“MAL D’AFRICA” & LA COMPAGNIA DELLE MOTO/ Storie di viaggi by Travaglia & Company nel deserto del Sahara, tra Libia, Tunisia, Marocco, Niger, Ciad. Ma anche Patagonia & States…


Ci eravamo lasciati nel dicembre del 2000, poi Ivano Travaglia ha continuato ad andare in Africa tra Tunisi, Libia, Marocco e Niger. Tanti viaggi e tante storie dal Sahara all’Atlantide. Adesso Travaglia & Company di viaggi ne hanno fatti una trentina, senza contare il ‘più tranquillo’ viaggio californiano a gennaio 2012 negli States (stavolta con la moglie Nedda, mentre i loro due figli… viaggiano ‘per lavoro’ ) o quello argentino nella Patagonia a ‘fotografare’ nel 2004 le balene.
Così, per trovare un filo conduttore al labirinto dei ricordi , ecco che la settimana scorsa sono andato a casa Travaglia, innanzitutto per ‘certificare’ in fotogallery quanto raccontatomi ad inizio del Terzo Millennio in quella cena tra amici a casa sua (allora lavoravamo ancora assieme) , dove tra gli altri c’era anche Vittorio Libanori, altro ‘malato di motori e di mal d’Africa’.
Ma anche per capire e raccontare meglio le motivazioni e le emozioni di quei Viaggi in Africa che per Ivano & Company fanno ormai parte del loro dna.
Già, una trentina di viaggi…
E mentre Ivano sceglie le foto da mettere nella ‘chiavetta’ per il mio computer , mi segnala luoghi e date, ma anche tanti fatti della Storia Moderna che ‘LORO’ hanno vissuta ‘dal di dentro’ , compresa la ‘Caduta di Gheddafi’.

Così Ivano fa ‘salva immagine con nome’ viaggia ‘saltando nel tempo’ abbinando ai ricordi luoghi e date.
Questa è …Tunisia 2000, questa Algeria 2003, e poi …questa è Los Angeles …il Gran Canyon… questa è New York … e questa è Wall Street …questa è Ushaia in Argentina 2004… e via via fino a …questo è Ground Zero gennaio 2012 … questo è Marocco ottobre 2012….
Senza contare il già programmato prossimo viaggio in Tunisia ad aprile 2013, ovviamente con tanti dei ‘soliti’ amici, quelli del Mal d’Africa a partire da….
Ma a questo punto voglio prima ‘riproporvi’ quell’articolo che scrissi per il Resto del Carlino, quando nel dicembre del Terzo Millennio, raccontai  la ‘prima fase’ di quella LORO ‘malattia’ che sul piano umano è sempre più sinonimo di ‘solidarietà e fratellanza’.


RACCONTI DI VIAGGIO DI UN POLESANO PER LA SESTA VOLTA NEL DESERTO DEL SAHARA (di Sergio Sottovia,  il Resto del Carlino, 24.12.2000)/
IL MAL D’AFRICA DI IVANO TRAVAGLIA
<<Si scrive Sahara e si legge <<mal d’Africa>>. Ivano Travaglia nel continente nero c’è già andato 6 volte.
La prima volta nell’aprile del 1998, da motociclista.
Una passione che condivideva con gli amici del Moto Club di Adria, città dove vive.
Per quella prima avventura africana Ivano era stato pressato da un gruppetto di amici.

Un mese fa il mal d’Africa si è ripresentato e così dal 27 ottobre al 15 novembre, Travaglia con Augusto Vaccari, Vittorio Libanori, , Gianfranco Luppi, Mirco Fioravanti, Sandro Romanello hanno vissuto la loro avventura.
Viaggio Genova – Tunisi col traghetto Cartaghe, poi da Tunisi alla frontiera libica per 650 km.
Quindi via in Land Rover, in territorio libico lungo il confine con l’Algeria, dentro il Sahara del Tropico del Cancro, da Nalut a Ghadames ad Al Awainat e quasi fino al confine col Niger, ritornando per un’altra ‘rotta’, la Idrj – Derj, per rivedere Nalut e lasciarsi alle spalle l’avventura sahariana.

