Mario Scarpa “d’Goro” (Seconda Parte Story)/ Volando con l’Aquila Montevarchi in C per poi salvare Perugia in B e salire in A con mr Castagner ‘grifando’ 132 gare e 24 gol in 5 stagioni/ Decisivo pure a Parma con Ancelotti e a Livorno e Modena


Nella prima puntata di questa Mario Scarpa Story era stata una specie di …misto mare, con la Sacca da Goro a far da sfondo a tante emozioni calcistiche e di vita.
Come nel quadro in fotogallery, con la Madre ed il Bambino che salutano la Barca con la vela bianca tra l’azzurro mare e l’azzurro cielo che ho voluto proporvi in apertura ..pensando a Mario, a sua Mamma , a suo Padre pescatore e a quel Mare della Vita in cui Lui ha navigato tanto fino a circumnavigare il Mondo – Calcio per ritrovarsi al punto di partenza tra la Sacca di Goro & il Delta del Po, dove il sapore di sale è sapore di mare agrodolce come la vita.
Perché c’è sempre qualcuno che parte, mentre l’altro rimane a guardare e sperare, anche se per Mario Scarpa gran bomber globetrotter nei grandi stadi della Serie A possiamo dire che …LUI sia sempre rimasto lì , o quantomeno sempre sé stesso , libero pensatore trai suoi amici di sempre come era stato libero pensatore anche quando Lui era bomber ma le decisioni le prendevano i vari mister , da Pivatelli a Balleri, da Ilario Castagner a Cesare Maldini.
Prima che nel post Modena e da mister nel Delta del Po lui tornasse ad essere soprattutto sé stesso anche sulle panchine dell’Adriese, dell’Arianese, dello Scardovari e di casa ‘Ricci’ Goro… sempre più sapore di sale e sapore di mare.

 

 

Ma per quanto riguarda Mario Scarpa ‘allenatore’ nel Delta del Po ne parliamo nella prossima Terza Puntata, mentre adesso vi proponiamo questa Mario Scarpa Seconda Parte Story che si può dire viaggi sulla dorsale Appennino per planare a Parma e Modena, sulla via Emilia e sulla strada del ritorno a casa, nella sua Sacca di Goro, appunto il suo habitat naturale.

Un viaggio che voglio proporvi raccontando Mario Scarpa “Calciatore e Uomo” così come si è raccontato Lui stesso, quindi nella sua interpretazione più autentica, ad alcuni giornalisti che l’hanno intervistato nei momenti più topici e significativi della sia carriera.

 

 

Da protagonista nel Perugia  che si è salvato in Serie B battendo sorprendentemente il Parma grazie alle reti proprio di bomber Scarpa ‘d’Goro , quindi ancora nel Perugia diventato grande in Serie A con mister Ilario Castagner, il ds Ramaccioni e il presidente D’Attoma, fino alle stagioni che hanno visto ancora Mario bomber ‘decisivo’  per la promozione del Parma con Ancelotti in Serie B, prima di concludere il suo lungo ‘girotondo’  intorno al Mondo Prof del Pallone col Livorno 80/81 ( con 29 gare e 11 gol) e nel Modena 81/82 ( ben 34 gare , 8 Gol by Scarpa ma …retrocesso).

 

 

Fermo restando che wikipedia di Mario Scarpa scrive che “In carriera ha totalizzato complessivamente 63 presenze e 10 reti in A, e 96 presenze e 17 reti in B”, possiamo dirvi che Lui il Bomber di Goro, giocando da numero 7 o da numero 11  poco importa, i suoi gol me li ha snocciolati e scritti su carta ‘intestata’ ( cioè color sabbia di Sacca) sia Anno per Anno che Squadra per Squadra ( in tutto qualcuno n più rispetto a wikipedia).

 

 

Orgoglioso peraltro di quelli ‘decisivi’ nelle varie finali-spareggio oltre che di quelli in Serie A e di quei 3 Gol in Mitropa e di quei 10 in Coppa Italia segnati col Perugia, anche perché in questa competizione Lui Mario Scarpa d’Goro è rimasto per tanti anni  il miglior marcatore italiano.

A questo punto, pronti via, ecco in sequenza cronologica by Main News tutti i reportage che ‘inquadrano’ Mario Scarpa protagonista nel Piccolo e nel Grande Perugia, oltre che tra Parma, Livorno e Modena, mentre nell’Extratime a commento della sua fotogallery di album in album, sono speciale alcuni suoi ricordi e aneddoti tra campo e dintorni di vita vissuta , come Campione e come Uomo di sport.

 

 

Fermo restando che in sequenza finale vi proponiamo altresì una speciale Appendice Flash Story datata Terzo Millennio ma che va in Amarcord con Mario Scarpa grazie ad
una intervista del 2012 targata Parma, a dimostrazione che anche sulla ‘Via Emilia’  la passione sportiva di Mario Scarpa ‘dGoro ha lasciato il segno, meritandosi perciò uno speciale focus in occasione di particolari ricorrenze ed Eventi storici.

 

 

PRIMO FLASH STORY ( di Fausto Fortuzzi, 16 giugno campionato 1973-74) / PARMA - PERUGIA 0-2: DOPPIETTA DI MARIO SCARPA E I GRIFONI SI SALVANO
( NDR by Sottovia Sergio: Era il Perugia del presidente Fanini e su La  Nazione
In data 18 giugno,  Campionato 1973/74, si parlava di rischio retrocessione… del Presidente Fanini che era assente a Parma senza spiegazioni ufficiali…e si raccontava già di Franco D’Attoma neo presidente…E SARA’ COSI’ )

 

 

TABELLINO DEL MATCH – PARMA – PERUGIA 0 -2
Primo tempo: 0-0.
Secondo tempo: 0-2 ( Scarpa al 3’ e al 43’)
PARMA: Bertoni, Biagini, Capra, Capra, Andreuzza, Benedetto, Ragonesi, Repetto, Morra, Volpi, Regali ( Toscani dal 24’ della ripresa) , Rizzati./ 12 Mandredi, 13 Gasparroni; Allenatore Sereni
PERUGIA: Mattolini, Baiardo, Vanara, Picella, Raffaeli, Petraz, Scarpa, Tinaglia, Innocenti, Lombardi, Vitulano ( Maianti dal 1’ della ripresa)/12 Grosso, 13 Urban.
Allenatore Remondini.
Arbitro: Menegali di Roma

NOTE: giornata primaverile. Terreno in buone condizioni. Sorteggio antidoping negativo. Spettatori paganti 4300 ( 2500 gli abbonati), per un incasso di L. 10.100.000.
Ammoniti Biagini per proteste e Mattolini per comportamento non regolamentare.
Calci d’angolo  11 a 3 ( 8 a 2) in favore del Parma. In tribuna gli allenatori Liedholm, Masiero e Galeone.

