OLIMPICI by SS made Panathlon RO/ Jean-Pierre De Vincenzi da Melara ( di cui è cittadino onorario) alla Francia come DT Nazionale di basket, argento Sydney 2000/ Poi DTN ( Direttore Tecnico delle Nazionali ) e JPV oltre Rio 2016…


Nominato “Cittadino onorario” di Melara  da parte del sindaco Losi ma insignito ‘Chevalier de la Legion d’Honneur’ in Franca da parte del presidente Chirac.
Questo è Jean-Pierre De Vincenzi, e che vi proponiamo perché da DT della Nazionale di basket ha portato la Francia alla medaglia d’argento alle Olimpiadi di Sydney 2000,  meritandosi la sopracitata onorificenza francese, prima di essere nominato Direttore Tecnico di tutte le Nazionale e rivestire il ruolo di JPV come supervisore anche della prima squadra fin oltre le Olimpiadi di Rio 2016.
Insomma, JP De Vincenzi , come personaggio OLIMPICO l’abbiamo già raccontato nel primo libro story del Panathlon Rovigo ( nel 2009), ma visto il suo ulteriore lungo impegno sportivo ai massimi livelli della Federazione Francese della Pallacanestro fin oltre le Olimpiadi di Rio 2016, abbiamo dovuto ‘aggiornarlo’ per proporvelo adesso qui su www.polesinesport.it , targato Panathlon Rovigo libro story 2019.
Giusto nella ricorrenza per i 60 anni d vita del Club Service del presidente Gianpaolo Milan e del suo vice Raffaello Salvan, cha oltretutto ha citato la parte statistica e storica del Club , citando altresì tutte le tematiche di ogni conviviale e tutti i relativi relatori/ospiti illustri.
E così dopo avervi raccontate le storie di tutti i Presidenti del Panathlon RO fino all’attuale Gianpaolo Milan e avervi già raccontato tutti gli “Azzurri & Campioni”  ( speciali Maci Battaglini ed Enzo Correggioli raccontati da Ivan Malfatto) , e giusto in sequenza le storie degli ‘Olimpici’ Alessia Maurelli ( written by Ivan Malfatto, nominato poi componente della giuria del premio “Bancarella” ) , Marta Menegatti, Simona Gioli e Vigor Bovolenta, adesso onoriamo Jean-Pierre De Vincenzi “Campione & Signore “ del basket con la Francia , ma cittadino onorario di Melara, da dove è partito emigrante suo padre.
Segnalandovi che per la cronaca e per la storia nella prossime puntate , sempre su questa rubrica Memoria & Futuro, vi racconteremo , altrettanto aggiornate, le storie di Christian Giantomassi-pugilato (Atlanta 1996), Giovanna Pasello – tiro a volo ( Atlanta ’96, Sidney 2000) , Antonio Ricchieri – calcio ( Seul ’88 e Barcellona ’92), Laura Foralosso – nuoto ( Mosca 1980), Renzo Bulgarello –canottaggio ( Monaco 1972) , Benito Pigato – ciclismo ( Mexico 1968), e infine Tullio Biscuola – maratona ( Parigi 1924).
Il tutto rimandandovi n calce alla tradizionale “Extratime” per ulteriori commenti e didascalie agganciate alla fotogallery che vi proponiamo in modo completo, per onorare JP De Vincenzi in the world.

 

 

 

OTTAVO PERSONAGGIO  “OLIMPICO” PRO PANATHON RO ( by Sergio Sottovia) / JEAN PIERRE DE VINCENZI  DA MELARA A COACHE DELLA FRANCIA – BASKET MEDAGLIA DI BRONZO A SYDNEY 2000 E…????
C’era un PO …di Polesine , sul podio alle Olimpiadi di Sidney 2000 quando il CT Jean-Pierre De Vincenzi ha condotto la Francia basket alla medaglia d’argento.
Questione di orgoglio melarese, perché il CT dei ‘galletti’ è …di Melara.
Anche per questo , quando stavo scrivendo la mia prima panoramica sugli OLIMPIONICI POLESANI, me l’aveva già segnalato Raffaele Ridolfi, cultore di ricerca storica anche genealogica , uno che ha seguito corsi d’archivista, paleografia e diplomatica e autore di una preziosa serie di pubblicazioni tra cui il Libro “Non solo calcio – memorie sportive melaresi “.
Insomma, Jean Pierre De Vincenzi è figlio i melaresi emigrati in Francia. Da lì la orgogliosa sponsorizzazione by Ridolfi , che ha sviluppato peraltro il suo effetto alone quando si è allargata alla segnalazione riferita alla particolare partecipazione della melarese Parente Fireworks alle Olimpiadi e paralimpiadi invernali di Torino 2006.

