La Schiavone “Sportman of the Year 2010” by Sport Illustrated & Pasquin. Marta Menegatti ‘idem’ by PolesineSport & Sottovia


30/11/2010  

Chi premiereste Voi, come ATLETA DELL’ANNO 2010? Con stile e fair play, Giovanni Pasquin riprende un discorso datato giugno 2010 e propone la candidatura di Francesca Schiavone (oggetto della sua mail: Ubitennis – Schiavo e coltello contro le parole).
Tanto più che la sua ‘idea’ è stata autorevolmente condivisa dal prestigioso “Sport Illustrated” e riproposta by Ubaldo Scanagatta nel suo ‘Ubitennis’, al qaule mi rimanda così proprio l’amico Giovanni Pasquin.
<< Caro Sergio, Ti invio il link  che trovi sul sito UBITENNIS  relativo a Francesca Schiavone
invitandoti a visitarlo. Non so se ti ricordi quanto ho scritto di lei subito dopo la vittoria al
Roland Garros, ma penso di avere anticipato parte di quanto scritto dal tuo collega di Sport Illustrated. Non voglio essere gradasso o presuntuoso, ma credo di avere colto nel segno,
circa l'importanza di quella vittoria nel suo significato non solo sportivo.
Attendo il tuo autorevole parere.
Un abbraccio, Giovanni Pasquin>>.

RISPOSTA by SS/ CONDIVIDO RIPROPONENDO LE “TUE MOTIVAZIONI” E GRATIFICO MARTA MENEGATTI CON LA WILD CARD “ SPORTMAN OF THE YEAR WWW.POLESINESPORT.IT”

Questa la ‘estrapolata’ mia risposta/aderente a Giovanni Pasquin datata giugno 2010.
<<Quanto vale il tennis della Schiavone & Pietrangeli & Callegaro?
Riflessioni summertime by mail, by Pasquin & …”tutto il rosa della vita”. 
Roland Garros e la Francesca Schiavone si sino sposati nel pomeriggio di domenica scorsa, 5 giugno 2010 a Parigi. Tantissimi gli invitati, tantissimi incollati al televisore per vedere il matrimonio tra i ‘Reali di Francia’ . Noi di www.polesinesport.it che avevamo parlato di Nicola Pietrangeli e del suo tennis talentuoso, noi che avevamo pubblicato le poesie tennistiche di Franco Callegaro ce ne siamo subito accorti. Questioni di coincidenze, che fanno diventare moderni anche i …contemporanei ( vedi le successive  TRE NEWS).
E allora diciamo che la nostra geolocation segnala contatti da Santiago del Cile e da Mendoza, ma che la poesia di Callegaro ha permesso una estemporanea ( ma non troppo) metafora della vita grazie al tennis della Francesca Schiavone reinterpretato da Giovanni Pasquin, un nostro amico polesano che viaggia dentro il tennis da una vita.

E allora per capire quanto vale il tennis della Schiavone e in generale, beh…Vi proponiamo la sua lapalissiana mail bilama ( prima parte in mattinata, seconda parte nel pomeriggio).
PRIMA NEWS MAIL by Pasquin/ “LA VIE EN ROSE” DELLA SCHIAVONE E DEL POETA CALLEGARO

<<Caro Sergio, ho letto poc'anzi le poesie di Franco Callegaro sul sito Polesinesport e, a dire il vero, soprattutto quella concernente il tennis, e mi è venuta, immediata, una riflessione.
Ho avuto un flash back ripensando alla finale del Roland Garros vinta da Francesca Schiavone ed alle sue parole pronunciate al momento della premiazione nonché a quelle dell'intervista a SKY Sport 24.
Una partita, una vita; emozioni che si rincorrono, positive e negative, nell'arco di un game, di un set.
E, alla fine, ... il trionfo, ovvero l'avverarsi di un sogno che ha contraddistinto la vita di un'atleta, di una persona.
Per me la similitudine che mi appare, all'indomani della vittoria di Francesca, è quella del contadino: cura la propria terra, la coltiva, l'asseconda nelle sue esigenze al fine di favorirne la produzione dei propri frutti; con costanza, sacrificio, rispetto delle sue peculiarità, senza farle violenza, ma mettendosi a sua disposizione, conscio che tanto amore sarà ripagato.
E infatti a giugno, il frumento che biondeggia nei campi è il giusto riconoscimento a tanta fatica.
Ecco, giugno: 5 giugno 2010, Parigi
Nel pomeriggio di sabato scorso i sacrifici di una vita sono stati ripagati in maniera eccezionale, sudando, imprecando, ma rispettando le regole, a volte dure e non sindacabili, ma conosciute ed accettate sin dal primo momento in cui si è entrati in un campo da gioco.
Onore a Francesca, rispetto e riconoscenza eterni per quello che ha fatto e per il modo in cui ha seminato il proprio campo.
Il bacio della terra rossa, credo, parli da solo, almeno per me.
Ti chiedo una cortesia: potresti, se sei d'accordo e sentendo - ovviamente -
Franco inoltrare alla Gazzetta dello Sport i versi "tennistici"?
Ritengo, ancora una volta, che un fenomeno sportivo, diverso dal precedente a noi noto, abbia comunque una valenza sociale, meritevole di riflessione da parte di tutti noi>>.

