Sandro De Antoni by ”Aldo e Dino Ballarin” e winner Coppa Italia nell’Union Clodia-Sottomarina all’Appiani-Padova vs Bassano/ Poi “leader silenzioso” tra Cavarzere e Delta del Po e ‘sigillo 200 gol’ coi marines del Rosolina


Questa è la storia di ‘uno di noi’, ma visto da vicino by Andrea Boscolo Cegion. Cioè Sandro De Antoni, un leader silenzioso che coi suoi “Oltre 200 gol” ha fatto la storia di alcune prestigiose squadre blasonate. A partire dai suoi esordi al mitico stadio “Aldo e Dino Ballarin” con la maglia dell’Union Clodia Sottomarina, da chioggiotto ‘amato’ dalla folkloristica tifoseria ‘ciozota’. Fermo restando che Sandro De Antoni l’ho poi ritrovato ‘protagonista sul campo’ tra Cavarzere e Delta del Po, evergreen anche a Rosolina dove ha festeggiato, anzi l’hanno festeggiato, per i suoi 200 gol in carriera proprio quando tra i marines giocava anche Andrea Boscolo Cegion che così, oltre che da avversario l’ha conosciuto …da vicino.
Insomma Sandro De Antoni è un “Campione & Signore” a tutto campo, un “leader silenzioso” che si è meritato questa Story ‘vista da vicino’ by ABC e …fino a tutte le altre lettere dell’alfabeto Made in Chioggia.
Un reportage per certi versi particolare, come ben precisa lo stesso autore ABC che in premessa spiega quanto segue:<< Si tratta dell'esperienza di calciatore/sportivo di Sandro De Antoni , un nome certamente noto, visto la "prestigiosa" carriera che ha avuto proprio nel Polesine. Naturalmente, come ho precisato nel mio scritto, non è una biografia, non ci sono descritti tutti i dati statistici, non lo ho nemmeno intervistato; si tratta solamente della sua figura come calciatore vista da me, dagli occhi di un altro giocatore come i tanti con cui ha giocato ed ha affrontato. Non si parla neppure dettagliatamente di sue gesta e vittorie sportive in particolare, ma solo di quello che è riuscito a trasmettere facendo la cosa più bella del mondo...giocare a calcio.>>
Tra l’altro ABC ha trasmesso anche l’importante foto di quel Chioggia winner la finale d Coppa Italia all’Appiani di Padova , contro il Bassano.
Per parte nostra abbiamo pescato dai nostri archivi by SS & www.polesinesport.it alcuni flash significativi che certificano le varie ‘tappe storiche’ della carriera di Sandro De Antoni tra Cavarzere, Delta del Po e infine Rosolina tra i marines con ABC writer of football by Chioggia, la città dove sono passato addirittura due volte in questi giorni giusto per memorizzare dati statistici utili ai vari reportage che arrivano qui su questo sito sempre più in the world .

Anche per questo in premessa Main News segnaliamo che Sandro De Antoni è nato a Chioggia il 17.5.1964, che ha esordito in Promozione con l’Union Clodia Sottomarina nel campionato 82/83 prima di essere ‘protagonista’ due anni dopo con 15 presenze e 2 gol nell’UCS di mister Spolaore promosso nel campionato Interregionale.
La categoria dove peraltro De Antoni trovò il suo giusto spazio ( 16 presenze e 1 gol) prima che …lo trovassi protagonista nelle squadre polesane del Delta del Po e a Cavarzere. Ovviamente da “leader silenzioso” nonché bomber elettrizzante fino a 200 volt.

