Rovigo Corso Allenatori 1971 / 1° Saul Malatrasi, 2° Carlo Spolaore, 3° Remo Frazzetto 4° Sergio Sottovia & Nicolè


23/10/2012

Allora ero giovane e non mi rendevo conto di quanto ‘valessero’ certi Campioni di quel “Corso Allenatori”.. Poi ho avuto la fortuna di conoscerli meglio e sono entrati, in tanti, nella mia trilogia di libri “Polesine Gol – Campioni & Signori”. Ma sopra tutto, con tanti di loro sono entrato in amicizia e così sono diventati anche protagonisti qui su questo sito.
Perciò è con piacere che vi propongo questa Story già raccontata on line nel 2007, quale ‘reportage’ di quel Corso Allenatori ‘ovviamente’ vinto da Saul Malatrasi, ma con tutti i nomi dei partecipanti come da articolo giornalistico by Il Gazzettino.
Considerando poi che , grazie al fair play di papà Santon & Friends, domenica scorsa sono stato a San Siro per Inter vs Catania (vedi appunto rubrica Mail & Fair Play) , e ho visto negli ‘Anelli’ dello stadio le targhe storiche delle strepitose Coppe Campioni ‘Anni ’60‘ vinte dall’Inter del mago Herrera e dal Milan di paron Rocco, ma sempre con Saul Malatrasi in campo, beh allora vi propongo come Appendice News una sua storica intervista datata 2005 fatta per così dire appunto al nostro “Signore degli Anelli” (perché unico giocatore ad aver vinto due titoli di Campione del Mondo con due maglie diverse, appunto Inter e Milan, di casa a San Siro).

 

 

Una coincidenza? Ricordo solo che a Firenze il giovane polesano Saul Malatrasi lo chiamavano “Il Bimbino” e che il giovane Davide Santon by Delta del Po in casa Inter veniva chiamato “Bambino” dal mitico Mourinho il mister del ‘Triplete’.
E così, con l’occasione e per tutto quanto sopra, in questa rubrica vi propongo  a corredo (seppur imperfette per mille motivi…) alcune foto ‘personalissime’ che ho scattato in casa Saul Malatrasi, durante quelle visite che sono diventate sempre più familiari e all’insegna dei quella confidenzialità che mi hanno fatto conoscere ‘tante cose’ e tanti valori di quei Mitici Anni ’60, tra calcio e Dintorni.

 

 

Tutti discorsi ‘paralleli‘ a quelli fatti poi nei tanti incontri che ho avuto successivamente a “Quel Corso Allenatori” quando poi Quei Personaggi li ho incontrati sui campi e sulle panchine del Calcio Dilettanti del Polesine e del Veneto. Vale per il rodigino Carlo Spolaore come per Remo Frazzetto da Cavarzere, ma anche per Alvino Minardi da Ceneselli e Benito Furlan da Taglio di Po. E per tanti altri, compreso i Campioni del Rugby che hanno partecipato a quel corso, cioè Giovanni Raisi e Giancarlo Checchinato, che non appaiono nell’articolo.

Ma coi quali poi siamo ‘entrati in confidenza’ per altre Storie Sportive che ho sempre raccontato qui su questo sito www.polesinesport.it , dove adesso vi propongo qui di seguito quanto scrissi a proposito di quello storico Corso Allenatori datato 1971, al quale il sottoscritto ha dato pochissimo seguito ‘specifico’ ( solo un finale di stagione in panchina col Merlara, prima di essere per due stagioni in campo con la Fulgor Crespino ( un ano da giocatore e un anno da allenatore in Seconda categoria).

 

 

Poi il lavoro in banca mi ha cambiato la vita e ho deciso di fare prima il dirigente sportivo (sempre con la Fulgor Crespino) e poi giornalista – pubblicista sportivo, per tanti anni con Il Resto del Carlino fino a poco dopo l’avvento del  “Direttore Polesano” sulla tolda di comando della Redazione di Rovigo quando ho ritenuto che per il sottoscritto non ci fossero più le condizioni ( sul piano delle relazioni umane, non sul piano della professionalità) per continuare a ‘spendere’ energie e risorse’ non più sufficientemente considerate (e non parlo di soldi).

