Rovigo & Corso ODG 2021: “Da Venezia ad Assisi, tra rispetto e inclusione vs odio comunicativo” / Con Giuseppe Giulietti, Pres FNSI, “vs muri mediatici”; con Monica Adolfatto su “rispetto e parità di genere”


31/10/2021

E’ stata una specie di …october fiest culturale, il trittico di incontri che Ordine dei Giornalisti del Veneto ha programmato a Rovigo.
Così dopo avervi già raccontato qui su www.polesinesport.it e sempre in questa rubrica ‘Eventi’ i due precedenti importanti appuntamenti a carattere deontologico, adesso completiamo il trittico partendo subito dalla seguente segnalazione ufficiale by ODG Veneto su ‘tematica e relatori, dell’interessante Corso di cui vi proporrò a seguire le mie ‘note sparse’ relative agli interventi di Monica Adolfatto e di Giuseppe Giulietti, autorevoli anche per il loro ruolo istituzionale nell’Ordine dei Giornalisti.
ROVIGO & CORSO ODG in “PESCHERIA NUOVA” /
Data 28/10/2021 Categoria Corsi Titolo Corso Da Venezia ad Assisi, il percorso tra rispetto e inclusione contro l’odio comunicativo
Piano Operativo di Riferimento (POF) POF bimestre Settembre - Ottobre 2021 Referente Sindacato Giornalisti del Veneto
Evento di deontologia
Descrizione / Relatori / Argomenti
Monica Adolfatto, Segretaria del Sindacato giornalisti del Veneto : << Il Manifesto di Venezia, per il rispetto e la parità di genere nell'informazione contro ogni forma di violenza e discriminazione >>
Giuseppe Giulietti, Presidente della FNSI: << La Carta di Assisi, il primo manifesto internazionale contro i muri mediatici e l’odio comunicativo>>
Coordinamento interventi: Nicola Chiarini, giornalista
Durata ore 3 h ; Numero Crediti 5 ; Costo Gratuito.
Data inizio iscrizione 10/09/2021 Data fine iscrizione 25/10/2021 Docenti ANDOLFATTO MONICA; GIULIETTI GIUSEPPE
SEDE: Pescheria Nuova -  Rovigo
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Dopo i saluti introduttivi di Maurizio Romanato – Fiduciario della Associazione Stampa Polesane, anche il coordinatore Nicola Chiarini ha sottolineato l’importanza delle parole e l’importanza dei relatori in considerazione sia della tematica che del loro ruolo sia per l’Ordine dei Giornalisti del Veneto che a livello Nazionale.
Così , sul tema “Da Venezia ad Assisi…” e in particolare con riferimento alla CARTA di VENEZIA ( di cui vi proponiamo in calce la specifica Appendice Flash Story con relativo ‘decalogo’) è stato ampio il focus di Monica Andolfatto partendo dalle motivazioni che sono state la base di riferimento del Manifesto di Venezia datato 2017, che – parole della Adolfatto -  “ col suo decalogo identitario è un impegno alla sottoscrizione per attivarlo”.
E così Monica Adolfatto nel suo excursus ha sottolineato l’importanza del …linguaggio dalla parte delle vittime e in particolare delle Persone- Parenti da rispettare /Tutelare.
Rilevando che del fenomeno “Femminicidi” se ne parlava dagli anni ’90, ma che da solo da 10 anni fa esiste la relativa legge.
Un’attenzione al ‘linguaggio’ che peraltro vede il Veneto storicamente in prima linea, come ha precisato Monica citando sia la veneta Cornaro come prima donna laureata in Italia che la veneta Tina Anselmi come prima Ministra della Sanità.
Fermo restando che – ha ricordato Monica – “la Carta di Venezia non è una carta deontologica , ma una …sottoscrizione che si fa azione”, sono stati poi citati  diversi Personaggi / Fatti rappresentativi della evoluzione del linguaggio nella società.
Così è stato ricordato che a livello generale c’è una più attenzione all’uguaglianza di genere, ma sono ancora poche le donne nei gradi più alti della nostra società.
E Monica a tal proposito ha citato che finalmente la Agnese Pini ( a La Nazione da agosto 20219) è la prima donna Direttrice nei Quotidiani, ma se guardiano al ‘panel di parole riferite ai 9 più importanti Quotidiani’ in epoca Covid, troviamo che sono solo 100 le ‘esperte’ sui 361 esperti di settore.
