Scaranaro Riccardo, sordo segnante (LIS) e la sua MTB. Ecco i suoi “speciali viaggi” in Mongolia e in Patagonia
Lo conosco da sempre, l’ho visto giocare a calcio, l’ho visto crescere; conosco la sua famiglia. Per me è sempre stato Riccardo Scaranaro. Punto e basta. Uguale e al tempo stesso più forte degli altri, un ragazzo sempre sorridente, come se la vita gli avesse dato tutto. Da giovane ha giocato nella Fulgor Crespino, negli Allievi che hanno vinto il titolo provinciale. Poi la sua passione è diventata la Mountain Bike e per questo lo incontri facilmente sulle strade del Lungo Po e dintorni. Una passione che Riccardo ha ‘coltivato’ sia con le gambe che con la testa.
Ecco perché è diventato un “Polesano nel Mondo”. Così ha pensato di viaggiare “lontano” e son ‘nati’ i suoi ‘speciali viaggi’ in Mongolia (2008) e in Patagonia (2012).
Con relative emozioni, sensazioni e considerazioni che solo LUI poteva raccontare ‘dal di dentro’. Perciò gli abbiamo chiesto di ‘raccontarle al mondo internet’ e Riccardo lo ha fatto.
E ne ve le presentiamo, le sue esperienze di viaggio, i sequenza cronologica, prima il viaggio in Mongolia e poi quello in Patagonia, con il preambolo del suo “Curriculum di vita sportiva” che lo stesso Riccardo Scaranaro ha presentato agli organizzatori della “FESTA DEI 40 ANNI DELLA FULGOR” nella quale è stato presentato il mio terzo libro Polesine Gol 3- Campioni & Signori” . Ma nella quale sono stati premiati, a Crespino in data 23 gennaio 2009 da parte dell’Amministrazione Comunale, la “Benemerenza Fetontea” ai seguenti “Personaggi Sportivi”: Daniele Cestari, Giancarlo Checchinato, Riccardo Strenghetto, Lorenzo Major e appunto Riccardo Scaranaro oltre al sottoscritto.
PREAMBOLO ( by Riccardo Scaranaro) / IL SUO CURRICULUM DI VITA SPORTIVA
<<Sono nato a Crespino (Rovigo) nel giugno del 1965, e risiedo nello stesso Comune dalla nascita.
Lavoro come dipendente presso l’Amministrazione Provinciale di Rovigo.
Ho iniziato l’attività sportiva nell’anno 1972 a Bologna, dove ho frequentato il collegio dell’Istituto Gualandi, una scuola speciale per le persone sorde, fino all’anno 1982.
Pedalare?
Ho iniziato seriamente quando sono tornato a casa dalle vacanze estive, cominciando a pedalare per molte ore nelle stradine di campagna (c’è un collegamento dalla fattoria di casa mia a quella dei miei zii), le domeniche ed i giorni di festa, e ho pedalato su strade asfaltate fino ad arrivare in alcuni piccoli paesi insieme a mio cugino Claudio.
Così ho continuato a pedalare per vari chilometri per esplorare i paesi più vicini a casa mia.
Poi ho deciso di provare la mia più grande impresa finora, che è stata quella di cui vi parlo oggi: il mio viaggio in Mongolia…>>
PRIMA NEWS/ IL VIAGGIO IN MONGOLIA (2008)/ RICCARDO SCARANARO RACCONTA LE SUE EMOZIONI “ASIATICHE” IN MOUNTAIN BIKE
<< Resoconto del mio viaggio in mountain bike , effettuato lo scorso agosto, di grande spessore sportivo, paesaggistico e umano nel bellissimo paese asiatico.
Un viaggio durato 17 giorni di cui 4 per i trasferimenti (in aereo da Milano a Mosca e da qui a Ulan Bator, capitale della Mongolia, situata nella parte centro – settentrionale del paese) per la preparazione e per il riposo.