SECONDA NEWS MAIL (pomeridiana, by Pasquin)/ LA “GIUSTA” GIOIA SPORTIVA DELLA SCHIAVONE ESEMPIO PER I GIOVANI


<<Ho appena riletto la mail  che Ti ho inviato stamane e ho fatto, tra me e me, un'ulteriore riflessione.
Io credo che una gioia così grande dal punto di vista sportivo debba essere d'insegnamento per chiunque pratica uno sport, ma soprattutto per chi si trova ad insegnare una disciplina sportiva. Invece l'esperienza vissuta, sia nei campi di calcio che in quelli di tennis, depone in tutt'altro senso: insegnare che occorre solo vincere, a qualunque costo, in spregio a tutto e tutti, rimproveri pesanti a ragazzi perché sbagliano, un tiro, un raddoppio di marcatura, una volée o un rovescio, inviti ad adottare comportamenti scorretti o antisportivi.
Ecco dove clamorosamente manchiamo: nella cultura del comportamento, dentro e fuori i campi di gioco; del resto per insegnarla, occorre averla, ma così purtroppo non è, almeno in tantissimi casi .
Un abbraccio, Giovanni Pasquin>>

TERZA NEWS / LA MIA RISPOSTA “BILAMA” BY SERGIO SOTTOVIA DATATA GIUGNO 2010/
PRIMA PARTE/<< Ringrazio per l’invito e …mi faccio contadino, onda su onda come Bruno Lauzi, mail by mail … by Franco & Co. , tanto cambia poco o semmai cambiano solo le modalità. Per il resto basta metterci il cuore, poi qualcosa succederà. E’ stato così anche per i libri scritti in precedenza e per questo sito. Sarà così ( spero…) per la vie en rose della coppia Schiavone & Callegaro. Intanto GRAZIE per la tua sollecitazione al fair play, al di là dl vincere e del perdere. E sopra tutto per la ‘preferenza’ all’educazione da trasmettere nel mondo dello sport giovanile. Essere di esempio di comportamenti corretti può diventare …patrimonio dell’umanità quantomeno polesana.
SECONDA PARTE EXTRATIME/ Forse ci ho messo troppo tempo a rispondere, ma almeno ho già ricevuto conferma da Franco Callegaro che ha trasmesso la ‘tennis poesia’ al vicedirettore della Rosa. Poi quando uno ha fatto quello che deve fare …e domani chissà.
E mentre sto scrivendo queste righe, vedo Porta a Porta, con la Francesca Schiavone che racconta le sue emozioni del Roland Garros. Metri 1,66 per 64 kg, e tanti desideri ‘semplici’ . E poi Petrucci presidente del Coni le ha riconosciuto tutto e di più, perché è un esempio che ‘non è arrivata lì per caso’. Cioè la prima italiana nel mondo. Una campionessa in Rosa. Il suo carattere…poche parole. Una maglietta semplice, niente vestitino. Questo a Porta a Porta, questo nella Vita. Ma non ho bisogno di dire altro, l’ha già detto Pasquin.>>


RISPOSTA DATATA NOVEMBRE 2010( by Sport Illustrated) / LADIES AND GENTLEMEN…”THE SPORTMAN OF THE YEAR” IS FRANCESCA SCHIAVONE