MAIN NEWS ( di Andrea Boscolo Cegion , mail 24.02.2016)/ SANDRO DE ANTONI “VISTO TRA CHIOGGIA & DELTA DEL PO” PER …QUELLO CHE E’ RIUSCITO A TRASMETTERE FACENDO LA COSA PIU’ BELLA DEL MONDO …GIOCARE A CALCIO
Credo che la vera storia di Sandro De Antoni, la possa raccontare solo ed esclusivamente Sandro De Antoni. Io posso solo tentare di raccontarvi la mia “visione” di Sandro De Antoni, la mia “idea”. Tantissime persone, tantissimi sportivi, tantissimi amanti del calcio potrebbero raccontare la loro versione. Una cosa sono sicuro accomunerebbe tutti questi racconti: il suo essere “leader”. Il suo però non era un essere leader, come se ne vedono tanti, incitando i compagni di squadra, spronandoli, incoraggiandoli, urlando, organizzando, impartendo ordini e direttive, elargendo consigli, ecc…lui era il cosiddetto “leader silenzioso”. Nel mondo del calcio da sempre si parla di leader silenziosi, di personaggi talmente carismatici, come Scirea, Baresi, Facchetti, Pirlo, solo per citarne alcuni, ai quali bastava uno sguardo, un cenno, e i compagni avrebbero immediatamente capito cosa fare in quel momento. Lui non era certo Scirea o Baresi, ma i suoi compagni di squadra davano ugualmente tutto per lui, perché sapevano che era la cosa giusta da fare. Lui era semplicemente Sandro De Antoni.

La prima volta che sentii parlare di Sandro De Antoni fu nella seconda metà degli anni novanta. Io giocavo nelle giovanili del Chioggia, e lui giocava in prima squadra. L’allora Union Chioggia-Sottomarina militava nel campionato di prima categoria, finitaci dopo polemici anni di continua discesa. Una squadra ed una città soprattutto abituata a ben altri panorami calcistici, e che soprattutto avevano “fame”, fame di vittorie fame di risalire di categoria, fame di calcio, fame di passione. Le squadre che venivano a giocare a Chioggia restavano impressionate. Entravano all’”Aldo e Dino Ballarin”, si trovavano ogni domenica una cornice di pubblico incredibile, una curva con cori, fumogeni, sciarpe e bandiere. Era una fortezza. Il classico “dodicesimo uomo“. Senza mettere in conto che i giocatori in rosa meritavano ben altre categorie.
Vidi giocare Sandro De Antoni proprio in quel periodo lì. In quella squadra di “campioni”, di “eroi cittadini”. Giocava spesso da seconda punta, o da ala destra, con il 7 o con l’11. Infatti non era un “nove”, non era un centravanti, la classica punta di peso, ma segnava come un forsennato, tanto da realizzare più di 200 reti in carriera. Era la velocità la sua arma, la rapidità, la scaltrezza in area di rigore, il senso della posizione ed il fiuto del gol.

 
Ricordo ancora quel simpatico coro che si intonava allo stadio alla domenica, sulle note de “La banda” di Mina: “Italia passa a Bernardi, e Bernardi a De Antoni, e De Antoni fa il cross, e Cominato fa gol, la la la la la….”.
Per gli appassionati di calcio locale non credo certo serva specificare chi siano gli altri nomi citati. Canzoncina che immortalava con un coro quello che era quella squadra, un’orchestra di grandi giocatori, che giocavano con il cuore, che giocavano per il Chioggia e per Chioggia.
La gente amava quella squadra. Del coro naturalmente faceva parte Sandro De Antoni, e anche in questo si vedeva un lato del suo carattere: lui faceva il cross, non il gol. Eppure lui ha fatto più di 200 gol in carriera, ma non era egoista, e la gente apprezzava la sua generosità. Di tutta quella squadra di idoli, probabilmente De Antoni è quello che più incarnava lo spirito della città, l’essere chioggiotto, e i tifosi lo percepivano questo, eccome se lo percepivano.
Ci sono eventi, partite in questo caso, che scrivono la storia. Alcune scrivono la storia dei mondiali di calcio, alcune la storia della Champions League, e ci sono partite che invece scrivono la sola storia della Coppa Italia categorie eccellenza-promozione, e soprattutto scrivono la storia di una squadra. Stiamo parlando della finale regionale di Coppa Italia.

E’ il 23 febbraio 1997, e lo stadio è il leggendario “Appiani” di Padova. A contendersi il titolo il Bassano, che primeggiava all’epoca nel campionato di eccellenza, ed il Chioggia, che militava invece in promozione. Italia, Ghezzo, Bernardi, Bellemo, Marchesan, Raimondi, De Antoni, Boscolo Luca, Nordio, Vianello, Cominato i nomi degli eroi di giornata. Partita epica soprattutto per gli oltre 4.000 tifosi di fede granata che hanno accompagnato la squadra fino allo stadio patavino, e anche per l’esito della gara. 2 a 1 per il Chioggia ai tempi supplementari, con rete di Bellemo su calcio di punizione. Non aggiungo altro sulla partita, già fiumi di inchiostro si sono sparsi. Quello che importa ora è che fra quegli undici leoni che sono scesi in campo quel giorno c’era anche lui, Sandro De Antoni. Non poteva non esserci. Non poteva mancare. Non poteva non entrare nella storia.

