Università Popolare Crespino “Fra Cultura e Palcoscenico”/ Coi canti del “Coro Monte Pasubio” di Rovigo e la Compagnia “Proposta Teatro Collettivo” di Arquà Polesine con la commedia di Sparapan “Mistero del Visentin Narciso” e... La Boje


Delle recite della Compagnia “Proposta Teatro Collettivo” vi abbiamo già dato conto in occasione anche dell’ultima recita del “Barbajozo” , di Gianni Sparapan poeta dialettale e commediografo …altrettanto. Ma stavolta non facciamo focus in modo specifico sulla ‘recita’ di sabato sera 23 cm , quanto piuttosto sottolineare l’aspetto ‘metafisico’ della partecipazione in sequenza sia del “Coro Monte Pasubio” che della “Compagnia Teatro Collettivo”.
Merito sia dei “canti” che hanno fatto pensare alla Guerra, alla Pace, agli affetti Familiari, alla Fratellanza , così come altrettanto è stato fatto ambientando “Il Mistero di Visentin Narciso” e la sua scomparsa nel periodo storico della “Boje”, quando la miseria contadina ha visto emigrare in Sud America tanti ‘poveri’ e soprattutto tanti veneti.
Insomma , la Storia insegna… ieri come oggi. Ma senza entrare nel merito ‘politico’ ei fatti raccontati, ci piace in questa occasione fare specifico focus su CHI  , proprio “Fra Cultura e Palcoscenico” interpreta uno spirito costruttivo …fatto di passione tanto amatoriale quanto profondamente ‘umana’ , in un mondo attuale in cui è sempre più fatica ‘essere uomini’.
E allora , chapeau alla Università Popolare di Crespino per quanto organizzato dal dottor Luigi Ziviani & Staff , e al Coro Monte Pasubio e alla Compagnia Teatro Collettivo per quanto ‘trasmesso’ al folto pubblico presente.
Anche per questo passiamo direttamente a ‘segnalarvi ‘ CHI SONO i sopracitati ‘Comunicatori’ , così come peraltro Loro stessi si sono recentemente raccontati tra ‘mission’ e progetti futuri.
Fermo restando che in calce , direttamente nell’Extratime anche in relazione alla fotogallery e ai suoi protagonisti, vi daremo ulteriori commenti , basati anche su motivi di conoscenza personale.

 

 

 

PRIMA FLASH STORY ( by www.coromontepasubio.it) / CORO MONTE PASUBIO – BIOGRAFIA – DALLA NOSTRA STORIA

Il "Coro MONTE PASUBIO RovigoBanca credito cooperativo" ha al suo attivo più di cinquant'anni di vita essendo stato fondato nel 1966.
Finalista in concorsi nazionali e vincitore, nel 1974, del concorso Nazionale di Como, il Coro nel corso degli anni ha maturato diverse esperienze artistiche, dai classici di montagna e degli alpini alle ricerche etno-musicali sui canti polesani, a canti d'autore, fino alla polifonia.
Ha partecipato a Rassegne Corali in ogni parte d'ltalia e si è esibito in quasi millecinquecento concerti nel territorio nazionale ed estero: significativi quelli di Vienna, Salisburgo, Budapest e in Slovenia.

 

 

 

 
Nel 1979 ha rappresentato l'Italia al festival mondiale della musica e del folklore di Harrogate (Inghilterra); nel 1982, 1983 e 1986 ha partecipato, su invito del Teatro Massimo di Palermo, a tre entusiasmanti tournée in Sicilia; nel 1989 e 1990 è stato ospite nella Regione polacca di Elenia Gora su invito del Ministero della Cultura di quel Paese.
Nel Marzo del 1991 ha avuto il grande onore di essere ricevuto in udienza da Papa Giovanni Paolo II e, nell'agosto dello stesso anno, ha tenuto una serie di concerti nella regione francese della Provenza.
Ha partecipato a trasmissioni televisive, interpretando anche colonne sonore, con un buon successo di critica e di pubblico.
A coronamento di un costante impegno protrattosi durante questi anni di attività, nel giugno del 1996 ha vinto il Concorso Internazionale di canto popolare a Viernheim (Germania) classificandosi inoltre secondo nella sezione polifonica.
Nel 1997 ha ottenuto un grande successo nella tournee in Francia.
Ha inciso dischi, musicassette, cd ed edito pubblicazioni.
È uscito a maggio del 2015 l'ultimo CD dal titolo coinvolgente "Veneto terra di guerra e di pace - I canti della Grande Guerra".

