San Pietro Polesine & “Chiesa dei Due campanili” dal 1923 monumento nazionale/ Fu costruita nel 1754 epoca cardinale Crescenzi (Ferrara) per la nuova parrocchia di San Pietro in Valle in stile… romana Santa Trinità dei Monti


La storia della “Chiesa dei Due Campanili” a San Pietro Polesine , monumento nazionale dal 1923 , ce la racconta il professore Franco Rizzi con tutto il suo background storico, partendo dalla Bonificazione Bentivoglio del 1600, passando per gorgo Marola e la costruzione dell’oratorio dedicato a San Francesco d’Assisi da parte dei Marchesi Bentivoglio. Fermo restando che solo successivamente nel 1751 arriva l'ok ferrarese per cui si concede al conte Pietro Nappi, signore della zona, il permesso di costruire con soldi propri la nuova chiesa.
Quella attuale, finché in data 8 ottobre 1759 il cardinale M. Crescenzi, arcivescovo di Ferrara, firma l'atto ufficiale per la nuova  parrocchia di S. Pietro in Valle; soltanto nel 1895 con regio decreto il toponimo S. Pietro in Valle fu mutato nell'attuale S. Pietro Polesine, così la parrocchia.
Come ben spiega appunto il seguente reportage storico trasmessoci dal professore Franco Rizzi , cantastorie dell’enclave altopolesano.

 

 

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, mail 04.08.2022)/ SAN PIETRO POLESINE, UNA CHIESA DUE CAMPANILI : DAL 1923 MONUMENTO NAZIONALE
La storia locale sampietrese s'è dipanata nel secoli attorno alla parrocchiale dedicata a S. Pietro Apostolo.
L'attuale gorgo Marola (espressione carsica dell'antico corso del Tartaro), addossato all'argine destro del Canalbianco verso Zelo, trovasi a 5 km dall'attuale centro urbano sampietrese, questo in aperta campagna, una zona ricca di argilla e di cereali. Qui si sviluppa la storia sampietrese dopo la Bonificazione Bentivoglio del primo '600, in un agro fatto di abitazioni sparse, fertile ed espressione di rinascita socio-economica.
I marchesi Bentivoglio costruirono nel 1620 un oratorio dedicato a S. Francesco d'Assisi per la gente che lavorava alla gigantesca bonifica, il primo cappellano fu don Giovanni Franzoso (A. GABRIELLI, Comunità e chiese nella diocesi di Adria-Rovigo, Ciscra Edizioni, Roma 1993, p.  583). Un unico altare, una campanella di richiamo, una piccola casa per il curato, "che è fisso e celebra nei dì festivi, per il precetto, nei feriali per devozione", dipendendo dall'arciprete di Castelmassa.
Il 3 settembre 1699 gli abitanti di Marola scrivono al cardinal legato Paolucci (governatore e arcivescovo di Ferrara) onde chiedere una parrocchia autonoma, in quanto la popolazione è in continuo aumento. Solo nel 1751 arriva l'ok ferrarese per cui si concede al conte Pietro Nappi, signore della zona, il permesso di costruire con soldi propri la nuova chiesa, quella attuale. Allora il territorio sampietrese, dipendente da Castelmassa in temporale e in spirituale, aveva 618 abitanti, divisi in 128 famiglie, "isolate da tutti i centri, prive di strade... per andare a Castelmassa occorrevano tre ore di duro cammino, specie d'inverno".
Nel 1754 la nuova chiesa è terminata e l'8 ottobre 1759 il cardinale M. Crescenzi, arcivescovo di Ferrara, firma l'atto ufficiale per la nuova  parrocchia di S. Pietro in Valle. Intanto l'oratorio di Marola pian piano andò in rovina, anche perché il paese si andava sviluppando attorno alla nuova parrocchiale (FOTO ALLEGATA).

La parrocchiale è orientata a nord-sud, sorgendo al centro del paese e affacciandosi su una piazzetta, oltre a lambire la casa canonica. La facciata, preceduta da un ampio sagrato lastricato, ha gusto barocco; le due torri campanarie gemelle sino al 1932 avevano una sola campana, sistemata sul campanile destro, poi ne fu aggiunta un'altra sul sinistro. Una chiesa peculiare per i due campanili simmetrici, che prese a modello quella di S. Trinità de' Monti a Roma. Unico il portale. All'interno di rilievo la statua della Madonna del Colera, a ricordare annualmente il 14 agosto 1855, quando l'epidemia fu sconfitta per intercessione mariana. Quel giorno sempre messa e processione.

 

 

Nel 1895 con regio decreto il toponimo S. Pietro in Valle fu mutato nell'attuale S. Pietro Polesine, così la parrocchia. Nel 1923 la chiesa dei due campanili fu dichiarata monumento nazionale.
Nel 2012 fu terremotata dal sisma e chiusa sino al 2016. Fu riaperta dopo un radicale recupero.

EXTRATIME by SS/ In cover e in fotogallery la “Chiesa dei Due Campanili” di San Pietro Polesine (modello Santa Trinità dei Monti…), davanti alla quale peraltro onoriamo anche Franco Rizzi , secondo da dx a fianco di un suo amico ‘sampietrino’ e insieme al sottoscritto e all’ingegnere Padovan in partenza per una visita-gruppo nei dintorni di …San Pietro in Valle.

Franco Rizzi & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it