Lauro Pomaro dal Polesella in Serie A con la Grande Spal di Mazza con Pasetti, Reja, Capello; poi Siracusa e Lecco ( 5 anni), più Triestina, Mestre , Dolo/ E da mister Este, Lendinara, Tagliolese, Donada, Nova Gens, Chioggia, Lonigo, Cologna…


Intanto dico subito che, per effetto di ‘lunga carriera’ , Lauro Pomaro è stato protagonista nel Mondo Prof per una decina di anni come giocatore in tour per l’Italia, mentre da mister è stato sulle panchine più prestigiose del Calcio Dilettanti nel Veneto.
E poi … con questa lunga serie di Personaggi Story ci eravamo lasciati con Natale Ferrari –Prima parte e aspettando di proporvi la Seconda Parte vi ho proposto la specialissima Giorgio Rosatti Story ovviamente Extra rispetto a quelle in sequenza cronologica già pubblicate in stile Magazine.
Ebbene , coincidenza vuole che dopo Giorgio Rosatti, il ‘tiravolista campione del mondo’ originario di Polesella, adesso mi ritrovo a proporvi Lauro Pomaro guarda caso da Polesella.
Tra l’altro ci ho messo il …tempo dovuto per non ripetermi sic et simpliciter con quanto già pubblicato nella rubrica “Campioni & Signori” , altrimenti questa Lauro Pomaro Story l’avrei ‘saltata’.
Tanto più che, rispetto a quanto già pubblicato nel Magazine datato 1.7.2006 mi erano arrivate altre informazioni sul suo conto ( sia come testo che come fotografie) e che era giusto proporvi in calce come Appendice Flash Story, mentre come prologo di ‘aggiornamento’ basta riproporvi il seguente prologo peraltro già citato su questo sito:<<
Dopo questa storia datata 2006 Lauro Pomaro è approdato nel finale di stagione sulla panchina del Due Carrare 2006/07 e due anni dopo, sempre sul padovano, su quella della Bassa Padovana. Come si vede “Una vita per lo sport”, oppure Lo Sport, Scuola di Vita, come recita la targa – premio che gli è stata consegnata pochi mesi fa, primavera 2011, a Palazzo Celio, da parte della Provincia di Rovigo con l’assessore Leonardo Raito, suo concittadino. Una vita che peraltro il sottoscritto ha raccontato, in modo più ampio, nel secondo libro della trilogia POLESINE GOL, dove Lauro Pomaro è un Personaggio Story di rilievo tra gli oltre 100 che ho onorato per aver dato lustro calcisticamente al nostro Polesine.>>

Che poi il sottoscritto si sia ritrovato tra le mani in questi giorni la prima Story originale che risulta praticamente ‘doppia’ di quella che vi propongo, beh questa è un’altra storia fatta di confidenze e considerazioni che meriterebbero un’altra puntata e altro lungo rinvio.
Ma questo non lo accetterebbero gli altri “50 Personaggi Story” già completati e che …sono già in fila qui su questa rubrica “Memoria & Futuro” in attesa della relativa pubblicazione.

Semmai farò come ho fatto con Thiago Motta: gli consegnerò direttamente la citata ‘Originale Story’, tanto anche Lauro Pomaro è …Made in Polesella come appunto il Thiago oriundo brasiliano.
Intanto eccovi la Pomaro Story stile Magazine ( compreso gli specifici ‘Dicono di Lui’ ) completa di Appendici Flash Story sulle sue due speciali stagioni ‘vissute’ da mister Lauro allenatore per ‘due volte’ nell’Union CS a Chioggia, dove lo stadio Aldo e Dino Ballarin
é per certi versi la ‘bomboniera’ nella storia del Grande Calcio entrato nella leggenda con la tragica scomparsa del Grande Toro.
Ma completa anche di un suo ‘pensiero’ datato 1992, quando lo intervistai per il Resto del Carlino per ‘sentire’ il suo speciale e autorevole focus sul Campionato di Promozione, visto che Lui aveva giocato nella Spal con Fabio Capello e nella Mestrina con Marco Montagnoli.
Insomma la grande Story di Lauro Pomaro viaggia da giocatore nel Grande Calcio Professionistico, ma con la stessa passione e competenza che poi ha trasmesso nel Calcio Dilettanti da allenatore ‘concentrato’ più su quanto succedeva sul campo che nei…dintorni.