Circa 2300 km di viaggio in totale, con 1300 km in sella alla mtb, pedalando esclusivamente su terreno sterrato e tortuoso con una media giornaliera di 100 km imperniata su dislivelli di 700 metri, ed i rimanenti 1000 km per spostamenti vari a bordo di una potentissima jeep russa.
Per affrontare questa spedizione, composta da 20 compagni ciclisti e da una squadra di 8 persone come supporto tecnico-logistico, ho iniziato la preparazione fisica già un anno prima della partenza, allenandomi quotidianamente con lunghissimi giri in mtb su qualsiasi tipo di terreno.
Prima di aderire al viaggio, trovato navigando su internet, ho riflettuto moltissimo sulle difficoltà a cui sarei andato incontro ma la mia forte passione di viaggiare, di esplorare paesi ancora incontaminati, di conoscere nuove popolazioni con la loro cultura e il loro stile di vita, ha prevalso su tutte le incertezze ed ora posso affermare di aver fatto la scelta giusta.
Certo che, essendo l’unico sordo del gruppo,ero alquanto preoccupato nel timore di incontrare difficoltà comunicative con il resto dei partecipanti, ma tutto si è risolto al momento delle presentazioni e, con mia immensa felicità, ho potuto constatare come sia possibile creare una vera integrazione tra le persone sorde e udenti quando esiste, da ambo le parti, la vera volontà per attuarla.
Sono sinceramente grato di cuore a tutti i componenti della spedizione per avermi messo a completo agio all’interno del gruppo.
Il coronamento del mio sogno si è avverato in varie tappe: Ulaan Battar, Orhon, Amarbayasgalant, Erdenet, campo di Ger di Unit, Urantigoo, Hutag Ondoor, Hovoj, Hi Hul, Moron, Hosvogol ( il lago più grande della Mongolia), Jargalant, Tarhin Nuur ( lago bianco), Valle Verde, Tsetserleg, Tsenher (terme), Kharkhorin ( antica capitale dell’impero Mongolo), Ertene Zuu, Gobi Saiham Ovoo ( deserto dei Gobi), Bayan zag ( zona spettacolare, famosa per il ritrovamento di ossa e di uova di dinosauro e le sue pareti di terra rossa fiammeggianti), Moltsog Els ( dune di sabbia), Canyon di Yoliin Am (ghiacciato per la maggior parte dell’anno) e per ultimo Dalanzadgad da dove si è effettuato il trasferimento in aereo per la capitale della Mongolia.
Pedalando in sella alla bicicletta, percorrendo le intricate e nascoste piste di questi luoghi meravigliosi, ho sentito la felicità scorrermi nelle vene per aver avuto l’opportunità di conoscere un paese affascinante, dalle immense valli, dalle colline vellutate di verde e dalle enormi distese desertiche.
Difficilmente dimenticherò la popolazione ospitale e generosa, quali sono i Mongoli, che non ha mai mancato di invitarci nelle loro caratteristiche Ger (tenda in feltro a forma di cerchio dove poter modestamente ripararsi) sempre pronta ad offrirci un bicchiere di buon latte caldo e di thé locale.
Chissà, se in futuro, avrò l’occasione di ripetere questa esperienza straordinaria, magari in compagnia anche di qualche amico sordo, con cui condividere momenti di amicizia, fratellanza e rispetto tra i popoli. Grazie per avermi ascoltato e per avermi consentito di parlare della mia esperienza. / RICCARDO SCARANARO/ >>
APPENDICE PRIMA NEWS / “LA MONGOLIA” & GENERALITA' BY WIKIPEDIA
<<Nonostante i suoi 1.565.000 km², ha la più bassa densità di abitanti al mondo, con una popolazione di circa 2,9 milioni di persone (concentrata per lo più a Ulaanbaatar). Tendenzialmente Il paese contiene pochissima terra coltivabile, ha un clima freddo e gran parte della sua zona è coperta da steppe, con le montagne a nord e ad ovest e il deserto del Gobi a sud. Circa il 30% della popolazione è composta da nomadi dediti prevalentemente all'allevamento.