Dette così le località sembrano i ‘grani del rosario’, invece sono i paletti di un’avventura di 5.500 km di cui 3.000 tutta sabbia, sassi e pietraie con tappe quotidiane anche di 500/700 chilometri. Spazi infiniti nell’immensità, bellezze incontaminate che restano negli occhi e nel cuore.
Chi ama il Rally si iscrive alla Parigi – Dakar, non poteva andare lì, dove sono andati Ivano & company.
Quali sono allora le motivazioni e lo spirito alla base delle loro escursioni africane?
“Il gruppo ormai è affiatato, ha un suo sito internet ed è comunque aperto a delle new entry – spiega Travaglia – ma  a certe condizioni”.

E mostra la tabella dei ‘Dodici Se’ , indicativi di quello che uno deve condividere e pensare per essere in sintonia col gruppo, per il quale il <<mal d’Africa >> non è una malattia.
Colpisce soprattutto il 12° punto: <<se non hai spirito di sacrificio stai a casa, fatti una vacanza tradizionale, ti divertirai di più e farai divertire noi. Spenderai forse meno… Se invece l’avventura la cerchi nella sua semplicità e sicurezza, se ti piace la compagnia, la natura, la vita libera e all’aperto e lo spirito di gruppo, vieni con noi.>>

Sorride Travaglia e parla del deserto dove la vittoria non è arrivare primi, ma al punto prefissato nei tempi stabiliti, senza correre per rischiare la pelle propria e degli altri.
<<Viaggiavamo – racconta – su piste carovaniere o attraverso tracciati e punti identificati dalle coordinate della bussola elettronica, sistema GPS, con spostamenti nel deserto per centinaia e centinaia di chilometri”.

Un’avventura da superare quindi, che il gruppo di cui faceva parte Travaglia ha affrontato fianco a fianco ad altri gruppi, gente organizzata che ha macinato ormai con moto e macchine, sulle piste del nord Africa, decine di migliaia di chilometri. Viaggi studiati quindi a tavolino, per lasciare poco spazio all’improvvisazione.
Mentre mostra gli album fotografici, Ivano parla e parla della bellezza e della purezza di quei paesaggi sconfinati, senza accentuare i problemi ambientali.

Un’avventura che comporta tante conoscenze e comportamenti ovvi.
Come  a dire che il sole disidrata, che bisogna stare sempre coperti, che i cellulari funzionano da Tunisi alla frontiera Libica, poi dopo 20 km non ricevono più, che gli occhiali da sole sono indispensabili, che nei viaggi in colonna l’ultima macchina deve tenere il contatto CB con quella di testa.
Poi parla di carovane dai 10 ai 15 mezzi, delle precauzioni per i fuoristrada e per le moto.

La strada del sud attraverso l’Humana El Homra non ha la segnaletica dei catarifrangenti, verso il confine col Niger fino a Ghat, dove la ‘guida’ è obbligatoria.
Tanta fatica e tanti scossoni anche per il quasi 50enne Travaglia, che però da buon cuoco stemperava le fatiche del gruppo con un bel piatto di spaghetti alle vongole, là nel Sahara.
Poi parla dell’inesistenza della pioggia e della tempesta del Ghibli, il tanto decantato vento del deserto che si spera sempre di non trovare.

E le escursioni termiche?
“Si va dai 40/50 gradi allo zero, ma bisogna stare sempre coperti. Caldo e sabbia convivono – racconta Travaglia – e per la guida in sicurezza è sempre meglio sgonfiare le gomme delle macchine e tenere conto che le dune sono sempre una sorpresa sia in salita che in discesa. Tante piccole regole da rispettare, meno egoismo e più spirito di gruppo e i pericoli diminuiscono.”.

Un’avventura, sempre e in ogni caso. Con tante immagini da ricordare. Come ad esempio la gente del deserto, i tuareg alti da far paura ma che offrono il tè arabo e l’acqua per lavarsi (il massimo dell’ospitalità), i berberi e le carovane dei cammelli lungo la strada del sale, gli altopiani e il vulcano spento Waw an Namous (significa posto delle zanzare), a 1500 metri sul livello del mare con un cratere immenso di granito rosa e acqua salata.
Distanze senza fine nel deserto sahariano, l’Erg di Oubari con l’oasi discretamente abitata ‘quanto’ Adria. Là nel deserto del Sahara, zona Tropico del Cancro.
Vite e religioni diverse dalle nostre. Ricordi naturalistici, ma anche umani.>> 


E LA STORIA CONTINUA…( by Sergio Sottovia, 25.01.2013)/ IVANO TRAVAGLIA & “QUELLI DELLA COMPAGNIA DELLE MOTO” / IL MAL D’AFRICA CONTINUA ANCHE NEL TERZO MILLENNO, FINO A TUTT’OGGI E OLTRE…
Ci eravamo lasciati parlando dell’Africa di 10 anni fa, del Sahara di 10 anni fa, della Libia di 10 anni fa. Dell’Africa vista da Travaglia 10 anni fa e raccontata dal sottoscritto nell’articolo di 10 anni fa.
Sicuramente è cambiata l’Africa, la sua Gente, la sua Storia.