Poi sempre con riferimento al Manifesto di Venezia e all’importanza del ‘linguaggio’  considerando quello che succede purtroppo nella realtà, sempre Monica Adolfatto ha citato alcuni dei purtroppo tanti casi che …non dovrebbero succedere nella realtà, tant’è che lo stesso Ministero ha messo in atto un “ Osservatorio sui Social”, visto anche le tante aggressioni del web in particolare anche contro le Giornaliste Donne.
Così è stato citato il caso dell’Assalto a Capitol Hill,  il caso del dramma causato dalla Diga del Vajont segnalato in anticipo dalla giornalista Tina Merlin purtroppo messa anche sotto accusa , querelata, denunciata, discriminata.
Anche perché la Merlin aveva parlato doi Olocausto del Vajont, non di disgrazia naturale ma anzi di …scelta conseguente alle decisioni prese.
Valutazioni che impattano sul “bavaglio alla libertà di stampa” visto che in Italia a livello legislativo è previsto ancora il …carcere per il Giornalista.
Una relazione ampia , quella della Adolfatto, che con riferimento alle soluzioni ha precisato quanto a livello di ODG , piuttosto che la repressione sia più importante la formazione nelle sue varie modalità.

A questo punto, nella seconda parte del Corso ODG a Rovigo , è stata oltremodo  interessante la relazioni “in collegamento audio-video” con Giuseppe Giulietti, presidente FNSI, che ha spesso dimostrato, abbinando concetto e dati, quale è la difficile situazione del Giornalismo attuale in Italia.
Partendo dal fatto che al di là della CARTA FONDAMENTALE dell’ORDINE GIORNALISTA datata 1993, va considerato che ci si ricollega alla Carta Costituzionale, perché se si parla di pluralismo e di inclusione …questo è scritto sulla Carta della Costituzione…
Poi Giulietti – presidente FNSI – ha citato che ci sono 27 cronisti sotto scorta, che sono tante le ‘querele’ ma che il 98% vengono archiviate, però… bloccano il pensiero libero.
Ha parlato anche del Diritto della Tutela delle fonti che vale anche per i Pubblicisti; ha parlato di Equo Compenso, di Giornalisti/fotografi assaliti anche in questi giorni, anche se sono senza testate giornalistiche.
Giulietti ha  citato anche Marina Castellaneta e la nota sentenza depositata il 6 ottobre 2020 nella causa Jecker c. Svizzera (ricorso n. 35449/14), perché  ( riportiamo dai Mass Media) “la Corte europea dei diritti dell’uomo ha fissato un ulteriore tassello per rafforzare la libertà di stampa, questa volta attraverso la protezione della confidenzialità delle fonti”.
Ha parlato di Legge della Editoria , dell’Articolo 21 della Costituzione, di codice Ursula e di Corte Europea e sentenze europee, ma che c’’è la volontà di tenera debole il Settore.
Ha citato delle parole che sono ‘pilastri, del giornalismo d’inchiesta come quello di Tina Merlin che aveva messo in guardia sulle problematiche della Diga del Vajont.
E parlando delle ‘minacce da prevedere, Giuseppe Giulietti ha ricordato l’importanza del Laboratorio di Studi di Contrasto dell’odio, organizzato meritoriamente dall’ODG insieme all’Università di Padova sul tema “Parole e funzione Civile , un mestiere” ( 54 diplomati), del prossimo 13 novembre come incontro sulla Descrizione del male, ma anche come tentativo di soluzione insieme alla Comunità.
Anche perché il presidente Giulietti ha citato anche recenti ‘minacce esplicite’ alle Donne nelle Istituzioni, come è successo contro la SINDACA di Santa Maria di Sala, sia verso di Lei che verso i suoi familiari ‘dicendo anche ‘ ti buttiamo acido addosso ’ oppure ‘sappiamo dove i tuoi figli vanno a scuola…’.
Quindi Giulietti, con riferimento alla CARTA di ASSISI, ha parlato giornalisticamente della necessità della dimostrazione anche coi ‘dati e numeri’ , della par condicio pericolosa se non ci si basa sulla competenza, della ricerca, della verifica , delle opinioni fondate.
Ha esemplificato Giulietti:<< C’è gente che se gli viene chiesto dov’è l’Afganistan, sulla cartina geografica indica la …Basilicata. E poi …se alla domanda il Sindaco non risponde, bisognerebbe non mandare in onda il servizio ! >>.
Dopo una domanda/intervento tra i giornalisti in sala da parte di Romani di “Avviso Pubblico” l’intervento di Giulietti è proceduto a tamburo battente, ricordando il significato del recente Premio Nobel per la Pace assegnato ai due giornalisti Maria Ressa ( filippina) e Dmitri Muratov , a conferma dell’importanza della correttezza della informazione … per la convivenza civile.