A Giovanni Pasquin la risposta autorevole (non certo la mia) la da Sport Illustrated ‘written english by Graham e tradotto italiano by Matteo Gallo, e certificato così sul sito del nuovo guru del tennis Ubaldo Scanagatta, pupillo di Gianni Clerici.
<< Schiavo e coltello contro le pistole
TENNIS - Sport Illustrated candida Francesca Schiavone a Sportsman dell'anno e scrive: "E' la storia del 2010, è la sfavorita che si ribella alla piattezza stilistica del circuito". "L'avvento delle Big Babes (Seles, Williams) è stata un'evoluzione naturale, ma una catastrofe estetica" e ancora "L'immagine dell'anno è il suo bacio alla terra parigina, con un sorriso che avrebbe potuto illuminare San Siro". B.Armen Graham, trad. di Teo Gallo
La storica mancanza di creatività nel tennis femminile fa sembrare la confraternita dei coach della Nfl , così ligi al playbook e allergici ai rischi, una comune di hippies. L’avvento di giocatrici potenti come Monica Seles e le sorelle Williams costrinse tutte le altre dietro la linea di fondo (e nello spogliatoio), mentre le racchette moderne invitavano fisici piú leggeri a cimentarsi e tirar pallate insieme a loro. Molto tempo prima, praticamente tutte le tenniste giocavano nello stesso modo. Fu un’evoluzione naturale, ma una catastrofe dal punto di vista estetico. Oggigiorno, la ripetitiva banalitá della banda delle “Big Babes” ha reso il tennis femminile noioso e spesso un mediocre spettacolo.
Si pensava anche che le anti-conformiste come Francesca Schiavone fossero obsolete. E fino a quest’anno, non era quasi mai successo. Ecco perché Francesca Schiavone è la mia “Sportman of the year”. Proprio come un italiano, parafrasando Sean Connery negli “Intoccabili”, lei si presenta ad un duello di pistole brandendo un coltello. Col suo gioco creativo e a tutto campo, la Schiavone (1,66 cm) è la sfavorita di classe che si ribella alla piattezza stilistica del circuito ed è diventata la storia sportiva piú gradevole del 2010.
Trent’anni nel circuito Wta sono davvero tanti, un’etá in cui calano la voglia di lottare e l’agilità, mentre una nuova ondata di ragazze piú veloci, piú forti,piú giovani avanza inesorabile. E’ raro per un atleta fare il grande salto a 30 anni, ma è ancora piú raro in uno sport in cui se non hai fatto meraviglie quando eri un teenager, forse è meglio che riconsideri le tue scelte professionali. Schiavone, che i trenta li ha compiuti a giugno, non aveva mai superato i quarti di finale nelle 39 edizioni di tornei dello Slam cui aveva partecipato, finchè quest’anno non ha sconvolto il tabellone del Roland Garros partendo come testa di serie numero 17. Mostrando una conduzione del gioco matura e tatticamente impeccabile, l’italiana iniziò a baciare la terra rossa dopo ogni vittoria a partire dai quarti, restando con il naso rosso e ricoperto di terriccio e polvere, con un sorriso che avrebbe potuto illuminare S.Siro.
Arrivata alla finale contro Sam Stosur con un bilancio di 1-4 con l’australiana, e sicuramente illuminata dalla consapevolezza che la fine della carriera si avvicina, la Schiavone ha fatto il match della vita. Ha risposto colpo su colpo e con astuzia agli attacchi, giocando in difesa quando serviva, avventandosi a rete, macinando vincenti su vincenti con quell’imprevedibile miscela di effetti e ritmo sostenuto. “Forse sembrava impossibile nella realtà” ha detto toccandosi il cuore dopo essere diventata la piú vecchia vincitrice di uno Slam nella Open Era, “ma non lo è mai stato qua dentro”. Due giorni dopo divenne la giocatrice più anziana da piú di dieci anni a questa parte ad entrare nella Top Ten per la prima volta. Ma non si tratta del “cosa” quando si parla della Schiavone, ma del “come”. Guardatela giocare. Non ci vuole un esperto per riconoscere che cosa rende il suo gioco praticamente unico tra le picchiatrici di oggi. Quello stiloso, attraente misto di slice e topspin aggiunto a uno splendido rovescio a una mano, non viene certo dalla catena di montaggio. Le sue magnetiche qualità risaltano anche fuori dal campo, nelle conferenze stampa di tutta la stagione in cui cercava di pronunciare qualche frase in inglese con quello charme un po’ pìcaro e lo sguardo furbo che sembra sia appena scesa dal furgoncino VolksWagen di Jeff Spicoli, quando gli chiesero come mai era così amata allo Us Open ha detto:” Sono attratti da me perché sono stupenda”.


