Prof Paolo Brenzan spiega Massa Superiore fine ’800 e primi ‘900, epoca riformismo socialista di Giolitti e Badaloni in Altopolesine/ Tra Scuole e Liceo Artistico Munari, Ponte in Chiatte sul PO , Ferrovia, Casa Riposo e Fecoleria


In diverse occasioni, agganciato ai nostri Personaggi story , tra Sport e attività socio-istituzionale , già raccontati qui su www.polesinesport.it , abbiamo più volte citato Massa Superiore come località dell’Altopolesine poi diventata Castelmassa. 

Tra l’altro con la famiglia di Arnaldo Porta ( primo oriundo italo brasiliano giocatore in Italia e capitano del Verona) abbiamo anche raccontato la emigrazione transoceanica visto che la sua famiglie emigrò prima in Brasile  e poi negli Stati Uniti.

Ma adesso l’amico Franco Rizzi, cantastorie dell’enclave altopolesano, rende onore al Professore Paolo Brenzan e alla sua professionalità e passione nel raccontare cosa è successo in Altopolesine tra la fine degli anni ‘800 e i primi del ‘900 con questo reportage  in cui ci viene spiegato cosa successe a Massa Superiore appunto in quel periodo di riformismo giolittiano.

Citando fatti e date frutto delle ricerche di Prof Brenzan che hanno sottolineato un ‘periodo di sviluppo’ in Altopolesine e in Italia ( vedi anche nostro precedente reportage 1866/1921 su ciò che analogamente è successo nella città di Rovigo capoluogo del Polesine ( nel libro scritto da Federico Saccardin e Maurizio Romanato) prima la Guerra Mondiale facesse crollare l’economia polesana e nazionale, con conseguente emigrazione.

E allora, avendovi già raccontato Paolo Brenzan ‘professore ‘ e storico, oltre che attuale componente del recente costituito Comitato di Biblioteca a Castelmassa ( su questo sito già ‘presentato’ e ...prima era attivo il Gruppo culturale “Noi il Ponte”) ,  adesso lo proponiamo tout court perché ci racconta questo speciale periodo storico altopolesano.

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, mail 20.02.2023)/ CASTELMASSA, IL RIFORMISMO SOCIALISTA OTTO-NOVENCENTESCO E LE OPERE FATTE, OGGI ANCORA UTILI

CASTELMASSA, IL RIFORMISMO SOCIALISTA IN COMUNE FRA ‘8 E ‘900

Castelmassa (il toponimo risale al 1947, quando si divise da Castelnovo Bariano; prima si chiamava Massa Superiore) assunse importanza amministrativa e socio-economica dal 1815 con l’inizio della dominazione austriaca, che creò pretura, carcere, uffici finanziari, strade e favorì l’economia. Nel 1848, con i moti rivoluzionari risorgimentali, come la finitiva Sermide, Castelmassa si ribellò agli Asburgo, la ribellione fu domata. Per punire il Comune altopolesano, Vienna staccò la frazione di San Pietro Polesine e la aggregò a Castelnovo Bariano.

Nel 1866 il Veneto fu liberato e pure Castelmassa ebbe nel tempo vari interventi statali, alcuni presenti oggi.

L’amministrazione locale fu sempre retta da maggioranze di sinistra, così alla fine dell’800 e ai primi del ‘900.

Il professor Paolo Brenzan, noto studioso di storia massese, ci dice che nel periodo storico suindicato, “consultando le delibere comunali, risultano molti provvedimenti innovativi”, che fanno onore al riformismo socialista ispirato all’onorevole Badaloni.

“L’efficienza e l’efficacia dell’attività della pubblica amministrazione locale si manifestarono allora e poi nella tempestività degli interventi di fronte all’insorgere di richieste da parte della popolazione. Il fatto che gli interventi abbiano trovato un riscontro positivo nella vita sociale, è stata una verifica del loro valore”.

Ciò rese possibile il conseguimento di importanti traguardi in fatto di opere pubbliche e di servizi tanto che i cittadini “sentivano che si progrediva, consci tutti che si faceva esclusivo affidamento sulle risorse locali”.

Secondo i dati Istat questo fu l’andamento demografico: nel 1881 gli abitanti assommavano a 4144, nel 1901 a 3764 (forte fu l’emigrazione transoceanica), nel 1911 si risalì a 4154 (si era in pieno boom economico giolittiano). Al 1° febbraio 2023 è discesa a 3940.

Nel 1881 si inaugurò il teatro Cotogni, che divenne il tempio della lirica e della prosa da palcoscenico.

Nel 1889 il Comune creò la scuola d’arte, l’attuale liceo artistico Bruno Munari. Nel 1910 furono costruite le elementari di via di Mezzo (costo 30.000 lire) e quelle in paese (132.700).

Nel 1904 una delibera consiliare auspicava l’istituzione di una scuola professionale femminile, che “le autorità scolastiche provinciali non vollero realizzare”.

Nel 1906, con delibera n. 11, si iniziarono i doposcuola estivi.

Ne 1914 (delibera n. 94) furono destinate 1.200 lire annue per le spese di gestione della scuola tecnica (la futura media Sani), sorta l’anno precedente a cura della massese Società Operaia.

Nel 1906 concorse con la somma annua di lire 1,50 per cento abitanti e per un decennio alla spesa per il nuovo istituto tecnico di Rovigo (l’attuale Itis Viola).

Il ponte in chiatte Castelnovo Bariano-Sermide sul Po fu ultimato nel 1902 ma occorsero 18 delibere consiliari (la prima del 1898) e un paio di giunta. La strategica opera costò 211.500 lire, divise equamente fra Castelmassa e Castelnovo Bariano. “Per primi in Polesine i due Comuni affrontarono e risolsero i problemi di collegamento con l’oltrepo mantovano” (Sermide non cacciò una lira).

Il Comune si interessò, poi, di navigazione fluviale e di nuove ferrovie.

Nel 1907 la casa di riposo Ragazzi (l’odierna Rsa e punto sanità, prima c’era l’ospedale) divenne di proprietà comunale con un investimento di 10.000 lire per l’ammodernamento.

Nel 1902 sorse la Fecoleria (l’odierna Cargill) per iniziativa imprenditoriale locale per la lavorazione della patata altopolesana e il Comune concesse agevolazioni fiscali.

Nell’epoca considerata numerosi furono i provvedimenti onde combattere la disoccupazione.

 

EXTRATIME by SS/ In cover e in fotogallery il PROF Paolo Brenzan, in kit con Castelmassa, con vista Piazza Libertà ( ricordiamo ancora una volta che la chiesa parrocchiale sullo sfondo è diventata ‘copertina’ del primo libro scritto da Giovanni Guareschi per la saga “Peppone e Don Camillo”) e sua Maestà il Fiume PO in foto quasi in piena con tanta acqua , mentre in questo periodo deve purtroppo far conto con la società, inguaiando le esigenze del territorio circostante.

 

Franco Rizzi & Sergio Sottovia

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