Polesine & La Grande Alluvione del 1951/ Raccolta di Testimonianze by Studenti. Quelle ‘finali’ di Tomasin Antonio e Idelfo da Crespino


Nel 1951 c’è stata la Grande Alluvione nel Polesine, ma anche nella Bassa Reggiana il Po è straripato per “sormonto” del Crostolo. Perciò fu DOPPIA TRAGEDIA. Ecco! Intanto con riferimento alla Grande Alluvione del 1951, continuiamo proponendovi in sequenza la 16^ e 17^ delle “testimonianze by studenti”, cioè quelle di Antonio e Idelfo Tomasin entrambi da Crespino. Testimonianze raccolte rispettivamente dalle figlie Erika e Gabriella.
E così, con queste ultime due (visto che la 18^ ‘agganciata’ a Canalnovo l’abbiamo pubblicata la volta scorsa) concludiamo il LIBRETTO “Raccolta di Testimonianze” dedicato alla “Grande Alluvione del 1951” da parte degli alunni della Classe 3^ B della Scuola Statale “V.Carravieri” di Crespino (anno scolastico 1991-92).
Da sottolineare peraltro la lungimiranza ‘civica’ degli insegnanti che hanno promosso e coordinato questo kit “testimonianze” (e che noi le abbiamo raggruppate in 10 tappe) dal valore storico perenne, proprio per il racconto riferito alla “quotidianità del vivere” da parte degli Alluvionati del Polesine.

Però per quanto ci riguarda, vorremmo che non dimenticassimo mai quella GRANDE ALLUVIONE DEL PO avvenuta nel 1951 (e nessun’altra grande calamità naturale) quantomeno per sensibilizzare la solidarietà umana nei confronti dei “fratelli colpiti dalle disgrazie”.
Perciò abbiamo deciso di completare il nostro viaggio dentro le TESTIMONIANZE della Grande Alluvione del 1951, proponendovene “anche quelle” che sempre nel 1951 sono state raccontate al quotidiano “Il Resto del Carlino” da parte di Personaggi ( alcuni speciali) che QUELLA ALLUVIONE DEL PO l’hanno vissuta direttamente.  
Perciò, oltre alla Testimonianza di Don Mario Qualdi (nel 1951 era parroco a Ceneselli) e che il sottoscritto ha raccolto direttamente durante una lunga camminata sull’argine del Po, vi proporremo tutte le altre significative TESTIMONIANZE raccontate nello speciale CARLINO DOSSIER (a cura di Dario Nicoli, Giuliano Ramazzina, Michele Manzotti) dedicato appunto il 15 novembre 2011 nel QUARANTENNALE DELL’ALLUVIONE.

Vale a dire attraverso gli articoli firmati da Michele Manzotti, Licio Boldrin, Franco Rizzi, Settimio Rigolin, Osvaldo Pasello, Francesco Passarella, Sante Bonvento, Esperio Montagnana, Fernando Malagò, Gianpietro Valarini e Adelino Polo.
Tutte TESTIMONIANTE che riguardano la vita dei comuni rivieraschi, dall’Altopolesine fino a Papozze e dintorni, da Castelmassa a Bagnolo e Stienta, da Frassinelle a Canaro e Bosaro, da Castelnovo Bariano a Rovigo e Adria, da Ceregnano a Pontecchio, da Calto a Contarina e tutti gli altri comuni rivieraschi compreso Guarda, Villanova Marchesana, Occhiobello, Polesella e ….tutti quelli invasi dall’acqua della GRANDE ALLUVIONE DEL PO , in quel novembre 1951 che invase tutto il Polesine cambiando per sempre la vita della ‘sua’ Gente, costretta ad emigrare in giro per il mondo ripartendo da zero!

E per quanto riguarda la ALLUVIONE NELLA BASSA REGGIANA Vi proporremo un altro DOSSIER SPECIALE guarda caso sempre datato 1991, appunto titolato QUARANTENNALE DELLA ALLUVIONE, sempre con Testimonianze d’autore, come quelle raccontate da Bruno Gobbi , da Orestino Raboni e da Serafino Prati (sindaco di Gualtieri al tempo ella Alluvioni per ‘sormonto’ del Crostolo.
Intanto concludiamo le TESTIMONIANZE “Made in” Scuola Media Vincenzo Carravieri di Crespino, proponendovi le seguenti ultime due .

TESTIMONIANZA DI TOMASIN ANTONIO RESIDENTE A CRESPINO IN VIA AGUIARO ( Raccolta da Tomasin Erika)

