Ivo ‘Anito’ Gianesini, nel 1960 emigrato in Australia/ A Melbourne 4 anni, anche ‘cicerone’ a Philip Island


06/06/2021

Come i ‘caffè sospesi’ a Napoli, questa è una “Storia sospesa” che in attesa di perfezionarsi rischiava di …restare nel cassetto dei ricordi.
Certo, manca la seconda parte, quella della vita italiana di Ivo Gianesini dopo il suo ritorno dall’Australia, ma …in fin dei conti se avevo deciso di raccontare il Personaggio Gianesini era perché era stato soprattutto ‘emigrato’ in Australia, come mio fratello Luciano di cui la storia l’abbiamo già raccontata qui su www.polesinesport.it.
E allora, senza troppi preamboli, eccovi , tirata fuori dal cassetto perché già preparata, appunto la Ivo – Anito Gianesini Story made in Australia, con tutte le sue evoluzioni lavorative e socio-culturali ( Ivo a Melbourne ha voluto imparare ‘presto’ l’inglese… tant’è che ha fatto da ‘cicerone’ per i ‘gruppi’ in visita a Philip Island) , frutto di alcuni incontri ormai …datati.

IVO ‘ANITO’ GIANESINI E LA SUA STORIA MADE IN AUSTRALIA/ Ci sono storie che fanno parte dell’anima di chi la racconta e di chi l’ascolta. Australia, basta viverci 4 anni e la ricordi per sempre.
Vale per Ivo Gianesini ma vale ancor più per il sottoscritto che ha sempre  il Personaggio E ci sono Personaggi come Ivo Gianesini che per il sottoscritto ‘rappresentano’ una Storia Australiana da sempre, anche perché là in Australia un anno prima di Ivo, c’era andato mio fratello Luciano con la sua Carmen per viverci per sempre.
Ma questa è un’altra storia , quella della Luciano Sottovia Family a Newcastle che vi abbiamo già raccontato su questo sito www.polesinesport.it così come abbiamo raccontato altre Storie Australiane, da quella di Adriano Fin da Runzi di Trecenta e presidente dei Polesani nel Mondo ‘Made in Australia’, fino a quelle estemporanee di Boris Padovan in Australia di ritorno dal Winter Over in Antartide.
Anche per questo la Storia Australiana di Ivo Gianesini mi è ‘fiorita’ improvvisamente su questo sito come i fiori di maggio, quando Ivo – pardon Anito per gli amici – mi ha chiamato la settimana scorsa per raccontarmi e raccontarvi la sua Vita in Australia.

 

 

 