La religione predominante in Mongolia è il buddismo tibetano, e la maggioranza dei cittadini dello Stato sono di etnia mongola, sono tuttavia presenti etnie minoritarie tra cui kazaki, tuvani, soprattutto nella parte occidentale del paese. Circa il 20% della popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno[6].La Mongolia ha aderito all'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 1997 e cerca di espandere la propria partecipazione regionale in ambito commerciale ed economico[7].
L'area di ciò che è oggi la Mongolia è stata governata da vari imperi nomadi, tra cui Xiongnu, Xianbei, Rouran, e il Gokturk, e altri. L'Impero Mongolo fu fondato da Gengis Khan nel 1206. Dopo il crollo della dinastia Yuan, i Mongoli ritornano alle origini. Verso il XVII secolo, la Mongolia subisce l'influenza del buddismo tibetano. Alla fine del XVII secolo, la maggior parte della Mongolia era stata incorporata nella zona governato dalla dinastia Qing. Durante il crollo della dinastia Qing nel 1911, dichiarò l'indipendenza, ma dovette lottare fino al 1921 per rendere de-facto l'indipendenza dalla Repubblica di Cina, e fino al 1945 per ottenere il riconoscimento internazionale.
Successivamente subì l'influenza russa e sovietica: nel 1924, venne instaurata la Repubblica Popolare Mongola di stampo sovietico, che fu alleata leale dell'Unione Sovietica per tutta la sua storia. Dopo il fallimento dei regimi comunisti in Europa orientale alla fine del 1989, la Mongolia intraprese una lenta e tortuosa transizione verso la democrazia, venne concessa la costituzione nel 1992 e il Pluralismo dei partiti, tuttora la Mongolia cerca di intraprendere una politica economica verso un'economia di mercato.>>
SECONDA NEWS/ IL VIAGGIO IN PATAGONIA (2012)/ RICCARDO SCARANARO RACCONTA LE SUE EMOZIONI “SUDAMERICANE” IN MOUNTAIN BIKE
<< Avventura in mountain bike in Patagonia. Un breve di racconto della mia esperienza di viaggio./
La scorsa estate, non appena preso il diploma di maturità (Ragioniere), ho deciso di regalarmi un bel viaggio avventuroso in MTB, che da tempo sognavo. E dove sarei andato? Naturalmente in Patagonia (Argentina) e in Cile.
Sono Riccardo Scaranaro di Crespino, sordo segnante (LIS), e non è la prima volta che mi avventuro in un viaggio in Patagonia..
Nel 2006 io e altri 2 amici sordi siamo andati in Patagonia e ne abbiamo conosciuto le strade a bordo di una Jeep sul percorso da Santiago del Cile fino ad Ushuaia in Argentina (abbiamo percorso di 8300 km in auto).
Lungo il viaggio avevamo incontrato una coppia che pedalava appassionatamente in bicicletta con le borse su portapacchi sulle strade patagoniche.
Quelle due persone che pedalavano ci incuriosivano molto, così ci eravamo fermati per scambiare due parole e farci alcune foto con loro.
Dopo qualche giorno avevamo incontrato di nuovo i pedalatori… non sapevo che gli americani (ma non solo gli americani) fossero così appassionati di avventura in bici! In seguito mi dimenticavo di fretta di quegli appassionati di bici.. anche perché non intendevo pedalare come loro!
Invece qualche mese dopo, del 2006, accedendo ad un sito internet per valutare un altro viaggio di avventura con la jeep, trovavo il programma di un viaggio in MTB come quello che stavano effettuando i ciclisti americani incontrati in Patagonia.