Più strettamente legato all’Italia Giulietti in primis ha sottolineato che recentemente il presidente Sergio Mattarella ha citato ben 15 volte l’importanza delle Comunicazione, poi ha ricordato che a Conselice ( RA) è stato inaugurato il Monumento alla informazione, che non bisogna dimenticare i Morti, neppure Regeni , perché ce lo insegna anche l’Art 21 della Costituzione, rammaricandosi peraltro che in costanza della Interruzione di Pubblico Servizio non è previsto per legge l’inasprimento della pena.
A seguire, dopo aver sottolineato che “ricordare i nomi non è perdere tempo” e che “rompere il filo che esiste tra memoria e futuro rischia di essere un …sequestro” , il presidente Giulietti ha citato come esempi alcuni giornalisti da elogiare per credibilità e signorilità . Come Sergio Zavoli citato per  l’indimenticabile “La Notte della Repubblica” , come Enzo Biagi ( è stato anche partigiano) moderato ma sempre profondo nelle sue inchieste, come Tina Merlin ( già sopra citata per l’inchiesta su Lavarone e la diga del Vajont), come Marino Sinibaldi, come Pippo Fava , ma anche …il prete polesano Don Giuliano Zattarin e i suoi incontro di approfondimento sociale e civile.
Significativo anche la segnalazione di Giulietti su Julian Assange e richieste di estradizione da Londra, perché certo ha utilizzato metodi illeciti per la sua inchiesta sulla Guerra dell’Afganistan, ma di certo la responsabilità della Guerra  è stata falsificata da altri responsabili , anche per quanto riguarda i dati forniti sull’Iraq…
Per contro Giulietti ha segnalato anche comportamenti ( come quelli di Feltri…e di …) che sarebbero da punire da parte dell’ODG, ma che allo stato attuale non è possibile applicare.
Altri piccoli flash Giulietti li ha dedicati alle inchieste di Mauro Giordani, alla Carta di Roma, al manifesto di Venezia, alla nascita del Telefono Azzurro , al Garantismo spesso verso l’alto e poche volte verso il basso.
E poi riferendosi ai vari Talk show il presidente Giulietti ha citato i comportamenti esagerati di Sgarbi , ma anche quelli coraggiosi di Giornalisti che hanno portato importanti elementi di conoscenza, come sulla strage di Ustica e altre indagini ‘intelligenti’ basate su fatti, documenti e dati.
Infine Giulietti, ricordando anche le storiche “riunioni di redazione” che adesso oggigiorno non si fanno quasi più, ha concluso Giuseppe Giulietti, dicendo che come giornalisti  “tutti dovremmo far sentire la nostra voce” perché la credibilità del Giornalista è elemento essenziale della informazione.

 

APPENDICE FLASH STORY ( Venezia 25 novembre 20217)/ MANIFESTO DI VENEZIA / CAMBIA IL LINGUAGGIO, LIBERA LE PAROLE DALLA VIOLENZA /
Manifesto delle Giornaliste e dei Giornalisti per il rispetto e la parità di genere bell’informazione.
Contro ogni forma di Violenza e Discriminazione attraverso parole e Immagini.

Noi, giornaliste e giornalisti firmatari del Manifesto, ci impegniamo per una informazione attenta, corretta e consapevole del fenomeno della violenza di genere e delle sue implicazioni culturali, sociali, giuridiche.
La descrizione della realtà nel suo complesso, al di fuori di stereotipi e pregiudizi, è il primo passo per un profondo cambiamento culturale della società e per il raggiungimento di una reale parità.