Tutto questo per una liason ‘australiana’ che si aggancia anche ad una visita fatta a Villa Gianesini col sottoscritto in accompagnamento al ferrarese  Vittorio Sgarbi , il noto critico d’arte in tour in alcune visite a note ville di Crespino, gancio l’allora Don Mario Qualdi prima del Terzo Millennio.
Ma questa è la Storia Australiana di Ivo ‘Anito’ Gianesini e allora , pronti via con questo  personaggio nato a Fetonte City sul Po, cioè a Crespino il 7 dicembre 1935, precisamente in località Campagnola a San Cassiano , la località dove la sua famiglia ha ‘incrociato’ anche la storia della poverissima famiglia della piccola Maria Bolognesi, da pochi anni dichiarata ‘Beata’ dalla Chiesa in questo Terzo Millennio.
Tempi difficili appunto, quei tempi poi martoriati anche dalla Seconda Guerra Mondiale prima che il Polesine tutto fosse ‘colpito’ anche dalla Grande Alluvione del Po nel 1951.
Tempi difficili anche perché le famiglie erano numerose e la miseria era tanta.
Valeva anche per la famiglia di papà Cherubino ( Domenico o Damiano?) Gianesini, che aveva sposato la Iole Taschini, dando poi alla luce 5 figli tra cui appunto Ivo che spiega così quei suoi primi anni familiari:<< Eravamo tre figli maschi e due femmine, poi quando avevo 2 anni ci trasferimmo a Pontecchio dove frequentai le Scuole Elementari fino alla quarta, mentre la quinta la frequentai in Via Miani a Rovigo>>.
Una famiglia di agricoltori, quindi quella dei Gianesini, che coltivava circa 50 ettari, ma …erano in tanti i fratelli di papà Cherubino.
Intanto il nostro Ivo ‘Anito’ Gianesini ricorda così il suo ‘percorso’ scolastico:<< A Rovigo frequentai anche le Medie, al Collegio Angelo Custode, dove il preside era Don Mattioli, e dove tra gli insegnanti ricordo Don Cleto per la matematica, quindi Prudenziato per il disegno, poi il dottor (‘) Giacomello per latino e italiano>>.
Storie d’infanzia e storie di vita che ‘appartengono’ al nostro Personaggio Story ma che, mentre le racconta , ancora adesso coinvolgono sia sua moglie Franca che suo figlio Matteo, presenti in quella che possiamo dire ‘autoanalisi introspettiva’ del giovane Anito, ormai lanciato nei suoi amarcord da teenager.
<< Dopo le Medie frequentai per 2 anni l’Istituto Viola a Rovigo, come perito meccanico, epoca del professor Antonio ??? , poi stop …siamo arrivati al 1951, l’anno della Grande Alluvione – ricorda Anito - ; quindi per un anno andai a frequentare l’Istituto Agrario di Brusegana a Padova. E nella Città del Santo feci anche la patente a 18 anni, era il 1953 e ricordo ancora il Prato della Valle e l’Autoscuola dei F.lli Carbonin>>.
D’altra parte la Famiglia Gianesini era una famiglia di agricoltori…; poi però qualcosa succede quando Ivo ( detto Anito per gli amici) va a fare il militare, a quei tempi obbligatorio e abbastanza lungo.
Spiega infatti Ivo:<<  L’ho fatto dal 1957 al 1959, allora durava 18 mesi, l’ho fatto in Sardegna , nell’Esercito nel 12° Autoreparto (? ) di Cagliari>>.
Ci stiamo avvicinando al …germe per l’Australia, anche se bisogna dire che l’amico Anito è un ‘meandro’ di aneddoti e di amarcord che facciamo fatica ad incanalare.
Basti pensare che , di flash back in flash back, snocciola ‘spunti’ e confidenze in continuazione.
Come quando, ovviamente da autista, stava accompagnando il suo Comandante alla ‘Maddalena’ e a Caprera e arrivato dalle parti di Sassari ‘fece un salto’ a Nuoro a visitare la casa natale di Grazia Deledda , la nota scrittrice di “Canne al vento” nonché Premio Nobel.
O come quando quel tenente gli disse “ Ehi tu, non credere di fare il turista a spese dello Stato”  
O come quell’altra volta che vide un maresciallo … o quella scena della macellazione del suino ( per il polesano Ivo era il ‘bosgato’) con quel sangue che …rimandava ai ricordi della Guerra, alle salme dei soldati tedeschi morti…

Ma quando è nata l’idea di andare in Australia?
Sorride Ivo Gianesini l’Australiano:<< Devo dire innanzitutto che non è stato per mancanza di lavoro, perché quello in famiglia c’era. Posso dire che è stato per il mio ‘spirito di avventura’. Così quando un mio commilitone mi parlò di “andare all’Estero” , per me ‘… è stato come lanciare una moneta ed è uscito …Australia.
Insomma quando tornai da militare andai presto a Rovigo all’Ufficio Immigrazione , era in Via Mazzini , mi diedero del materiale  coi documenti di iscrizione. Feci le visite a Monselice e dopo quattro-cinque mesi partii con destinazione Melbourne>>.

E Ivo Gianesini nel 1960 lascia l’Italia per l’Australia, ma perché proprio Melbourne?

Spiega Anito:<< A Melbourne c’erano dei lontani parenti italiani….>>.
Ricorda i nomi? E la risposta arriva in sintonia con sua moglie , la signora Giovanna Franca Violato , nata a Bagnoli di Sopra il 24.11.1940 e conosciuta …
Insomma i parenti di Ivo Gianesini erano Sartori Severino e suo moglie Zuccato Ezia con il figlio Lores, originari del vicentino ed emigrati in Australia, appunto a Melbourne.
Sta di fatto che , parafrasando la canzone di Cochi e Renato, il nostro Ivo Gianesini, ormai australiano in pectore, ritorna a seguire il suo ‘filo logico e intelligente’ che lo porterà nella terra delle merinos, dove il filo della lana delle pecore è pregiato come gli amarcord dell’amico Anito.
<< Indimenticabile la mia partenza da Genova, dove il 10 luglio 1960 mi sono imbarcato sulla turbonave Roma della Flotta Lauro. Un viaggio lungo , sia per quello che mi lasciavo alle spalle che per le tante emozioni che mi hanno accompagnato durante quel lungo viaggio e che ho raccontato nel mio diario quotidiano, tappa dopo tappa.>>.
E Ivo snocciola nomi di città e porti che hanno segnato quel suo lungo viaggio marittimo da Genova a Melbourne, passando dall’emisfero boreale all’emisfero australe , da Fetonte City  a Melbourne, dalla sua meglio gioventù targata Anito alla sua maturità come uomo nella terra dei canguri.