Quello che davvero distingue la Schiavone è una gioia tangibile nel suo gioco che è difficile da trovare nello sport professionistico, di sicuro non negli alti ranghi del Tour femminile, dove la “stagione” è spalmata su 11 mesi in sei continenti e prosciuga anche le più effervescenti forze vitali. La vera magia della sua magnifica stagione si è vista al Queens, non sulla terra amica, ma su campi ultra-rapidi che neutralizzano tutte le armi che rendono la Schiavone una grande giocatrice. E’ arrivata ai quarti di finale senza mollare un set, per poi perdere degnamente con Venus in una partita segnata dal vento. E quell’indimenticabile colpo tra le gambe contro Alona Bondarenko allo Us Open – un punto che da solo riassume come un microcosmo la fantasia, l’audacia e l’impossibilità della sua stagione – mette ancora i brividi adesso. “Non l’ho certo programmato” - ha detto di quel colpo - “ è solo istinto. E’ arte”. Dopo aver sigillato l’anno portando l’Italia ad una seconda Fed Cup, Francesca ha chiuso nelle top ten per la prima volta nella sua spesso tribolata carriera.  Ci sono i prodigi, e poi ci siamo noi mortali. La Schiavone è come noi, una lottatrice senza artiglieria pesante che ha vinto il suo primo torneo a 27 anni (quasi 10 anni dopo essere diventata professionista), che non ha mai smesso di combattere per avere una possibilità e ne ha tirato fuori il meglio quando è arrivata. La sua carriera sbocciata in ritardo è un esempio e un’ispirazione per tutti gli uomini di buona volontà, ma è stato il suo assalto solitario alla cittadella del potere senza fantasia che ne fa la mia scelta per il premio.>>


PENSIERINO FINALE BY SS/ Noi sappiamo di essere “soli nel cuor della notte, trafitti da un raggio di sole , ed è subito sera”.  E per NOI intendo ognuno di noi, lo sa Giovanni lo sa Sergio , lo sa www.polesinesport.it, anche se domani, primo dicembre 2010, ‘virerà in vasca oltre i 30.000 contatti e il doppio di pagine lette. E proprio ieri ho scritto a Marta “Volley, sempre Volley, fortissimamente Volley”, per non farsi abbagliare dalle ‘fasulli luci fuori campi’, che possono – spiegava Endrigo – farti felici solo un attimo e poi non vivi più.
Insomma…Giovanni Pasquin, grazie ancora una volta, lo sport e la vita deve darti di ritorno soltanto ciò che meriti, anzi meglio se ottieni di meno…così non sbagli a ringraziare qualcuno di troppo. Insomma, la Schiavone docet e … anche Sport Illustrated, caro Giovanni ti ringrazia assieme a  www.polesinesport.it.
Perché le ‘mail e le storie’ come le tue, ti assicuro che  sono la ‘retta via’ ( visto che vengono lette anche dopo mesi di distanza) sulla quale intendo proseguire, anche se i contatti fossero solo una decina. Meglio poche storie raccontate by friends che le mie da impossibile ‘tuttologo’ o i comunicati stampa di taglio soltanto commerciale.
E non mi vanto di dire di no a chi mi ha proposto ‘qualcosa’ senza metterci ‘cuore e anima’: meglio camminare piano coi ‘rari ma buoni’ friends su questo sito, sperando soltanto di riuscire a fare qualcosa di buono senza aspettarsi ‘by altri’ niente da nessuno.
Fermo restando che ovviamente ringrazio tutti quelli che mi stanno aiutando e chissà, ‘investendo’ pro sport e valori olimpici.
E, da questo punto di vista, un ringraziamento particolare lo voglio fare a Marta Menegatti sopra tutto per il suo ‘running in escalation’ verso i Giochi Olimpici di Londra 2012 ma anche per la sua ‘gentilezza’ by sms e mail. Tanto più che, come modus vivendi nel suo beach volley, secondo me, la polesana Marta Menegatti è sulla stessa strada della “GP friend” Francy Schiavone, non a caso winner in Francia al Roland Garros.

EXTRATIME/La cover kit è per il tris d’assi Pasquin, Schiavone Menegatti, quindi la fotogallery è per Ubitennis perché Ubi major è Ubaldo e …minor è Sergio. E poi onore al tandem ‘winners fetontei’ Fusetti – Pasquin, quindi a Paschion portiere e ‘signore coi guanti della Fulgor Crespino 1986, di cui potrei citarvi nomi e cognomi di tutti i giocatori, visto che il sottoscritto è il primo a dx con al fianco Giuseppe Visentin e Paolo Guidorzi presidente, e a sx gli altri dirigenti Enzo Fabbris, Daniele Biasiolo e Claudio Romanin accosciato.
Infine con riferimento alle citate “Sportman of the Year 2010’ ecco la doppia gioia ‘extraterrestre’  della Francy Schiavone winner a Parigi e la ‘doppia concentrazione’ della Marta Menegatti prima pallavolista a Jesi col n.10 (la lode gliela diamo noi)  e poi con tanto di cappellino bianco da Miss Beach Volley (insieme alla Valeria Rosso) , tandem d’argento nella ultima tappa del World Tour in Thailandia.


Sergio Sottovia
www.polesinesport.it