 

 

 

Insomma Jean-Pierre De Vincenzi è diventato una ‘matrioska’ melarese in questo mio ‘villaggio olimpico’ anche per il fatto che un altro melarese raccontato da Ridolfi , cioè il pugile Walter Guernieri, aveva sfiorato la partecipazione diretta alle Olimpiadi di Tokyo 1964.
Come mi ha confidato direttamente lo stesso Walter Guernieri , con questo flash back:” Ci speravo tanto di andare a Tokyo, ma nella finale delle qualificazioni ho incontrato Silvano Bertini. E devo dire che, al di là dei miei problemi alla mandibola, lui Bertini era più forte tant’è che alle Olimpiadi conquistò meritatamente la medaglia di bronzo”.
Un personaggio Walter Guernieri , nato a Melara 13.07.1941, che ha combattuto 92 volte da dilettante e 88 da professionista, per un curriculum che lo vedrà vincente 142 volte, di cui 79 da dilettante e 63 da professionista.
Per una carriera che da prof è iniziata a marzo del 1965 e si è conclusa il 14 dicembre 1978. Con l’orgoglio di tanti incontri anche internazionali , ma anche col rammarico di aver perso entrambe  le sfide per il titolo italiano contro Castellini ( a Cefalù, nel 1974 ) e vs Lassandro ( a Pesaro nel 1977)
Doveroso questo ‘cammeo’ a Guernieri dentro la De Vincenzi – Story anche perché il ‘francese’ nel nostro Villaggio Olimpico , grazie a Ridolfi, è diventato la nostra ‘icona melarese’, una specie di ‘uno e trino’.

 

 

 

Tutto da raccontare, anche perché la storia di Jean-Pierre rappresenta il nostro prototipo di emigrante polesano e veneto che ha dovuto cercare fortuna all’estero, lui in Francia come tanti hanno fatto in Canada o in Sudamerica o in Australia.
Un prototipo De Vincenzi che là in Australia da CT della Francia ha raggiunto l’apice della sua carriera, appunto alle Olimpiadi di Sidney 2000.

In quello stesso Queensland dove, già nel giugno 1965 ( a Chatswood) un altro emigrante polesano, Luciano Sottovia da Crespino, aveva realizzato quel ‘Perfect Game 300’ nel tenpin bowling, cioè il massimo dei massimi a livello mondiale.
Storie di emigranti e di oriundi, come quelle di alcuni noti calciatori figli di italiani , in primis José Altafini e Thiago Motta, polesani per sempre ‘nel nome del padre’.

Anche per questo ci piace raccontare questa storia melarese, che per quanto riguarda Jean–Pierre De Vincenzi parte da lontano, praticamente da quando suo padre Sante, nato appunto a Melara nel 1909 , ha deciso di lasciare il Polesine e l’Italia nel 1926 per andare emigrante in Francia.
Sarà là infatti che Sante De Vincenzi inizia la sua attività fino ad avere successo fondando una impresa agricola di prim’ordine, con le famose prugne secche d’Agen esportate in tutto il mondo.

 

 

 

E sarà là in Francia che Sante De Vincenzi metterà su famiglia sposando la sua Amalia De Cecchi di origini padovane. E dove a Marmande, nell’arrondissement Lot et Garonne,  nasceranno i loro figli, prima Daniel nel 1943 e poi Jean-Pierre il 27 marzo 1957.
Appunto il nostro coach ‘argentato’ nella terra dei canguri, che dal punto di vista sportivo ha avuto il suo battesimo nel rugby, la disciplina che in Francia ha grande seguito. Poi però per Jean-Pierre è la sua altezza a decidere. E’ alto 1, 95 e allora a 16 anni debutta col basket nel Tonneins.
Ormai J.P. De Vincenzi ha preso quel treno che lo porterà davvero in capo al mondo. E di cui vi racconto il seguito, quasi in viva voce secondo il ‘vangelo’ dell’amico Raffaele.