 

 

MAIN NEWS ( di Sergio Sottovia, 01. 07.2006 ) / TRENTADUESIMO PERSONAGGIO STORY – FORMAT NEWS MAGAZINE :  LAURO POMARO

POMARO LAURO/ Indimenticabili per Lauro Pomaro (classe 1946), nella squadra della parrocchia, i primi approcci col calcio a Polesella e la grande passione di Luigino Andreotti.
Ricorda anche che a 14 anni giocava già in Promozione, col Polesella allenato da Sivieri, un ferrarese bravo che però non ha salvato la squadra dalla retrocessione.
Pomaro parla di questo Sivieri come di un personaggio importante. Uno che l'anno prima, nel 1959, aveva fatto approdare  il mediano Antonio Visentin alla Sampdoria. Anche Lauro è stato portato da Sivieri in prova, all'Inter, alla Juventus e al Milan, finché la Spal del presidente Paolo Mazza prese Pomaro a 15 anni. Appunto  dopo un anno di Promozione nel Polesella dei fratelli Marzo, Zatta, il ferrarese Alberti, Venturella e l'attaccante Maragno. Di quei tempi Lauro ricorda la bravura del portiere Franceschetti ‘gran signore’.

 

 

Poi nelle giovanili, a Ferrara, Lauro fece due anni alla grande: nella De Martino e nella Primavera. Da capitano e con l'allenatore Mari, la Spal di Pomaro vinse entrambi i titoli italiani.
Aveva questi nomi lo squadrone De Martino della Spal: Zannier in porta, poi Stanzial e Pomaro, Pasetti, Bertuccioli, Reja, Bosdaves, Rizzato, Pezzato, Capello e Zimolo. Tutti giocatori che fecero strada sui grandi palcoscenici e in serie A.
Quando poi il suo allenatore, il toscano Mari, nel 63/64 andò ad allenare il Siracusa in Serie C, si portò con sé quel Lauro Pomaro che conosceva bene.
Ci rimase per un solo un anno, Pomaro al Siracusa, battagliando contro la Salernitana di Prati, il Bari di Romeo Benetti, con l'Akragas e il Trapani.
Nel Sud il terzino Pomaro si comportò con onore, per un'esperienza che lo vide giocare 30 partite in campionato.
Maturato al sole di Siracusa, Pomaro nel 64/65 rientrò alla madre Spal, dove debutterà in Serie A contro il Lecco, per una salvezza guadagnata con un certo anticipo.

 

 

Purtroppo, nella sua seconda stagione, un errore gli costa il posto in prima squadra.
"Contro il Varese saltai a vuoto sbagliando il tempo e regalai a Vastola la palla gol- ricorda Lauro -. Così mi ritrovai riserva, lasciando la maglia di titolare a Stanzial."
E così l'anno dopo Pomaro è al Lecco, in Serie B, trovando anche la retrocessione in C e dopo due anni ancora il ritorno in serie B.
Complessivamente Pomaro al Lecco ci rimane 5 anni, giocando con Mereghetti che andò all'Inter, poi Colombo, Stecchi, Marangoni, Lombardi e Iaconi.
Da calciatore Lauro è stato praticamente un globetrotter.
Dopo Lecco è stato un anno in Serie C con la Triestina, poi un anno ancora in C col Mestre.
Finché Pomaro si è stabilizzato per 3 anni in Serie D al Dolo, avendo in panchina quel Romolo Camuffo che sarà poi protagonista nella storia del Calcio Rovigo.
A questo punto Lauro non è più un ragazzino e l'uomo, oltre al calcio, guarda al lavoro.

 

 

 

Per questo Pomaro sceglie la combinata ad Este, pur se in Seconda categoria, per fare l'allenatore-giocatore.
L'anno dopo però accetta la chiamata de vicepresidente Verde per la Lendinarese 79/80, passando allenatore in Promozione. La sua storia e le sue qualità 'da campo' lo fanno approdare al Chioggia 80/81 del presidente De Polis, forte nel tandem d'attacco Cleto e Menegatti, mentre vinse quel campionato di Promozione il Rovigo di Spolaore.
Ma il pubblico di Chioggia è caliente, così l'anno dopo in laguna arriva Bozzato, più 'attento' con la piazza.
Ma Pomaro non sta fermo, continua il suo viaggio   di allenatore in terra padovana, accettando il Ponso e il Megliadino San Vitale, sempre in Promozione. Qui però dopo due mesi sente di non riuscire a creare gioco, così rinuncia perché - dice Lauro- "non volevo fare spendere soldi per niente."