 

 

 

Dal 2001 il Coro promuove, nella sua sede "Auditorium San Rocco", la rassegna "Concerti di Primavera" e organizza l'annuale rassegna autunnale "Grandi Cori" alla quale hanno partecipato le più importanti formazioni corali italiane: il coro della S.A.T., il Tre Pini di Gianni Malatesta, i Crodaioli di Bepi De Marzi, il Monte Cauriol...
Nel dicembre del 2009 ha partecipato al tradizionale Concerto di Natale della Coralità di Montagna presso l'Aula di Montecitorio, a Roma.
In occasione dei festeggiamenti del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, è stato riconosciuto "gruppo di interesse nazionale".
Il 24 maggio 2015 ha partecipato allo straordinario evento corale "Conto Cento Canto Pace" organizzato dall'ASAC Veneto, commemorando le vicende della Prima Guerra Mondiale, presso l'Arena di Verona.
Il 2 dicembre 2017 in collaborazione con il Promenade Cello Ensemble del maestro Luca Simoncini, il Coro ha dato vita ad una coinvolgente proposta musicale volta a valorizzare il repertorio di ispirazione popolare accompagnato da 6 violoncelli.
Dal 1985 è sponsorizzato da RovigoBanca credito cooperativo.
È stato diretto dal M° Mario Casetta e dal M° Nazzareno Fogagnolo.
Dal 2004 dirige il coro il M° Pierangelo Tempesta.

 

 

 

LA FORMAZIONE CORALE
Pierangelo Tempesta, direttore
TENORI I
Andrea Barison, Ennio Dall'Ara, Osvaldo Fedini , Giorgio Ferrari , Francesco Frison , Claudio Garbato , Maurizio Paparella , Federico Saccardin , Paolo Zanirato
TENORI II
Antonio Ambrosio , Franco Ambrosio , Luigi Balocchi , Roberto Barison , Damiano Bedendo , Onorio Bortolotti, Franco Pavan
, Claudio Villan
BARITONI
Guido Di Paola , Giorgio Fantato , Arturo Fogagnolo , Paolo Milan , Orlando Pavanello , Luigi Tinazzo , Marco Zanella
BASSI
Giuseppe Bagatin , Gilberto Capellozza , Fabrizio Masiero , Massimo Osti , Adriano Romagnolo , Stefano Sturaro , Roberto Zanforlin
, Stefano Zennaro

 

 

 

 

SECONDA FLASH STORY ( di Sergio Sottovia ) / COMPAGNIA “PROPOSTA TEATRO COLLETTIVO” DI ARQUA’ POLESINE – DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI

( Teatro Collettivo di Arquà Polesine ; Anno di fondazione: 1975 ) /

Presidente: Giorgio Libanore ; Indirizzo: Via Zuccherificio, 419 - 45031 Arquà Polesine
Telefono: 0425 485062 / Facebook: Proposta Teatro Collettivo/ E-mail:
giorgiolibanore@alice.it / Sito web originario per questa Story : www.propostateatrocollettivo.it ( ma ora non è più attivo) /
Referenti: Giorgio Libanore - 344 1350020 - giorgiolibanore@alice.it
Marisa Migliari - 339 4990395

 

 

 

FLASH STORY / Prossimamente , a giugno 2019, ad Arquà prenderà il via la 26esima rassegna “Corte Teatrale al Castello”, ma le origini del teatro made in Arquà Polesine sono ben più lontane.
Bisogna andare indietro nel tempo , perché possiamo dire che il teatro arquatese è attivo ‘Since 1969’, perché la storia racconta che fu proprio in quell’anno che la maestra Giovanna Garbato , insegnante alle Scuole Medie, ha pensato bene di trasmettere il suo amore per il teatro ai suoi allievi con la recita de “I rusteghi’ di Carlo Goldoni, guarda caso proprio nell’anno in cui la stessa commedia venne poi inserita nel ‘cartellone ‘ del Teatro Sociale di Rovigo.

E allora cosa c’è di meglio per l’insegnante Garbato ( un nome e una garanzia per quanto riguarda la Cultura del Polesine)  che non accompagnare i suoi ‘allievi’ proprio al Teatro Sociale di Rovigo a vedere recitare la compagnia di Tonino Micheluzzi, giusto per alimentare l’esperienza didattica , la formazione e l’educazione civica.
Sta d fatto che tra quei giovani allievi c’è anche il giovane Giorgio Libanore, che …ho incontrato anche sabato sera a Crespino perché regista della compagnia Proposta Teatro Collettivo Arquà Polesine.