Magari è cambiato anche ‘il modo di raccontare’ del sottoscritto, ma quello che non è cambiato è sopratutto la ‘voglia e la passione’ di Ivano e dei Ragazzi della Compagnia delle Moto” .
Una passione , quella di Ivano & Company, che prima di arrivare in Africa ( e chissà dove) è partita dalle moto.
Da quelle moto che da sempre fanno parte del dna di Ivano Travaglia , di Vittorio Libanori, di Sandro Romanello…. E dei “Ragazzi della Compagnia delle Moto”.

Ne sono una testimonianza la Gilera che mi mostra Ivano, lì nel suo garage tra tanti attrezzi da meccanico e tanti pezzi di ricambio, che sembrano anche reperti storico ma sono ancor oggi utilizzati anche dalle nuove Grandi Marche per le loro ‘applicazioni’ sui nuovi modelli di moto moderni. E di cui Ivano mi cita ‘nomi e cognomi’( ad esempio KTM e…) ..
Una Gilera ‘costruita da lui’ pezzo per pezzo, trovando pezzi di ricambio ‘by internet in the world’ ; una moto non ‘in bella mostra’ ma ‘viva’ come la vettura altrettanto ‘costruita da lui’ pezzo per pezzo, ma …adatta a viaggiare in Africa, da supporto nei viaggi dei “Ragazzi della Compagnia delle Moto”.

D’altra parte di moto in casa Ivano Travaglia ne possiede ben quattro.
Qualche volta ho visto Ivano viaggiare ‘lento’ su una moto rossa…
E lui mi spiega che gli piace viaggiare anche da solo, magari lungo le strade del Delta del Po fino al Mare Adriatico.
Moto che Ivano ha iscritto nel registro delle ‘moto storiche’, il che tra l’altro gli permette di pagare ‘premi di assicurazione’ molto più bassi.
Moto che più che ‘assemblate’ potremmo dire che ‘vengono costruite’ dai Ragazzi della Compagnia delle Moto, basti pensare a quelle di Vittorio Libanori là nell’enclave tra Ceneselli e Castelmassa.

Oppure nelle case e nei capannoni degli altri “Ragazzi delle Moto” , per una passione che convive con i loro impegni lavorativi, come quelli di un ‘primario ospedaliero’ di Ferrara o di altri imprenditori soprattutto del lombardo-veneto ma anche del Centro e Nord Italia.
Tutto propedeutico  a quelle loro “Storie di Viaggi” che meriterebbero un … Diario, anche per ‘farci capire’ chi siamo.
Per una specie di “Viaggio intorno all’uomo”, in stile …libro di Sergio Zavoli.

Magari qualcuno dei “Ragazzi della Compagnia delle Moto” l’avrà già abbozzato o lo pubblicherà a tempo debito, intanto qui su questo sito abbiamo voluto onorarli per la loro passione e per “ciò che hanno voluto dare”, oltre che ricevere, nei loro Viaggi in Africa e “Intorno all’Uomo” là nella Terra/Sabbia tra “Sahara e Atlantide”, dove il ritmo della vita e della natura per alcuni momenti ha sentito al tempo stesso i battiti del cuore e delle moto.

Quelli che per certi versi ho stavolta soltanto ‘annotato’ su alcuni ‘fogli sparsi’ mentre con Ivano sceglievamo le immagini che avrebbero dovuto in qualche modo documentare il “Mal d’Africa suo e dei Ragazzi della Compagnia delle Moto”.
Anche per questo eccovi altresì qualche flash by Viaggi negli States e Patagonia, giusto per completare il senso di questa ‘passione per le Moto & dintorni” con le ultime ‘note sparse’ di questo racconto che, si sicuro nella prossima realtà, produrrà altri viaggi causati dal …Mal d’Africa.

