Robert Bob Brandi Story/ Per 34 anni teacher alla Jefferson Hight School, ma 40 anni di Sport tra San Francisco e Rovigo/ Con oltre 20 anni ‘italiani’ as pitching coach pro BSC di pres Boniolo e Taschin’s players


Oltre che laureato in scienze motorie e insegnante di matematica per 34 anni alla Jefferson Hight School di San Francisco, lui Bob Brandi ha vissuto lo Sport a tutto campo, prima da Big Player di baseball e arbitro di basket negli States, poi da pitching coach per oltre 20 anni tra casa America e casa Rovigo, giusto per esserlo 12 mesi su 12 mesi  e per oltre 20 anni sempre ‘in campo’ sul ‘diamante’ del batti e corri nei Due Mondi.
Anche perché l’Italia è bella (  e in estate di più..)  , soprattutto per chi non dimentica da dove sono partiti i suoi progenitori, tant’è che lui Bob Brandi ha orgogliosamente due passaporti: quello degli States e quello italiano.
Certo, la sua Storia l’avevamo già raccontata qui su www.polesinesport.it e in modo speciale grazie a Raffaello ‘Franz’ Franco, ma quando proprio Raffaello ‘homo baseball’ mi ha telefonato un mese fa dicendomi che se volevo incontrare Robert ‘Bob’ Brandi sarebbe stato un …piacere per tutti, allora il piacere è stato tutto mio.
Tutto è partito da questo Sms by Franz datato 9 giugno:<< Ciao Sergio, mi segnalano che oggi arriva a Rovigo Bob Brandi e sta qui fino al 20…; cosa dici per una story per Polesine Sport… e magari poi prendo qualche nota per il libro del 50esimno del BSC ? >>
E poi:<<  … allora Bob Brandi è appena arrivato e sta arrivando a Rovigo con Oriello Perosa e Fortunato Crepaldi…  Sono d’accordo con Oriello che ti chiama lui per organizzare l’incontro con Bob>>.
Per farla breve mi ha telefonato Oriello Perosa ( che ben conosco ) e poi ci siamo organizzati con Fortunato Crepaldi perché il noto allenatore americano Bob Brandi sarebbe stato ospite a casa sua e sarebbe stato contento di ritrovarci lì , come abbiamo subito concordato…
E allora, presto fatto, eccoci qui a raccontare il pomeriggio con Bob Brandi ‘maestro’ di baseball e di tanti pitcher in casa BSC Rovigo e ‘lanciatore’ di Campioni come ha fatto per diversi anni e per tanti rodigini, tra i quali Filippo Crepaldi ( anche per lui , vedi sua story qui su questo sito) e  suo fratello Enrico.
Insomma, se una serie di ‘pitcher’ made in Polesine sono stati poi protagonisti anche a livello internazionale, sia con squadre blasonate che con la maglia della nazionale Italiana, beh il Polesine lo deve proprio a Bob Brandi e …a Lucio Taschin anima della BSC Rovigo che ha ‘cercato’ Bob e una serie di ‘maestri ‘ del baseball sia negli Stati Uniti che a Cuba portandoli ad ‘insegnare baseball’ sul ‘Diamante’ pro giovani promesse targate BSC Rovigo.
Ma la Story di Bob Brandi – come dicevamo - l’abbiamo già raccontata qui su questo sito, almeno fino alla data del 2011 quando Bob, anche per esigenze personali, ha dovuto salutare i tanti amici e allievi della BSC Rovigo del presidente Alessandro Boniolo, per tornare in America e stare più vicino a famiglia e agli 8 nipoti.
Questo avevamo scritto e questo abbiamo ‘stampato’ per lo stesso Bob Brandi, giusto per perfezionare assieme una Storia che aveva comunque avuto una sua ulteriore evoluzione sia sportiva che professionale americana che meritava di essere raccontata/ commentata col “Bob a due” pensiero confidenziale a casa Crepaldi a Sarzano.