 

 

 

E fu così che da cosa nasce cosa e ai primi degli anni Settanta l’attività teatrale ‘fiorirà’ in parrocchia, anche per il fatto che ad Arquà Polesine come giovane cappellano c’è don Giuliano Zattarin , un ‘educatore’ a tutto campo visto ciò che ha fatto poi ‘promosso’ anche a Salara, Pezzoli, Brasile e …ora San Martino di Venezze.
Insomma il Teatro ad Arquà mette radici profonde nella comunità arquatese e il giovane Giorgio Libanore ne è un punto di riferimento in un periodo  di grande ‘eccitazione’ sociale.

A tal proposito mi piace riportare quanto scritto da Lauretta Vignaga nel suo reportage datato giugno 2018 quando , con riferimento al Teatro Collettivo di Arquà Polesine, ne sottolinea così la sua speciale caratteristica in quel periodo storico: << I testi scelti per il palcoscenico risentono del clima sociale e delle difficoltà del periodo, motivi che sostengono e rafforzano l’interesse della comunità arquatese per il teatro. Ne sono coinvolte persone di tutte le età e livelli sociali: c’è voglia di fare,  di stare insieme, condividere progetti e realizzare eventi.  Giorgio Libanore, in questo periodo iniziale, svolge il ruolo di sceneggiatore. Rielabora concetti e atmosfere dei testi selezionati per armonizzarli con il clima del periodo  storico, agitato da dibattiti sociali, dall’ insofferenza della gente verso il potere costituito che ostacola  libertà e autodeterminazione>>.

 

 

 

E come tutti i fiori… danno frutti speciali, nel 1975 nasce anche il Teatro Collettivo di Arquà Polesine di cui Giorgio Libanore è uno dei fondatori mentre dal 1982 ne sarà anche regista e Presidente della compagnia.
Quella Compagnia che all’esordio nel 1975 aveva messo in scena ‘reinterpretando’
con la regia di Mauro Brazzo, una commedia ‘’caposaldo’ del teatro di tradizione. Parliamo de ‘La bisbetica domata’ di William Shakespeare che diventa: ‘La Bisbetica è domata ?’.
Con una rivisitazione in chiave comica e con l’aggiunta della musica, giusto per incontrare ( o favorire? ) un pubblico che attraverso il sorriso dimenticasse le preoccupazioni quotidiane.

E da allora le recite della Compagnia Teatro Collettivo di Arquà saranno spesso in viaggio tra la sollecitazione comica-farsesca e il desiderio di proporre in sottofondo le problematiche della quotidianità vissuta anche attraverso ‘stereotipi’ sociali ed istituzionali caratteristici anche della contemporaneità , sia dell’epoca dei fatti che attuale.
Come appunto è successo nella recita del “Mistero del Visentin Narciso” che ha avuto come sfondo le problematiche storiche de ‘La Boje’ raccontare dallo scrittore Gianni Sparapan e con quegli attori che il sottoscritto ben conosce fin da giovani e ...di cui vi diano conto in fotogallery.

 

 

 

Insomma, da quel 1975 anno di fondazione, il Teatro Collettivo di Arquà Polesine ne ha fatto di recite e di strada.

Va altresì ricordato che  dal ’77 al ’78 si realizzano due lavori come ‘La venexiana’ (di autore anonimo) e ‘Il Tartufo’, di Molière, nello spirito fondante della compagnia arquatese, che è proprio quello della ‘Proposta’ per un teatro Collettivo, visto che le stesse due recite sopra citate sono andate in scena come …frutto di una regia collettiva e senza l’intervento del regista.

Una normale evoluzione che si concretizza nella Compagnia “Proposta Teatro Collettivo “ di Arquà Polesine che continuerà poi nel decennio tra il 1979 e il 1991, sempre portando in scena le contraddizioni tra individuo e società, nella sua evoluzione anche familiare, tra mondo contadino e mondo sempre più moderno.
Tant’è che sono andate in scena e in tour nel Veneto ma anche tra i …Polesani nel Mondo le seguenti recite: ‘I due gemelli veneziani’, di Carlo Goldoni; ‘Macbett’, di Jonesco; ‘ Bertoldo a corte’, di Massimo Dursi;  ‘La corte de le Pignate’, di Eugenio Ferdinando Palmieri.
E poi ‘L’erba garba’, frutto anche di una ‘elaborazione interna’ alla compagnia stessa , un vero lavoro da “teatro collettivo” , che proprio per questo ha visto la Compagnia di Giorgio Libanore & Friends meritarsi la speciale segnalazione come miglior lavoro originale al ‘Premio G. Totola’ di Verona.

