Polesine & Alluvione 1951/ Ecco radiomessaggio di Giuseppe Brusasca ‘giusto tra le nazioni’: spiega tragedia e rinascita (Pasqua 1952) grazie alla Gente del PO, Istituzioni & Solidarietà come Bosaro-San Luca e Contarina-San Giusto…


Dopo avervi raccontato come e perché le condizioni meteorologiche nel Nord Italia e soprattutto nella Pianura Padana abbiamo determinato quella immane tragedia a tutti nota come la “Alluvione del Polesine 1951”, adesso proponiamo come e perché è avvenuto quella ‘pronta rinascita’ che , soltanto cinque mesi dopo, cioè a Pasqua 1952, il sottosegretario ad acta , l’avvocato Giuseppe Brusasca ha voluto spiegare con un radiomessaggio a tutti gli italiani.
Tutto questo , con riferimento al fatto che lo stesso Brusasca è giunto a Rovigo il 20 dicembre 1951, rimanendovi ininterrottamente fino alla primavera successiva. Realizzando in meno di 6 mesi quanto i tecnici di tutto il mondo avevano preventivato dovesse avvenire in non meno di due anni.
Peraltro ritornò più volte nei mesi successivi per controllare di persona l’andamento delle opere di ricostruzione, rappresentando anche a Roma un punto di riferimento per tutti gli amministratori polesani.
Giova altresì ricordare che Brusasca , per i suoi ‘meriti’ durante la Alluvione , ha ricevuto poi dalla Città di Adria, in data 20 gennaio 1957, la speciale Cittadinanza Onoraria.
Peraltro una persona speciale già in precedenza, Giuseppe Brusasca, tant’è che successivamente, per il suo speciale comportamento a favore degli ebrei vessati dal nazifascismo, è stato riconosciuto da Israele nel 1969 tra i ‘giusti delle nazioni’ , avendo durante la Resistenza salvato tre famiglie aiutandole a nascondersi e ad espatriare in Svizzera.
Anche per questo vi proponiamo in calce come Appendice Flash la speciale Giuseppe Brusasca Story ( Biografia e Sottosegretariato) a conferma che la pubblicazione del suo radiomessaggio datato Pasqua 1952 rappresenta una ‘verità storica come dimostrazione del ‘valore’ della Gente del PO e della Solidarietà ‘organizzata’, sia quella prevista Istituzionale che quella volontaria, per la ‘ricostruzione’ di un Polesine salvato da tanta generosità.

 


E allora vale la pena di ricordare che nel suo radiomessaggio Brusasca, proprio perché presente in Polesine come peraltro i suoi ‘superiori’ Einaudi ( presidente della Repubblica ) e De Gasperi ( presidente del Consiglio) , spiega in modo ampio ed esaustivo tutti i passaggi della ‘rinascita’ , rendendo onore alla Gente e ai tanti ‘soccorritori’ , documentando e certificando coi ‘dati’ sia la immane tragedia che la straordinaria solidarietà umana.
Per una Alluvione che, causa la ‘rotta’ degli argini tra Canaro e Occhiobello,  ha invaso tutto il territorio polesano circostante, da Polesella, Fiesso, Frassinelle e paesi limitrofi fino al Canalbianco che ha fatto da ‘parapetto’ alle acque verso Rovigo, ma che poi hanno invaso il territorio sia verso Adria e Cavarzere che vero i paesi del Bassopolesine.
Tant’è che citando alcuni importanti ‘interventi ‘ di solidarietà, proprio Brusasca ne suo radiomessaggio ha spiegato come e grazie a CHI  è nato Borgo San Luca a Bosaro, ma anche Borgo San Giusto tra Donada e Contarini ( i due Comuni dai quali, per effetto di fusione nel 1996, è nato il nuovo Comune di Porto Viro).
Praticamente un focus particolare, questo del radiomessaggio del Sottosegretario Giuseppe Brusasca, che abbiamo voluto proporvi in prologo a tutti i racconti degli ‘studenti’ della Università Popolare Polesana, perché prevalentemente caratterizzati dalle tragedie vissute in ambito familiare o della Comunità di riferimento, ma che con questa ambientazione più completa a ‘tutto Polesine’, ci permettono una adeguata analisi e valutazione/considerazione comparata.
Anche per capire quanto sia stata importante la ‘sinergia’ tra Pubblico e Privato, per una pronta rinascita che in altre parte di Italia non si è potuta sempre verificare in tempi così brevi.
Almeno per quanto riguarda l’aspetto geografico del territorio, mentre tutti sappiamo quanto le partenze dei Polesani verso il triangolo industriale Milano-Torino-Genova abbiano ridimensionato il Polesine dal punto di vista socio-economico.