Dove evergreen Brandi nell’afoso pomeriggio rodigino è arrivato gustandosi il suo solito gelato ‘alla panna’ rinfrescante.
Poi è stato un pomeriggio confidenziale, reso ancor più eloquente dalla partecipazione al dialogo, oltre che di Fortunato Crepaldi, anche di Andrea Perosa, figlio di Oriello e forte di una conoscenza della lingua inglese maturata anche con alcuni viaggi da atleta baseball rodigino negli States anche a casa Brandi.
Per tutto questo siamo partiti a ‘ruota libera’ con Robert ‘Bob’ Brandi, anche perché se è pur vero che lui è nato a San Francisco il 9 aprile 1942, è pur vero altresì, lo rivela il suo cognome, che la sua Story ha da sempre radici nella storia della ‘grande emigrazione’ italiana verso le Americhe nel primo Ottocento, quando anche suo nonno partendo da Rondanina ( GE) partì in nave sognando la California , scappando dalla sua ‘povertà italiana’ per andare a cercare lavoro e fortuna nel lontano West statunitense.
Un legame che abbiamo già spiegato nella precedente Brandi Story, ma che anche adesso Bob ci ha tenuto tantissimo a sottolineare: << Mio nonno insieme ad un suo cognato è partito da un piccolo paese di montagna, da Rondanina nei dintorni di Genova; un paese  che adesso non ha quasi più abitanti salvo un piccolo ristorantino ormai poco frequentato, dove sono tornato diverse volte anche recentemente con mia moglie Madgie (peraltro di origini irlandesi) . Ma l’Italia mi è sempre rimasta nel cuore, tant’è che ho il doppio passaporto che rinnovo sempre al Consolato italiano di San Francisco e… ho votato abitualmente nelle tante elezioni italiane >> .
Ma il papà di Bob Brandi ha sposato una ragazza di origini slovene e allora ecco che sia lui che sui fratello Thomas , un affermato avvocato di San Francisco, hanno ulteriori motivi familiari per sentirsi ‘legati’ al Vecchio Continente.
Tant’è che Bob spiega:<< I nostri cugini abitano a Novo Mosto in Slovenia, dove sono tornato diverse volte verso Pasqua, e a giorni ci incontreremo ancora per andare a visitare insieme Venezia. Tra l’altro una mia nipote, Nica Zopancic di 22 anni, gioca bene a tennis e ha appena vinto una ‘borsa  di studio’ che le permette di giocare negli Stati Uniti per un ‘collage’ universitario a Washington>>.
Insomma, il carattere interdisciplinare è radicato nel dna sportivo a tutto campo della famiglia  Brandi, come dimostra il fatto stesso che Bob, oltre alla sua lunga vita da ‘insegnante’ nel mondo della scuola, sia stato fin dall’età di 8 anni giocatore di baseball mentre alle scuole superiori praticò anche il football, prima di tornare definitivamente a giocare a baseball negli anni ’60 per la San Francisco State University.
Tutto questo ricordando che Bob Brandi oltre ad essersi laureato in Scienze Motorie si è laureato anche in Matematica, che è stato altresì a lungo arbitro di basket , mentre a Rovigo si è appassionato anche al golf , tanto che ‘sulle nove buche’ ha giocato assiema ad altri grandi sportivi polesani come Nino Rossi e Andrea Scanavacca rugbisti storici di livello nazionale.
Fermo restando che adesso Bob è un pensionato che da nonno evergreen si gode i suoi tanti nipoti, anche se deve convivere con qualche acciacco.
Però di storie e amarcord ne ha raccontati tanti, anche dal punto di vista scolastico , visto che ha insegnato anche alla Jefferson Hight School a partire dal 1968 e fino a quel 17 gennaio 2002 quando il ‘big ben del lavoro ha detto stop, fermo restando che Bob ogni pomeriggio anche negli States era comunque e sempre allenatore in campo e maestro per i suoi allievi sui ‘diamanti’ americani.
