campione Triveneto Dilettanti 1960”.
Dandovi peraltro appuntamento, in linea con la metamorfosi del nostro campione ‘post ciclismo’, al alla prossima Ignazio Sattin “Calcio Story, visto che sarà Presidente fondatore del San Martino di Venezze e tuttora protagonista tra Campo & Dintorni , da Presidente prototipo e perciò super premiato by Figc e Coni sia a livello veneto che nazionale.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it