Così nel 2008 ho voluto provare anch’io a fare una bella pedalata in Mongolia! E’ stata una bellissima esperienza affrontare qualsiasi di difficoltà delle strade. (asfalti, sterrati, sabbie, ghiaie, sassi ecc.). E non solo le strade ma anche il meteo (sole, pioggia, vento e una leggera grandine) oltre a numerose salite e discese, curve, strade strette, ecc...
Questa del 2012 è quindi la seconda volta che mi avventuro in un viaggio in MTB, ed ho scelto la Patagonia. (da Bariloche a El Calafate)
Ecco i dettagli: durata del viaggio 21 giorni (dal 2 al 22 gennaio 2012).
Partecipanti: 9 ciclisti appassionati di avventura (di cui 3 spagnoli e 1 texano) e 2 organizzatori. Cioè siamo in 11 persone.
Siamo in due partecipanti con problemi d’udito, l’altro compagno è texano ma non lo conoscevo prima del viaggio e purtroppo non usa la Lingua dei Segni dei Sordi (con la quale Noi sordi possiamo comprenderci a grandi linee con moltissimi stranieri nel mondo), e quindi abbiamo potuto comunicare poco.
Sicuramente per me il viaggio è stato più difficile rispetto agli altri ciclisti, in quanto gli udenti pedalando potevano parlarsi e farsi forza, mentre io ero solo immerso nel mio silenzio.
Ma non mi sono lamentato perché ero sempre parte del gruppo ed ho comunque imparato tante cose per affrontare un’avventura in MTB.
Il tracciato si è sviluppato sia nella Patagonia Argentina che in quella Cilena e abbiamo percorso parte della Carretera Austral e della Ruta 40.
Abbiamo potuto ammirare pedalando innumerevoli parchi nazionali ed i laghi ci hanno accompagnato con viste splendide e colori smeraldini.
Abbiamo pedalato con vista sull’oceano Pacifico e su numerosi e suggestivi fiordi.
Il deserto patagonico con i suoi rettilinei e le ampie visuali ci ha dato il senso dello spazio.
Campeggiare nel nulla si è rivelata una bella sensazione, grazie anche agli splenditi tramonti ed alle silenziose albe.
Nelle estancias (soggiorni) abbiamo conosciuto i gauchos e le loro abitudini di vita.
Abbiamo visto alcune delle massime espressioni della catena Andina nella località del Chalten, con l’omonima montagna, più conosciuta e famosa come Fitz Roy e il Cerro Torre; abbiamo concluso il viaggio con la vista del ghiacciaio Perito Moreno, unico nel suo genere tanto che abbiamo desiderato avvicinarci di più alle sue pareti di ghiaccio con una breve navigazione.
Un itinerario intenso sotto vari punti di vista, con un’opportunità per conoscere la cultura delle popolazioni della Patagonia.
Elenco LUOGHI attraversati dal viaggio: Bariloche, Parchi Nazionali Nahuel Huapi e Los Alerces, El Bolson, Lago Futalaufquen, Trevelin.
CILE: Futaleufu, Lago Yelcho, Carretera (strada) Austral Cilena: Parchi Nazionali
Corcovado, Riserva Nazionale Lago Rosselot e Parchi Nazionali Queluat, La Junta, Oceano Pacifico, Porto Puyuhuapi, “Ventisquero Colgante” (Ghiacciaio) la salita del “Portezuelo Queulat”, Villa Amengual, Lago Torre, Rio Simpson, Coyhaique.
ARGENTINA: il Deserto Patagonico (Ruta 40) e la sua incredibile steppa.
Perito Moreno, estancia Casa de Pietra e Cueva de las Manos, Bajo Caracoles, Lago Cardiel, El Chalten, Fitz Roy e Cerro Torre, Laguna del Deserto, Lago Viedma, Rio La Leona, Lago Argentino, El Calafate e il Parco Nazionale Los Glaciares (Glaciale Perito Moreno).
Abbiamo pedalato per 1485 km di cui 1000 km su terreno sterrato e 450 km con trasferimento in pulmino.