 

 

MADE IN RO STORY (di Sergio Sottovia, datata 2007) / CORSO ALLENATORI 1971 A ROVIGO/ MALATRASI E SPOLAORE E FRAZZETTO E SOTTOVIA / NICOLE’ “MISTER 71”
<< Altri tempi. Parliamo del Corso allenatori , ottobre 1971 a Rovigo. Il Diploma consegnato ai promossi porta la data 30 ottobre , ma l'articolo che riproponiamo "testualmente" porta la data del 29 dicembre 1971, è stato pubblicato da Il Gazzettino e non ha alcuna firma giornalistica in calce. A corredo nessuna foto di gruppo. Insomma, allora le notizie non potevano chiamarsi "news" visto che il fatto veniva raccontato nei particolari, ma ben due mesi dopo che il fatto era successo.

 

 

Per chi come il sottoscritto Giotto/Risotto/ Sottovia l'ha ritrovato, ha pure ritrovato tanti ricordi frutto di quei giorni passati assieme. Ricordo ad esempio il salame portato da Saul Malatrasi, il suo rigore sbagliato una di quelle domeniche in Spal - Pescara sotto gli occhi di Antoniotti. E gli esercizi tattici, le prove tecniche, la poca dimestichezza calcistica di Giovanni Raisi un 'grande del Rugby Rovigo'.

Poi ognuno ha preso la sua strada, ma rileggere quei nomi mi ha fatto "ritrovare" persone che allora neppure conoscevo. Qualcuno di loro è entrato nella storia del calcio, mixando la precedente fase calciatore con la nuova fase allenatore. Per qualcuno ha deciso la vita, il lavoro, la famiglia, aprendo strade diverse. Ma con tanti di loro mi sono ritrovato sui campi, da 'giornalista artigiano' dal cuore -polesano.
Ed è così che piano piano ho pensato che le loro storie meritassero di essere raccontate per trasmettere 'esemplificando' i valori morali dello sport.

 

 

Quasi una 'mission' al servizio dello sport come 'funzione sociale'. Un 'libero pensiero' che tanti di loro, cioè Quelli del Campo, hanno condiviso sempre più, consentendomi di pubblicare 4 Libri di Storia Calcistica Polesana. 
Quante volte sono andato a casa di Minardi e Malatrasi e cenato con Spolaore.
Per la verità qualcun altro non lo conoscevo neppure, poi però li ho ritrovati protagonisti nelle Storie della "Società Polesana", oppure ci siamo rivisti sui campi, da Adriano Rubinato a Giacomo Finotti, da Luciano Nonnato a Francesco Gianesella, da Giovanni Piazza imprenditore globetrotter e tennista a Renato Pastorello fedele scudiero di Spolaore e allevatore di canarini.

 

 

Certo, il futuro del Polesine Calcio ha avuto tanti altri protagonisti, sia prima che dopo, ma la mia partecipazione a quel corso di allenatori nel 1971 è stato per me una tappa fondamentale della mia vita 'Giro d'Italia', come le tappe all'Università di Ferrara, come il mio tour lavorativo a Cittadella e nelle province di Padova e Rovigo.
Certo, appena finito il corso, la vita lavorativa mi ha fatto 'voltare pagina' e la mia corsa da allenatore si è fermata subito alla prima tappa Crespino - Merlara, ma Vi assicuro che quei nomi che ho ritrovato recentemente nell'articolo che Vi ripropongo, valgono molto di più di un ricordo sbiadito.

 

 

ECCO ALLORA L’ARTICOLO TARGATO 1971 CHE TITOLAVA “PRIMO POSTO A MALATRASI”
<<Condo>> (Saul per l'anagrafe) Malatrasi, attualmente capitano della Spal, affezionato al Polesine dove é nato e dove vive- a Calto, in riva al Po, dopo aver rinunciato ad allettanti proposte (esordì in serie A proprio nella Spal per passare poi alla Fiorentina e quindi alla Roma, all'Inter e, dopo una breve parentesi al Lecco, al Milan), si é classificato al primo posto al corso per allenatori di terza categoria - che abilita alla conduzione tecnica di squadre dilettantistiche - svoltosi di recente a Rovigo.