 

MAIN NEWS ( LA TRAGEDIA DELLA ALLUVIONE DEL 1951 E LA “RICOSTRUZIONE”  DEL POLESINE “SPIEGATA” NEL RADIOMESSAGGIO DI S.E. IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO – AVVOCATO GIUSEPPE BRUSASCA ( 12 Aprile 1952) /
<< A cinque mesi appena dalla tragica sera del 14 novembre dello scorso anno, nella quale ebbe inizio il suo durissimo calvario, il Polesine può presentare, in questa nuova Pasqua al popolo italiano ed al mondo che lo ha soccorso, le opere decisive della sua rapida risurrezione.
Le immense rovine causate dalle tre grandi rotte del Po parevano, agli inizi, sotto molti aspetti irrimediabili, sotto altri di lunghissima durata.
I miliari di metri cubi d acqua che avevano sconvolto quella regione e che continuavano a riversarsi nelle campagne dalle falle del fiume minacciando la creazione di nuovi alvei, le 200.000 persone in fuga con il bestiame e le masserizie che avevano potuto salvare, i ponti, le ferrovie e le strade, travolti, le moltissime case crollate e le migliaia di sventrate; i delicati impianti di una elle più coraggiose opere di bonifica del nostro Paese completamente sommersi, le centinaia di pozzi metaniferi, i primi scavati in Italia, invasi, la vita di una intera Provincia paralizzata, costituivano le spaventose conseguenze della tremenda catastrofe. L’inverno con la neve, le piogge e la nebbia incupiva ancora di più questa tristissima desolazione che pareva non dovesse aver più fine.
Pur tra tanta nuova sventura il Polesine, che conobbe nei secoli altre devastazioni dei suoi fiumi diventati sempre più minacciosi, non si accasciò; la generosa solidarietà nazionale ed internazionale e l’immediata opera di soccorso e di ricostruzione del Governo dettero subito la fiducia nella rinascita alle sue tenaci popolazioni, attaccatissime alla terra che esse hanno strappato, metro per metro, agli acquitrini e al mare.
La loro fede non è stata delusa.

 

Le tre grandi falle del Po sono state chiuse a tempo di primato con imponenti coronelle di sassi e con nuovi argini che hanno raggiunto l’altezza di 13 metri; delle 48 rotte del Canalbianco 40 sono completamente chiuse e nelle ultime 8 i lavori hanno già superato il livello di sicurezza.
L’allagamento si è ridotto dai 100.000 ettari iniziali a solo più di 18.000 ettari. Questa mattina ha avuto inizio il prosciugamento del comprensorio Vallona di Loreo che era il più difficile da liberare dalle acque.
Entro il 31 maggio il Polesine il Polesine, tutto il Polesine, sarà riemerso. La rete ferroviaria è stata completamente sistemata.
Tutte le strade statali, provinciali e comunali sono state riattivate.
 Dieci ponti fissi sono stati riparati; sono stati gettati sette ponti Bailley; alla data del 15 marzo hanno avuto inizio le opere per la ricostruzione di tre altri grandi ponti, due dei quali distrutti dalla guerra.
I profughi che al 1° gennaio erano 189.000, oggi sono appena più di 45.000: in essi però sono compresi 10.000 bambini ricoverati nelle colonie.
Il rapido prosciugamento delle terre e le nuove costruzioni edilizie accelerano il ritorno degli sfollati.
La popolazione scolastica, che dopo l’alluvione era scesa alla percentuale del 55 per cento, è risalita al 91 per cento.
Degli 82.000 ettari riemersi 53.000 sono già stati seminati; gli agricoltori, i coltivatori diretti, i fittavoli ed i braccianti del Polesine hanno dimostrato anche in questa circostanza, la loro insuperabile bravura di bonificatori della terra.

 

La coltivazione delle bietole da zucchero, fondamentale per l’economia del Polesine, che nel 1951 era stata fatta su una superficie di 35.000 ettari, copre quest’anno 33.000 ettari. Tutti gli zuccherifici della zona riprenderanno regolarmente il lavoro col prossimo raccolto.
Cessato l’inverno sono incominciate, subito, la costruzione delle nuove case e le riparazioni di quelle lesionate: è già in stato di avanzata costruzione un numero di vani superiori a quello complessivo delle case crollate sotto l’impeto delle acque.
Alle opere di Stato in questo importantissimo campo della rinascita del Polesine si sono aggiunte alcune iniziative particolari.
Trieste, con una solidarietà che acquista un commovente significato in queste ansiose ore del suo destino, ha offerto la costruzione del Borgo di S. Giusto, di 70 alloggi popolari, che sorgerà nei Comuni di Contarina e Donada.
Con i contributi dei lettori d Giornale dell’Emilia verrà costruito i Borgo S. Luca, di 30 alloggi nel Comune di Bosaro.