E cioè che Jean-Pierre De Vincenzi nel 1976 è semifinalista di coppa di Francia per la categoria juniores, meritandosi anche un posto da titolare in prima squadra nella Nazionale 4. Questo però non frena la voglia di studiare di Jean-Pierre, tant’è che diviene professore di educazione fisica a Pau e Bordeaux e poi, assolto il servizio militare, a Fontainebleau guadagnandosi i galloni di capitano della nazionale relativa.

 

 

 

 

Quando inizia anche il  suo work in progress da allenatore prendendo il brevetto di secondo grado.
Certo De Vincenzi impingua il suo curriculum di giocatore maturando esperienza con la Nazionale 4 ( a Temple sul Lot) e col Beaupuy, ma Jean-Pierre ha ormai deciso: sarà allenatore tout court perché quella è la sua strada maestra.

Così la storia racconta la sua escalation,  base di lancio la società Limousin. Qui infatti nel 1982 è responsabile CTR, dove allena le ragazze nell’82-83 e dove da 1983 al 1985 allena gli junior. Un’escalation professionale quella di Jean-Pierre che trova speciali supporti tecnici quando nel 1985 lui prende il brevetto di terzo grado ed anche il diploma INSEP come ‘Tecnico Superiore dello Sport’.
E cominciano ad arrivare i primi ‘effetti speciali’ anche come allenatore sul campo. Infatti De Vincenzi nel 1986 guida gli Espoirs e nel 1989 la squadra Junior maschile che maturerà con Jean-Pierre fino a conquistare nel 1992 il titolo europeo a Budapest.
Ormai Jean-Pierre  trova sempre più spazio e considerazione nella ‘casa’ della Federazione Francese, che lo chiama a collaborare con la ‘Equipe de France A’ mentre lui ottiene la ‘DESSE de Droit ed d’Economie du Sport’ a Limoges, e poi nel 1993 gli viene assegnato la responsabilità tecnica delle squadre francesi di basket, compresa la maschile A.

 

 

 

Però è dal settembre del 1995 che De Vincenzi raggiunge il top. Infatti da neo allenatore della Nazionale ottiene subito la qualificazione agli Europei ‘97.
Frutto di ben 10 vittorie, il che lo porta ad essere, da gennaio 1997, nuovo Direttore Tecnico della Nazionale. Un ruolo che in Francia è un concentrato di responsabilità tecniche e gestionali da general manager. Un ruolo che De Vincenzi onora portando peraltro, nel luglio 1997,  la Nazionale di Francia alla qualificazione alle Olimpiadi di Sydney, grazie al quarto posto dietro Italia, Spagna e Jugoslavia.
Ma che prospettive poteva avere la Francia in terra d’Australia? Interpellato alla vigilia, De Vincenzi parlava della sua Francia come di una squadra che ‘poteva arrivare tra le prime sei’.
Poi la cronaca e la  storia raccontano che la Francia di Jean-Pierre fece miracoli a Sydney arrivando fino a giocarsi la finale contro la favolosa squadra statunitense.

 

 

 

Ma non è stata una partita a senso unico, anzi a pochi minuti dal termine gli USA erano avanti di soli 8 punti. Perciò furono brividi a ‘stelle e strisce’ , finché comunque gli USA vinsero 85-75, lasciando alla Francia l’onore delle armi e una prestigiosa e storica medaglia d’argento.
Merito del gioco e del sincronismo di una Francia che contro gli USA schierò Sciarra, Risacher, Gadou, Julian, Palmer, Rigaudeau, Bilba, Bonato, Dioumassi, Foirest, Sonko e Weis. Una specie di certificato di qualità per l’ottimo lavoro svolto dal coach De Vincenzi.
Un exploit che meritava un seguito, ma Jean-Pierre l’aveva già detto: mi fermo dopo le Olimpiadi.
Però per la Francia l’esperienza di De Vincenzi era un patrimonio da non perdere. E così se il suo assistente Alain Wiesz diventa il nuovo allenatore dei Blues, lui Jean-Pierre diventa il ‘responsabile’ di tutte le altre squadre francesi, da seguire in modo speciale, anche perché la Federazione ha investito molto a Temple sur Lot, facendo diventare quel centro una specie di ‘Coverciano della pallacanestro’.