 


 

Tale corso, diretto dall'istruttore federale Lelio Antoniotti (il quale ha curato la tecnica calcistica, teorica e pratica, e si é avvalso della collaborazione del prof. Vittorio Bergamo per la preparazione fisica ed allenamento, del dott. Camillo Norbiato per la medicina sportiva, di Umberto Terrestri per il regolamento di gioco e di Benito Zanirato per le carte federali) é riuscito brillantemente poiché - come ha dichiarato il responsabile del settore tecnico della Federcalcio dott. Fino Fini - s é svolto in un clima ideale sia per la parte organizzativa ( e qui una nota di merito va a Ferdinando Stocco, infaticabile presidente del Comitato rodigino della Figc) che per quella disciplinare: il comportamento degli allievi é stato infatti esemplare e costante e così pure l'assiduità.

 

 

Come é stato segnalato in altra occasione, dei 45 iscritti, 37 sono stati ammessi a frequentare il corso e di questi soltanto sei non sono stati dichiarati idonei.
Malatrasi, anche in forza della sua ultra decennale esperienza acquisita sui campi della massima divisione nazionale, ha preceduto tutti i compagni di corso.
Al <<libero>> della Spal abbiamo chiesto in che modo intende utilizzare il diploma che il Ctf di Coverciano gli ha inviato in questi giorni.
<<Se alla fine del campionato verrò nella decisione di appendere le scarpe bullonate al chiodo - ma se la Spal ritornerà in B ci ripenserò -spero vivamente che il commendator Mazza confermi la promessa di affidarmi i ragazzi del vivaio. A Ferrara, nei pressi del giardino dei Finzi-Contini, la Spal ha dato vita ad un bel centro di addestramento da dove usciranno le promesse biancoceleste. E' lì che io conto di entrare a termine di una carriera ricca di soddisfazioni. Ovviamente parteciperò ai corsi che si svolgono annualmente a Coverciano: ormai ho imboccato questa strada ed intendo percorrerla sino in fondo>>.

 


 

Al secondo posto del corso regionale veneto svoltosi a Rovigo si é piazzato un altro noto atleta, il rodigino Carlo Spolaore che sino ad un paio di anni fa ha difeso i colori del Rovigo, del quale cura ora il vivaio dei giovanissimi.
Ma ecco la graduatoria completa degli idonei: Saul Malatrasi di Calto p.117; Carlo Spolaore di Rovigo p.114; Remo Frazzetto di Cavarzere p.112; Sergio Sottovia di Crespino e Alessio Nicolé di Padova p.111; Girolamo Messina di Monselice e Sergio Mulonia di Chioggia p.110; Luigino Menegale di Padova p.109; Luciano Martinelli di Rovigo ed Adriano Rubinato di Cavarzere p.108; Alvino Minardi di Ceneselli e Walter Ortolani di Pernumia p.107; Giovanni Piazza di Badia e Flavio Romani di Malcesine p.104; Alberto Candian di Mestre e Benito Furlan di Taglio di Po p.101; Jolando Cecconello di Contarina e Gino Dalla Libera di Frassinelle p.100; Sergio Buzzi di Porto Tolle, Giacomo Finotti di Rovigo e Francesco Gentilin di Trissino p.98; Erminio Mancin di Scardovari, Renato Pastorello di Rovigo e Danilo Vanin di Badia p.96; Adelino Andreello di Villadose p.94; Luciano Nonnato di Papozze e Mario Primon di Noventa Vicentina p.93; Francesco Gianesella di Costa p.91; Giuseppe Nordio di Chioggia p.90; Pietro Monti di Lovardina .89; Angelo Crepaldi di Scardovari p.87. /
Un abbraccio a Quelli di ieri e a Quelli di oggi-domani.>>

 


APPENDICE NEWS/ GOLCALCIO INCONTRA UN GRANDE DIFENSORE  ( intervista datata 2005)/
SAUL MALATRASI L’UOMO DIVENTATO DERBY/ PRIMA SPAL, FIORENTINA E ROMA. E POI SUCCESSI NELLE GRANDI STAGIONI DI INTER E MILAN
<<Il calciatore che GolCalcio ha incontrato questo mese è Sual Malatrasi, uno dei giocatori che ha vinto più di tutti nella storia del nostro calcio. La figura di questo difensore è legata alla due formazione di Milano, dove ha militato nel "periodo d’oro" delle squadre durante gli anni sessanta. Nato a Rovigo nel 1938, Malatrasi debutta subito in serie A nella Spal all’età di venti anni.