 

 

Nel frattempo a Chioggia non c'è più Bozzato e Pomaro aiuta la squadra da dietro la rete, come "voce fuori campo". Vincerà il Bassano di Gasparin, ma il Chioggia riaffidato a Pomaro sarà terzo in classifica.
Siamo nel calcio degli anni '80, quello che metterà in pratica gli insegnamenti della Scuola di Coverciano.
La stagione successiva, Pomaro ritorna in Polesine, alla Tagliolese 84/85 del presidente Pregnolato. Sarà salvezza tranquilla e in quella Tagliolese di Promozione troviamo giocatori come Stecchi, Azzi, Roma, Freguglia, Azzalin.
Viene riconfermato mister Pomaro, ma a metà marzo verrà rilevato da Vecchi.
Comunque la storia del calcio polesano, nella stagione 86/87,  trova Pomaro allenatore in Prima Categoria, al Donada del presidente Giacometti. Quell'anno le tre promosse saranno Adriese, Fiessese e Legnaro, mentre il Donada farà 33 punti, avendo giocatori del calibro di Nordio.
Un centrocampista che Pomaro riconosce essere il faro delle stagioni d'oro del Chioggia del triplo salto di categoria, fino alla CND con allenatore quel Jimmy Rossetti che nel Donada di Pomaro era il goleador con 11 reti segnate.

 

 

Dopo Donada, ritorna allenatore da esportazione il nostro Pomaro, andando al Nova Gens, alla corte del presidente Spiandore, uno che - a parere di Lauro - di calcio se ne intende.
Quel Nova Gens arriva quarto, un buon risultato se si pensa che era stato ripescato dalla Prima Categoria
Ormai Lauro è una garanzia di professionalità per quelle società che vogliono combinare obiettivi di prestigio e puntare sui giovani. Anche se non corre per i tornei nelle serate estive: lui, introverso, preferisce le lunghe camminate sulle Dolomiti, dove sviluppa il gusto della fotografia.
Arriviamo alla stagione 88/89 quando in estate lo contatta il San Bonifacio, ma …accetta il Lonigo squadra giovane in Promozione. Sarà salvezza ed è come scudetto.
Però col Lonigo 89/90 Pomaro è primo e vince il campionato.
"Gran signore il presidente Etenli e tra quei giovani - precisa Pomaro - ho avuto Scaggion e Danieli".
Ma, come Cincinnato si riposa, stacca la spina, fa qualche passeggiata in montagna. Dura poco però il riposo di Pomaro, perché a novembre rientra nel giro, in Promozione chiamato dal San Bonifacio, a soffrire e a salvarsi solo all'ultima giornata.
Come il suo Lonigo, anche il San Bonifacio del presidente Giusti fa il salto di qualità al secondo tentativo, quando con Pomaro arriva secondo e perde solo con la Giorgiana lo spareggio per salire di categoria.

 

 

Dopo questo exploit, ancora una volta Pomaro cambia il cavallo vincente e torna al Lonigo 94/95 del presidente Etenli , in Eccellenza.
Per Lauro un campionato di soddisfazione e il Lonigo alla fine sarà buon quarto.
Pomaro resta a Lonigo un 'altra stagione, ma a gennaio impegni di lavoro lo fanno smettere; gli subentra Alvino Minardi altro polesano.
Dopo tante domeniche sui campi di calcio, impossibile a credere, nella stagione 96/97 sta finalmente fermo il nostro Lauro per una stagione intera.
Fermo finché nella stagione 97/98 Pomaro va a sedersi sulla panchina del Cologna Veneta, chiamato dal presidente Faccioli.
E a Cologna sarà la prima volta che Lauro Pomaro resterà alla stessa società per 3 anni consecutivi.  Una decisione tutta sua, quella di Lauro, che fa eccezione alla sua regola: quella per la quale è difficile dare ancora stimoli dopo due anni di permanenza.
Quando Pomaro è arrivato al Cologna, la squadra era appena salita dalla Prima Categoria.

 

 

Certo Pomaro aveva i suoi punti di riferimento, aveva ritrovato i suoi Scaggion e Danieli, i giocatori che aveva avuto al Lonigo. Per questo nessuno pensava e nessuno gli aveva chiesto di fare miracoli.
Invece Pomaro e quel Cologna fanno il miracolo. Secondi in campionato, ma grazie allo spareggio vinto contro il Tezze sul Brenta, si sale in Eccellenza.
Cambia poco il Cologna 98/99, arrivano il portiere Marsotto, Nalin dal Lendinara e a novembre Beggiato dal Nova Gens. Mister Pomaro guadagna col Cologna il quarto posto finale, in un campionato d'Eccellenza vinto alla grande dal Chioggia stellare del ds Sante Longato e di mister Jimmy Rossetti.
Poi nell'ultima stagione del Millennio , Lauro Pomaro è per la terza volta consecutiva al Cologna Veneta.
Dopo Pomaro è stato sulla panchina dell'Este, tre campionati da protagonista in Promozione, con alle dipendenze anche i polesani Agostini e Gregnanin. Quando l'ho trovato ciclista sul lungo Po aveva accettato il ristrutturato Abano 2004-05 che si aspettava molto dalla Promozione. Invece per Lauro ci fu l'esonero e per l'Abano, comunque, la retrocessione.  Adesso che è a riposo, Pomaro ha tanti ricordi. Ma una cosa è indimenticabile per Lauro:" Il pubblico meraviglioso della Spal, il miglior pubblico del mondo".
Intanto per Lauro c'è sempre il richiamo della montagna, anche se non è improbabile ritrovare Lauro Pomaro ancora sulla panchina di qualche prato verde.