 

 

PARMA/ Rocambolesca salvezza dl Perugia, che perde in casa sette giorni fa lo scontro diretto con la Reggiana e viene a vincere sul campo di una delle migliori squadre della serie B, quel Parma che in verità oggi è apparso piuttosto molle.
Chiaro che la partita la sente soltanto il Perugia, applicatissimo a tenere lo 0 a 0  e quindi molto raccolto davanti alla propria area.  
Quanto alla possibilità di andare in gol è altrettanto chiaro che il Perugia aspetta un’occasione in contropiede, magari uno sbandamento della difesa avversaria.

E l’occasione arriva al 3’ della ripresa quando Maianti fa partire Scarpa sul filo del fuori gioco: uno scatto sula sinistra , un dribbling a rientrare su Benedetto e una botta vincente, imprendibile per Bertoni.

 

 

A questo punto il Perugia respira, anche perché il Parma non lo prende alla gola: una reazione blanda , poco convinta, farraginosa. In tribuna ci sono un paio di rappresentanti dell’Ufficio Inchieste, che volete, il Parma è in pina smobilitazione e gioca senza sacrificarsi.

Cerca il gol nel primo tempo, esprimendo il meglio ( si fa per dire) di una partita nemmeno nervosa.
Appunto nel primo tempo un gran tiro di Biagini che Mattolini cava dal <<sette>> a mani aperte e che Rizzati ribatte alto; un rasoterra di Andreuzza bloccato e un paio di Regali ( colpo di testa in angolo di Repetto) dicono che il Parma non sta a guardare.
Il Perugia, invece, resta lì buono e tenta timide sortite.

 

 

Nella prima frazione si fa vivo due volte: al 23’ con un’azione Lombardi-Scarpa e colpo di testa di Innocenti alto e al 39’ ancora con Scarpa che si lancia in contropiede e costringe Bertoni ad uscire precipitosamente.
Poi nella ripresa, il Parma sembra averne abbastanza, forse vorrebbe chiudere così, con un punto per parte. E invece va a bersaglio il Perugia e si capisce che è fatta, perché Mattolini non corre pericoli.

 

 

In chiusura il Perugia raddoppia (43’) e soffre due minuti di meno. Ancora Scarpa, freddo protagonista, si fa metà campo partendo da un rilancio di Baiardo, che nello stesso stop
Forse tocca col braccio; sono tutti dall’altra parte e, incontro all’attaccante, esce Bertoni in un singolare duello, Scarpa lo salta e il Perugia fa festa.
Di altro, nel secondo tempo, c’è una bella spinta a Rizzati nel mezzo di un’area ribollente ( Menegali non vede…)  e poi una botta di Capra che sfiora l’incrocio dei pali, un’occasione non sfruttata da Lombardi che tira dalle braccia di Bertoni dopo un passaggio di Innocenti, una sbadatissima conclusione di Repetto su servizio di Biagini.

 

 

Raccontati gli episodi di una simile partita in un certo senso problematico stilare le valutazioni dei singoli e dei complessi. Il Perugia mantiene una esemplare saldezza di nervi, un continuo autocontrollo, un ferreo rispetto delle consegne.
Si vede che può farcela ad arrivare in fondo, magari senza gol, perché l’impegno maggiore lo mette nel difendersi e, quando tenta la sortita, non mostra grandi risorse. Poi trova anche il gol , anzi ne trova due, e finisce in gloria.

 

 

Retroguardia bloccatissima con Mattolini sicuro in ogni intervento, Baiardo diligente controllore di un Rizzati tutt’altro che intraprendente, Vanara saggiamente dirottato su Volpi e Raffaeli che si prende in consegna Repetto.
A metà campo Picella soffre da prima le iniziative di Regali, che poi si smonta e allora può uscire baldanzosamente alla distanza; Tinaglia non ha problemi con Morra e Lombardi  si distingue per la sua azione lineare ed efficace.
Innocenti si segnala per una fervida attività avanti indietro, mentre più scarso è l’apporto i Vitulano, poi sostituito da Maianti, un terzino che suggerisce il primo gol e avalla la decisione di Remondini, che in panchina aveva anche Urban.
Ma il protagonista, come dicevamo, resta Scarpa, con i suoi due gol decisivi.

 

 

Da parte del Parma, difesa sufficiente in Bertoni, Biagini, Andreuzza e Benedetto, un po’ svagata in Capra; nel mezzo lucido Ragonesi, deconcentrato Volpi, in riserva Regali; Morra mostra lacune dovute all’inesperienza e non trova la posizione giusta.
Repetto è discontinuo e Rizzati sparisce dopo un paio di fiammate iniziali.
L’arbitro Menegali, da buon romano, si adegua.

 

 


SECONDO FLASH STORY ( di Roberto Renga, Perugia , 21 febbraio 1972) / L’ATTACCANTE SCARPA SPIEGA IL PERUGIA/ E’ BELLO CORRERE SENZA CAMPIONI

Vedi giocare il Perugia ed hai l’impressione che per il campo girino, caricati da una molla, tanti piccoli cinesini, alti un soldo di cacio, impazziti ed impazienti.  Corrono, corrono ed ancora corrono. E la gente , la critica, i tecnici si chiedono perché , come è possibile, cosa è veramente questa squadra che sorprende il campionato. La realtà, in effetti , è molto semplice. Non c’è bisogno di scomodare alchimie, d inventare nuove formule, di scomodare vati ( padani e non) per capire il segreto del Perugia.
Si tratta di una squadra fatta in casa , che possiede ancora il sapore delle cose buone di provincia.

 

 

Non ci sono baruffe, non ci sono divi. Forse un divo c’era: Ilario Castagner che tutti fino a qualche tempo fa descrivevano come tecnico in possesso di una bacchetta che trasformava degli ignobili muli in splendidi purosangue, Castagner, ragazzo sveglio, ha capito l’antifona ed ora è lui il primo a parlar bene dei suoi calciatori.
Siamo quindi in una fase inversa: Castagner è certamente bravo, ma non sono poi tanto grulli i calciatori che lui ha scelto accuratamente, uno per uno. Erano sconosciuti, ora sono sulla bocca di tutti.

