“La mia vita alla Spal” by Luciano Cazzanti. E la sua “Love Story con Paolo Mazza & Co” by Sergio Sottovia


08/09/2010  

Una vita da pigmalione nel ‘Settore Giovanile’, pro Paramatti, Ferrari, Manfredini…Il suo libro? E’ …la sua vita alla Spal. Ma Luciano Cazzanti è ‘universale’ e allora anch’io ho raccontato la sua ‘story’ nel mio terzo libro ‘Polesine Gol’, perché la sua vita alla Spal al fianco del commendator Paolo Mazza e al servizio del settore Giovanile ha …coinvolto il ‘pianeta calcio italiano’.
E allora innanzitutto dedico a Luciano Cazzanti l’apertura di questa rubrica Flash & Blow Up, quasi nel ricordo del ‘ferrarese’ Michelangelo Antonioni eterno poeta della comunicazione coi suoi specialissimi film …sull’incomunicabilità.
Lasciando però che sia innanzitutto Luciano Cazzanti a presentarsi a modo suo, come ha fatto ( assieme ad altri autorevoli suoi friends) con la ‘sua’ presentazione al ‘suo’ libro “la mia vita alla Spal” che vi proponiamo prima della mia successiva story sul Cazzanti – personaggio.

<<PRIMA NEWS/ “ LA MIA VITA ALLA SPAL” , di LUCIANO CAZZANTI ( aprile 2009)

PRESENTAZIONE by LUCIANO CAZZANTI

Questo libro non ha un ordine cronologico dei fatti, ma proprio perché non sono uno scrittore ( e nemmeno pretendo di esserlo), và di palo in frasca: è una storia veramente vissuta.
Il libro è dedicato a mia moglie e a mio figlio, ma anche a tutti i miei amici e a tutte le persone che ho conosciuto alla Spal, i ragazzi compresi, che per me erano figli adottivi di mamma Spal. Sono stato alla Spal per 35 anni, anni belli ma anche difficili.
Ringrazio Corrado Magnoni, Sergio Gessi ed Enrico Testa. Ringrazio la Cassa di Risparmio e il suo presidente. Ringrazio di cuore gli altri sponsor. Gran parte delle copie di questo libro, saranno date in beneficenza ad una associazione onlus.
Grazie a tutti
LUCIANO CAZZANTI



INTRODUZIONE by Sergio Gessi
Ci sono la passione autentica per lo sport e l’amore per la Spal nel cuore di Luciano Cazzanti. Questo libro raccoglie la storia di tutta una vita. Una vita spesa sui campi di calcio. Per oltre trent’anni Luciano è stato un faro del settore giovanile della gloriosa società polisportiva Ars et Labor.
Osservatore, organizzatore, coordinatore: ha fatto di tutto e sempre con l’entusiasmo del primo giorno, Cazzanti, macinando chilometri per raggiungere anche i più sperduti prati della provincia e imprimere sul taccuino gli appunti e nella memoria le immagini di centinaia di selezioni. Se gli chiedeste ne avreste conferma: Luciano serba ricordo di tutto. Per lui, che non si è mai piegato alla bieca logica del successo, nell’angolo degli affetti non c’è distinzione fra chi è arrivato e chi si è perso per strada: sono tutti figli suoi, e i figli persi sono proprio quelli che rimpiange di più.
Il testo non ha la pretesa di essere un bignami della Spal. E’ piuttosto la testimonianza, sincera e romantica come è nelle corde dell’autore, di un bimbo che si fa uomo inseguendo un sogno e vivendo la realtà attraverso il filtro della propria passione. E’ dunque un pubblico diario, questo che ci presenta Luciano Cazzanti, in cui affiorano ricordi ed emozioni, tratteggiati in punta di penna. La vicenda del protagonista è calata nella realtà viva di Ferrara. Gli eventi sociali si mescolano a quelli sportivi, le riflessioni personali si sovrappongono alle cronache. Il filo del discorso procede per quadri giustapposti, i fatti vengono accennati, evocati piuttosto che minuziosamente ricostruiti. E’ dunque un percorso fra i ricordi dell’autore quello che siamo invitati a compiere. Un percorso che intreccia una storia comune. Una storia che è anche la nostra.