 

 

DICONO DI POMARO

TEMPORIN TARCISIO

Professione massaggiatore, da tantissimi anni. E come tale Tarcisio Temporin , anche lui da Polesella, avendo svolto spesso tale attività per le squadre allenate da Lauro, è sicuramente uno che conosce a fondo la personalità speciale del Pomaro allenatore.
Racconta Temporin:<< E' un allenatore calmo, sia in campo che fuori. Non è abituato ad alzare la voce, seguiva spesso la partita 'sul ginocchio' e i suoi interventi sono sempre di natura tecnica. Imposta la partita parlando ai giocatori 'reparto per reparto' e poi assieme. Sa dare indicazioni precise, come ai difensori quando indica da che parte tende a scappare l'avversario>>. Con Pomaro il massaggiatore Tarcisio è stato a Donada, a Taglio di Po, ad Este, a San Bonifacio, a Cologna…Così di Pomaro conosce anche le reazioni post partita:<< A fine match non usa fare approfondimenti, ma ..dà appuntamento al martedì. E lì non colpevolizza nessuno, ma approfondisce le azioni e gli errori. Però lo spogliatoio è 'suo' , parla solo lui, se parlassero i dirigenti …Lauro andrebbe fuori>>.
E poi Tarcisio racconta di essersi trovato a meraviglia a Donada, e del fatto che Lauro non ha mai bevuto un bicchiere di vino, e di come Pomaro non fosse abituato a …tirare tardi dopo gli allenamento. Insomma Tarcisio Temporin conosce il Pomaro double face. Avrebbe potuto arrivare più in alto Pomaro? Spiega Tarcisio:<< Come giocatore l'ho visto alla Spal, era tecnico, professionale, ma non superveloce. Come allenatore poteva arrivare in categorie molto più alte, però …ha preferito combinare le sue esigenze di lavoro con quelle sportive>>.

 

 

 

ZATTA GINO

La storia e le statistiche del dottor Fasiol registrano lo speciale legame tra la Lendinarese del presidente Antonio Zoppellari e Zatta: ben 161 presenze spalmate in 10 campionati.
Ma il portierino Gino deve a Pomaro il suo esordio in Promozione.
Ricorda Zatta:<<Era il dicembre 1979, quando mister Pomaro mi fece esordire in trasferta contro le Officine Brà: finì 0-0. Fu per me un cocktail esplosivo di emozione, felicità e paura. Erano i tempi delle battaglie col Bassano, Valdagno, Cittadella, Chioggia Sottomarina, Adriese, Contarina e il Rovigo dei bomber Campi-Marangon. Ma al Perolari eravamo dei leoni contro tutti>>.
Specialista pararigori (una ventina parati in carriera), Gino ha un ricordo particolare dell'epoca Pomaro:<< Giornata speciale contro il Chioggia. Vincevamo 1-0 ma in uscita procurai un rigore e i lagunari pareggiarono. Il Lendinara segnò il 2-1, ma feci un altro rigore in uscita. Qui Pomaro si arrabbiò minacciandomi per il …fine gara. Ma io gli dissi 'questo lo prendo' e …parai quel rigore vincendo la partita>>.
Erano i bei tempi della Lendinarese dei Galvani, Azzi, Giuriola, Previato, ma anche dei senatori come Turcato.
Di quel Pomaro allenatore alla sua prima esperienza in Polesine, Gino Zatta ne sviluppa l'identikit:<< Lauro credeva molto nei giovani, li valorizzava anche se non sempre era capito dalla società per queste sue scelte. Spesso giocava nelle partitelle con noi ed era un cecchino infallibile. Mi ricorso che non mancava ad ogni gol di prendermi in giro.
Nel ruolo di allenatore è lo specchio di quella persona che vedi nella vita di ogni giorno: sereno, composto, educato ma riservato e un po' timido, curato nell'aspetto e con un fisico da far invidia, ma soprattutto sempre con il sorriso sulle labbra. Mai presuntuoso è sempre disposto al confronto>>.
E Gino Zatta, che dagli anni '90 si è specializzato come allenatore dei portieri tra Lendinara e Rovigo ( dove adesso allena i Giovanissimi), riconosce a Pomaro alcune particolarità:<< Queste sue qualità a volte stridono con l'allenatore definito moderno, in un mondo dove tutti sono allenatori, tutti sanno una pagina in più del libro, dove esiste l'invidia del tecnico verso il collega e dove il risultato nel settore giovanile conta di più dell'educazione sportiva e del creare il gruppo. Per questo - è quasi un messaggio quello di Gino - sarebbe un onore per me averlo a mio fianco negli allenamenti dei giovani; sono sicuro che avrebbe ancora molto da insegnare, non solo ai ragazzi ma anche a me>>.