 

 

Mario Scarpa, per esempio, chi era?
Ora compare fra i migliori cannonieri del campionato con sei gol.
Proprio a Scarpa chiediamo notizie sul Perugia che si appresta a superare dopo San Siro , un altro esame di laurea ( orse screditato): quello dell’Olimpico.
SCARPA, ci scusi la brutalità , m voi del Perugia siete veramente così brocchi come si dice?
<< Brocchi? Io direi d no. Solo calciatori meno fortunati di altri. Sì, lo so, tutti sostengono che bravissimo sia solo Castagner. Ed è anche vero. Castagner è proprio eccezionale: se il Perugia è a questo punto lo dobbiamo a lui. Ma anche noi…>>.

 

 

Vorrebbe dire che anche voi non siete proprio da buttare…
<<Ecco, non siamo da buttare. Credo anzi, che molti del Perugia potrebbero giocare in parecchie squadre di serie A.  Facciamo un ragionamento. E’ vero che nessuno di noi, ad eccezione forse di Novellino, fa dei numeri da circo, ma è pure vero che giochiamo la palla di prima. Un tocco e via, subito la sfera al compagno. E non crediate che sia facile praticare una manovra di questo tipo. I fondamentali bisogna conoscerli , un minimo di tecnica occorre possederla…>>.
Torniamo un attimo indietro: ha detto che alcuni di voi sono stati sfortunati. I nomi, per favore…

 

 

UN CASO CLAMOROSO
<<E’ antipatico fare i nomi. Mi limito a citarne un caso clamoroso, quello di Frosio che tutti scoprono adesso come un grande libero.
Ma lui ha fatto, prima di venire a Perugia, la gavetta. Quarta serie, riserva nel Cesena. E cosa ha i meno di altri che stanno nel Milan , nell’Inter o comunque nelle grandi squadre?>> .
Ora, però, non bleffiamo. Ci ricordiamo perfettamente lo Scarpa di due anni fa . Lei era uno che conosceva tutto di Chinaglia, di Wilson, di Prati. Sembrava un collezionista di figurine di calciatori. Tagliamo corto: i giocatori di serie A era suoi idoli.
<<Non vale, mi mette con le spalle al muro… E’ vero, li avevo messi su un piedistallo. E non solo io, forse tutti gli altri della squadra la pensavano come me. Cos’ si spiegano le nostre magre iniziali. Ma adesso abbiamo capito come stanno le cose>>.

 

 

E come stanno?
<<Ecco: io vedevo Chinaglia e mi dicevo, mannaggia quello come è bravo. Ora mi dico : mannaggia quanto sono stati fortunati quelli. Capito la differenza?>>.
Capito, ma non può spiegarci il Perugia solo con il ridimensionamento degli avversari. Questa squadra che fa tremare la Lazio, qualche numero deve pur possederlo.
<< Bè, noi corriamo molto, corriamo più egli altri. Questo è uno ei segreti>>.

 

 

Tutti vorrebbero correre, voi lo fate: avete coperto u nuovo tipo di droga?
<< Non scherziamo. E guardi , non è che si fatichi tanto durante la settimana. Probabilmente Castagner ha trovato il sistema giusto: un’ora e mezzo il martedì, un’ora il mercoledì, un’ora e mezzo il giovedì , ancora un’oretta il sabato mattina. Nemmeno cinque ore di allenamento vero durante la settimana. Però dopo , la domenica corriamo veramente più di tutti>>.
E, fatto importante, non correte a vuoto. Eseguite schemi semplici , ma quasi perfetti, In ogni caso razionali.

 

 

MANOVRA COLLAUDATA
<<Certamente. Ognuno di noi sa cosa fare. Diciamo che  per un sessanta per cento siamo lasciati liberi, per un quaranta per cento siamo strettamente legati ad una manovra che proviamo e riproviamo da un anno e mezzo. Quando vado a destra, so, per esempio , che al centro mi copre Vannini. E così via. Questi meccanismi ormai nascono spontaneamente >>.
Però, sinceramente, abbiamo l’impressione di parlare con un personaggio che faccia parte di una favola…

 


 

<<Già, la favola bella. Ma non la viviamo solo noi. Qui tutta la città è immersa in una fiaba. Per domenica, per esempio, si prevede una invasione dell’Olimpico:nessuno se la sente di perdere una partita di questo bellissimo teleromanzo>>.
Ed eccoci alla Lazio. Paura?
<< No, sono finiti quei tempi. Ora sono gli altri ad avere paura di noi. Bè, però non esageriamo, un po’ di paura in effetti la Lazio me la fa.  Comunque non ho dubbi sul risultato: pareggio. Guardi , sono pronto ad accettare scommesse. Ma sa mica se gioca Garlaschelli? Mannaggia quanto è bravo…>>.

 

 

 

TERZO FLASH STORY ( di Elio Clero Bertoldi, Perugia …venerdì 8 novembre 1974) / IL PERSONAGGIO/ SCARPA, UN NOVELLO AMLETO PROTAGONISTA O COMPRIMARIO?
Ha giocato soltanto una ventina di minuto contro il Catanzaro, ma ha polarizzato l’interesse ei tifosi durante l’incontro ( due conclusioni in una partita magra di gol) e dei critici in sede di commento.
Moti difatti , e tra questi anche noi – avrebbero preferito vedere inserito nel’undici iniziale , Mario Scarpa, giocatore combattivo, generoso, dinamico, uno di quegli elementi che per caratteristiche innate è portato a partecipare alla costruzione, dell’azione anche quando non si trova i possesso di palla.

 

 

La decisione dell’allenatore di escludere Scarpa (che ebbe il ruolo di protagonista in quella che rimase la migliore espressione della manovra granata: quella mostrata nell’esaltante vittoria col Foggia. A proposito la coppia di attacco era Scarpa- Marchei)  e di metter dentro, insieme, Pellizzaro e Marchei aveva alquanto colto di sorpresa.
<< Lei, Scarpa, come aveva preso la decisione di Castagner?>>.

 

 

<<Bè, quando Castagner mi disse che avrebbe fatto giocare Pellizzaro e Marchei e che io sarei rimasto fuori, ci sono rimasto dispiaciuto. Come normale in questi casi. Rimanere escluso non piace ad alcuno. Ma nel calcio si sa, oggi a me domani a te. E poi, chi decide è il mister>>:
<< In questi venti minuti durante i quali lei ha giocato, la manovra, anche se un poco confusionaria, si è vivacizzata. Lei, addirittura, s’è trovato sui piedi due palle-gol. In che maniera?>>.