PREFAZIONE di Enrico Testa
Da non credere, ogni volta che ho sentito la frase “Cristo si è fermato a Eboli” pensavo a Luciano cazzanti. E’ una similitudine tutta mia, magari folle, ma mi veniva in mente la frase “ La Spal si è fermata a Cazzanti”. Con l’arrivo della nuova società di Cesare Butelli non ci ho pensato più all’irriverente accostamento però la sostanza rimane tutta. Per quanto riguarda la mia e la sua Passione massima, credo di aver scritto più articoli soltanto su Gibì Fabbri. Secondo c’è di sicuro Luciano perché è difficile stimare così tanto persone che, per ovvi motivi di lontananza, nemmeno frequenti assiduamente.
Per me, allora, Luciano cazzanti rappresenta la Spal vera, quella della serie A che non ho avuto la fortuna di seguire, la Spal del gigante settore giovanile, la Spal dei provini, dei giocatori da osservare, dei talenti da acchiappare, dei ragazzi da crescere, dei campioni da scoprire. Per lavoro ho avuto il piacere di conoscere molta gente di calcio che ha fatto o fa lo stesso lavoro di Cazzanti. Ecco, soltanto Mini Favini, Archimede dell’Atalanta e Bruno Conti, genio del vivaio romanista possono competere – e non è affatto detto che vincano – con il grande Cazzanti. Perché Luciano, oltre alla competenza assoluta, totale, indiscutibile ci ha messo un amore infinito. No, non è un caso se la sua uscita dalla Spal è coincisa con un periodo lungo e buio. Ma questo è sotto gli occhi di tutti. E chi non vede peggio per lui. A parte la Spal, comunque elemento fondamentale o, meglio, imprescindibile, c’è molto dell’uomo Luciano in questo libro che trasuda la stessa passione di cui sopra. I ricordi, l’infanzia, il pensiero, le idee, l’attualità: Cazzanti persona e personaggio dalla A alla Z. In pochi possono permettersi una cosa del genere perché sempre in pochi hanno tante cose da dire.
Non è giusto invidiare un amico e uina persona che stimi ma Luciano perdonerà. Perché uno dei sentimenti è per forza questo davanti a una vita del genere. Che mi fa un piacere enorme aver spesso incrociato durante la mia >>.

SECONDA NEWS “BLOW UP”/ LA “LUCIANO CAZZANTI STORY” BY SERGIO SOTTOVIA & POLESINE GOL



<<LUCIANO CAZZANTI/ Fedele “talent scout” per Paolo Mazza. Bàlia di tante “promesse” nel Settore Giovanile della Spal

“Era luglio – agosto 1945, il campo della Spal era ancora occupato dalle Forze Alleate. Avevo 11 anni – racconta Luciano Cazzanti – quando vidi giocare una squadra di Inglesi contro una mista di ex giocatori della Spal”.
Erano i tempi eroici del calcio, quando di soldi non ce n’erano e a volte non c’erano neppure le scarpe da calcio. Tempi difficili anche per i piccolo Luciano (classe 1934) che abitava in centro storico e a 16 anni, siccome era disoccupato, alla domenica mattina faceva l’operaio in una officina meccanica, a 100 metri dallo stadio, e lavava le macchine.
E fu così che lavando prima la Topolino e poi la Lancia Aprilia ad un certo Cocchi…
“Era il dirigente –economo della Spal. Ed era anche quello che nel pomeriggio, all’1,30 apriva il portone e i cancelli dello stadio, controllando gli ingressi – ricorda Cazzanti – Così quando ad un certo punto partiva il suo solito “ehi tu, vieni avanti”, allora io entravo nello stadio”.
Ma bisogna dire che il biancoazzurro era il colore del destino per Luciano ( classe 1934), che da disoccupato giocava con le scarpe ‘normali’ nei piazzali, a Ferrara tra Porta Mare e Quacchio, finché fu tra i fondatori di una squadra che si chiamò Aquila’ e che aveva le maglie con le strisce verticali biancoazzurre.
E la Spal ? Luciano comprava un biglietto ridotto (250 lire) tanto poi le ‘maschere’ lo lasciavano andare lo stesso in gradinata. Quando poi Luciano trovò lavoro da operaio in fabbrica, allora passò all’abbonamento annuale in gradinata ( 5000 lire).

“Ad un certo punto però – spiega Cazzanti - , eravamo nel settembre del 1969, il mio amico Ottavio Ferraresi, che faceva l’allenatore nelle giovanili della Spal,  mi propose di fare l’Osservatore degli Allievi provinciali”.
Perciò fu convocato dal presidente Mazza per quel fatidico incontro che il buon Luciano racconta così ‘per filo e per segno’:” Ero andato nel suo ufficio in Borgo Leoni, mi pareva di essere davanti a un Dio. Ero emozionatissimo quando mi chiese ‘Tu come lo vedi il calcio? “.
Così Luciano , innamorato del calcio totale, del calcio all’olandese allora di moda, cominciò a spiegare perché gli piaceva l’ala alla Bruno Conti che nel Genoa ‘faceva 10.000 volte il campo dal portiere in attacco.
A questo punto Mazza gli chiese in dialetto:” Vot gner a la Spal a fare l’osservatore nelle giovanili? “.
E pensare che Luciano si definiva ‘ala di pollo’ nelle giovanili…
Continuò Mazza:”Ti do un abbonamento…”.
E quando Luciano , con timidezza, si limitò a dire “ Ma presidente, ce l’ho già l’abbonamento”, allora Mazza concluse quasi senza ascoltare:”Ti do lo stesso un abbonamento e ti do 50.000 lire all’anno”.
Sembra l’inizio di una favola che poi durò 35 anni!