 

 

PRIMA APPENDICE FLASH STORY ( di Carlo Cruccu e Daniele Zennaro , by libro “30 ANNI DI UNION” / CAMPIONATO DI PROMOZIONE 1980-81
( Presidente Franco De Paolis; allenatore Lauro Pomaro)

E’ l’anno della riforma, sparisce la vecchia Serie D e la Lega Dilettanti crea il cmpionato Interregionale.
In sostanza un torneo che almeno nelle intenzioni vorrebbe allargare gli orizzonti delle società creando gironi ‘misti’, per cui anche i club veneti si ritrovano ad affrontare emiliane, romagnole, in certi casi marchigiane.
Lo status è quello di Dilettanti, le gestioni invece quasi professionistiche, con la conseguenza che i problemi principali della gran parte delle società , problemi economici , non si risolvono. Dalla Promozione all’Interregionale per questa stagione salgono due squadre, ma l’Union Cs deve restare ancora a guardare, non potendo permettersi nemmeno di sognare.
Situazione ferma al via del campionato, settembre 1980, non è cambiato nulla, si prosegue con la gestione commissariale di Renato Ballarin, che conferma l’incarico di amministratore delegato a Franco De Paolis, il quale di fatto è il presidente. Un campionato nel segno del Polesine, visto che le due promosse sono Rovigo e Contarina.
Grande beffa invece per il Malo, che finisce al terzo posto staccato di u solo punto.
L’Union Cs alla fine dei giochi è sesta, un discreto piazzamento, che consente di creare le basi per gli anni a venire, nonostante le prospettive non siano delle migliori se la situazione societaria non trova soluzioni.
A dirigere la squadra arriva Lauro Pomaro , buon tecnico che abita a Polesella, conosce bene questo campionati ed ha notevole esperienza di calciatore essendo arrivato fino alla serie B nei tempi in cui giocava nel Lecco.
Pomaro fa vedere un calcio sicuramente più frizzante rispetto al recente passato , ma non ha lo stellone buono.
Tra l’altro il campionato inizia sotto un brutto sogno: la squadra sbaglia quattro rigori nelle prime quattro partite e questo deve essere un record che non ha uguali nella storia del calcio italiano.

 

 

 

Menegatti nella prima giornata, al 90’, a Lendinara; Corrado Penzo alla seconda giornata col Bagnoli in casa; Ceschin a Thiene alla terza e di nuovo Penzo alla quarta contro l’Audace.
Quanto basta per capire che non è anno di grandi soddisfazioni.
La squadra si mantiene su buoni livelli, Pomato arriva fino alla fine e anche questo è un primato perché De Paolis si rileva un numero uno facile a tagliare gli allenatori. Aggiungiamo che prima di arrivare alla fine l’Union sbaglia un altro paio di rigori ( Potente a Thiene, Valle a Poiano di Valpantena, paese delle Officine Bra), ma questo quasi non fa notizia.
Brividi ed emozioni nel 4-3 casalingo con la Lendinarese, sconfitte pesanti contro le due supercorazzate Rovigo e Contarina, m alla fine dei conti non conviene lamentarsi.
La squadra scopre Maurizio Menegatti, prelevato dall’Arianese assieme a Cleto e Gherlinzoni, tre giocatori segnalati ad Alessandro Pevare.
Tra i nuovi anche il portiere Lucio Potente, personaggio già celebre del calcio mestrino, poi Toni Valle che arriva dal Favaro e la punta Di Chiara ex San Vitale.
Se ne sono andati Majer, Cignae Romano alla Muranese, mentre si è chiusa anche l’era-Vadalà, tornato nella sua Venezia per difendere la porta del Nettuno Lido.
PS/ Per la cronaca alla voce ‘PRESENZE’ segnaliamo con 30 la coppia Sacchetto e Potente; con 28 il quartetto Tiozzo Renato, Edoardo Cleto, Antonio Valle, Edoardo Ceschin ; quindi con 27 il polesano Carlo Gherlinzoni; con 25 Maurizio Menegatti , con 24 Gino Di Belli; con 17 Rudy Albiero, con 16 Renzo Saterri.
Con riferimento ai “MARCATORI” il migliore dell’Union CS è stato Menegatti con 12, seguito da Cleto con 8 e Di Belli con 4.
Invece come ‘migliore del girone’ sono stati con 21 gol Campi ( Rovigo) e Soavi ( Contarina) , a seguire con 17 Marangon ( Rovigo) con 13 Novello ( malo) e con 12 in  terzetto Menegatti col tandem Busatti & Giuriola ( Lendinarese) .