 

 

 

<< La prima è venuta su punizione. Sono altati Vannini e Vignando e la palla è caduta fra me e Maldera. Ho tirato subito, ma troppo entrale e per il portiere è stato tutto fin troppo facile.  La traversa invece l’ho colta, invece, in seguito ad azione di calcio d’angolo. Lo ha battuto Curi. E’ saltato ancora Vannini. La palla m’è balzata in terra, di lato. Ero con l spalle rivolte alla portai. Ho cercato la deviazione come meglio potevo. La palla è schizzata via bene, ma s’è stampata sulla traversa. Sarebbe stato un bel gol. Importante, soprattutto >>.

 

 

Mario Scarpa , classe ’49 , compaesano di Milva (<<la pantera di Goro>>) arrivò al Perugia al seguito di Balleri.
Ruolo: ala-centravanti. Caratteristiche: mobilità e dinamismo. A livello psicologico gli si riconosce una certa fragilità. Elemento, comunque, redditizio e se non cannoniere certo predisposto al gol.

 

 

La sua storia calcistica inizia, come per tutti, sui prati e i campetti di Goro. Passa, successivamente al Baracca Lugo in quarta serie ( sei gol segnati) e quindi salta in <<C>> ( prima con la Jesina, poi col Chieti , poi ancora col Montevarchi precipitato in <<D>> ( anno di 13 reti, il più ricco in assoluto)  . Poi è granata con Balleri e Remondini. L’annata gli frutta 8 reti.
Quest’anno è uno d ei <<vecchi>> sfuggiti al repulisti ella scopa di Castagner. Uno dei pochi.

 

 

<<Che ne pensa del Perugia?>>.
<< Mi sembra che stia andando benino . Anche contro il Catanzaro s’è pareggiato, va bene, ma non è che si sia giocato male. I calabresi hanno una squadra quadrata, compatta che uscirà fuori alla  distanza a reclamare ciò che le spetta>>.
<<Il Perugia è secondo in classifica. Con quali ambizioni?>>.

 

 

<< L’obiettivo, a mio parere, rimane sempre la salvezza. Ricordiamoci che la nostra è una squadra nuova e che dunque deve fare il passo secondo la gamba. Ma penso in tutta sincerità che si possa fare qual cosina di più della semplice salvezza. Escludo, insomma,  che si possa vivere nell’incertezza come l’anno scorso fino all’ultima giornata>>.

 

 

QUARTO FLASH STORY ( by Stadio, sabato 23.07.1977) / IL PERUGIA RINUNCIA A SALTUTTI E CASTAGNER CONFERMA SCARPA
NORCIA, 22/ Nello Saltutti non interessa più. Il sampdoriano che era appetito dalla società granata almeno fino a ventiquattrore fa, non indosserà la maglia del Perugia.
Cosa sia successo e cosa abbia provocato la marcia indietro della società umbra ( o della dirigenza tecnica ligure?) nessuno lo dice. Ma la notizia è certa. A renderla nota è stato lo stesso Castagner che ha affermato:<< Ho telefonato proprio ieri sera a Ramaccioni e gli ho detto di non insistere più per lo scambio Saltutti – Scarpa. Ho deciso di lasciare la rosa così com’è adesso.>>.

 

 

Non sarà per caso una mossa tattica tesa a far diminuire la quotazione di Saltutti e facilitare così lo scambio?
<<Assolutamente no E’ una decisione ponderata e definitiva. Ho già annunciato a Mario Scarpa, in un colloquio a quattr’occhi, che abbiamo scelto di tenerci lui! Non lo avrei certo fatto se avessimo architettato una semplice mossa di mercato>>.

 

 

Tramontano allora tutte le ipotesi di una squadra a due punte, sulla quale si era molto parlato nei giorni scorsi pensando ovviamente all’accoppiata Speggiorin – Saltutti?
<< Il Perugia giocherà con il modulo ormai collaudato. La spina nel fianco della difesa avversaria , quest’anno sarà Walter Speggiorin. Gli altri  staranno alle sue spalle pronti a dargli una mano , ma sempre disponibili alla copertura del centrocampo>.

A questo punto l’undici pare ormai varato, manca solo una tessera per completare il quadro: il nome del giocatore che indosserà la maglia numero sette…

 

 

 

<< Guardate, ho parlato qualche minuto fa con Scarpa. Gli ho detto che sarebbe rimasto con noi. Mi ha ringraziato ed è stato felice perché era già entrato nell’ordine di idee che se ne sarebbe dovuto andare. Ora dipende tutto da lui. Se riuscirà a tornare lui stesso, quello della promozione e quello del primo campionato in serie A, la maglia la do a lui. A occhi chiusi. E’ una chance che gli offriamo volentieri perché ha dato molto al Perugia, anche se quest’anno ha avuto una stagione storta, balorda. Le qualità tecniche per far bene le possiede. Lo ha dimostrato anche nel passato. Deve ritrovare soltanto un serenità mentale , una sicurezza psicologica>>.

 

 

Dunque la maglia numero sette preferisce darla ad  un uomo con la vocazione offensiva, piuttosto che ad un centrocampista puro…
<< Sì. Voglio in quella zona che mi copra ma anche che sia pronto a buttarsi dentro. In gol. Il giocatore che giocherà con la maglia numero sette dovrà garantirmi almeno cinque o sei reti. E Scarpa, solo che lo voglia , può farle>>.

 

 

Mario Scarpa , ovviamente, è tornato a sorridere. Il suo volto che era reso ultimamente più serio da un paio di lunghi baffi spioventi, tristi, è tornato a distendersi.
<< Sono felicissimo, mi pare ovvio, di poter rimanere a Perugia. Ero avvertito di questa trattativa in corso tra le due società ed avevo già pronta la valigia. Ringrazio Castagner che mi ha dato, di nuovo, tutta la fiducia. Possono sembrare le solite parole che si dicono in queste circostanze , ma io le dico seriamente , sinceramente. Le sento dentro insomma. Il posto in squadra? Cercherò di meritarlo>>.

 

 

Una stagione importante, questa, per te…
<< Direi proprio di sì. Ne va del mio futuro calcistico. L’annata storta di quest’anno ha forse fatto dimenticare a tutti, tropo presto, il vero Scarpa.Io cercherò di tornare quello che ero per dimostrare che a vendermi, a mandarmi via , avrebbero fatto proprio un cattivo affare>>.

Intanto a Norcia è salito, vero l’ora di pranzo, il presidente Franco D’Attoma. E’ venuto per gli ingaggi o soltanto per salutare i giocatori?