LAST FLASH & BLOW UP / BREVI NOTE SUI VIAGGI IN AFRICA, IN PATAGONIA E NEGLI STATES…
Tra le tante confidenze e gli aneddoti by Africa voglio segnalarvi alcuni fatti che hanno avuto alcune speciali ‘coincidenze’ storiche.
Innanzitutto il viaggio in Algeria nei giorni in cui c’è stata la ‘caduta di Gheddafi’ quando “La Compagnia delle Moto” è stata bloccata nel deserto per 3 giorni.

“Tra l’altro avrebbero dovuto venirci a prendere in albergo alle ore 7 del mattino per accompagnarci nel prosieguo del nostro viaggio – ha raccontato Ivano - , ma noi siamo partiti un’ora prima. Poi ci siamo rincontrati nel deserto, ma noi abbiamo continuato ancora il nostro viaggio grazie alle nostre speciali strumentazioni ( Gps etc)”
Quando mi ha fatto vedere le foto del vulcano spento Waw an Namous  allora Ivano mi ha parlato della sua ‘ampiezza’ ( circa 10 km di diametro) , della sua altezza (1500 metri), dei suoi anelli d’acqua e del perché lo chiamano il “”posto delle zanzare), del cratere ‘fondo’ 500 metri, del suo colore rosso…

Per quanto riguarda le montagne dell’Atlantide, là nel Marocco, ecco che Travaglia mi ha sottolineato le sue particolari caratteristiche, dalla loro altezza oltre i 3000 metri alle loro foreste e boschi , con tronchi d’alto fusto. Ma anche della neve sull’Atlantide e del ritorno a Tangeri (ovviamente in moto) lungo le coste dell’Oceano Atlantico.

Un’altra curiosità sottolineata da Ivano è stata in Libia la città di Leptis Magna praticamente una “copia esatta della città romana” , molto più ampia dei Fori Imperiali. Ma sopra tutto del fatto che era praticamente una “Città perduta nel deserto”.
Il che mi ha ricordato “L’Arca di Noè”, la nota canzone di Endrigo, tanto reale quanto metafisica e filosofica con le sue frasi sequenziali ( … terra e mare, polvere bianca… una città si è perduta nel deserto…che fatica essere uomini’ ).

Anche per questo ho annotato il fatto che Ivano mi ha parlato della Libia e di quelle strade verso il confine dell’Egitto, con ancora il ‘filo spinato’ dell’epoca di Mussolini…
Come ho annotato il fatto che Ivano mi ha parlato di quanto ‘cambiasse’ il panorama della Libia quanto più si andava verso i confini della Tunisia, del Chad, del Niger.
Insomma, là dove arrivava nel deserto del Sahara la “Compagnia delle Moto” (più o meno 5 che servivano per andare in avanscoperta ‘leggera’ per il passaggio più pesante delle 2 autovettura di ‘sostegno’.

Posti difficili quanto da eremiti, posti pericolosi ma ormai familiari per la Compagnia delle Moto, che hanno lasciato nel cuore e nella mente di Ivano & Company tante emozioni e voglia di tornare, sia per quei posti che per quella Gente…

Tutte ANNOTAZIONI “Flash e News by Africa” , che valeva la pena di ‘memorizzare’ per questa Story Overland, ma che voglio completare con quest’altra ‘speedy’ serie di APPUNTI relativi a certi “viaggi/passaggi” di Ivano & Family & Friends in Patagonia e negli States.
Giusto per capire meglio quanto sia ‘prototipo’ il senso del “Viaggiare dentro e intorno all’uomo” da parte dei “Ragazzi della Compagnia delle Moto” di cui Ivano Travaglia è per noi una specie di ‘cantastorie’ .

Così del suo viaggio in Patagonia ( novembre 2004) Ivano ricorda che …quando l’ha saputo ha pregato il suo amico vicentino Alessandro Romanello (guarda caso storico ‘ragazzo’ della Compagnia delle Moto) di procurargli il relativo biglietto…
Fortuna volle per il nostro Travaglia che, a viaggio ormai completo, si verificasse una ‘miracolosa’ rinuncia dell’ultima ora!
E così Ivano mi ha potuto farmi vedere un ‘souvenir’ con scritto Ushaia, la città della Patagonia da cui poi è partito il ‘gruppo’ è partito in ‘motonave/barca’ ed è andato al largo delle coste dell’Argentina  a vedere ( e per fortuna fotografare) le balene….
Un viaggio speciale anche dal punto i vista gastronomico oltre che naturalistico/culturale.
E così Travaglia mi ha parlato di grandi granchi ‘gustosi, teneri e buonissimi’, citando altresì El Cordero e Sentoia…

