La Storia di Augusto ‘Ago’ Daolio, il cameriere di Novellara che esordì, cantando solo 3 canzoni, coi Nomadi in Polesine al dancing Oasi di Trecenta/ Lo racconta il batterista Beppe Carletti nel “Romanzo di noi Nomadi”


C’era una volta... quei mitici anni 60, quando c’era “ Una voglia di ballare che faceva luce” come nella prima parte del  titolo del libro amarcord scritto da Beppe Carletti in tandem con Gianluca Morozzi, e che si completa nella seconda parte col più indicativo e specifico “Il Romanzo di noi Nomadi”.

Il libro è stato appena edito quest’anno e per i mitici Nomadi il viaggio con Augusto “Ago” Daolio ne ha fatto di strada , partendo da quella prima serata con AGO all’esordio sul palco del Dancing Oasi a Trecenta, in Polesine in quel nebbioso gennaio 1963 , cantando solo 3 canzoni ‘praticamente in prova ma ‘lanciato’ dal manager Franco Midilli che disse a Beppe Carletti “c’è un ragazzo a Novellara che canta, fa il cameriere al dancing Pineta, si chiama Augusto, si potrebbe provarlo. Magari gli facciamo fare due o tre canzoni in Mi, per iniziare” .

Insomma ...dalla Pineta all’Oasi il passo è quello giusto, per poi ripartire in tour nel mondo, praticamente da oltre 60 anni, da Nomadi nel Mondo partendo da quel Polesine dove peraltro ‘passeranno’ in tante altre occasioni , come mi ha raccontato l’amico Vianello made in Delta Po che è andato ad ascoltarli ad Adria, a Contarina, ad Ariano nel Polesine, la terra dove sono passati all’origine anche i Genesis, perché davvero – come ben spiega Beppe Carletti – allora c’era “ Una voglia di ballare che faceva luce”, magari sulle note di Vagabondo, Dio è morto, oltre a tutte le canzoni che ...tutti noi cantiamo da Nomadi in questa vita.

Quella che Ago Daolio ha iniziato a cantare a Dancing Oasi  di Trecenta e che il nostro informatore scientifico a tutto campo Franco Rizzi ci racconta nel seguente reportage da cantastorie dell’enclave Altopolesine, carattere interregionale stavolta coi Nomadi made in Novellara, dalla Pineta all’Oasi di Trecenta.... AGO nel mondo con Daolio cantante esordiente straordinario.

 

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, mail 09.11.2023)/ AUGUSTO DAOLIO DEI NOMADI ESORDI' NEL 1963 AL DANCING OASI DI TRECENTA. LA VICENDA.

I Nomadi quest’anno hanno festeggiato a Novellara (Reggio Emilia), Comune dove è nato e vissuto il mitico cantante Augusto Daolio, il 60° della loro attività che si condensa sinora in 52 lavori per 15 milioni di dischi venduti, oltre a innumerevoli concerti in Italia e nel mondo (FOTO ALLEGATE)

Lo scorso 23 luglio la band emiliana ha avuto l’onore di essere ricevuta a Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella proprio per il 60°. Il capo dello Stato ha dimostrato di conoscere bene la carriera musicale del gruppo emiliano ed ha ricevuto in dono una targa commemorativa, un Dvd con le ultime novità musicali e non, un libro che ripercorre la storia nomade: BEPPE CARLETTI-GIANLUCA MOROZZI, Una voglia di ballare che faceva luce. Il romanzo di noi Nomadi, Compagnia Editoriale Aliberti, Reggio Emilia 2023. 

 

Il tastierista Beppe Carletti, vero leader e anima del complesso, ha ricordato a Mattarella che “noi siamo il secondo gruppo al mondo per longevità dopo i Rolling Stones e aspettiamo che smettano per diventare primi”.

Il Romanzo di noi Nomadi, con un linguaggio semplice e accattivante, fa la storia del gruppo dal 1963 ai giorni nostri, attraverso la testimonianza diretta di Beppe Carletti, legatissimo ad Augusto, che lui chiama confidenzialmente Ago. Un romanzo che non conosce mai l’ultimo capitolo. Una storia sempre aperta al futuro, con il cuore “gonfio di curiosità, affacciati su quel che sarà”.

 

Dopo il 1960, all’epoca della rivoluzione dei Beatles, pure in Italia nascono come funghi i complessi dai capelli lunghi formati da adolescenti appassionati di chitarre e batterie. A Novi di Modena cominciano ad esibirsi I Monelli, un nome che “va bene per dei quindicenni che iniziano a fare chiasso insieme, ma dura lo spazio di un respiro, che è quello accaduto a noi”: Beppe Carletti (fisarmonica e pianola), Leonardo Manfredini (batteria), Mario Cambi (chitarra), Antonio Campari (basso), Gualberto Sani (Sax), Gastone Benini (cantante), “tradizionalista, ben impostato, un po’ una presenza estranea. Non poteva durare, aveva trentacinque anni, c’entrava poco con noi. Ma per quegli inizi andava bene”.