<< Abbiano fatto tappe brevi e tappe lunghe, Praticamente tappe di un giorno a Napoli, poi Messina, Porto Said in Egitto e quindi Aden , prima di attraversare l’Equatore navigando per una quindicina di giorni nell’Oceano Indiano fino a Fremantle, praticamente il porto australiano di Perth, la capitale della Australia Occidentale. Da lì poi ci abbiamo messo altri sette giorni , navigando negli Oceani del Sud, prima di arrivare a Melbourne…>>
Sostanzialmente a metà agosto del 1960 Ivo Gianesini era diventato australiano, studiando anche un po’ di inglese durante il viaggio, insieme al suo amico Mario da Lendinara , ma ce n’era anche uno di Bosaro e uno di Rovigo, oltre a due-tre padovani .
Insomma, Melbourne, arrivo… , un mondo nuovo da conoscere, giusto per soddisfare lo spirito di avventura che accompagnerà sempre Ivo in tutta la sua vita.
Australia, un mondo nuovo sorgerà, ma il primo impatto?
Sorride Anito , e spiega mentre suo figlio Matteo ascolta e scopre tante altre facce della memoria di papà Ivo neo arrivato a Melbourne :<< Stavo arrivando in porto quando Mario e i miei amici mi dicono che sulla banchina c’era un uomo con un cartello con la scritta “CERCO IVO” . Così sono andato nell’ufficio della nave ( chiamato con altoparlante…) e così l’ho aspettato alla reception dove i miei amici di Vicenza sono arrivati subito >>.
Già, i suoi amici di Vicenza, il primo gancio per Ivo Gianesini e i suoi primi lavori in Australia…
Per la verità poi Ivo di strada ne ha fatto in tutti i sensi, da quando era senza macchina ed era stato accompagnato dall’amico Mario con la sua Mini Morris , da Melbourne a Sydney fino a casa del vescovo cattolico, dove fu ospitato quel giorno e poté anche rifocillarsi e fare una bella doccia.
Poi l’amico Mario restò a Sydney a fare da autista al vescovo di Sydney, mentre il nostro Ivo Gianesini , indeciso se continuare la sua avventura in Australia o tornare a casa Italia, lanciò in aria quel ‘scellino’ facendo ‘testa o croce’ e tra Regina e canguro uscì …canguro simbolo dell’Australia.
<< Così mi hanno trovato da lavorare in una fabbrica di biscotti , dove …ho bruciato tanti biscotti prima di imparare, Poi però ho cominciato a lavorare alla ROOTS, la fabbrica di macchine e autocarri ( Ivo ricorda la William. Uber…) , dove ho lavorato per 3 anni , dapprima alla catena di montaggio, poi come Jolly facendo tutti i lavori, coordinando infine anche 16 lavoratori>>-
A questo punto Ivo -detto Anito per gli amici - diventa ancor più un fiume in pieno quando gli domandiamo di raccontarci la sua nuova vita , tra Melbourne e dintorni.

<< Lavoravo fino alle 5 del pomeriggio, così poi alla sera , tutte le sere, potevo andare a Scuola di inglese, perché conoscere la lingua era importante per farsi capire e per fare strada… con qualche soldo in più >>.

Come quando la sera ha frequentato quella Agenzia Giovani che era anche una Agenzia d’Affari , così lui che conosceva tante persona alla Roots riusciva , praticamente da mediatore , anche ad organizzare dei ‘gruppi’ che andavano in visita alla zona di Philip Island , dove allora …non c’era nessuno e dove adesso si fanno le note corse in moto, là di fronte all’Oceano nella terra del koala. Insomma, l’Agenzia aveva predisposto i progetti e le mappe, e c’era da vendere i primi blocchi e appezzamenti di terreno.