Le tappe giornaliere erano di 105 km che abbiamo percorso con andamento ondulato (sulle Ande), con un dislivello approssimativo di 700mts ogni 100 km (di cui tre con salite più importanti e una pendenza del 6-7% in uno sviluppo di 10 km).
Abbiamo affrontato anche brevi tratti di salite al 7% nel parco Nazionale Los Alerces che si trova vicino a Bariloche per salire al Cerro Otto e al “Portezuelo Queulat” dove il vento Patagonico (assai conosciuto) soffia principalmente da Ovest è quindi di lato.
Spero di poter avere ancora l’opportunità di viaggiare in MTB perché è un viaggio che fa provare sensazioni veramente particolari.
Inoltre Voglio precisare a favore di tutti coloro che sono affetti da handicap sensoriali, che la mia disabilità sensoriale non è stata di ostacolo né all’integrazione nel gruppo, né alla mia completa soddisfazione del viaggio e pertanto ritengo sia giusto per chiunque potersi mettere alla prova in piena libertà e con un po’ di coraggio./ RICCARDO>>
APPENDICE SECONDA NEWS / “LA PATAGONIA” & LA SUA GEOGRAFIA BY WIKIPEDIA
<< La Patagonia Argentina è generalmente una regione di ampie pianure steppiche, alle quali si susseguono altopiani che raggiungono l'altezza di circa 100 metri e caratterizzati da un'enorme distesa ciottolosa priva di vegetazione[1]. Nelle depressioni delle pianure si formano gli stagni o i laghi d'acqua dolce e salmastra. Verso le Ande il paesaggio ciottoloso cede il posto a formazioni rocciose caratterizzate da porfido, granito e lave basaltiche, la vita animale diventa più abbondante e la vegetazione più lussureggiante, acquistando le caratteristiche della flora della costa occidentale e consistendo principalmente di essenze quali il faggio del sud e le conifere. L'alta piovosità delle Ande occidentali (le Ande bagnate) e le temperature più basse delle acque superficiali del mare generano masse d'aria fredda e umida, che contribuiscono al mantenimento dei campi glaciali ed dei ghiacciai, che sono i più grandi nell'emisfero sud fuori dell'Antartide[1].
Tra le depressioni di cui il plateau è intersecato trasversalmente, la principale è il Gualichu, a sud del Río Negro, seguita dal Maquinchao e Valcheta (attraverso le quali passano le acque del lago Nahuel Huapi, che alimentano il fiume Limay). Oltre a queste depressioni trasversali (alcune delle quali segnano le linee di contatto interoceaniche antiche), altre sono state occupate da laghi da più o meno vasti, quali il Lago Yagagtoo, il Lago Musters, il Lago Colhué Huapi ed altri si sono formati a sud di Puerto Deseado, nel centro della regione. Le eruzioni vulcaniche nella regione centrale hanno contribuito alla formazione del plateau a partire dal terziario, con lave di tipo basaltico. I depositi glaciali occidentali più recenti si sono formati sopra quelle lave. L'erosione, causata principalmente dalla fusione e dalla ritirata improvvisa del ghiaccio, aiutata dai cambiamenti tettonici, ha scavato una depressione longitudinale profonda, che separa il plateau dalle prime colline alte, le creste generalmente denominate la pre-Cordigliera, mentre ad ovest di queste si trova una depressione longitudinale simile che percorre le pendici della Cordigliera delle Ande. In questa depressione posteriore si trovano le terre più ricche e più fertili della Patagonia.