 

 

 

L' anno dopo passa alla Fiorentina dove rimarrà per quattro stagioni. Partecipa alla conquista della Coppa delle Coppe del 1961, giocando una sola partita. Negli ultimi due tornei con i viola diventa titolare a tutti gli effetti. Nel 1963 viene acquistato dalla Roma. Come giallorosso disputa 28 gare e due reti e partecipa alla vittoria in Coppa Italia di quell’anno.
Nel 1964 passa all’Inter dove, pur come difensore di riserva, giocherà moltissime partite contribuendo ai successi nerazzurri di quel periodo. Ventidue presenze in due anni e ovviamente due scudetti. Giocherà anche la finale di ritorno e la "bella" nella Coppa Intercontinentale edizione 1964. Nel 1966 viene ceduto al Lecco, sempre in serie A. L’anno successivo passa al Milan dove, come titolare, vincerà un Coppa Delle Coppa, una Coppa Campioni, una Coppa Intercontinentale e il suo terzo scudetto. Vanta anche tre presenze in nazionale A.

 

 

D. - Lei debutta nella Spal, per poi passare alla Fiorentina, una squadra che in quel periodo vinse la Coppa delle Coppe, il primo trofeo internazionale conquistato da una squadra italiana.

R. - Nel 1958 comincia a giocare subito in A con la Spal, per poi andare l’anno dopo a Firenze, dove rimansi per quattro stagioni. La compagine viola in quel periodo lottò sempre per il vertice arrivando seconda proprio nelle stagioni 1958-59 e 1959-60. L’anno dopo giunsero le prime soddisfazioni; infatti la Fiorentina vinse la Coppa Italia e partecipò alla prima edizione della Coppa delle Coppe vincendola. La compagnie viola di quel periodo era una squadra senza grandi pretese, composta da molti giovani di talento.
La differenza la faceva il nostro allenatore, Hidegkuty, mitica figura dell’Ungheria di Puskas. Era un tecnico che stimava molto i giocatori, dava il massimo per tutti e cercava sempre di farsi voler bene. Ho veramente un ricordo pieno di affetto. Poi vi erano anche degli anziani di grande valore come Chiappella e Da Costa. Sarti era il portiere titolare, mentre la sua riserva era Enrico Albertosi che già allora dimostrava le sue grandi qualità. All’epoca ero giovane, avevo poco più di venti anni e i giocatori più esperti ti prendevano sotto la loro protezione. I tifosi toscani visto la mia età mi aveva simpaticamente soprannominato "Il Bimbino".

 

 

D. - Dopo quattro anni a Firenze un solo anno a Roma come giallorosso, in una stagione contrassegnata dalla vittoria della Coppa Italia.

R. - Nella Roma di quel periodo, piena di campioni, vi erano giocatori come De Sisti, Angelillo, Manfredini, Menichelli. Cudicini era il portiere, che ritroverò qualche anno più tardi nel Milan. La Roma di quella stagione era una grande squadra, ma come si è sempre detto vincere nella "città del cuppolone" è sempre molto difficile. Comunque il quel periodo ci siamo aggiudicati la Coppa Italia. In campionato invece abbiamo cominciato veramente forte. Dopo poche giornate eravamo al comando, poi abbiamo "rotto come i grandi cavalli" finendo il torneo quasi in fondo alla classifica.