PERTANTO RITENIAMO PRIORITARIO:
_1_ Inserire nella formazione deontologica obbligatoria quella sul linguaggio appropriato anche nei casi di violenza sulle donne e sui minori;
_2_Adottare un comportamento professionale consapevole per evitare stereotipi di genere e assicurare massima attenzione alla terminologia, ai contenuti e alle immagini divulgate;
_3_Impiegare un linguaggio declinato al femminile per i nodi professionali ricoperti dalle donne al fine di riconoscerle nella loro dimensione professionale, sociale, culturale;
_4_Attuare la “par condicio di genere” nei talk show e nei programmi di informazione, ampliando quanto già raccomandato dall’Agcom;
_5_Utilizzare il termine specifico “femminicidio” per i delitti compiuti sulle donne in quanto donne e superare la vecchia cultura della “sottovalutazione della violenza” : fisica, psicologica, economica, giuridica, culturale;
_6_Sottrarci a ogni tipo di strumentalizzazione rifiutando che ci siano “violenze di serie A e di serie B” in relazione a chi subisce e a chi esercita la violenza;
_7_Illuminare tutti i casi di violenza, anche i più trascurati come quelli nei confronti di prostitute e transessuali, utilizzando il corretto linguaggio di genere;
_8_Mettere in risalto le storie positive di donne che hanno il coraggio di sottrarsi alla violenza e dare la parola anche a chi opera a loro sostegno;
_9_Contrastare ogni forma di sfruttamento a fini “commerciali” ( più copie, più clic, maggiori ascolti) della violenza sulle donne;
_10_ Evitare, nel più generale obbligo di un uso corretto e consapevole del linguaggio:
a)espressioni che anche involontariamente risultino irrispettose, denigratorie, lesive e svalutative dell’identità ed ella dignità femminili;
b)termini fuorvianti come “amore”, “raptus”, “follia”, “gelosia”, “passione”, accostati a crimini dettati dalla violenza di possesso e annientamento;
c)l’uso di immagini e segni stereotipati o che riducano la donna a mero “richiamo sessuale” o a “oggetto del desiderio”;
d)di suggerire attenuanti e giustificazioni all’omicida, anche involontariamente, motivando la violenza con “perdita del lavoro”, “difficoltà economiche”, “depressione”, “tradimento” e così via;
e)di raccontare il femminicidio sempre dal punto di vista del colpevole, partendo invece da chi subisce la violenza, nel rispetto della sua persona.
Sistematica, trasversale, specifica, culturalmente radicata, un fenomeno endemico: i dati lo confermano in ogni Paese, Italia compresa.
La violenza di genere è una violazione dei diritti umani tra le più diffuse al mondo: lo dichiara la Convenzione di Istanbul, approvata dal Comitato del Consiglio d’Europa  nel 2011 e recepita dall’Italia nel 20213, che condanna <<ogni forma di violenza sulle donne e la violenza domestica>> e riconosce come il raggiungimento dell’uguaglianza sia un elemento chiave per prevenire la violenza.
La violenza di genere non è un problema delle donne e non solo alle donne spetta occuparsene, discuterne, trovare soluzioni. Un Paese minato da una continua e persistente violazione dei diritti umani non può considerarsi “civile”.
Impegno comune deve essere eliminare ogni radice culturale fonte di disparità, stereotipi e pregiudizi che, direttamente e indirettamente, produce un’asimmetria di genere nel godimento dei diritti reali.
La Convenzione di Istanbul , insiste sulle prevenzione e sull’educazione, chiarisce quangto l’elemento culturale sia fondamentale e assegna all’informazione un ruolo specifico richiamandola alle proprie responsabilità ( art.17).
Il diritto di cronaca non può trasformarsi in un abuso. “Ogni giornalista è tenuto al rispetto della verità sostanziale dei fatti” e non deve cadere in morbose descrizioni o indulgere in dettagli superflui, violando norme deontologiche e trasformando l’informazione in sensazionalismo.
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Il MANIFESTO DI VENEZIA è frutto dell’idea e dell’elaborazione congiunta che ha coinvolto la Commissione Pari Opportunità della Federazione nazionale della stampa, il Sindacato Giornalisti Veneto, la Cpo Usigrai, l’associazione GiULiA giornaliste. Il Manifesto di Venezia è e vuole essere un punto di partenza per sviluppare un percorso di presa di coscienza e di assunzione di responsabilità. Per questo sottoscriverlo significa impegnarsi in prima persona nel promuovere un linguaggio rispettoso della persona e della parità di genere.
CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA E DISCRIMINAZIONE ATTRAVERSO PAROLE E IMMAGINI
“ La descrizione della realtà nel suo complesso, al di fuori di stereotipi e pregiudizi, è il primo passo per un profondo cambiamento culturale della società e per il raggiungimento di una reale parità”
( by www.fnsi.it; La giornaliste e i giornalisti possono aderire scrivendo a  cpo.fnsi@gmsail.com )
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EXTRATIME by SS/ In cover e in apertura di fotogallery in trio da sx Maurizio Romanato, Giuseppe Giulietti, Monica Adolfatto, mentre dulcis in fundo proponiamo in poker da sx
Romanato, Nicola Chiarini al computer, Giuseppe Giulietti in video conferenza, Monica Adolfatto relatrice in presenza sul tema “ Da Venezia ad Assisi, il percorso tra rispetto e inclusione contro l’odio comunicativo”.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it