 

 

Il presidente ha negato di essersi portato fin quassù per parlare di soldi ed ha aggiunto d non essersi appartato con alcun giocatore. In un primo momento non essendosi più trovato all’interno dell’albergo Posta, Novellino, si era creduto che il giocatore fosse a colloquio con D’Attoma nella camera del presidente. Il mistero - buffo per la verità – si è chiarito poco dopo. Novellino era alle prese con i Carabinieri. A bordo di un motorino aveva imboccato un senso vietato; il giocatore aveva cercato di scusarsi, ma non c’è stato nulla da fare. I militi dell’arma gli avevano elevato il verbale di contravvenzione:  4000 lire.
Quando è rientrato in albergo ci ha riso sopra. Specie quando ha saputo che tutti si credevano che fosse stato a colloquio col presidente…

 

 

QUINTO FLASH STORY ( di Orio Bartoli , by ……Campionato 1974/75)  /
LA SCARPA D’ORO DEL PERUGIA METTE KAPPAO’ L’AVELLINO : 3-1 / GIOCO ALL’OLANDESE DELLE FURIE ROSSE DI CASTAGNER E TRE GOL DELL’ALA DESTRA
( L’arbitro Prati di Parma ha negato due <<rigori>> , uno per parte )

PERUGIA – AVELLINO 3-1
( Primo tempo 1-0 ; al 27’ Scarpa; Secondo tempo 2-1; al 23’ Facco, al 28’ e 29’ Scarpa)
PERUGIA: Marconcini, Nappi, Raffaelli, Savoia, Frosio, Picella ( al 28’ st Baiardo n.g.) , Scarpa, Tinaglia, Sollier, Vannini, Pellizzaro /  12° Malizia, 14 Marchesi. All.re Castagner.
AVELLINO: Piccoli, Lo Gozzo, Ripari, Cappelletti, Facco, Reali, Schillirò, Improta, Ferrari, Fava, Petrini/ 12° Marson, 13 Ceccarini, 14 Salpini. All. Giammarinaro
ARBITRO: Prati di Parma

 

 

Note: Cielo nuvoloso, terreno in discrete condizioni. Stadio gremito: spettatori dodicimila, per un incasso di 27 milioni compresi i sette milioni della quota abbonati.
Sorteggio antidoping negativo. Ammoniti Frosio e Ripari ( 42’ st)  per reciproche scorrettezze.
Calci d’angolo 9-3 per il Perugia ( 6-1).
SERVIZIO SPECIALE
PERUGIA , 1/ Abbiamo visto …tulipani in Umbria. Calcio spettacolo del Perugia. Ritmo, velocità, sveltezza, praticità. Niente da fare contro queste scatenate furie rosse  di Ilario Castagner. L’Avellino, infatti, si è battuto con grande determinazione, con grande carattere, con buona capacità, ma alla fine a ineluttabilmente dovuto ammainare bandiera, travolto all’incredibile ritmo del calcio perugino.

 

 

Non è retorica: è realtà. Gli uomini di Castagner hanno disputato un primo tempo d manuale. Palla a pelo d’erba con passaggi veloci di prima negli spazi vuoti dove puntualmente arrivava una maglia rossa; calcio senza fronzoli , senza lezionismi.
Niente ruoli rigidi. Tutti attaccanti e tutti difensori Nappi e Raffaelli spesso si sono trasformati efficacemente in ali; Frosio è stato un propulsore inesauribile; Savoia non ha mai disdegnato lo sganciamento. E ogni qualvolta gli uomini delle retrovie avanzavano , c’era sempre un centrocampista o addirittura un attaccante che tornava indietro.  

 

 

Alla fine della prima parte della gara, il risultato di 1-0 ( rete di Scarpa) in favore dei padroni di casa era decisamente avaro. C’era stato, infatti un rigore sacrosanto negato ( mano di Reali in area al 9’ non rilevato dall’arbitro, che però era coperto) e c’era stato un intervento – monstre del bravo portiere avellinese Piccoli ( 13°, su incornata di Pellizzaro) a salvare una rete certa.
Poi, in inizio di ripresa, il Perugia ha avuto un leggero rallentamento di ritmo ed è venuto fuori con autorità e sicurezza l’Avellino che, dopo aver sfiorato il pareggio due volte ( sempre con Facco: al 6’ e al 10’).

 

 

Lo stopper avellinese è arrivato con leggero ritardo su due palloni che non chiedevano altro di essere sospinti in gol), c’è arrivato al 21’, autore lo stesso Facco, dopo che una bellissima testata di Ferrari ( servizio di Cappelletti) aveva carambolato sul paolo.
Per qualche minuto la sorte del Perugia è stata in bilico. Infatti, un minuto dopo il pareggio, l’arbitro Prati ha sorvolato su un altro fallo da rigore commesso stavolta da Savoia ai danni di Ferrari.

 

 

La…paura dei grifoni, però, è durata pochi minuti. Il pareggio e il non concesso rigor hanno messo di nuovo le ali ai piedi degli uomini di Castagner e da quel momento è stato tutto uno spettacolo esaltante. Altre due reti bellissime a legittimare una vittoria meritata, una serie di entusiasmanti e velocissime azioni offensive.
Artefice principale del successo perugino l’ala destra Scarpa. Tre reti, una più bella dell’altra.

 

 

La sua è stata veramente una grossissima partita. Il primo gol lo ha segnato al 27’ del primo tempo, rubando letteralmente il tempo ai difensori irpini su cross di Tinaglia e schiacciando imparabilmente la palla in gol di testa. Poi, nella ripresa, la doppietta: al 28’ e al 29’.
Grande destro al volo su servizio da calcio piazzato di Raffaelli al 28’ e altra botta vincente un minuto dopo, al termine di una esaltante cavalcata di Sollier.
L’elogio a Scarpa, comunque, niente deve togliere ai meriti dei suoi compagni di squadra.

 

 

I difensori perugini hanno assolto tutti quanti il duplice compito di interdittori e di costruttori del gioco come continuità e sicurezza.
Bellissimi e tempestivi i loro inserimenti in fase offensiva.
Picella, finché è rimasto in campo, ha fatto regia impeccabile; Tinaglia ha corso in lungo e in largo, illuminando la propria azione con servizi pennellati; Vannini ha fatto l’attaccante  e il difensore , smentendo in maniera clamorosa la diceria che lo definisce che lo definisce un interno lento e ormai sorpassato.

 

 

Un po’ sotto tono Pellizzaro, ma in una giornata di calcio esaltante come quella di oggi, non è affatto il caso di andare a spezzare in quattro il cappello della critica.
Al di là dei singoli valori, poi, il gioco do squadra. Quello offerto oggi ai suoi estasiati sostenitori dal Perugia è un calcio di chiaro inequivocabile stampo olandese.
Contro un Perugia così, chiaramente meritevole del primato in classifica, l’Avellino ha opposto una valida quanto inutile resistenza.

