Luciano Ravagnani by All Rugby, in vista del XX Torneo Rugby Seven by Le Rose RO, ‘ricorda’ Mirko Petternella in tour coi “Dogi” e in Rai DS


29/08/2016

“Ai giorni nostri si è un po’ perso il rugby a sette, ma forse con l’approdo olimpico potrà tornare ad essere rivitalizzato ed in questo sono convinto che un grande contributo arriverà prima dalle donne che dagli uomini”. Parole e musica di Luciano Ravagnani, giornalista young Made in Polesine ma gran giornalista evergreen Made in Venezia visto la sua lunga militanza in ‘casa’ de Il Gazzettino oltre che nella zona di Campo San Polo dove guarda caso c’è la sede dell’Ordine dei Giornalisti Veneti ma soprattutto era a 200 metri da casa Mirko Pettenella cui è dedicato by Le Rose Rovigo Rugby l’ormai storico  Torneo Rugby Seven femminile giusto a questo punto alla XX edizione e pronto per entrare in scena il prossimo 25 settembre sul palcoscenico dello Stadio Battaglini, il tempio del rugby ben noto allo stesso Ravagnani anche se era ‘partito’ da Costa seguendo il Calcio.
Fatto questo preambolo e visto che lo stesso Luciano Ravagnani è già noto su questo sito www.polesinesport.it sia per il rugby che sul Libro dedicato al “Costa Calcio”, ricordiamo soltanto una sua ‘signorile mail ‘ trasmessaci a proposito per colpa/merito della sua nipotina ( si sa che i navigatori internet sono sempre più young…) e passiamo tout court alla Main News con la speciale intervista written by Enrica Quaglio peraltro promoter storica dell’Evento insieme a mamma Gisella eternamente by Rugby Family.

MAIN NEWS ( di Enrica Quaglio by LeRoseRovigoRugby, mail 28.08.2016)/ XX TORNEO INTERNAZIONALE “MIRKO PETTERNELLA” RUGBY SEVEN FEMMINILE : INTERVISTA A LUCIANO RAVAGNANI  – GIORNALISTA DI  “ALL RUGBY”

Luciano Ravagnani è universalmente conosciuto come uno dei padri del giornalismo di rugby, una passione che l’ha impegnato tutta la vita sui campi, ma anche nelle redazioni di quotidiani, riviste e nella creazione di libri divenuti nel tempo vere e proprie Bibbie per gli appassionati del genere.
Oggi è tra le firme principali e più brillanti del mensile per eccellenza del rugby italiano: All Rugby.
Tante quindi le occasioni di ritrovarsi anche con Mirko Petternella.
“Eravamo quasi coetanei. Lo conoscevo già attraverso la radio per i suoi servizi sullo sport, il rugby sì, ma anche molta scherma ed altro. Allora lo sport era sicuramente più considerato, anche nei notiziari, a livello regionale e nazionale”.
Poi da passione comune e conoscenza mediatica, arriva pure la vicinanza geografica.
“Sono andato a lavorare al Gazzettino a Venezia e quindi le occasioni per incontrarsi sono aumentate. Lui aveva una certa predisposizione per il rugby, che lo appassionava molto. Lo ricordo come una persona gentile, precisa e come un collega al quale mi legava particolarmente questa passione per la palla ovale”.

Un amore comune che sfociò anche in una collaborazione nella formazione di una delle realtà tradizionali più importanti nel palcoscenico rugbistico di quei tempi: i Dogi.
“Fu Alessandrini a contattarci. Era una persona avanti anni luce dal punto di vista del marketing e della promozione. I Dogi erano praticamente appena stati formati, ma capirono di dover anche attirare le attenzioni della stampa per arrivare al grande pubblico e così entrammo nel direttivo. Mirko fece molto per i Dogi. Era sempre presente, li seguiva anche nei tour ed era il punto di riferimento per tutto il movimento rugbistico.
Aveva i suoi due minuti di rugby al termine delle partite di calcio, dava i risultati e sceglieva una partita di campionato per trasmettere una piccola sintesi.
È stato un bravo giornalista, grande amico di Sandro Ciotti, ed ha partecipato a mondiali ed Olimpiadi, a diverse edizioni di programmi importanti come la Domenica Sportiva. Per lo sport italiano in generale e veneto in particolare ha davvero fatto molto”.
Poi arrivò anche l’amicizia.
“Diventammo quasi vicini di casa, perché abitavamo a circa 200 metri di distanza a Venezia nella zona di Campo S. Polo. Lui ormai era un poeta del rugby. Non aveva un’attenzione particolare per l’aspetto tecnico, ma lo colpiva molto tutta la dinamica umana.
Poi c’è stata la conoscenza anche con Marina, che lo ha sempre seguito nel suo lavoro e anche per merito suo è nato quello che oggi è il torneo alla memoria. Il loro era un rapporto da invidiare, quasi da film. Ora Marina porta avanti il nome di Mirko assieme alle Rose e tutto il mondo del rugby italiano ne dovrebbe essere grato”.
Era un rugby che forse con un pizzico di nostalgia ormai non c’è più.
“Oggi guardiamo il Seven alle Olimpiadi, ma allora in Italia c’erano tante occasioni di vederlo. Mi ricordo che per una decina d’anni si disputò un torneo internazionale a Claut in provincia di Pordenone. Un piccolo paesino di un migliaio di abitanti che oggi forse non direbbe più nulla, ma allora era la sede estiva di Piras della Metalcrom Treviso e lui voleva fortemente tenere questa manifestazione, invitando grandi squadre e giocatori. Ed era un appuntamento fisso. Ai giorni nostri si è un po’ perso il rugby a sette, ma forse con
l’approdo olimpico potrà tornare ad essere rivitalizzato ed in questo sono convinto che un grande contributo arriverà prima dalle donne che dagli uomini”.

EXTRATIME by SS/ In cover Luciano Ravagnani insieme a Iva Malfatto, altra storica 'penna sportiva' de Il Gazzettino.

Poi in fotogallery  due flash speciali che ho scattato a Luciano Ravagnani durante due Grandi Eventi sportivi.
Vale a dire a Costa di Rovigo durante la citata serata di presentazione del suo libro sul Costa Calcio Story e che vede da sx Clelio Mazzo Figc Rovigo , Beppe Osti Coni Rovigo , Luciano Ravagnani, Antonio Bombonato sindaco di Costa, Renzo Ulivieri presidente AIAC Figc, Camillo Norbiato Coni Veneto.
Infine ecco il giornalista “All Rugby” guest star in un Evento alla Romanina County dedicato dal Panathlon Club di Adria al Mondo Ovale, e che mostra Luciano Ravagnani a fianco di tanti noti personaggi in una serata di cui …troverete già raccontato tutto sempre su questo sito.

Enrica Quaglio & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it