Oltre che per qualche mese del 1993 in Inghilterra e per tante estati italiane da ‘pitching coach’ in casa BSC Rovigo, come abbiamo già raccontato fino al 2011, quando scelse di restare più vicino alla sua ‘grande famiglia americana’.
Insomma, nella sua vita anche da ‘professore’ a San Francisco il “Bob a due  italiano” non ha mai smesso di coltivare le sue passioni sportive, completando sempre le sue giornate sportive per coltivare la sua passione da ‘maestro’ di baseball , per tanti ‘pitcher’ …sognando la California , ma anche l’Italia per tante stagioni in casa BSC Rovigo,
Anche per questo sono stati tanti gli amarcord di Bob Brandi, che ci ha parlato di quando nel 1985 ha giocato con i Giants nella San Francisco League , ma anche dei suoi 6 anni da giocatore ( dal 1986 al 1992) nel San Francisco College.
Ovviamente con casa BSC Rovigo mantiene rapporto intensi, sia con lo staff dirigenziale da Boniolo a Taschin, fino ai tanti ‘campioni’ lanciati sul ‘monte’ per i quali il suo ruolo di pitching coach è stato sempre altamente considerato da tutti i vari head coach , per i  quali i consigli di Bob Brandi erano quasi automaticamente tramutati  in cambi tattici.
Anche per questo non è un caso che, Bob Brandi abbia trovato il tempo, tra i suoi tanti impegni familiari e di salute, di accettare anche un’altra ‘chiamata straordinaria’ da parte di Lucio Taschin e tornare in Polesine come pitching coach’ per alcuni mesi nell’estate 2015.
Il tutto per una serie di ‘clinic’, al servizio della BSC nella stagione in cui aveva fatto sinergia col “Tommasin Padova” che giocando in Serie A aveva bisogno della ‘franchigia Rovigo’ come settore giovanile.
Quando infine , sempre in sinergia ‘interpretativa linguistica’ con Andrea Perosa, abbiamo chiesto a Bob Brandi “quali fossero le sue più grandi soddisfazioni rodigine” ( aveva pensato anche di acquistare casa) , allora il pitching coach dal doppio passaporto americano-italiano, sforna una risposta doppia.
Perché oltre a ricordare , come ovvio, i tanti ‘Campioni’ che sono stati orgoglio della BSC Rovigo anche a livello internazionale ( da ‘ Malengo ai Crepaldi, ma anche i Sandalo e Roveron) ecco che lo spessore tecnico-umano del ‘maestro Bob Brandi svela un aneddoto particolare.
Spiega infatti Bob:<< Come allenatore la mia soddisfazione è stata anche quella di far crescere e maturare anche tanti ragazzi di qualità ‘normale’. A tal proposito, anche come fatto curioso ma di successo, posso ricordare di aver …‘cambiato mano’ ad un giocatore ( Alberto Marangon, pitcher mancino naturale) che credeva di essere ‘destro’ in base al guanto da baseball ricevuto in regalo da bambino.>>
A questo punto con ‘big pitching coach’ ci siamo salutati con l’impegno di completare questa sua Story work in progress, anche dopo il suo rientro negli States a San Mateo una cittadina a 20 chilometri da San Francisco, da dove Bob ci trasmetterà ampia fotogallery e mass media della sua vita americana, sia professionale che sportiva.
Fermo restando  che al termine della nostra intervista confidenziale lo stesso Bob Brandi ha confermato il suo ‘cuore italiano’ salutandoci con questo suo pensiero introspettivo filosofico:<< Sono stati anni meravigliosi , quelli vissuti in ‘famiglia’ nella BSC Rovigo,  e umanamente per me è stata una grande soddisfazione vedere tanti ragazzi ‘maturare nel baseball’, ma soprattutto integrati coi compagni con tanto spirito di squadra>>.


EXTRATIME by SS/ In cover Robert Brandi, nella prima foto giratami dallo stesso Bob ‘attuale’ evergreen.

 

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it