Quella tra la Spal e Luciano Cazzanti che all’epoca aveva una ‘600’ già vecchia perché comprata nel 1953.
Una favola fatta di tanti fine settimana, con Luciano ‘osservatore’ che al sabato pomeriggio andava in provincia di Rovigo e la domenica mattina in provincia di Ferrara.
Spiega Cazzanti:” Ricordo la prima selezione, le prime volte poi ‘portavo su tutto’ , ma per 2 anni Mazza non era mai venuto a vedere. Magari è stato meglio così – sorride Luciano – perché piano piano sono cominciato a crescere”.
Poi la storia racconta che Luciano Cazzanti ha lavorato alla Felisatti a Rovigo dal 1967 al 1979 e che dal 1980 , per volere del ds Biagio Govoni, diventa responsabile del settore giovanile.
Un lungo viaggio che ha storie intense. A partire dalla prima volta che Mazza andò al Centro di Via Copparo parlandogli a sorpresa alla sua maniera:”Vieni qui. Siccome tu lavori bene, ti aumento da 50.000 a 100.000 all’anno. Va avanti così che va ben”.

Discorsi concreti da ‘civiltà contadina’. Un premio che Cazzanti non aveva chiesto ma che si era ampiamente meritato con un ‘lavoro oscuro’ che aveva dato frutti davvero copiosi per la Spal del commendator Mazza.
Un lavoro , come osservatore e come responsabile del settore giovanile, di cui l’evergreen Cazzanti va orgoglioso alla sua maniera, citando i nomi di tanti giocatori e di tanti allenatori che sono maturati nel settore giovanile di Via Copparo e che hanno fatto diventare grande sia la ‘Spal di Mazza’ che quella dei presidenti che gli sono succeduti. Orgoglioso perché diversi di quei giovani calciatori sono poi stati protagonisti ,dalla serie C alla seria A , con la maglia della Spal. Orgoglioso perché alcuni di loro sono partiti da Ferrara per andare ad indossare le maglie prestigiose di squadre blasonate come Milan, Inter, Juventus, Roma, Lecce, Sampdoria.
D’altra parte una storia lunga 35 anni, come quella di Cazzanti, non poteva che viaggiare assieme a tanti personaggi, tanto che bisognerebbe farne un lungo elenco per citarli tutti.

Una cosa è certa. Mentre scorrevamo assieme le foto più significative dei suoi album fotografici (comprese quelle di Mazza Ct della Nazionale Italiana con Ferrari ai Mondiali del 1962 in Cile), in diverse occasioni Luciano Cazzanti si è soffermato a raccontare aneddoti e confidenze, avendo come comune denominatore una immensa considerazione per il suo presidentissimo Paolo Mazza.
E così Luciano mi ha parlato del ‘fiuto’ di Mazza ( il presidente già allenatore alla Portuense e nel Molinella anni ’30) e che aveva fatto arrivare alla Spal anche il danese Bennike per conquistare la prima volta la serie A nel 50/51 con una rosa allenata da Janni e composta da Bertocchi, Trevisani, Patuelli, Brambati, Macchi, Ghinazzi, Carlini, Nesti, Biagiotti, Dini, Guaita, Rosignoli, Colombi, Emiliani, Schiavon e Fontanesi.
D’altra parte nella ‘gestione Mazza’ sono passati poi tanti ‘affari’ per la Spal, come Astorri (Juventus), Ballico ( Sampdoria), Pandolfini (Fiorentina), Frizzi (Torino), Nesti (Inter), Fontanesi (Lazio) e Bugatti ( Napoli), Bernardin (Inter), Di Giacomo, Novelli e Costantini ( Napoli), Zaglio ( Roma), Malatrasi ( Fiorentina), Picchi (Inter), Bozzao (Juventus), Morbello (Inter), Dell’Omodarme e Gori (Juventus), Bui e Muccini (Bologna), Capello (Roma), Pasetti (Juventus), Bigon (Foggia).