 

 

D. - Nel 1964 passa alla corte di Herrera, giocando nelle due stagioni quando l’Inter domina veramente il mondo.

Poi sono passato all’Inter di Herrera, un personaggio sincero ma che aveva il suo carattere, guai se gli facevi un dispetto. Era una personalità alquanto chiusa, addirittura non ti parlava per settimane, ma  dimostrava sempre al momento giusto che ti stimava.
In quella squadra io ero il jolly difensivo, quando i club ancora non presentavano rose di trenta o più giocatori. Le altre riserve erano Domenghini, attaccante, e Peirò, il terzo straniero. Giocammo comunque tutti e tre parecchie partite. In quel periodo vinsi due scudetti ma ebbi la grande soddisfazione di giocare la finale di Coppa Intercontinentale 1964 contro l’Indipendiente.
Infatti fui schierato nel match di ritorno a Milano, da noi vinto per due a zero e poi nello spareggio giocato a Madrid e vinto con rete di Corso.

 

 

D. – Poi con una certa sorpresa lei viene venduto al Lecco, in quell’anno sempre squadra di serie A.

R. - Poi sono passato al Lecco, anche se ero stato richiesto dal Napoli. Ma il quel periodo non si passava direttamente da un grosso club ad un altro. Vi era sempre un anno di transizione. Herrera non voleva cedermi, come poi mi ha spesso ripetuto, considerato che era giovane ma ormai con una certa esperienza. Secondo il mio parere fu soltanto una iniziativa della società quella di vendermi. In quel periodo i club cedevano i calciatori senza il consenso dei medesimi. Nel campionato a Lecco ho giocato sempre, anche se siamo retrocessi. Nella mia carriera, fra tanti successi, ho anche una retrocessione, del resto come Baresi!

 

 

D. - Infine il ritorno a Milano, però con la maglia rossonera...

R. - Poi sono andato al Milan anche con numerose polemiche in casa interista, visto che avevano ceduto un giocatore importante non solo ad una grande società ma anche ai rivali di sempre! Nel Milan trovai il grandissimo Rocco , sicuramente un'altra personalità rispetto ad Herrera.Con Rocco si dialogava sempre, non mancava mai la battuta; questo con Herrera non avveniva. Nel Milan di quel periodo ho veramente vinto tutto; anche nell’Inter ho vinto parecchio ma la grande differenza é che se nel club nerazzurro ero riserva, con Rocco ero titolare a tutti gli effetti. Con i rossoneri ho conquistato uno scudetto, una Coppa delle Coppe, una Coppa Campioni e la Coppa Intercontinentale.

 

 

D. – Nella finale della Coppa dei Campioni giocò contro l’Ajax di un giovane Cruyff.
Che impressione ebbe di quella squadra e dell’astro nascente olandese?

L’Ajax era una squadra giovane che stava crescendo, mentre noi del Milan eravamo una compagine più esperta, con uomini che avevano anni di esperienza anche a livello internazionale. Cruyff era già un campione, un ragazzo con uno scatto fulminante che mi impressionò moltissimo. Era una specie di Cassano d’adesso. Noi la sera della finale partimmo molto forte, con un Prati ed un Sormani scatenati e con la difesa in gran forma. Il Milan dominò l’incontro, segnando quattro reti. La partita si dimostrò molto più facile del previsto considerata che era una finale di Coppa Europa.

 


 

D. – Un altro importante incontro fu la Coppa Intercontinentale con l’Indipendiente…

R. - Poi giocammo la finale della Coppa Intercontinentale ed io incontrai ancora i sudamericani dell’Indipendiente. Fu veramente una vera "battaglia calcistica" giocata in maniera rude e caratterizzata da continue scorrettezze. Poi ci furono anche degli strascichi a fine partita ai danni di Combin. Così vinsi due titoli di campione del mondo con maglie diverse, un record che ho soltanto io ed un altro calciatore, Jugovic.