 

Il nome Nomadi nacque per caso, da un articolo di giornale. “Si scioglie ad Ischia il gruppo dei Nomadi”. Un gruppo di musicisti destinato a spostarsi di continuo, a viaggiare, a suonare dappertutto, sempre, per tutti… Nomadi con una casa, Nomadi con le radici, un posto in cui tornare, un posto dal quale ripartire per suonare, suonare, suonare…

Nel gennaio 1963 i Nomadi sono alla ricerca di un nuovo cantante e la svolta si chiama Dancing Oasi di Trecenta! 

 

 Il prof. Alfio Sitta nato e vissuto a Trecenta per decenni, oggi docente in pensione nel 1963 era un ragazzino ma ricorda benissimo che “in piazza, non lontano dalla caserma dei carabinieri, andava fortissimo una sala da ballo, l’Oasi, appunto, di proprietà della famiglia Crivellari, a Badia possedeva il dancing Manfredini e l’estivo Bengasi, tutti locali allora frequentatissimi con gente da ogni dove. Ricordo che all’Oasi si sono esibiti cantanti poi diventati o già famosi come Al Bano, Little Tony, I Giganti, Ornella Vanoni, Raimondo Vianello e I Nomadi, appunto”.

Il manager Franco Midilli disse a Beppe Carletti che “c’è un ragazzo a Novellara che canta, fa il cameriere al dancing Pineta, si chiama Augusto, si potrebbe provarlo. Magari gli facciamo fare due o tre canzoni in Mi, per iniziare”. Per l’occasione i Nomadi si dovevano esibire all’Oasi di Trecenta, “così chiamato perché c’è una palma all’ingresso”.

 

Una serata con una nebbia fittissima. “In qualche modo superiamo quel muro lattiginoso, ci prepariamo a suonare con la formazione tradizionale con quello che non sa di essere il nostro già quasi ex cantante… e Augusto arriva…”. Augusto Daolio, neanche 17enne va sul palco come ospite, dopo qualche canzone dei Nomadi.

“Magro magro, un fuscello, con degli occhialoni enormi, una mezza barbetta appena accennata. Dice ciao, sorride. E attacca Be-pop-a-lula in un inglese improbabile, inventato ma perfetto. E poi canta Il blues del mandriano. E poi canta una terza canzone”. I Nomadi sono subito impressionati da quella voce, destinata a diventare mitica. “E’ lui, lo abbiamo trovato. Lo abbiamo trovato. Ci siamo trovati”.  (FOTO ALLEGATE).

Finito il concerto il gestore dell’Oasi offre subito un contratto al complesso, “se prendete quel cantante nuovo nel gruppo”. Inizia così la leggenda nomade partendo dall’Oasi di Trecenta, la leggenda di Augusto Daolio, morto a soli 45 anni ma vivo nella memoria collettiva di intere generazioni, anche oggi.

 

EXTRATIME by SS/ In cover Augusto ‘ Ago’ Daolio, da giovane sempre con quel look ‘barba occhiali’ che lo contraddistinse fin dai tempi dell’esordio al dancing Oasi a Trecenta, la cui location abbiamo già documentato nel raccontare la storia di Leonardo Pelà presidente storico del Calcio Trecenta e che da giovane giocò a Rovigo col mitico Aldo Ballarin poi nella storia e nella leggenda col Grande Torino ‘scomparso’ nella tragedia aerea di Superga.

Fatto questo preambolo ci limitiamo a proporvi in kit le immagini trasmesseci by F.R: cantastorie dell’enclave Altopolesine, disaggregando il relativo poster “Nomadi” autografato, in versione parte alta e parte bassa del manifesto autografato, con Beppe Carletti sdraiato, e poi ...autore del Libro che proponiamo anche in kit con la citata cover manifesto.

A questo punto perché i Nomadi sono arcinoti e Trecenta un po' meno, ecco tre flash dedicati alla location  Trecenta by libro intitolato “Pepoli e Bentivoglio nella terra di Trecenta” , ca cui proponiamo in last flash la facciata del Teatro in una foto recente.

Mentre dulcis in fundo ritorniamo ad onorare i Nomadi come da foto -copertina del libro scritto da Beppe Carletti con Gianluca Morozzi, e che ... ricorda l’esordio di ‘Ago’ ... della bilancia Nomadi al dancing Oasi di Trecenta in quel gennaio 1963 a diradare la nebbia perché “C’era una voglia di ballare che faceva luce”

 

 

Franco Rizzi & Sergio Sottovia

www.polesinesport.it