Polesine & La Grande Alluvione del 1951/ Raccolta di Testimonianze by Studenti. Ecco quelle di Borgato e Cagnoni da Canalnovo…


Con riferimento alla Grande Alluvione del 1951, proponiamo in sequenza la terza e quarta Testimonianza, in quanto riferibili entrambe alla località Canalnovo, nel Comune di Villanova Marchesana. Ricordiamo che il Polesine in quel novembre del 1951 venne sommerso dalle acque del Po e che questi racconti fanno parte delle
 “Testimonianze raccolte dalla Classe III^  B della Scuola Statale Vincenzo Carravieri di Crespino“, anno scolastico 1991-92” , e che vi riproponiamo subito in sequenza by Matteo Borgato e by Maurizio Cagnoni, per fare “Memoria & Futuro” e per non dimenticare.

PRIMA TESTIMONIANZA DI BORGATO BRUNO/ Residente a Crespino, Via Passodoppio 53, ma che nel 1951 abitava a CANALNOVO (Testo raccolto da Bruno Borgato) /
<< Avevo 9 anni, abitavo a Canalnovo; andavo a scuola e frequentavo la quarta elementare.
Seppi “che il Po aveva rotto” dagli zii che prima ci hanno avvertito e poi hanno portato in fretta il bestiame nel Ferrarese.
Che cosa hai fatto nelle ultime ore che hanno preceduto l’arrivo dell’acqua?
Ero alla finestra dl piano di sopra e sentivo il rumore delle acque che veniva da dietro la casa e anche quella dei vicini era ormai allagata, mentre verso la piazza non ce n’era di acqua. Da noi arrivava all’altezza di 1 metro e 50 cm.
Dove ti sei rifugiato? Sei sfollato? Con chi?
Mi sono rifugiato a Massafiscaglia presso parenti e sono sfollato con nonni e zii. Sono rimasto a Ferrara alcuni mesi e ho frequentato le scuole là.
Quando se n’è andata l’acqua?
L’acqua se n’è andata dopo alcuni mesi.
L’episodio che mi ha maggiormente colpito è stato il rumore dell’acqua che precipitava nella vasca dove lavoravano le canape e sembrava una cascata>>.

SECONDA TESTIMONIANZA DI CAGNONI ARISTIDE/ Residente a CANALNOVO, in Via Capo di Sopra ( testo raccolto da Cagnoni Maurizio)

<< Nel 1951 avevo 25 anni, non ero ancora sposato, ma da 2 anni ero fidanzato con tua nonna.
Facevo il barbiere in piazza a Canalnovo con mio padre, mentre mia mamma faceva la casalinga e badava a una delle mie sorelle, mentre l’altra era già sposata a Lecco in provincia di Como.
Io ho saputo che il PO aveva rotto e l’acqua stava per arrivare, attraverso una macchina che con l’altoparlante annunciava che il Po aveva rotto a Occhiobello.
Consigliava di stare calmi, di portarsi sull’argine o ai piani superiori della casa e mettere al sicuro bestiame o pollame e i mobili.
Mentre l’acqua stava per arrivare ho portato tutti i mobili ai piani superiori ed ho ucciso il pollame.
L’acqua arriva da ovest e precisamente da Occhiobello. Ma la mia casa non venne allagata perché a Canalnovo non è arrivata l’acqua.
E’ giunta solo dietro il campanile e quindi neanche la casa dei miei vicini viene allagata.
Io non sono sfollato, anzi, ho ospitato una famiglia di Guarda, non ricordo più chi fossero, so solo che erano 4 persone: genitori e 2 figlie di 6-7 anni.
Dopo 10 mesi dall’alluvione mi hanno scritto ringraziandomi dell’aiuto ricevuto e mandandomi dei soldi.
Ho ospitato oltre a questa famiglia anche la mia fidanzata ( tua nonna) che la sera veniva a dormire a casa mia, mentre durante il giorno si recava da una mia zia che abitava sull’argine del Po.
L’acqua nelle campagne più basse se n’è andata dopo 2 mesi circa, mentre nei paesi dopo 1 mese e mezzo circa.
Di episodi che mi hanno maggiormente colpito ce ne sono stati diversi sia belli che brutti.
Un episodio bello è stato quello del cane di tua nonna: dalla fretta di prendere i mobili e la biancheria, ho dimenticato il suo cagnolino che a nuoto è arrivato fino in piazza, dove non c’era l’acqua e si è recato dalla mia fidanzata ( tua nonna) sull’argine del PO, affamato e stanco, ma contento di aver trovato la sua padrona.>>.
EXTRATIME/ La cover mostra la Grande Alluvione nella foto by La Gazzetta del Mezzogiorno con la eloquente didascalia che recita” Una massa incontenibile di acqua e fango allaga l’intero Polesine. E’ la Grande Alluvione”.  Quella che a Canalnovo, località in comune di Villanova, ha risparmiato solo le case sotto l’argine e la chiesa. Non la chiesa del capoluogo, come invece prova la foto scattata dall’argine del Po, in cui si vede la gente al riparo sotto l’argine ma ‘acqua e barche’ davanti alla chiesa e lungo la strada principale.



Sergio Sottovia
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