 

 

SECONDA APPENDICE FLASH STORY ( di Carlo Cruccu , dal libro “UNION CS – UNION CLODIA SOTTOMARINA – DALLA FUSIONE ALL’INTERREGIONALE” / PROTAGONISTI : LAURO POMARO

La chiacchierata con Lauro Pomaro è piacevole, nel salottino della sua casa a Polesella.
<<Parlare dei due anni trascorsi sulla panchina granata – attacca il mister – mi fa tornare nella mente uno dei periodi migliori della mia carriera. Non è vero che Chioggia sia una piazza difficile, basta accontentare i tifosi che amano vedere giocare del buon calcio; per questo motivo credo non si possano lamentare del mio operato>> .

Due campionato non consecutivi , la fiducia incondizionata del presidente, il rimpianto di un quarto posto sicuramente stretto alla sua formazione: cosa è successo realmente nel campionato 82-83?
<<E’ stata una stagione difficile, senza dubbio soprattutto perché mi sono trovato con un gran numero di giocatori nuovi, quindi senza un vero e proprio telaio preesistente sul quale lavorare. Il campionato va considerato positivamente, con un pizzico di fortuna si poteva anche  tentare il colpaccio, ma purtroppo la dea bendata non mi ha mai accompagnato, costringendomi ad accettare anche questo verdetto>>.

Cosa mancò all’Union, oltre la buona sorte, per vincere quel torneo?
<<Certamente mancavano i rigori accordati al Bassano, se penso che Rezzadore vinse la classifica cannonieri con i tiri dl dischetto. Poi ci mancarono anche i gol della seconda punta e forse un briciolo di convinzione in più Però iniziammo il ciclo che ha condotto la squadra al trionfo nel giro di due anni>>.

 

 

 

A proposito, nell’anno della promozione granata, lei, guidando la Tagliolese si è preso tre punti su quattro negli contri diretti: una vendetta?
<< No, per carità, anzi dovete credermi se vi dico che son stato felice che l’Union ce l’abbia fatta, sia per il signor De Paolis, che con me si è sempre comportato da autentico gentiluomo, sia pr l’intera città di Chioggia, meritevole di ben altre categorie. Per quanto riguarda gli scontri diretti mi permetto di dire che con più fortuna potevo fare l’en plen, il pareggio subito al 90° nella gara di andata ha punito la mia squadra troppo severamente>>.

Senta Pomaro, perché le sue squadre giocano bene al calcio ma non raccolgono frutti proporzionali allo spettacolo offerto?
<<Mah, generalmente si dice che la squadra rispecchi sempre il carattere dell’allenatore, quindi penso che la risposta sia tutta qui. Io voglio divertirmi quando siedo in panchina, arrivo perfino a dire che preferisco pareggiare per due a due piuttosto che vincere per uno a zero deludendo però la gente che paga il biglietto. Sono fatto così, amen, anche se mi rendo conto che forse una concezione del genere contrasta col cinico utilitarismo di questo mestiere>>:

Tornerebbe ad allenare l’Union CS?
<<Sedere sulla panchina granata deve essere un onore per tutti, tuttavia attualmente svolgo un’attività che mi impedisce di allontanarmi da casa; pertanto dovrei rinunciare, non potendo dedicare alla squadra il tempo necessario>>.