Torna in flash back, Ivo , a quando ha preso la patente a Melbourne ed ha cominciato a lavorare da autista. Mi ricordo della “Semi Trialer del 1962, ma …c’era da caricare anche i sacchi da 25/30 kg e così dopo una decina di sacchi ha detto presto stop. Insomma , quel lavoro durò solo due ore, peraltro pagate subito, anche perché in Australia si pagava a settimana!

E poi , sempre in flash back a quella volta che, da autista neo patentato, andò a sbattere contro al vetrina della Direzione della fabbrica in cui lavorava.

O quando ,avendo appena fatto la Scuola d’Inglese, fece domanda per essere assunto come cameriere e trovò subito lavoro.
Sorride Ivo:<< Però uno dei primi giorni partii dalla cucina con una bistecca sul piatto e durante il percorso la bistecca …scivolò fuori; ritornai in cucita e tutto si risolse…>>

Ma Ivo è una slot machine di aneddoti e ricordi , che si accavallano nel tempo.
E allora , tornando ai primi tempi, ricorda che un amico gli aveva parlato della possibilità di andare a lavorare in Nuova Caledonia, ma … si andava a lavorare in miniera e – sottolinea Ivo – sarebbe come se in Italia mi avessero proposto di andare a lavorare nell’Isola di Vulcano”.
Ma al di là del lavoro, come si è rapportato Ivo Gianesini ‘figlio di Fetonte City’ , con mondo del Nuovo Continente e con le vita quotidiana e sociale di Melbourne, capitale dello stato Victoria?
Così Ivo mi mostra la mappa di Melbourne e mi mostra dove abitava: in Bain Street al numero 2, praticamente di fronte all’Oceano o meglio ancora con vista sull’Isola della Tasmania dirimpettaia ma al di là della Hobson Bay.
Insomma, Ivo Gianesini , che lavorava alla Roots ma che nel pomeriggio verso le 16 era già libero, si organizzava per guadagnare di più, anche se qualche volta andava a ballare nel vicino ‘quartiere’ di Saint Sikilda, dove nella Town Hall del Comune frequentava la Scuola di ballo…
Tutto questo fino al novembre del 1964, quando Ivo ha deciso di tornare in Italia.
La domanda nasce spontanea: Perché Anito - Ivo  Gianesini amante dell’avventura ha deciso di tornare in Italia?

Ma qui si ferma la Ivo Gianesini Story, anche se potrei raccontarvi del suo spirito di avventura e dei tanti viaggi ‘turistici’ fatti con sua moglie e in comitiva anche all’Estero e con tante visite nei luoghi più rappresentativi della religione cristiana; dalla Polonia a Gerusalemme, da Sotto il Monte ad Auschwitz, dal Vaticano ad Assisi  ricordando che ...Fratello Uomo è fratello in tutto il Mondo come in Australia.
A conferma del suo spirito di avventura e della voglia di Ivo di conoscere meglio il mondo e la sua Gente.
Unico flash prima di concludere, voglio ricordare quella sera in cui il critico d’arte Vittorio Sgarbi venne a Crespino all’epoca di Don Mario Qualdi e mi chiamarono per ‘prendermi un permesso dal lavoro’ e così accompagnarlo nelle sue visite crespinesi, tra ville e luoghi d’arte da Lui ritenuti interessanti.
Dico solo che tra queste location da visitare c’era anche “Villa Gianesini” verso Borgo Aguiaro con i suoi ‘soffitti d’arte’ .
E devo dire che Ivo non avrebbe ‘concesso’ la visita al piano superiore ( dove c’erano gli affreschi ritenuti interessanti da Sgarbi) finché non mi ha riconosciuto ed ha detto che…lo faceva solo per me, proprio quel feeeling australiano che abbiamo sopra raccontato e che …valeva la pena di raccontare.

EXTRATIME by SS/ In cover con moglie e nipotina Allegra di nome e di fatto ( perchè figlia di Matteo) , poi in apertura di fotogallery Ivo 'Anito' Gianesini, giovane studente italiano coi suoi amici crespinesi in gita-montagna, prima di essere emigrato in Australia ma cittadino del mondo.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it