“Quando il Po nel ’51 ha rotto, io avevo 42 anni. Facevo il falegname e abitavo a Crespini, in Via Aguiaro. Ero già sposato e avevo 4 figli.: la più piccola di 7 anni.
Gli altri undici – quattordici, la più grande aveva quindici anni.
Tuo padre, invece, non era ancora nato!
Dopo circa due giorni dalla rotta, ho saputo dalle altre famiglie che abitavano vicino a me, che il Po aveva rotto l’argine a Occhiobello.
E’ stato una cosa terribile!
C’era gente, che passava per le strade, piangendo. Gridava che il Po aveva rotto.
Tutti erano impauriti e presi dal panico.
Prima dell’arrivo dell’acqua, ho portato tutti i mobili al II° piano della casa e ho trasportato dai miei parenti di Ferrara tutto il bestiame che avevamo e ho affidato a loro la mia figlia più piccola: tua zia, che allora aveva sui sette anni. Lei ha continuato a frequentare le scuole vicino a Ferrara.
Gli altri tre figli, invece un po’ più grandi, ce li siamo tenuti con noi e hanno interrotto le scuole.
L’cqua arrivava impetuosa da nord, e in poco tempo, aveva già superato i 2 metri, allagando anche le case dei vicini.
Il raccolto, poi… distrutto!
Avevamo anche in una capanna della legna da bruciare.
Quella , però, fu dispersa e portata qua e là dall’acqua.
Noi, avevamo lasciato le finestre aperte, perché potesse passar l’acqua, senza provocare danni.
L’acqua era di un grigio scuro e trasportava ogni cosa , e fango, tanto fango…!
Più tardi, visto che l’acqua continuava ad aumentare, abbiamo chiesto aiuto a dei conoscenti. Vennero a prenderci con un camion, abbiamo portato con noi garn parte dei mobili e le cose più necessarie e siamo andati al Passetto, ospiti presso conoscenti, che ci diedero una stanza, tutta per noi.
Venivano ogni tanto dei camion che portavano i viveri indispensabili, come il pane, la pasta e il latte per i bambini, medicinali…
Poi, ho costruito una specie di zattera, fatta di tronchi d’albero e legati con delle corde, così potei tornare a casa per vedere com’era la situazione.
Siamo rimasti al Passetto per due mesi, due interminabili mesi.
Quando finalmente l’acqua sparì, abbiamo ringraziato molto la famiglia che ci aveva ospitato e finalmente siamo tornati a casa.
Ricordo di aver visto numerose persone morte e anche moltissimi animali: morivano annegati o perché non avevano cibo e acqua.
Numerosi cani e gatti sono morti dopo essere stati per molti giorni sui rami degli alberi e ricordo di aver visto, dei gatti che stavano per annegare, ma nessuno andava a soccorrerli, perché tutti erano indaffarati a salvare la propria pelle”.    

TESTIMONIANZA DI TOMASIN IDELFO RESIDENTE A CRESPINO IN VIA SANT’ANTONIO ( Raccolta da Tomasin Gabriella)

<< Avevo 20 anni, facevo l’agricoltore, avevo circa 60 mucche e della terra. Abitavo in Via Aguiaro. Ho saputo che il Po aveva rotto il 15 novembre alle 6 – 7 del mattino quando mi ero alzato per andare a lavorare, (…ho visto…) delle persone che passavano con masserizie per rifugiarsi sull’argine del Po.

Avevi la radio per sentire le ultime notizie sull’alluvione?
 No, non avevo la radio perché dove abitavo non arrivava la corrente elettrica. Nelle ore che hanno preceduto l’arrivo dell’acqua i genitori e i fratelli ed io abbiamo portato le mucche e i maiali sull’argine del Po perché era una posizione alta e poi siamo tornati a casa e abbiamo portato i mobili al secondo piano.
L’acqua è arrivata da Occhiobello e a Crespino solo dopo due giorni; l’acqua arrivò anche a casa mia e a quella dei vicini, per circa due metri.

Dove ti sei rifugiato? Sei sfollato? Dove sei andato, con chi?

La prima settimana sono rimasto sulla riva del Po, poi mio fratello ed io siamo andati ad abitare vicino a Bologna.
Sono stato ospitato da una famiglia, i signori Mantovani: avevano una stalla e quindi ho portato anche le mucche.
Sono tornato circa 3 mesi dopo. L’acqua se ne è andata circa due mesi dopo, era arrivata all’altezza di circa due metri.
Racconta qualche episodio che ti ha maggiormente colpito…
Durante l’alluvione sono andato ad abitare vicino a Bologna e i primi giorni dormivo nella stalla con le mucche e una sera mentre dormivo sentii dell’aria che mi veniva addosso che mi ha svegliato: era una mucca che mi dormiva accanto!
Da quella sera la gente presso cui ero ospite, mi ha fatto dormire in casa.>>   

 
EXTRATIME by SS/ Voglio sottolineare che tutte le foto di questa puntata ci sono state gentilmente concessa dalla coppia Matteo Pasello & Davide Rizzi. E riguardano la località di Selva nel Comune di Crespino.
Tutte eloquenti dalla cover alla fotogallery, completata dal fotogramma dedicato a “Selva oggi”.
Ma voglio ricordare anche che ci sono state trasmette tante altre foto della Grande Alluvione e che si riferiscono ad altri Comuni, da Pontecchio a Rovigo e altri ancora.
Una documentazione che perciò utilizzeremo nelle prossime puntate, di cui vi abbiamo anticipato le “tappe essenziali” nella prima parte di questa rubrica.
Sottolineando ancora che la “Grande Alluvione del 1951” di cui vi daremo “TESTIMONIANZE & DOCUMENTAZIONI”  è stata una disgrazia innanzitutto per il Polesine e dintorni (perché la veneziana Cavarzere è tra l’Adige e il Po) ma anche per la Bassa Reggiana e dintorni. 



Sergio Sottovia
www.polesinesport.it