”Tutto il rosa” di Candido Cannavò al “Panathlon Adria” sulla Simeoni, pirata Pantani, Enzo Ferrari e Gianni Agnelli


19/04/2011

E poi su Livio Berruti e Concetto Lo Bello. E il malessere nerazzurro del suo amico ‘Raimundo’ e l’amatissimo cane Pedro. Promettendo un libro sulla ‘libertà nelle carceri'. Di questo e di altro ha parlato il “Direttore de “La Gazzetta dello sport” , il Candido Cannavò con la sua “Vita in rosa”, come il titolo del suo libro presentato nell’aprile del 2004 al Panathlon di Adria.
Ma per trasmettervi “quelle sensazioni” alle quali ho partecipato, eccovi l’articolo che ho pubblicato allora sul news magazine Areasport ‘curato’ da Piera Marsilio, quand’era cartaceo e ancora a carattere settimanale. Poi quel magazine si è trasformato in mensile, con speciale carta patinata e a colori, dove le foto ‘professionali’ di mister flash Giorgio Achilli hanno garantito valore aggiunto , ma …questa è un’altra storia di cui abbiamo già segnalato la relativa evoluzione.
CANDIDO CANNAVO’ "IL DIRETTORE DE LA GAZZETTA DELLO SPORT” SI RACCONTA AL PANATHLON CLUB DI ADRIA (25.04.2004 by Sergio Sottovia)
<< Ospite del Presidente Flavio Zampieri del Panathlon Club di Adria, Cannavò "il direttore della Gazzetta dello Sport". Uomo del Sud trapiantato al Nord, anzi alla Gazzetta dello Sport,  dove è stato direttore per  19 anni e ha vissuto "Una vita in rosa", come il titolo del suo libro presentato venerdì sera al Panathlon di Adria, presenti i club di Chioggia ed Euganeo di Este.
Il gancio dell'operazione Cannavò è stato Raimondo Galuppo, che da esperto di cavalli di razza ha presentato il Direttore, dopo che nel cerimoniale il presidente del Panathlon, Flavio Zampieri, aveva salutato anche Silvio Martinello l'olimpionico di Atlanta e i tre nuovi soci.
E tutto quello che ha vissuto, Candido Cannavò da Catania, nei suoi 50 anni di personaggi, avvenimenti, storie, lo ha raccontato amabilmente, zigzagando tra le imprese dei campioni , la loro umanità e i valori dello sport.
Nel parallelismo tra i personaggi del suo libro e gli avvenimenti recenti, Cannavò ha parlato subito di Pantani, della sua tragica fine e della solitudine che può prendere i campioni quando sfumano di esserlo: <Lo sport fa sognare la gente attraverso i suoi campioni. E Pantani ci ha dato quelle emozioni che ha fatto amare il ciclismo e il Giro dalle gente. Con lui avevo parlato la sera prima che fosse <fermato> a Madonna di Campiglio, con un impatto pari all'esclusione di Ben Johnson dalle Olimpiadi. Ci ha lasciato tragicamente, ma io lo voglio ricordare come il Pirata campione>>.
Poi ha parlato dei 200 metri favolosi di Berruti alle Olimpiadi, della etnea Cittadella dello sport di Catania frutto di Concetto Lo Bello, un patrimonio che la politica ha mancato di sfruttare.
Guardando le strutture dell'autodromo Adria International Raceway, il viaggio di Cannavò è approdato al mitico Enzo Ferrari <che ha sempre viaggiato da Maranello a Modena, rifiutando di essere senatore a vita a Roma>>. Ne è uscito un Ferrari scoppiettante e fumante quanto il tradizionale <risotto in casa Ferrari>. Confidenze di Candido, come la prefazione di Gianni Agnelli, che gli è arrivata inaspettata quando ormai l'Avvocato era rientrato dall'America perché il tumore gli aveva tolto ogni speranza.

Ma se il <rosa> di Cannavò era cominciato da bambino, quando era aggrappato alla mamma, sotto le bombe e una panchina di Catania l'8 luglio 1943, adesso il rosa Candido lo dedicava alle donne cresciute nello sport e nella vita, forti come la Simeoni portabandiera e ancora sul podio alle Olimpiadi <domando tendini e caviglie gementi>.
Tanti ricordi, come la tragedia di Superga del Grande Torino, poi un Cannavò amabile nelle risposte alle domande sul valore dello sport e alle sollecitazioni del suo amico
< Raimundo> sul suo malessere nerazzurro e sull'amatissimo cane Pedro, con l'impegno preso dal nuovo Cannavò a presentare il suo prossimo libro, tutto fuori dallo sport, che parla di come si viva la libertà nelle carceri <dove si parla del 2015 o del 2020 come si dicesse fra una settimana o un mese>. Normale che il primo <Premio Ciotti>, lo ha ricordato Giovanni Orlandi, addetto stampa del Panathlon Adria, sia andato proprio a Candido Cannavò. >>
EXTRATIME/ La cover è per Candido Cannavò, mentre autografa il suo libro.
Poi di quella serata aggiungo solo delle tante foto che ho fatto. Quella che da sx propone, Boarini, Cannavò, Tescaroli, Zampieri e Rossi, mentre ‘altre’ le metterò prossimamente a corredo di un articolo ‘firmato’ in modo più autorevole in occasione di una altro passaggio sportivo di Candido Cannavò in Polesine.



25.04.2004


Sergio Sottovia
www.polesinesport.it