 

 

 

Senza scomodare la commedia dell’arte e i ‘canoni’ di Racine e la sua ‘unità i spazio e di tempo, possiamo dire che comunque per quel Teatro Collettivo di Arquà Polesine è un continua viaggiare in ..tutti i sensi, sia on the road che dentro sé stessi.
E allora ecco che l’evoluzione si registra anche in scena, passando da pièce tradizionali come ‘Il tutore in balanza, ovvero la pupilla ritrovata’ di C. Goldoni a commedia ancor più legate alla ‘Gente del Polesine’ ( ma prototipo in the world) , come è stato fatto mettendo in scena più recentemente ‘El Barbajozo’, di Gianni Sparapan ( di cui vi abbiamo già dato conto con reportage specifico proprio qui su www.polesinesport.it. , basta chiedere a Google) .

Un viaggiare nel Mondo, dicevamo, che peraltro ha fruttato per la compagnia “ Proposta Teatro Collettivo” di Arquà Polesine significativi riconoscimenti a seguito di recite in diversi Festival sia nel Veneto che in ambito nazionale.
Tra le altre opere per così dire ‘originali’ e frutto di collaborazioni new deal, possiamo ricordare alcune rievocazioni storiche come ‘Fratta carbonara’, e ‘Il viaggio in Italia di Cristina di Svezia’.

 

 

 

LA COMPAGNIA “PROPOSTA TEATRO COLLETTIVO” NEL TERZO MILLENNIO/    Nata in un periodo di ‘partecipazione sociale’ , erano addirittura una quarantina i recitanti coinvolti, erano amici di Arquà Polesine ma anche di Rovigo, che elaboravano e confrontavano le loro idee per sintetizzarle e concretizzarle sul palco.
Poi verso il Terzo Millennio , c’è un rallenty nel numero dei ‘recitanti’ , ma entrano attori provenienti da altre compagnie mentre diversi di quelli ‘originari’ spiccano il volo sia personale che fondando altre compagnie ( vedi Giuliano Scaranello – Torototela e promoter di altre compagnie a Rovigo) .
Il ridimensionamento nel numeri comporta anche il ridimensionamento della scenografia, ma resta …l’essenziale; quella passione storica che si rigenera in una sperimentazione che si intensifica rielaborando in chiave più attuale alcuni testi classici come  ‘ Il borghese gentiluomo’ di Molière.  

 

 

 

Mentre con la messa in scena, nel 2000, di ’14 novembre 1951, la rotta del Po’, tratto dal libro di Vittorino Vicentini, il dramma dei personaggi e le loro emozioni si incrociano con una scenografi più moderna che rilancia lo ‘spettacolo’ nel senso più completo el termine.
Con nuovi gioco di luci e ombre, suoni, immagini e voci che si alternano e si fondono diventando poesia , bel oltre il solo ‘recitato’.
Come quando a gennaio 2002, nella chiesa di Pezzoli di Ceregnano, parrocchia guarda caso retta da don Giuliano Zattarin prima della sua partenza ‘missionaria’ in Brasile, va in scena : ‘L’uomo che cammina’, atto unico ispirato alla figura di Cristo, anche Lui …work in progress nel Mondo del Terzo Millennio.

Ma nella ‘sostanza’ dei suoi valori fondanti, quelli più naturali nella civiltà contadina e nel  Vecchio Mondo Polesano piuttosto che nel Mondo industriale e ‘virtuale’ moderno, possiamo dire che nel Terzo Millennio ‘riparte da lontano’ la Compagnia Proposta Teatro Collettivo mettendo in scena …tutta sé stessa.
Ripartendo con ‘La corte de le Pignate’, di  Palmieri, per passare alla comicità di ‘Rumori fuori scena’, rielaborazione del lavoro di Michael Frayn, e a ‘La badante de Costante’, di Gianni Sparapan.