Chiudiamo in bellezza , è più stimolante dirige nere un compagine che lotta per il primato o una che lotta per la salvezza?
<<Sicuramente preferisco dirigere una squadra che gioca bene e divertire i tifosi ( e…anche l’allenatore). Il resto passa in secondo ordine>>:

 

 

 

P:S:/ In quel Campionato di Promozione 1982-83 , Girone A, l’UNION CS ( Commiss. Straord. On.le Renato Ballarin e Amm.re delegato Franco De Paolis) si classificò appunto quarto alle spalle di super-Bassano ( però, quanti rigori), il sorprendente Pollo Miglioranza e le costanti Officine Bra. In coda dovettero arrendersi i vicentini del Montecchio e dell’Arzignano, oltre al fanalino di coda Petrarca).
Detto che CAPOCANNONIERE risultarono appaiati con 13 reti Rezzadore ( Bassano) e Beggiato ( Trissino) segnaliamo che subito ad una incollatura troviamo appaiati con 12 reti Maurizio Menegatti (Unuion CS) e Diego Tumiatti ( Adriese).
E tra l’altro in data 3.2.1983 allo stadio Aldo e Dino Ballarin di Chioggia si disputò questa prestigiosa amichevole tra l’UNION CS e il Catanzaro di capitan Giorgio Boscolo ‘marinante’ purosangue e cresciuto calcisticamente allo Stadio Ballarin.
TABELLINO DEL MATCH AMICHEVOLE
UNION CS – CATANZARO 0 -2 ( 0-0)
Marcatori : 57’ Valle (aut), 90’ De Agostini
UNION CS: Businaro ( 82’ bellemo), Lauro ( 74’ Tiozo A.) , Tiozzo R. (46’ Lucchini9, Ceschin (82’ Doria) Canato, Valle ( 82’ Gambelli); Missiaglia ( 82’ De Antoni), Franzolin (73’ Pannarella), Menegatti ( 73’ Benetazzo) , Ballarin ( 46’ Marchiori), Moretti ( 46’ Bortolato). All. Pomaro
CATANZARO : Zaninelli (46’ Bartolini), Boscolo ( 46’ Sabadini), Cavasin ( 46’ Cuttone), Bacchin, Venturini (46’ Salvadori), Peccenini (46’ Santarini), De Agostini, Braglia, Nastase ( 46’ MUsella) Ermini, Bivi. All. Leotta.

 

 

 

TERZA APPENDICE FLASH STORY ( di Sergio Sottovia , by Il Resto del Carlino 11.8.1992 )/  SI CONCLUDE LA PANORAMICA SUL CAMPIONATO DI PROMOZIONE
 CON UN’ INTERVISTA A LAURO POMARO ( Che spiega “L’Adriese e Scardovari competitive” )

Lauro Pomaro, 45 anni da Polesella, è I' allenatore che ha condotto I' anno scorso il Lonigo alla vittoria nel campionato di Promozione, girone A. Carattere schivo e introverso, concepisce il lavoro dell'allenatore soprattutto sul campo. Non è mistero che non consenta “dispersioni dirigenziali” durante gli allenamenti, né si coccola il suo presidente con telefonate vuote di significato sportivo. E' un suo pregio e un suo difetto, che non fa promozione a sé stesso. Come calciatore conta presenze in B col Lecco e in A con la Spal. Come allenatore, Pomaro lo fa da 14 anni, conta esperienze significative a Taglio di Po, Donada, Chioggia, Lendinara, Noventa Vicentina.
“Quest'anno a Lonigo il presidente Etenli mi aveva chiesto qualcosina in più della salvezza. Era una squadra giovane, che però conoscevo da un anno. Quali le caratteristiche dell'ambiente? - approfondisce Pomaro -  Un buon settore giovanile, un presidente con grande passione e uno sponsor generoso, ottime strutture sportive come d'altra parte avviene nella zona anche a livello di Seconda categoria. Unico neo il poco pubblico agli stadi”.

 

 

 

A Pomaro, che per ora resta alla finestra per problemi chiediamo un parere sul girone di Promozione in cui sono impegnate le polesane Adriese, Lendinarese, S.Martino e Scardovari.
“L'Adriese e lo Scardovari sono competitive per I' alta classifica, mentre possono far bene sia S.Martino che Lendinarese. Delle altre - commenta Lauro - vedo favorite il Fiesso D'Artico e il Nova Gens di Enrico Ghisellini, una squadra che va anche in ritiro per la preparazione precampionato. Anche fa Piovese con Fasolato è da tenere d'occhio”.

Quanto conta la mano dell’ allenatore nel gioco delle squadre?
“Preferisco giocare con due punte e col libero. Sento tanto parlare di gioco a zona precisa Pomaro, ma ultimamente soltanto Pulin alI'Adriese e Fellet alla Piovese hanno attuato la zona. I giovani allenatori fanno molta teoria e lavagna, hanno indubbiamente elevato il tasso professionale, ma poi la necessità di far punti fa lasciare nel cassetto, a livello di Promozione, tante idee moderne”.