D. – Le era un libero, spesso terzino; quali sono stati i calciatori che la hanno impressionata maggiormente ?

R. - Giocatori che ho marcato con difficoltà ricordo George Best e in particolar modo Bobby Charlton, in quel periodo cardine della nazionale inglese campione del mondo. Erano anche le colonne del Manchester Unted da noi superato nella Coppa Campioni del 1969. Poi da non dimenticare personaggi come Eusebio e Albert. Nella semifinale della Coppa delle Coppe da noi vinta eliminammo il Bayern di Monaco; allora conobbi e controllai due fra i più grandi calciatori al mondo, ovvero Beckenbauer e Gerd Muller.
Del resto nel Milan di quel periodo io giocavo in difesa con un fortissimo calciatore, Roberto Rosato.

 

 

D. Lei ha giocato sicuramente con i più due più grandi calciatori degli anni sessanta, Rivera e Mazzola. Un giudizio su questi due grandi atleti.

Un confronto fra Rivera e Mazzola, sicuramente non è facile, anche perché rivestivano ruoli diversi ed erano due giocatori totalmente diversi anche tecnicamente. Rivera era per me un giocatore di una classe eccezionale, e ho avuto la fortuna di giocare con lui tutti giorni per molti anni e posso dire che è stato veramente un atleta grandissimo. A conferma di tutto questo anche la sua carriera, lunga di successi. Mentre Mazzola ha fatto un due anni da mezzala veramente di levatura mondiale, regista e punta allo stesso tempo, una specie di Baggio di quel periodo. Lo ricordo come un giocatore veramente imprendile, con un grande scatto, un fisico esile ma veloce. Comunque due grandi campioni che hanno onorato con le loro vittorie il calcio italiano.>>


EXTRATIME by SS/ La cover è per Saul Malatrasi ‘premiato’ dal sottoscritto in occasione della Festa del Coni 2006 by Beppe Osti, dedicata ai Polesani in Serie A, dove il sottoscritto ha ‘consegnato a tutti’ la loro STORY già pubblicata on line.

Poi nell’ambito della fotogallery …facciamo il giro dei “Due Mondi” by Saul Malatrasi il “Signore degli Anelli” di San Siro.
E così eccovi subito la certificazione dell’Internazionale Campione d’Europa & del Mondo datata 1965.
Poi agganciandoci alla classifica del Corso Allenatori datato 1971, eccovi onorato il secondo classificato in flash nel quintetto ( da sx) composto da Angelo Lugarini, Carlo Spolaore, Sergio Sottovia, Massimo Albiero, Sergio Chiarion in una delle solite ‘cene sportive’.
A seguire onoriamo Remo Frazzetto proponendolo in foto griffata Venezia 1963 che lo vede in quintetto assieme, tra gli altri,  anche al suo  mister Quario, e agli amici ‘cavarzerani’ Fava e Costante Mantoan. E poi Remo Frazzetto che ho fotografato nel cerimoniale del ‘Centenario Cavarzere Calcio’ premiato by sindaco Parisotto, lo propongo in kit on la ‘rovesciata autografata’ di Saul Malatrasi.
A questo punto passiamo ad onorare il Grande Saul Malatrasi partendo dalla foto in bianconero che ritrae l’Inter campione Intercontinentale 1964 vs l’Independiente.
E che quei giocatori fossero “I PIU’ FORTI DEL MONDO” lo certifica anche al successiva ‘caricatura nerazzurra’ che vi proponiamo con al centro il presidente Angelo Moratti e alle sue spalle proprio il polesano Saul Malatrasi.
Davvero una squadra ‘sempre in viaggio’ quell’Inter del Mago Herrera, che guarda caso vi proponiamo in attesa di salire sull’aereo assieme a Burgnich, Malatrasi, Juair e Mazzola.
Giusto per vincere ‘Quei Trofei” che poi Malatrasi ‘tuta Inter’ vi propone tra le sue braccia.
Come è finita tra le sue mani la “Lupa” della Roma che il presidente Viola donò al presidente Angelo Morattti che a sua volta donò a Malatrasi perché  …il sottoscritto la fotografasse a  “Casa di Saul” a Calto.