La prima volta che incontrai invece Sandro De Antoni dentro il rettangolo di gioco fu parecchi anni dopo. Da avversario. Avevo diciannove anni, provenivo dagli juniores nazionali dell’AC Chioggia Sottomarina e giocavo in seconda categoria con i “marines” dell’U.S. Rosolina. Squadra quella fatta dal DS Destro Vittorio per puntare ad una salvezza tranquilla. Lui giocava con il Cavarzere. Il Cavarzere dei “galacticos”, che vinse facilmente quel campionato, con il solo Bottrighe a tenergli veramente testa. Salirono infatti entrambe in Prima categoria l’anno successivo. Al Cavarzere, oltre a De Antoni c’era una vera e propria colonia chioggiotta, della quale ne facevano parte i vari Sfriso Roger, Sfriso William, Baraldo, Ravagnan, Penzo Nicola, Piva, Penzo Dario e Nicola “principe” Padoan”. Ricordo in particolare la gara di andata contro di loro, una delle prime giornate di campionato. Per loro eravamo un avversario come tanti, per noi loro erano la capolista, i più forti. Dovevamo tirar su le barricate quel giorno. Giocando io marcatore, quel giorno mi toccò proprio l’ingrato compito di marcare De Antoni. A parte che anche al mio collega di reparto non è andata meglio nel marcare Nicola Padoan, che diventò capocannoniere quell’anno. Sandro De Antoni era uno dei più difficili da marcare, non tanto per il fisico o per la velocità (ero molto veloce anch’io) ma per dove e come si posizionava.

Era difficilissimo anticiparlo, perché sapeva sempre in anticipo dove e come gli veniva passato il pallone. Lui non lo rincorreva il pallone, sembrava che il pallone rincorresse lui. Ricordo in particolare i suoi movimenti in area di rigore  nei calci d’angolo contro e nei vari calci piazzati che finivano con uno spiovente dentro l’area di rigore: si muoveva in continuazione, avanti e indietro, destra e sinistra, cercavi di stargli attaccato, anche con l’aiuto delle braccia, ma nel momento in cui partiva il cross, senza che nemmeno te ne accorgessi, ti aveva già dato due metri di distanza. Finì 2 a 2 quella partita, gran risultato per il Rosolina visto come avrebbe vinto il campionato quel Cavarzere. Noi passammo addirittura in vantaggio nel primo tempo, ma venimmo prima raggiunti con un gol nel finale di gara proprio di De Antoni. Lo marcai piuttosto bene quel giorno, ma nulla ho potuto nell’azione del gol. Pallone dentro l’area di rigore, quasi a casaccio. Quel Cavarzere, nonostante le notevoli qualità tecniche dei giocatori in campo, giocava molto spesso con il lancio lungo di Penzo Nicola dalla difesa per il temibile tandem d’attacco bianco-azzurro. Era una palla vagante, sembrava fosse innocua. All’improvviso sentii una spinta alle spalle che mi sbilanciò (una spinta determinante, ma data nella più astuta maniera per cui nessun arbitro avrebbe mai fischiato fallo). Allungò la gamba quasi un spaccata. Sfiorò appena il pallone, tanto da fargli cambiare leggermente direzione. Gol. 2 pari. De Antoni “man of the match”, come accadeva sempre. Chissà forse con un pizzico di esperienza in più da parte mia forse non avrebbe segnato quel gol, chissà, ma non avrebbe importanza, la storia non cambia.