 

Altre speciali iniziative della Confederazione degli Industriali, della Croce Rossa Norvegese, della Regione Trentino - Alto Adige, della provincia di Novara e di altri generosi Enti, nonché i fondi donati dalla solidarietà nazionale ed internazionale permetteranno di costruire in tutte le zone colpite molte nuove abitazioni, che daranno al Polesine, nella sua rigogliosa rinascita, il volto più sereno di una nuova vita.
Molto dunque è già stato fatto nel breve periodo di cinque mesi, nonostante l’inverno che rese più ardue le durissime difficoltà delle opere.
Il merito è principalmente dei bravi lavoratori del Polesine che, in dicembre e in gennaio, di giorno e di notte, col freddo e col gelo, sotto la pioggia e sotto la neve, in permanente rischio di precipitare nel fiume, scarnificandosi le mani con il pietrame sfuggente perché sempre bagnato, hanno saputo costruire, a tempo di primato assoluto, le imponenti massicciate che fecero cessare entro il 10 gennaio l’uscita dalle acque dal Po.

Con questa immane opera, piena di eroismo civile, dalla quale dipendevano tutte le altre per la ricostruzione del Polesine, quei lavoratori hanno dato una nuova grande dimostrazione della volontà e della capacità del popolo italiano di risorgere da tutte le sventure.
Onore a loro. Onore anche ai loro capi, alle Imprese, al Genio Civile di Rovigo, all’Azienda della strada del Veneto, al Magistrato delle Acque di Venezia che, con piena dedizione a questa nuova grande causa della Patria, hanno saputo essere, tutti assieme, gli artefici delle superbe chiusure delle rotte del PO, che costituiranno sempre un vanto della scienza, della tecnica e del lavoro del nostro Paese.

 

 

Se molto è stato fatto, molto rimane ancora da fare per dare la casa ai senza tetto, per dotare le abitazioni dei più poveri delle masserizie indispensabili per un minimo di vita civile, per liberare le terre coperte dalle sabbie, per risanare i anni e per compiere tutta la ricostruzione del Polesine, sulle nuove basi necessarie alla vita futura.

La ricostruzione, tuttavia, potrà essere sicura e definitiva soltanto quando sarà stato risolto il grave problema della difesa organica e completa della Valle Padana contro i pericoli dei suoi fiumi.
Il Governo con quello che ha fatto in questo periodo dà garanzia che ogni sforzo sarà compiuto per realizzare al più presto nel modo più efficiente questa difesa essenziale per l’avvenire del Paese.
Buona Pasqua a nome del Polesine memore e riconoscente, a tutti i suoi amici italiani e stranieri.
Buona Pasqua dunque, al Polesine. >>

 

APPENDICE FLASH STORY ( by wikipedia) / GIUSEPPE BRUSASCA -  BIOGRAFIA
Giuseppe Brusasca (Gabiano, 30 agosto 1900 – Milano, 1º giugno 1994) è stato un avvocato e politico italiano. Il suo nome è iscritto a Yad Vashem tra i giusti tra le nazioni per la sua azione a favore degli ebrei durante l'Olocausto.
BIOGRAFIA
Studia per un breve periodo in un istituto salesiano poi frequenta il Liceo classico pubblico a Casale Monferrato. Dopo il diploma si iscrive alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, ma dopo la prima guerra mondiale passa alla Facoltà di Giurisprudenza nella quale si laurea nel 1923. Nel 1926 aggiunge anche una laurea in Scienze politiche.
Durante gli anni universitari si iscrive alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana e alla Gioventù di Azione Cattolica di cui tra il 1920 e il 1923 è presidente diocesano a Casale e vicepresidente regionale del Piemonte.