 

 

L’undici di Giammarinaro ha il merito di non essersi mai arreso. Ha sofferto molto nel primo tempo, spesso ha avuto la bava alla bocca , spesso si è salvato con affanno, né è valsa molto l’aver invertito le marcature affidate inizialmente ai due terzini e Lo Gozzo.
Non appena l’avversario , poi, glielo ha concesso ( fase iniziale della ripresa) ha tirato fuori le unghie e si è fatto vedere come una squadra di tutto rispetto. Un Piccoli in forma, un Reali attento e valido <<spazzatore>> , un Ripari felice in interdizione ed efficace in propulsione.

 

 

Altrettanto dicasi di Lo Gozzo. Buon , senza dubbio, la prestazione di Facco che, sulle piste di un Sollier dai cento polmoni, è stato sempre presente ai suoi doveri di difensore e pronto ad inserirsi in offensiva tanto da …mangiarsi due gol fatti, per poi segnarne uno.
Cappelletti ha fatto quanto ha potuto e con lui si sono spremuti i compagni di reparto Fava e Improta, ma contro  i centrocampisti perugini di oggi c’era ben poco da fare. Inprima linea, Ferrari ha avuto un paio di begli spunti ed il secondo ha propiziato il gol del momentaneo pareggio. Schillirò e Petrini hanno alternato buone cose a delle pause.

 

 

COMMENTI / Castagner:<< Sono rimasti piacevolmente sorpreso e soddisfatto per la prova di carattere del Perugia. Abbiamo attraversato un momento critico all’inizio del secondo tempo : la volontà dei <<grifoni>> , tuttavia,. Ha saputo riequilibrare le cose dandoci una bella vittoria. Degli ospiti evo dire che risultano estremamente pericolosi in fase di attacco. Un bel complesso, insomma, solido e veloce>>.
Giammarinaro:<< Sull’1-a 1 avremmo anche potuto vincere in quanto la mia squadra ha ingenuamente regalato un gol ; quello subito su punizione. Il nostro gioco, piuttosto scadente nel primo tempo, è notevolmente migliorato nella ripresa e ciò ha riscattato pienamente la squadra.

 

 

PRIMA APPENDICE FLASH STORY/ (  di Massimo Bortolomasi, Domenica 25 novembre 2012/ QUI …MODENA SPORT / LE INTERVISTE DEL CENTENARIO ( I ricordi dei grandi protagonisti in gialloblù)/ SCATTI BRUCIANTI E COLPI DI TESTA, LA LUNGA GAVETTA DI MARIO SCARPA :<< CON I RISPARMI DEL CALCIO HO APERTO UNA PASTICCERIA>>
Dal Veneto all’Emilia. Un viaggio lungo 63 presenze (10 reti) in Serie A e 96 presenze (17 reti) in Serie B. Ma anche una lunga gavetta in Serie C e D.
Mario Scarpa ( 64 anni) ha appeso le scarpe al chiodo  nel lontano 1982, l’anno dell’Italia Campione del Mondo.
Indossava la maglia del Modena; erano i tempi della C1. Un’ala destra con il vizio del gol.

 

 

D/ Come diventa un calciatore di serie A, chi è nato e cresciuto nella bassa ferrarese, lontano dalle grandi metropoli?
R/ Tanta e tanta passione , desiderio di farcela ed anche un poco di talento. Gli inizi non furono facili, poiché mia madre tormentata dal ricordo di un fratello perso in tenera età , mi ha sempre tenuto sotto la sua ala protettiva in modo quasi ossessivo. La nascita di una sorellina le fece allentare la presa e potei dedicarmi al calcio con maggior libertà, anche se dopo aver provato per la Spal, Bologna e Lazio, mi ritrovi a 18 anni a giocare in 2^ categoria nel Goro, non potendomi allontanare da casa.

 

 

D/ Finché un giorno…
R/ Durante un torneo estivo mi nota l’ex rossonero Gino Pivatelli, che convince la mamma a lasciarmi partire per Lugo. Lo Jesi mi acquista al termine della stagione successiva e l’allenatore Zagatti mi trasforma da ala tornante a punta d’attacco.

 

 

D/ Che tipo di bomber era Scarpa?
R/  Gran tiro, scatto bruciante, non un gran colpitore di testa, sufficientemente tosto per resistere nelle aree affollate e molto generoso. Sentivo le partite fin dal mattino della gara, avendo la percezione di come sarebbe andata sbagliandomi raramente, amavo sentire il calore e l’affetto del pubblico e se questo mancava ne risentivo nel rendimento.
Come figlio di un pescatore, sono cresciuto con un grande rispetto per il lavoro e il denaro, cercando di non montarmi la testa, anche quando i guadagni si sono fatti interessanti.

 

 

D/ Quindi se non fossi diventato calciatore professionista?
R/ Sono orgoglioso di dire, che avrei fatto il pescatore.

D/ A Montevarchi un altro incontro fondamentale per te…
R/ Il mister “lupo Balleri” mi vedeva e mi aiutò a crescere sotto ogni profilo e quando andò al Perugia , io fui il uso primo acquisto.

 

 

 

D/ Nella prima stagione tra i grifoni, c’è una doppietta di Scarpa molto importante…
R/ L’avversario di un disperato Perugia bisognoso di punti era il Parma. I crociati partirono a mille spingendo con veemenza, ma così facendo mi lasciarono a disposizione delle praterie, dove io per ben 2 volte trovai il modo di prendere in contropiede la loro difesa e realizzare una doppietta. Qualcuno poi con false testimonianze, cercò di insinuare che ci fosse stata combine tra le due squadre, ma in un confronto all’americana a Milano, la verità ebbe la meglio sulle menzogne, tirate in ballo da una nostra concorrente per la salvezza.

 

 

 

D/ Nel ‘75/’76 è serie A e Mario Scarpa bolla ben 6 volte…
R/  A dire il vero con le regole odierne oggi sarebbero 9, poiché a quel tempo le reti con deviazione del difensore toglievano al marcatore il gol, venendo notificate come autoreti.
Il mio primo gol in serie A lo realizzai in un 2-0 sul Como, mentre con particolare orgoglio ricordo un gol al Milan in Coppa Italia ed il gol del definitivo pareggio 2-2 contro l’Inter, in uno stadio Meazza talmente assordante che a malapena si percepivano i fischi del direttore di gara.

 

 

 

D/ A quei tempi lo scudetto era una corsa a due tra Torino e Juventus…
R/ Il Torino è stato sicuramente la squadra più forte che ho incontrato in tutta la carriera, mentre la Juve era la mia squadra del cuore.