 


 

 

Una evoluzione programmatica stimolata da quella medaglia d’argento a Sydney, per una Francia che nel basket non andava a podio fin dal 1948!
Un orgoglio anche per il nostro De Vincenzi, tra l’altro decorato dal presidente Jacques Chirac come ‘ Chevalier de la Legion d’Honneur’ e premiato da parte della Federazione francese con la prestigiosa medaglia ‘Robert Busnel’ , una specie di oscar della pallacanestro.
Insomma le Olimpiadi di Sydney sono diventate per la Francia la chiave di volta per investire sia risorse tecniche che organizzative, affidate praticamente alla supervisione di Jean Pierre De Vincenzi,
Una specie di ‘professore’ della università del  basket francese, non soltanto perché ‘scrive e insegna’ basket anche attraverso riviste e libri pubblicati. Ma perché la sua ‘supervisione tecnica’ servirà in quel ruolo alla Francia del basket e agli allenatori che nel Terzo Millennio avranno cura della nazionale. Vale  a dire Weisz fino al 2003, quindi Claude Bergeaud  allenatore per il quadriennio 2003-07, poi Michel Gomez nel 2008 e infine Vincent Collet che ha guadagnato l’accesso agli Europei  a spese della Italia del CT Recalcati.
Ma se questo è il ‘quantum’ riferito al Jean-Pierre ‘francese’, va anche detto che i legami dell’intera famiglia De Vincenzi col suo paese d’origine non si è mai interrotto. Tant’è che in alcune occasioni i fratelli Daniel e Jean-Pierre , accompagnati dal cugino Paolo Gardin, hanno fatto ‘un salto’ dai loro parenti a Melara,

 

 

 

Un sentimento che Jean-Pierre alimenta anche in ambito familiare, da sua moglie Sylvie  ai suoi due figli Audrey ( classe 1993) e Gaelle (nata nel 1995).
Un legame di cui Melara si sente orgogliosa, e che ha avuto peraltro la sua ufficializzazione speciale a maggio 2007, quando il sindaco Francesco Losi ha conferito al ‘suo’ Jean-Pierre, figlio di Sante De Vincenzi, la cittadinanza onoraria assieme a Daniel suo fratello.
In una cerimonia speciale a Melara, anche per la presentazione del sopracitato libro scritto proprio dal nostro ‘cicerone’ Ridolfi.
Una persona , Jean-Pierre De Vincenzi, che nella sua lunga basket-story come DTN ( Direttore Tecnico delle Nazionali ) ha dovuto fare i conti con la ‘grandeur francese’ e con la realtà dei risultati, bravo peraltro a tenere dritto quel ‘timone’ progettuale che fa capo a lui fin dal suo incarico post-olimpico. Tant’è che Jean-Pierre é sempre rimasto il principale interlocutore del  basket sotto l’egida del presidente Yvan Manini, anche quando la ‘traballante Francia’ , allenata da Michel Gomez, rischiava di uscire dalle qualificazioni agli Europei 2009 .
Giorni grigi ai quali bisognava ‘provvedere’ . Colpa del coach? Colpa della squadra? Chiamato in causa sul sito www.20minutes.fr il nostro Jean-Pierre nel settembre 2008 , dopo la sconfitta contro la Turchia  (78-80 a Limoges), faceva questa disamina tecnica:”  L’équipe de France a de grosses carences qui ne datent pas d’hier. Je pense à l’adresse au tir, au secteur intérieur complètement défaillant, au jeu rapide...”