Ma se questi ‘campioni’ erano il frutto del fiuto di Mazza ( nel periodo degli allenatori Baldi, Montanari, Ferrero, Blason, Gibi Fabbri, Petagna, Caciagli, con playmaker un Massei da Oscar per un decennio),quali sono stati i frutti del lavoro fatto dal buon Cazzanti – osservatore nelle selezioni fatte nei campi ferraresi, tanto per citare a Tresigallo, Lagosanto, Goro, Migliarino, Molinella, Migliaro, Reno Centese, Voghiera  oppure su quelli polesani a Stienta, Polesella, Badia, Fiesso, San Martino, Frassinelle, Borsea, Lendinara, in Altopolesine e in Basso Polesine ? Pensieri e azioni fatte con la testa e col cuore, come quella volta che nel 1973 pregò Mazza di tenere il badiese Azzi al ‘Centro’ della Spal e il commendatore (nessuno ci credeva) acconsentì.  


Per questo, estrapolando dalla memoria e da un lungo elenco, visto che è stato responsabile del settore giovanile fino al 2003, Luciano Cazzanti racconta dei Pregnolato, Simeoni, Veronesi, Servidei che sulla sua 127 ‘sporca’ gli aveva scritto ‘prendete Servidei alla Spal’, poi Tresoldi, Nordi che ‘se la Spal è in C2 lo deve a questo portiere che l’ha salvata in quattro-cinque partite’, Ghedini, Guariento, Malaman il biondo da Frassinelle, Roberto Pavani, Baiesi, Cervellati portiere, Brandolini da Mezzogoro, Brunello il difensore, Mauri, Lunati, Grossi, Braiati, Michele Paramatti preso dall’AC Ferrara, Marchini, Luca Albieri, Matteo Superbi, Andrea Polmonari, fino ai recenti Matteo Ferrari che è alla Roma, Thomas Manfredini a Bologna, Alan Bonazza al Milan, e quei quattro che gli hanno fatto davvero un gran regalo a farli visita in quel Natale – malato di due anni, vale a dire Zaffagnini che era andato al Padova, quindi Azor Bidres alla Sampdoria, Fabio Franceschini al Lecce,e il portiere Manfredini nazionale Under 17 premiato a Tokio.

Ma Cazzanti che è rimasto ’una vita’ al Settore Giovanile di Via Copparo anche quando i presidenti del ‘dopo Mazza’ sono stati Mazzanti, Ravani, Nicolini e via via fino al 2003 con Pagliuso, e che ha vissuto gioie e dolori coi vari ds, da Biagio Govoni a Botteghi fino a Roberto Ranzani e Cipollini, ci tiene a sottolineare i meriti dei tanti allenatori che hanno ‘lavorato con lui’. Vale a dire Angelo Pereni,  Ugo Tomeazzi, Luigi Pasetti campione d’Italia Giovanissimi  85-86, Gianfranco Bozzao, Saul Malatrasi, Massimo Tassara, Franco Vanzini, Fabio Perinelli, Fabio Mastrocinque, Andrea Polmonari, Angelo Benini, Riccardo Righetti la sua scommessa da Jolanda di Savoia e campione d’Italia Giovanissimi 2002-03, Davide Cremonini, Andrea Magnanini, Brunelli bravo preparatore dei portieri e Simone Preti.
Se non avessi dovuto ‘stringere’ suoi lunghi 35 anni alla Spal, di Cazzanti vi racconterei delle battute con Arrigo Sacchi ( della sua Porche e del ‘burdell’ e della relazione datata 26.2.78 sul Bonini al Bellaria poi alla Juve). Ma…il tempo stringe e, del Cazzanti che ha amato immensamente (quasi più della famiglia) quel settore giovanile della Spal tanto diverso dai tempi moderni, mi piace segnalarvi due ‘rintocchi del cuore’.