D/  Rivera, Riva, Chinaglia…
R/ Rivera lo studiavamo per tutta la settimana, ma con le sue giocate riusciva a far saltare ogni meccanismo predisposto per limitarlo. Riva era atletico e maestoso, con il fiero e muscolare portamento, sembrava perfino più alto di quanto non fosse. Chinaglia era una forza della natura.

 

 

 

D/ Qualcuno però non era certamente un gentleman…
R/ Uno su tutti lo voglio citare ed è Rosato. Giocava con cattiveria, e per fare male, lo definirei un killer. Bettega era specialista nel promettere vendetta qualora il risultato non volgesse a favore della Juve, ma per tanti da dimenticare, uno da ricordare con ammirazione: Gaetano Scirea; pulito, corretto, leale. Un campione in tutto.

 

 

D/ Parlami di Renato Curi…
R/ Viveva il calcio, era stato acquistato dal Como come rincalzo ma divenne subito titolare.
Sapeva di avere il “cuore matto” ma non se ne dava peso, tanto amava il suo lavoro ed ogni stagione doveva passare diverse visite per avere l’idoneità; la domenica in cui morì giocavamo contro la Juve in casa, sotto la pioggia e su un terreno pesantissimo. A me toccò l’amaro compito di comunicare la sua morte al mister e ai compagni, infatti Castagner mi mandò nello spogliatoio, (io ero tredicesimo) per avere notizie sulla gravità dell’accaduto e, giunto in prossimità dell’infermeria, il nostro medico sociale visibilmente scosso, mi si fece incontro e con vice tremula mi disse che Renato era deceduto pochi minuti prima. Fu una tragedia dalla quale credo non ci risolleveremo mai.

 

 

D/ Vi era anche chi faceva politica…
 R/ Il nostro centravanti Paolo Sollier militante dell’estrema sinistra, divenne famoso a quei tempi per le sue manifeste idee comuniste. Salutava col pugno chiuso, sparava a zero sul sistema e non perdeva occasione per alimentare polemiche. Scrisse pure dei libri, tra i quali “Calci, sputi e colpi di testa” ed ebbe un certo successo.

 

 

 

 
D/ Mario Scarpa disse di no al Milan…
R/ Dopo la buona stagione di A, parecchie squadre si interessarono a me e tra queste il Milan e la Roma di Liedholm, che dopo aver analizzato il mio segno zodiacale, fece di tutto per portarmi nella capitale, ma Ramaccioni mi convinse a restare, dopo avermi sensibilmente ritoccato l’ingaggio.

 

 

D/ Il Modena del presidente Francesco Farina, nell’estate dell’81 vuole fare le cose in grande… 
R/ Mi prelevò dal Livorno, dove avevo giocato nell’ultima stagione, potevo riavvicinarmi a casa e giocare in una squadra che il presidente stava allestendo senza risparmi. Era una compagine zeppa di ottimi giocatori: Bombardi, Codogno, Cresci, Tormen, Agostinelli, Rabitti, Vernacchia… e accettati con entusiasmo.

 

 

D/ Al timone Bruno Giorgi…
R/ Serio, metodico, professionista esemplare , gestì la squadra in modo perfetto e forse l’unico appunto ch egli si può muovere, è il fatto di avere sempre impostato la squadra all’insegna del “primo non prendere gol” ; un pizzico di spregiudicatezza in più…

 


 

D/ Il presidente era più giovane di molti di voi...
R/ Persona che stimo sinceramente; mise tanto sé stesso in quella squadra e benché fosse ancora un ragazzo, mostrò a più riprese di saperci fare, probabilmente Francesco Farina fu quello di tutta la società che avrebbe maggiormente meritato la promozione del Modena in B.

 

 

D/ La squadra sembrava una corazzata?
R/ Fino alla trasferta di Empoli restammo imbattuti, in amichevole mettemmo ko pure la Polonia di Boniek, c’era entusiasmo ed il pubblico benché sempre molto critico nei confronti della squadra, ci seguiva con curiosità. Il torneo era molto equilibrato , Atalanta, Monza, Parma, Vicenza, Padova erano altrettanto forti, ma quando arrivammo allo scontro di Bergamo, decisivo per la promozione, nonostante fossimo passati in vantaggio con un mio gol su punizione, comprendemmo che l’Atalanta aveva dei santi in paradiso.

 

 

 
D/ Il Modena rivoluziona quindi la squadra…
R/ La voglia di rivincita portò ad un rinnovamento radicale, via tutti i senatori compreso Scarpa e mister nuovo. In quell’estate il mio compaesano Corelli, allenatore dl Barletta, mi propose insistentemente il trasferimento in Puglia, ma di allontanarmi nuovamente da casa non ne avevo nessuna voglia, così accettai la panchina dell’Adriese lasciando definitivamente il calcio.
In seguito Francesco Farina cercò più di una volta di portarmi ad allenare nel settore giovanile del Modena, ma ormai avevo preso la decisione di rimanere vicino a casa e a malincuore rifiutai.

 

 

D/ Mario Scarpa oggi…
R/ Fortunatamente i risparmi di calciatore mi hanno permesso di affrontare il dopo calcio con sufficiente tranquillità, infatti gestisco un grande bar pasticceria a Goro mio paese natale, in famiglia con le mie figlie.

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover Mario Scarpa goleador al bacio ... Made in Perugia.
Poi nella prima parte della fotogallery vi proponiamo in sequenza tutte le squadra , che partendo dal Montevarchi in apertura e con l'esplosione a Perugia , poi Parma , Livorno e Modena hanno caratterizzato la Grande Storia di Mario Scarpa e che raccontiamo in questa ..Scarpa d'Goro Seconda parte Story.

 

 

 

Così partiamo da Mario Scarpa player protagonista nel team biancorosso del Montevarchi con sfondo Lebole, mentre per quanto riguarda il lungo periodo di Mario Scarpa nel Perugia vi segnaliamo innanzitutto un poker team, partendo dal Perugia 1973/74 con didascalia incorporata più due foto team in bianconero, quindi le tre immagini in movimento tra campo e terzo tempo ( gol vs Arezzo, gol vs Torino e terzo tempo con la squadra dello stesso Torino) ed infine in versione panoramica due foto poster del Perugia sempre allenato da Ilario Castagner.
Ma per la cronaca e per la storia, giusto per sottolineare l’importante evoluzione dell’habitat speciale della Città dei Baci, con Mario Scarpa tra i ‘grifoni’ dal 1973/74 fino al 1978/79, vi snoccioliamo in sequenza tutte le seguenti formazioni riportate in partenza di anno in anno nel mitico Album Figurine Panini, prima del passaggio al Parma , dove Mario Scarpa sarà vice capocannoniere in Serie C1 alle spalle del polesano Sante Crepaldi bomber del Piacenza.