Dei giovani calciatori cosa pensa?
“Sono la base su cui lavorare per crescere sul piano dei gioco. A Lonigo - precisa Lauro- la squadra nata giovane adesso è competitiva per quattro - cinque anni. E' anche un modo per contenere costi e prezzi che stanno salendo alle stelle. Per un allenatore è comunque difficile mantenere omogeneo il gruppo, specie quando sono i risultati che vengono a mancare. E' fondamentale curare negli allenamenti la velocità e il gioco fin dagli inizi, perché i primi punti in classifica fanno morale e cementano il gruppo”.
E Pomaro chiude invitando i giovani allenatori a scambiarsi le opinioni di lavoro e confrontare le esperienze: è un servizio reso al calcio.

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover  Lauro Pomaro in sintonia col suo classico pensiero filosofico ‘piedi per terra’, anche da Mister come nel flash scattato a Ceregnano da allenatore del Due Carrare 2006-07.
Poi in fotogallery , partendo da lontano proponiamo player Pomaro prima in team nella Rappresentativa Polesana in Coppa Petron ( vedi didascalia) e poi in tandem con suo concittadino Visentin (poi gran capitano del Sottomarina e dell’Union CS lagunare) .
Con riferimento al suo Calcio Professionistico partiamo innanzitutto da Lauro POmaro toitolare in Serie A nella Spal 1964 assieme ai Fabio Capello, Gigi Pasetti e gli altri players della Top 11 biancazzurra.
A seguire Pomaro titolare nella Top 11 del Lecco 1965 con sfondo …montagne cantate dal Manzoni nei suoi ‘Promessi Sposi’ .
Insomma un Personaggio da Figurine Panini . come vi proponiamo con Lauro Pomaro certificato 1967/67 nella storia della Grande Spal di patron Paolo Mazza.
Fermo restando che poi Pomaro è restato ancora nel Mondo Prof anche dopo Lecco , come dimostrano le immagini trasmesseci dal suo compagno Marco Montagnoli sorridente nel trittico flash con la Mestrina 1974/75 , dapprima in sestetto e poi nelle due formazioni Top 11 con la seconda addirittura autografata player x player.
Passando al Pomaro allenatore, ecco Lauro insieme al polesano Vittorio Marchiani ( vedi quartetto e vedi aula magna) al corso tenuto da Bortolotti , il tecnico Figc griffato Italia, lo stesso teacher che ha tenuto il successivo corso cui ha partecipato anche il sottoscritto insieme a Saul Malatrasi, Spolaore, Frazzetto etc ( vedi reportage in altra rubrica).
A questo punto, a certificazione del Pomaro ormai collaudato mister in squadre blasonate del Veneto, vi propongo due rare immagini con Lauro ‘commensale’ al tavolo con Tavian nella Lendinarese 1988 e poi in poster notturno con la Lendinarese 1989.

 

 

 

 

Passsando ai tempi più recenti ecco Pomaro ‘in giacca’ datato Cologna Veneta 1997 e poi ‘in camicia’ datato 2004 nell’Este del presidente Lucchiari nel giorno della presentazione dei ‘sei nuovi arrivi’ ( da sx Negri, Agostini…)
Insomma una lunga carriera da allenatore dopo essere stato ‘Calciatore’ in Serie A’ , per una Story raccontata anche nel mio libro “Polesine Gol – Campioni & Signori” e premiato anche durante la Festa del Coni 2006.
Come dimostrano il trittico immagini col sottoscritto Sottovia Sergio che stringe la mano a Lauro ( con sfondo Osti, Mazzo, Nasti) , poi con Italo Cucci che consegna il relativo diploma  aPOmaro ( con sfondo Cattozzi e Nasti)  , infine con la foto poster di Pomaro insieme a tutti i “Campioni Polesani delle Serie A” ( da Sante Crepaldi a Patrizio Bonafè, da Massimo Albiero a Michele Paramatti, da Celestino Celio a Saul Malatrasi  e …arbitri Aia Rovigo)
Un Personaggio quindi Lauro Pomaro che è stato anche premiato giustamente dalla Provincia di Rovigo, eccolo in foto con targa premiato by Leonardo Raito assessore allo sport).
E che noi vi proponiamo nel flash di chiusura nella foto che gli ho scattato ad Este nel 2004, anche perché Lauro filosoficamente è stato sostanzialmente ‘mister da campo’ e poco da dintorni cerimonialistici.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it