 

 

 

Ma se queste erano le cause della …diagnosi, quali sono state le soluzioni e la terapia?
Eccole indicate nella ‘guida Jean-Pierre’: “ Vendredi, le jour avant le dernier match perdu face à la Turquie, nous avions déjà décidé de mettre tous les acteurs du basket français autour d’une table. J’aurais préféré l’annoncer après une victoire et une qualification, mais bon… Nous allons discuter de plusieurs choses”.
Già, discorsi apparentemente teorici che però palesavano una ‘sterzata di rotta’ da parte del DTN Jean-Pierre non solo perché pochi giorni dopo i giornali francesi titolavano :“ Gomez a terminé sa mission” .
Durante il ‘toto-coach’ il prestigioso quotidiano ‘L'Equipe’ evocò questi 6 candidati per il posto di selezionatore: Michel Gomez, Jean-Luc Monschau, Ettore Messina, Gregor Beugnot, Jacques Monclar et Eric Girard.
Ma non avevamo detto che non era solo questione di coach? E allora dall’alto della sua ‘responsabilità’ Jean-Pierre  il silver-man di Sydney 2000 ha presentato un programma ambizioso, che la Federazione basket del presidente Mainini ha condiviso nominando nuovo coach Vincent Collet, un nome fuori dai papabili ma affidabile per un nuovo programma pluriennale.
Insomma, se qualcuno aveva chiesto le dimissioni sia del presidente Mainini che di Jean-Pierre DTN, beh ha dovuto prendere atto che il nostro De Vincenzi contava ancora molto.

 

 

 

Questione di strategie e di indirizzi. Sta di fatto che la Francia ‘ideata’ dal nostro Jean Pierre è risorta e ad agosto 2009 i Blues di coach Collet e con la regia di Tony Parker ( 23 punti) trova il pass per gli Europei di settembre in Polonia eliminando 81-61 proprio l’Italia di Recalcati.
Insomma, un elisir di lunga vita, per lui il ruolo di DTN . Per questo il francese di origini melaresi Jean-Pierre De Vincenzi , baipassando i Campionati del Mondo 2011, è restato in carica a lungo godendo la fiducia della Federazione e il ruolo di JPV anche dopo le Olimpiadi di Rjo 2016 (À l’issue de son mandat de quatre années, en mars 2017, Jean Pierre de Vincenzi est nommé Inspecteur général de la Jeunesse et des Sports ).
Come dimostrano le ‘ampie e documentate’ spiegazioni dello stesso De Vincenzi pubblicate sia sul sito INSEP nel 2016 che in quella pubblicata by www.lequipe.fr in data 31 ottobre 2018, in risposta ad una accusa del «Canard Enchaîné» sulla gestione a Rjo 2016 del basket francese.
Praticamente Jean-Pierre De Vincenzi, col suo basket francese, ha fatto come Magellano, cioè la circumnavigazione del globo passando dall’Australia all’Inghilterra e oltre Rio de Janeiro, in viaggio overland Olimpiadi ma sempre da cittadino onorario melarese.

EXTRATIME by SS/ In cover Jean-Piere De Vincenzi col suo …inseparabile pallone da basket , col quale da DT della Francia ha conquistato la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Sydney 2000.

Quindi in apertura di fotogallery JP De Vincenzi in trio al centro della scena in Municipio con sfondo il gonfalone del Comune di Melara.
Questo nel giorno in cui è stato nominato ‘cittadino onorario’ insieme a suo fratello Daniel  ed i cui vi proponiamo in sequenza alcune immagini di quella giornata speciale, con JP De Vincenzi & family, assieme ai coniugi Gadin,  ricevuto dal sindaco Losi con tanto di fascia tricolore  e assistito dallo storico melarese Raffaele Ridolfi.

Lui , JP De Vincenzi, che vi proponiamo in tre flash by basket anche mentre nel time out a Sydney 2000 catechizza i suoi giocatori, e poi intervistato e ‘direttore’ sul campo mentre dà indicazioni dalla panchina.

A seguire alcune immagini da Melara, relative alla presentazione del libro di Raffaele Ridolfi, che vediamo subito primno da sx con Gardin, JP DE Vincenzi, Maurizio Romanato, sindaco Losi.
Gli stessi protagonisti che vi riproponiamo dal tavolo dei relatori anche in modo disaggregato, mentre come passaggio da Melara a … Francia basket vi proponiamo in kit Raffele Ridolfi in tandem col sottoscritto Sergio Sottovia ( vedi libro story su Amos Bernini  tra le mani) e col trio tecnico francese Yvan Mainini, JP De Vincenzi, Claude Bergeaud.

Fermo restando che JP De Vncenzi ha origini italiane e perciò… rieccolo nel giorno in cui è stato nominato ‘cittadino onorario’ a Melara, come da flash finale in versione poster con tutti i protagonisti di giornata.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it