 

 

 

 

PERUGIA 1973/74 in Serie B di pres. Dino Fanini, mr Costanzo Balleri con questa rosa giocatori : PORTIERI: Grosso e Corti; poi Baiardo, Vanara, Zana, Parola, MARIO SCARPA, Urban, Lombardi, Tinaglia, Petraz, Picella, capitan Riccardo Innocenti, Vitulano.
PERUGIA  Serie B 1974/75 del neo pres. Franco D’Attoma, con nel DS Silvano Ramaccioni e mr Ilario Castagner e sempre segretario Sandro Caporali: PORTIERI Roberto Marconcini e Paolo Ricci; poi nella Top 11 Paolo Ricci, Michele Nappi, Giancarlo Raffaeli, Paolo Petraz, Pierluigi Frosio, capitan Giuseppe Picella; Franco Vannini, MARIO SCARPA, Maurizio Marchei, Renato Curi, Paolo Solier.

 

 

 

PERUGIA 1975/76 IN SERIE A sempre con pres D’Attoma e stesso staff tecnico con Ds Ramaccioni e mr Castagner: PORTIERE Marconcini, poi Nappi, Raffaeli, capitan Pierluigi Frosio, Berni, Amenta, Curi, Vannini, MARIO SCARPA, Novellino, Pellizzaro; quindi nella rosa il portiere Malizia, poi Baiardo, Lanzi, Agroppi, Solier e a completamento dei quadri Pinti, Picella, Marchei e Ciccotelli.
Tra l’altro di questa annata vi proponiamo altresì in flash datato  15 febbraio 1976, il gol segnato da Mario Scarpa nel match vinto dal Perugia per 2-1 sul Torino.
PERUGIA 1976/77 IN SERIE A con lo stesso organigramma societario e con la seguente ‘rosa’ by Figurine Panini : PORTIERE Roberto Marconcini, Michele Nappi, Antonio Ceccarini, cap. Pierluigi Frosio, Comunardo Niccolai, Aldo Agroppi, Renato Curi, Franco Vannini, MARIO SCARPA, Walter Novellino, Giordano Cinquetti, quindi nella rosa il portiere Nello Malizia, Fabrizio Berni, Mauro Amenta, Livio Pin, Roberto Ciccotelli.

 

 

 

PERUGIA 1977/78 IN SERIE A con lo stesso organigramma societario e con la seguente ‘rosa’ by Figurine Panini : PORTIERE Grassi, poi  Nappi, Ceccarini, Frosio, Zecchini, il polesano PAOLO DAL FIUME , Amenta, Vannini, Bagni, Novellino, Speggiorin; quindi nella rosa il portiere Malizia, Matteoni, Ealter Sabatini, Dall’Oro, Biondi, MARIO SCARPA
Sempre per la cronaca e per la storia, ricordiamo che nel Parma post Perugia, con Mario Scarpa fu protagonista Carlo Ancelotti, allora giovane promessa del calcio italiano e poi ‘Campione’ da giocatore e da mister con i best team del Calcio Europeo ( dal Milan alla Juve e poi in Spagna e Germania oltre che plurivincitore in Coppa dei Campioni.
in Champions.
A completamento della nostra fotogallery segnaliamo infine le 3 immagini in bianconero del Livorno 1980/81 mentre per il Modena 81/81 ecco dapprima la simpatica foto poster in bianconero e poi tutta la rosa dei 'canarini' del Modena in quella stagione allenato da mister Giorgi e sponsorizzata 'Ariana'.

Per tutto il resto …chi non conosce in flash i tanti volti noti del Calcio Prof, compagni o avversari di Mario Scarpa ‘Campione & Signori’ coi baffi , dal rosso romanista Chierico al portiere Pagliuca ( anche in Nazionale)  in last flash ‘revival’ nel Terzo Millennio con Mario Scarpa in versione ‘relax con Vecchie Glorie & friends’.
Ma dulcis in fundo , voglio proporvi quanto scritto pochi giorni fa  pochi giorni fa ( precisamente venerdì 14 luglio 2017 sul Corriere dello Sport – Stadio che ha dedicato ben 2 pagine ‘Memories’ al famoso Perugia 1978 /79 titolando “Come una squadra di provincia riuscì a diventare la prima a chiudere imbattuta il campionato di Serie A” .
Col significativo Flash “Un’Impresa firmata D’Attoma”: << Il Perugia dei miracoli nasce nel 1974 all’interno di una città in pieno sviluppo economico. Gli imprenditori locli si associarono e riversarono le loro attenzioni sul calcio. Tra questi Franco D’Attoma che diventò presidente della società. Ma, siccome di pallone ci capiva il giusto, si affidò a Silvano Ramaccioni, 35 anni , già direttore sportivo del Cesena in Serie A, e a Ilario Castagner. Furono loro a costruire la squadra che, dopo un girone di ritorno super, volò per la prima volt in Serie A.

Nella rosa c’era il talentuoso Walter Novellino. Il pugno chiuso del comunista Paolo Solier. I folti capelli del futuro dirigente Walter Sabatini. I baffi di Marconcini, Amenta, Raffaeli, SCARPA e Baiardo. E il cuore di Renato Curi che morì con la maglia del Perugia addosso il 30 ottobre 1977. A lui è intitolato lo stadio di Pian di Massiano che fu costruito nel 1975 proprio dopo la promozione in Serie A.>>.
Anche per questo MARIO SCARPA D’GORO ( eccolo nella Mappa sul Delta del Po) è il Personaggio ‘sempre presente’ nella storia dell’escalation del Perugia targato D’Attoma, Ramaccioni, Castagner, appunto dal 1973/74 al quasi scudetto in Serie A, e anche oltre …visto che potrei farvi vedere uno speciale telegramma scritto in tandem da Ramaccioni & Castagner e spedito al ‘loro’ Mario Scarpa poi protagonista winner col Parma insieme ad Ancelotti ( anche per questo eccoli gli amici Carlo & Mario in kit coi baffi e in foto revival in casa Milan) .

Così come, sempre per la storia ‘un telegramma’ allunga la vita, beh potrei farvi vedere anche un telegramma spedito da Cesare Maldini mr del Parma , perché …alla fine ha dovuto ricredersi ed esplodere di gioia a fine match perché Mario Scarpa d’Goro era stato decisivo (vedi last flash) nello spareggio –promozione a Vicenza vs la Triestina.

 

 

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it