Tutto cose peraltro già note, diciamo così ‘tra enciclopedia e internet’, però raccontate da CHI le ha vissute direttamente è davvero tutta un’altra cosa, perché sono sempre le Testimonianze dell’Uomo che ‘accendono’ le emozioni e gli ideali…
E in tal senso vanno considerati anche diversi amarcord by Travaglia in viaggio negli States.
Come quando ha citato il Gran Canyon, la Deat Valley (Valle della Morte) e la polizza All Risks.
Storie by California, tra Los Angeles e San Francisco, e poi Nevada, Colorado e … New York e Wall Street. Un viaggio speciale perché Ivano era in compagnia della moglie Nedda, ma anche perché comunque i suoi viaggi sono sempre ….low cost.

 

 

Il che vuol dire anche attenzione alle situazioni, in assetto variabile.
Come è successo negli States quando il ‘gruppetto fai da te’ ha prenotato un pulmino per viaggiare nel Gran Canyon e tra di loro una professoressa d’inglese disse che ‘si poteva firmare quel contrattino’ perché con quel prezzo erano coperte tutte le ‘possibili situazioni’.
Spiega Ivano:<< Però io dissi che non avremmo firmato se nella polizza non ci fosse stato scritto specificatamente la parola/copertura “All Risks”. E fu bene , perché al ritorno dopo una tempesta nel Gran Canyon, quando riconsegnammo il pullmino ci fu presentato un conto di circa 5000 $ . Al che io mostrai la polizza con scritta la clausola “All Risks” e quel ‘signore’ non fece altro che ‘stracciare’ il conto e dire “Sorry”>>.



Ma quel viaggio negli States , oltre alle solite ovvie situazioni problematiche, regalò anche speciali emozioni e situazioni positive.
Tra queste Ivano ricorda l’incontro con la Giovanna, una ex collega di lavoro che non vedeva più da tanti anni.
Ma soprattutto Travaglia sottolinea l’occasionale incontro a San Francisco con i mitici giocatori di baseball dei “San Francisco Fourthy Nine” , i californiani Campioni nel Superbowl che si stavano allenando in un prato.
Già, proprio quelli che il sottoscritto ha visto due giorni fa in TV perdere di misura a New Orleans la finalissima Superbowl 2013 nella Grande Sfida contro il Baltimora Ravers, con tutto lo spettacolare ‘ambaradan mediatico e folkloristico di contorno…

 

Ricorda Ivano:<< Uno di loro , ‘un grande uomo’, venne a salutarci e poi simpaticamente ci regalarono tanti cappellini e altri gadget>>.
Storie di vita americana, documentate peraltro in fotogallery, come i bravissimi musicisti che suonavano nelle Metropolitane, o come lo stile di vita americano, così uguale  e così diverso al tempo stesso, da Wall Street al Gran Canyon.

Ma nel salutarci Travaglia  mi consegna una ‘cartina’ dell’Africa dove è segnato in giallo tutto il percorso di uno dei tanti viaggi nel Sahara:<< Di viaggi in Africa ormai ne abbiamo fatti tanti e tra di noi ( ndr, quelli del nucleo storico) siamo davvero affiatati, ma la programmazione è sempre più necessaria. Anche se Vittorio scherzosamente più che ‘cartografo’ io lo chiamo ‘cartomante’>>.

Inutile ricordare che Ivano sta già programmando, insieme ai suoi amici della “Compagnia delle Moto” , il suo ennesimo prossimo viaggio in Africa, in programma dal 16 al 25 di aprile 2013, ovviamente tra la sabbia e le dune, là nel deserto del Sahara, dove si incontrano il silenzio e l’infinito.
Ma sopra tutto là dove per l’Uomo è più facile ritrovare sé stesso nella incontaminata quanto ‘francescana’ Sorella Natura.
Praticamente …secondo il vangelo dei “Cavalieri” della Compagnia delle Moto”.


EXTRATIME by SS/ La cover è ‘simbolica’ del Mal d’Africa, un mix tra piloti, moto e sabbia del Sahara.
Poi per quanto riguarda la fotogallery con relative didascalie ...a Tomorrow…


Sergio Sottovia
www.polesinesport.it