Qualche anno più tardi, precisamente nella stagione sportiva 2004-2005, Vittorio Destro ci volle provare. Voleva tentare di salire in Prima categoria. Campagna acquisti più dispendiosa, ma vennero a vestire la maglia rosso-blu dei “Marines”. Arrivarono gente come Saggia dal Delta 2000, Tiozzo Manuel dal Bottrighe (uno degli attaccanti più completi che abbia mai incontrato, seppur non rinomato come altri di qualità nettamente inferiore), Bonaldo dall’Arianese, e poi si pescò anche in casa Cavarzere: fecero parte di quel gruppo Sfriso Roger, Sfriso William, Penzo Nicola, Ravagnan e naturalmente Sandro De Antoni. In panchina c’era l’ex gloria adriese Giuliano Bocchio. Fu molto strano quell’avvio di campionato. Nelle prime 7 giornate rimediammo addirittura 6 sconfitte. Poi svegliammo, ed iniziammo a vincere. Rifilavamo gol in continuazione a squadroni blasonati come Monselice, Cavarzere, Loreo e Solesino. A 4-5 giornate dal termine del campionato però ci fu un cambio di allenatore, per evidenti diversità di vedute tra mister Bocchio e la società. Purtroppo questo fatto, insieme al risveglio “ritardato” che abbiamo avuto quell’anno, ci impedì di salire di categoria.

Quell’anno per la prima volta ho potuto “vivere” Sandro De Antoni da compagno di squadra. Era già un onore per me giocarci assieme, visto che lui calpestava l’erba di campi prestigiosi quando io ero ancora un ragazzino. Era nella fase calante della sua carriera, ma dentro e fuori dal campo faceva comunque la differenza. Vidi con i miei occhi quello che si diceva in giro. Riusciva a guidare la squadra dal campo, e senza imporsi e dare ordini. Noi tutti lo ascoltavamo. E noi tutti andavamo a chiedergli consigli quando avevamo bisogno (in particolare l’altro attaccante Paolo Dal Gesso, che quasi lo venerava e lo consultava un giorno sì e l’altro pure). Addirittura noi squadra lo volevamo come allenatore-giocatore quando si dovette sostituire Bocchio, ma Destro non era di questo parere. Il momento più importante per lui (ma lo fu anche per tutti noi e per la società stessa) fu quando realizzò il suo gol numero 200 (!). Ha segnato in carriera per il Chioggia, Il Delta 2000, Il Cavarzere, e tantissime altre squadre, ma l’US Rosolina ha avuto la fortuna e l’onore di poter essere la squadra con cui ha raggiunto tale incredibile traguardo. Ricordo che la partita successiva, al vecchio “Vianelli”, prima del calcio d’inizio gli venne consegnata tra gli applausi la maglia ufficiale del Rosolina con dietro riportato il numero 200. Credo si sia emozionato pure lui. Un grande calciatore ed un grande uomo. Il “leader silenzioso” che ha dato “lezioni di calcio” in tutti i campi del Polesine, a compagni ed avversari.

EXTRATIME by SS/ La cover è per il "leader silenzioso" Sandro de Antoni a gambe incrociate ...solo perchè in crop by foto.
Poi per quanto riguarda la fotogallery  e con riferimento alla location Chioggia, cco l'entrata 'significativa dello stadio "Aldo e Dino Ballarin" , due Campioni & Signori che hanno fatto la Storia del Calcio e della Città di Chioggia, prima di essere nella Leggenda col Grande Torino causa la nota 'disgrazia aerea' di Superga.

Una location che ha visto Sandro De Antoni tra i protagonisti dell'Union Clodia Sottomarina 1984/85 di mr Spolaore ( vedi foto poster) promosso nell'Interregionale.

A seguire, in viaggio parallelo con la carriera calcistica di De Antoni, ecco Sandro nel Porto Tolle 92/93 di mr Piombo ( versione poster, col presidente Umberto Cavallari e sponsor Milesi) e poi nel Porto Tolle 1994/95 versione Top 11.

A questo punto ecco Sandro De Antoni nella Top 11 del Chioggia Sottomarina 1995/96  trasmessa by Andrea Boscolo Cegion e relativa alla finale di Coppa Italia disputata all'Appiani di Padova.

A seguire ancora Sandro De Antoni nel Delta del Po, in team ancora col Porto Tolle 1997/98 e poi nella neonata Delta 2000, nel suo primo anno di attività post fusione tra Porto Tolle, Polesine Camerini e Cà Venier.

E con riferimento alle sfide raccontate by ABC nella sopracitato Main News ecco dapprima Sandro in team Cavarzere 2001/2002 e poi 2003/04.

E dulcis in fundo in foto team scattata dal sottoscritto al Rosolina 2004/05 dove Sandro De Antoni è ... in buona compagnia anche col ds Vittorio Destro e l'autore di questo reportage.


Andrea Boscolo Cegion & Sergio Sottovia
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