 

Negli stessi anni si impegna nel Partito Popolare Italiano di cui diviene segretario politico della sezione casalese. Dal 1923 al 1925 guida la minoranza popolare contro i fascisti nel Consiglio comunale.
Abilitatosi all'avvocatura, nel 1926 si trasferisce a Milano dove frequenta gli ambienti dell'antifascismo cattolico.
Dopo l'8 settembre s'impegna nella Resistenza, fondando la divisione autonoma Patria attiva nel Monferrato. Con l'aiuto di sacerdoti amici (tra cui padre Giovanni Sisto), salva in prima persona tre famiglie ebree (i Foa di Casale Monferrato, i Sacerdote di Milano, e i Donati di Modena) a nascondersi e quindi a espatriare in Svizzera. Per questo sarà riconosciuto come giusto tra le nazioni dall'Istituto Yad Vashem l'8 luglio 1969.
Nell'aprile del 1945 fa da mediatore per le trattative poi fallite per la resa di Mussolini. Dopo la Liberazione, sostituisce Achille Marazza come vicepresidente del CLN Alta Italia.

 

SOTTOSEGRETARIO
Membro del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana dal 1945 al 1947 e della Consulta Nazionale (1945-1946), nel giugno 1946 viene eletto alla Assemblea Costituente. Dapprima nominato (17 luglio 1946) Sottosegretario all'Industria e commercio nel secondo Governo De Gasperi, il 18 ottobre 1946 viene nominato Sottosegretario agli Affari Esteri nello stesso Governo. Dopo una breve parentesi di tre come sottosegretario alla Difesa nel terzo Governo De Gasperi, torna nel giugno 1947 al ministero degli Esteri sempre come sottosegretario nel quarto Governo De Gasperi. Manterrà questo incarico anche nel quinto e sesto esecutivo diretti dallo statista trentino. Resta Sottosegretario di Stato per gli affari esteri fino al luglio 1951[1]. Intanto nell'aprile 1948 è eletto deputato alla Camera nella circoscrizione di Cuneo.
Nel 1951 passa a ricoprire la carica di sottosegretario al ministero dell'Africa Italiana nel penultimo dicastero De Gasperi, ministero di cui De Gaspari ha l'interim, fino all'aprile 1953. Nello stesso anno è anche nominato commissario per il coordinamento degli aiuti alle vittime dell'alluvione nel Polesine. Giunto a Rovigo il 20 dicembre 1951, vi rimase ininterrottamente fino alla primavera successiva. Realizzò in meno di sei mesi quanto i tecnici di tutto il mondo avevano preventivato dovesse avvenire in non meno di due anni.
Fortemente legato alla figura di Alcide De Gasperi, dopo la sua scomparsa si sente estraneo al nuovo clima instauratosi nel partito.
Torna al governo nel 1955 come sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega per i servizi dello spettacolo nel primo governo di Antonio Segni fino al 1957. Poi è rieletto alla Camera nel 1958 e nel 1963, sempre nella circoscrizione di Cuneo [2].
Nel 1968 è rieletto in parlamento, ma al Senato [3], e alle elezioni del 1972 decide di non ricandidarsi, ma non abbandona la DC, fondando nel 1983 il Movimento anziani.

 

EXTRATIME by SS/ In cover la emblematica ‘prima pagina’ de La Domenica del Corriere, col classico disegno di Walter Molino dedicato alla tragedia del Polesine alluvionato.
Come certificato in apertura di fotogallery dalle prime pagini dei giornali , sia Il Gazzettino che il Corriere dell’Emilia, con titoli e immagini che mostrano la ‘rotta’ degli argini sul Po a Malcantone di Occhiobello.
A seguire alcune immagini che parlano da sole, con l’acqua che esonda dagli argini e, con la Gente del PO che scappa con le poche cose che può portare con sé sulle barche ( vedi a Canaro e a Cà Emo frazione di Adria).
Per una Alluvione che per giorni e mesi ha continuato ad allagare il Polesine , come certifica ancora le prime pagine dei quotidiani, che vi proponiamo anche perché segnalano il fatto che Brusasca ormai si era fermato in Polesine per coordinare i soccorsi.
Tra Occhiobello, Rovigo e Adria, ma anche tra Contarina e Donada ( eccolo sul posto a Donada, assieme ad altri ‘operativi’ rappresentanti istituzionali impegnati nelle opere di ricostruzione.

 

Una parola che è ‘durata a lungo’ per la Gente del PO, come dimostra anche i ‘cartelli’ del Ministero del Lavoro che segnalano i ‘cantieri’ messi in campo per la ricostruzione, poi certificata anche nella Mostra proposta a novembre 1952 ( un anno dopo) a Rovigo).
Con protagonisti la Gente del Po, e soprattutto le Istituzioni Governative rappresentate da proprio da Giuseppe Brusasca, anche per questo insignito nel 1957 della “Cittadinanza onoraria” dalla Città di Adria, come documentiamo nel cerimoniale che lo vede in Municipio seduto ( secondo da dx) tra il prefetto di Rovigo e Antonio Bisaglia, il parlamentare polesano.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it