Il MASSICCIO DEL FITZ ROY
I bacini lacustri lungo la Cordigliera sono stati scavati dai flussi del ghiaccio, compreso il Lago Argentino ed il Lago Fagnano, così come le baie litoranee quale Bahía Inútil[1]. In particolare, il Lago Argentino ed il Lago Viedma sono originati dallo scioglimento dei grandi ghiacciai che hanno origine dal Campo de Hielo Sur. Si trova nelle Ande meridionali, sulla linea di confine tra Cile ed Argentina. È la terza calotta glaciale continentale al mondo, dopo quelle dell'Antartide e della Groenlandia. I numerosi ghiacciai del Parco nazionale Torres del Paine sono una delle principali attrazioni turistiche Cilene, perché spettacolari e facilmente raggiungibili in barca. Dalla parte argentina tutta l'area fa parte del Parque Nacional Los Glaciares. Il ghiacciaio Upsala è il più grande del Sudamerica, con una superficie totale di circa 900 km quadrati e termina nel Lago Argentino con un fronte largo oltre 10 km ed alto fino a 80 metri.
Dato che la profondità del Lago Argentino in quel punto è poco inferiore ai 1000 metri, nella sua parte terminale il ghiacciaio galleggia nel lago e ciò favorisce il distacco di enormi iceberg che poi vanno alla deriva nel lago stesso. A circa 80 km dalla città di El Calafate si trova il ghiacciaio Perito Moreno che si estende per circa 300 km quadrati ed è il ghiacciaio più accessibile e visitato giacché è uno dei pochi al quale si può arrivare per via l'autostradale; inoltre è forse l'unico ghiacciaio al mondo in condizioni di equilibrio (non si scioglie).
Il tratto andino che la costeggia è detto Cordigliera Patagonica, con le cime San Valentín (4058 m), cima massima della Patagonia, San Lorenzo (3700 m), Cerro Tronador (3554 m), Fitz Roy (3405 m). Questo tratto ha grandi campi glaciali e zone boscose subantartiche. Il clima è freddo e molto umido.
La Patagonia occidentale è il versante che non si affaccia sull'Oceano Pacifico, caratterizzato da fiordi e da stretti con zone boscose. Il clima, generalmente, è molto umido.>>
EXTRATIME by SS/ La cover è per Riccardo Scaranaro ‘esordiente biker’ in Mongolia. La prima tappa dei suoi viaggi esteri in MTB, di cui presentiamo una lunga eloquente sequenza fotografica, tra deserto e grane muraglia, tra costumi storici e moderni della Gente della Mongolia.
Fino al kit del ‘doppio’ Riccardo in yellow deserto e yellow maglia Fulgor Crespino, di cui presentiamo la squadra Allievi “Campione Provinciale 1981” con Riccardo primo a dx col pallone tra i piedi. Una lunga vita sportiva quindi quella di Scaranaro, pertanto premiato a fine 2008 in Provincia di Rovigo ( in foto a sx, Tiziana Virgili/ presidente) e a gennaio 2009 a Crespino dal sindaco Luigi Ziviani. Come dimostra anche successiva foto gruppo/premiati “Benemerenza Fetontea” con da sx, Clelio Mazzo/Figc, Daniele Cestari, Bruno Piva/ Panathlon RO, Luigi Ziviani, Luigi Pavani, Giancarlo Checchinato, Sergio sottovia e, in prima fila da sx Lorenzo Major e Riccardo Strenghetto.
Eloquenti le successive foto relative al viaggio in Patagonia (come prologo la mappa della regione sudamericana) con Riccardo Scaranaro e i suoi amici bikers inquadrati in posti ‘certificati’ della Patagonia. Da cui peraltro Riccardo ‘Friend of Polesine Sport’ mi ha mandato il panorama in cartolina con tutta la bellezza solare del “Cerros Torre y Fitz Roy” , by Argentina , quando in data 17 gennaio 2012 il nostro “Polesano nel Mondo” , oltre al saluto giornalistico confidava soddisfatto “Sto bene di stare qui…”.
E guarda caso ( vedere il timbro postale) la cartolina è stata spedita da El Chalten, la location di Riccardo ‘MTB’ Scaranaro che sempre non a caso nell’ultima foto viene definita “La Capitake Nazionale del Trekking”.
Riccardo Scaranaro & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it