 

 

 

Discorsi paralleli a quelli di Malatrasi winner in “Casa Milan” di cui vi proponiamo la squadra TOP 11 che vinse il titolo Intercontinentale nel 1969 battendo in finale gli olandesi dell’Aiax di Amsterdam.
Giusto per vincere anche stavolta “Quei Trofei” che poi Malatrasi in ‘maglia Milan’ vi propone, ormai come d’abitudine, tra le sue braccia.
Del Malatrasi da Calto, ma con la maglia della Nazionale Italiana, vi proponiamo la foto ‘sfumata per esigenze tecniche’ che lo ritrae primo in piedi da dx con ai suoi piedi Josè Altafini guarda caso ‘oriundo polesano’ perché i suoi avi erano di Baruchella.
Per baipassare da Malatrasi a …Sottovia, ecco Saul Malatrasi sul campo di Ceneselli nel 2002 tra i suoi amici evergreen Alberto Zaghi e Alvino Minardi, con a destra in kit la mitica maglia numero 10 che il sottoscritto ha ricevuto dal presidente Cattin dell’Arianese, durante la presentazione del mio primo libro Polesine Gol, dove guarda caso Saul Malatrasi è il ‘primo personaggio story, raccontato in apertura.
A seguire ancora Remo Frazzetto ( in tuta primo da sx) in poker Made in Cavarzere col presidente Munari, mister Costante Mantoan e De Grandis.
A certificare ‘la data’ del Corso Allenatori 1971 ecco il mio personale diploma datato 30 ottobre 1971 con relative ‘firme by Figc’.
Per quanto riguarda il sottoscritto ecco poi un poker di foto che , oltre a certificare il mio ‘piccolo viaggio da allenatore/dirigente in ‘Casa Fulgor Crespino’ rende onore soprattutto ad altri ‘Campioni’ che hanno fatto strada nel mondo del Calcio Dilettantistico ma anche nazionale.
Vale per Lino Carravieri, ora mister del Rovigo Lpc, e che è il terzo accosciato da sx in maglia biancazzurra nella ‘risorta’ Fulgor 1968.
Vale per “Quelli della Fulgor Crespino 70/71” ( maglia con striscia bianca diagonale) che vede come Arduino Turolla (in arte Didì) con la mascotte Franco Sottovia (figlio di mio fratello Luciano) che ora è in Australia e si è ‘divertito’ a giocare a calcio a Newcastle dove guarda caso un mese fa ha giocato addirittura Allex Del Piero con la maglia del Sydney.
Nella successiva foto , sempre in bianconero e sempre con ‘Didi’ capitano ecco il sottoscritto, terzo in piedi da dx , giocatore in Seconda categoria nella Fulgor Crespino 70/71 di mister Angelo Nolo ( quello del Grande Crespino anni 60’ addirittura in Promozione).
Uno strano viaggio, quello calcistico del sottoscritto, visto che prima mi trovate come allenatore e solo dopo come giocatore, per esser poi ancora ds/dirigente della mia ultima Fulgor ‘giallorossa’ che vi propongo a colori datata  1986 ( da dx, Sergio Sottovia, Giuseppe Visentin, Paolo Guidorzi /presidente, Doriano Dall’Occo/giocatore allenatore, mentre sono da sx i dirigenti Enzo Fabris e Daniele Biasiolo).
Per chiudere ‘alla grande’ ritorniamo ovviamente a Saul Malatrasi, proponendolo ‘guest star’ insieme a Paolo Rossi ( campione del Mondo con Italia 1982 del Ct Bearzot in Spagna) a Trecenta ( epoca mr Nasti) nel giorno dell’inaugurazione del nuovo stadio “Mari Tacchini”.
Poi proponendolo , il Grande Saul, insieme a Italo Cucci, con alle spalle , a dx, il sottoscritto Sergio Sottovia  nella sopra citata Festa Coni 2006.
Storie Mondiali , come l Foto della Grande Inter col nuovo presidente Massimo Moratti assieme a Saul Malatrasi e agli altri Campioni del Mondo della Grande Inter di papà Angelo Moratti.
Quella del “Signore degli Anelli” cioè Saul Malatrasi, il Campione dei Due Mondi, che , dopo il Mondo by Inter iniziale, onoriamo infine con Mondo by Milan, sempre da “Casa  San Siro”  come da flash scattato domenica scorsa.


Sergio Sottovia
www.polesinesport.it