Per primo il grande feeling con la famiglia Mazza travasato nelle sue ‘XXIII edizioni’ del Torneo giovanile ‘Paolo Mazza’ ,nato sulla spinta degli assessore allo sport Paolo Mandini e Alessandro Bratti e condiviso subito da Govoni e Barotti, nonché impreziosito dagli editoriali ‘grandi firme’ come Pizzul, Cannavò, Enrico Testa della struttura Rai, Civolani, Rovelli, Contarini, Piffanelli, Grandini. Come secondo ‘rintocco al cuore’ , a maggior ragione perché fuori dal calcio, segnalo l’importanza del medico di famiglia Vincenzo Cinti e di Giorgio Boldrini, l’amico d’infanzia ma anche quello dei giorni difficili della malattia. Come Filippini il ds del Reno Contese e Sergio Gessi capo Ufficio Stampa del Comune di Ferrara. D’altra parte, relativamente all’amicizia, vale per Cazzanti ‘spring time’ quello che il grande Paolo Mazza gli diceva per valutare i giocatori:” Bisogna vederli a settembre, a gennaio e a primavera”. E poi quanti ricordi nel giorno del Centenario della Spal 1907, la grande serata da Oscar, in quello stadio che per Luciano rappresenta un nome e un’amicizia. Indimenticabile il commendatore Paolo Mazza, indimenticabile lo stadio, indimenticabili le standing ovation in favore di tanti campioni che prima di essere tali erano passati da lui, guarda caso da Cazzanti al Centro giovanile di Via Copparo, a crescere come calciatore e come uomini. >>

EXTRATIME/ Non ho detto che Luciano Cazzanti è universale? E allora diventa quasi superfluo una ‘certificazione delle foto’ sotto forma di didascalia. Vale per la foto d’apertura col presidentissimo Paolo Mazza ( nel 1974). Ma vale per tutte le altre che ho inserito nel testo e che mi limito ad ‘indicare’ nella ‘sequenza a scalare’. A partire dal foto – tavolo relatori , quando cazzanti ha presentato a Ferrara il suo libro sulla sua Spal ( quando mi limitati a dire che a Ferrara ci sono tre quotidiani prestigiosi: Il Resto del Carlino, La Nuova Ferrara e …appunto Luciano Cazzanti). A scalare c’è la foto della Spal 1972 in serie C (con Mazza tra Caciagli e Malatrasi), Quindi il ‘mondo Spal 1950, con la benedizione di padre Mddalena e il prefetto Liuti assieme a Paolo Mazza, il presidentissimo poi in foto con la Spal 1950 di mister Janni promossa in Serie A. Una Spal ‘caput mundi’ , visto poi le foto di Paolo ‘Ct’ Mazza con l’Italia in partenza per i Mondiali in Cile 1962, e la successiva foto ad onorare (nel 1992 )  la “Signora Mazza’ con Luciano Cazzanti assieme all’on.le Cristofori e al presidente Donigaglia.

Una ‘Storia Spal’ che lo stesso Luciano mi ha raccontato in una ‘serie di interviste’ ( eccoci assieme in casa sua davanti ad una ‘affettuosa maglia Spal autografata da tanti suoi allievi-giocatori) e che il sottoscritto ha raccontato in “Polesine Gol 3”, alla cui presentazione era tra l’altro presente lo stesso Cazzanti ( in foto con gli ‘adriesi’ Gianluca Levi e Luciano Vianello, con alle loro spalle gli ‘interisti’ Renzo Rossi e Ottorino Veronese). Poi la fotogallery è sempre un ‘viaggio’ in CASA SPAL. A partire dalla foto che ho fatto a Luciano al Centro Giovanile di Via Copparo nel 2000 ( Cazzanti è coi polesani Carretta, Viaro e Zacconella) , familiare come poi nella foto – targa 1991  con Michele Paramatti, e col ‘gruppo otto-ragazzi-Spal 1987’ ( l’ultimo a dx è sempre Paramatti) e con la squadra Spal 1990 in Serie C1. Per una vita fatta di rapporti e di amicizie, da quella con grande Arrigo Sacchi ( nel 1995 ospite Aiaca Ferrara)
a quella con gli amici di sempre, vedi squadra Govanissimi regionali Spal 1997 di mister Ghisellini e relativa foto ‘staff’ tecnico’ nella cena sociale settore giovanile (22.12.97), con da sx Benito Ghelfi (all. portieri), Massimo Tassara( Allievi reg.li), Daniele Simeoni ( all. Berretti), Roberto Ranzani ( dir sport. prima squadra) , Riccardo Righetti ( all. Giovanissimi B), Luciano Cazzanti ( resp. sett giovanile) , Enrico Ghisellini ( all. Giovanissimi A).

In chiusura ho messo la foto fatta l’anno scorso ( 1° maggio ovviamente a Panarella di Papozze) gancio’ Venerino’ titolare della trattoria in cui gli amici – ferraresi di Luciano si sono ritrovati e al quale il sottoscritto ha fatto omaggio del mio libro ‘olimpico- de coubertiniano’,.
Coincidenze ‘universali’ che fanno parte del dna Luciano Cazzanti . Perciò “La mia vita alla Spal” scritta da Luciano vale molto di più della ‘mia –sua story’, proprio perché la ‘vita di Cazzanti alla Spal’ è una …storia d’amore.

Sergio Sottovia

www.polesinesport.it