 

 

 

Giusto per sottolineare le ultime performance della compagnia “Proposta Teatro Collettivo” di Arquà Polesine , senza dimenticare le sue straordinarie escursioni per recitare a Bolzano e anche in Brasile/ argentina pro Polesani nel Mondo, ricordiamo la sua modernità recitante con la messa in scena (nel 2012) di ‘Un fremito d’ali’ – la vita di padre Pio, vista dagli angeli , un kolossal protagonista anche al Teatro Sociale di Rovigo.
Invece nel 2014 va in scena: ‘Cocktail al circo’, dedicata all’autore polesano Enzo Duse, mentre tra il 2015 e il 2017 sono state rappresentate: ‘El Barbajozo’, di Sparapan e poi ‘Strazeosi…..Ferovecio’,  atto unico basato su interviste del giornalista Cristiano Draghi ( col quale ho visto assieme la recita a Crespino) ; infine ‘Donne in guerra’ ( basato su ricerca storica di Sonia Residori) , con focus sulla  quotidianità femminile nel Polesine della Seconda Guerra Mondiale.
Insomma il mix tra Coro Monte Pasubio , la Compagnia”Proposta Teatro Collettivo “ di Arquà Polesine che recita “ Il Mistero del Visentin Narciso” con sfondo l problematiche de “La Boje” con tante contadini in miseria costretti ad emigrare, sollecita pensieri ( e soluzioni) moderne.
Grazie al regista storico Giorgio Libanore, e ai ‘recitanti’ che vanno in Ferrari ( sul palco ce n’erano ben due attori con questo cognome) ma pur avendo il tallone d’Achille crespinese come Daniele Cestari,  sanno correre nei futuro coi valori morali della civiltà contadina del diritto naturale.

 

 

 

TERZA FLASH STORY   ( by www.wikipedia.it)  / LA BOJE / ORIGINE DELLA RIVOLTA
Gli storici non sono concordi sul luogo ove ebbe origine la rivolta. Secondo alcuni la rivolta avrebbe avuto origine nel Mantovano, secondo altri nel Trevigiano. Secondo Vittorio Tomasin il luogo dove avrebbe avuto origine la rivolta è localizzato a Ceregnano, in località Pezzoli. A supporto della tesi di Tomasin c'è il fatto che la parola "la boje" - cioè [essa] bolle riferita alla pentola in ebollizione - fa parte del dialetto veneto: "La boje, e de boto la va fora" (Bolle, e sta per traboccare).
A conferma ulteriore della tesi principe, risultata negli anni l'unica saldamente fissata da documenti storiografici, tuttora anziani della zona montagnanese (nel Padovano) continuano a trasmettere oralmente il detto "la boje" come esclamazione di giubilo o di disappunto.
Un'ulteriore conferma è data dall'uso consueto, nel gergo da caserma dei soldati di leva di stanza nel Friuli e zone limitrofe (tra cui il trevigiano), dell'espressione "la boje" per indicare una situazione difficile che stia per accadere (una ispezione del comandante, una missione in polveriera, etc.).
CAUSE DELLA RIVOLTA
Un altro motivo di supporto alla tesi di origine del moto in provincia di Rovigo, sta nel fatto che nel 1882 l'Adige aveva rovinosamente rotto gli argini allagando grande parte del Polesine mettendo in ginocchio l'Agricoltura. I braccianti non riuscivano a vivere con la bassa paga, mentre gli agrari si trovavano nell'impossibilità di concedere aumenti. Il problema si risolse negli anni successivi con la forte emigrazione verso il Sudamerica di numerosi braccianti.

 

 

 

IL PROCESSO DEI VENEZIA/ Casatico, lapide a Francesco Siliprandi

Lo sviluppo maggiore dell'agitazione si ebbe nel mantovano, dove i contadini vennero organizzati in due Associazioni: la Società di mutuo soccorso tra i contadini della provincia di Mantova che operava principalmente nel circondario di Mantova e nel Basso mantovano fino all'Oltrepò, fondata dall'ingegnere Eugenio Sartori e l’Associazione generale dei lavoratori italiani diretta dall'ex garibaldino Francesco Siliprandi e dal contadino gonzaghese Giuseppe Barbiani, che operava principalmente nei territori al confine con il Cremonese. Entrambe le associazioni furono formalmente fondate nel 1884.
Lo sciopero durò parecchi mesi causando la reazione governativa. Nel marzo 1885 lo sciopero venne soffocato dall'intervento dell'esercito e circa 160 persone vennero arrestate, delle quali 22 furono rinviate a giudizio. Il Collegio di difesa era composto dall'avv. Giuseppe Ceneri, dall'avv. Ettore Sacchi, deputato cremonese della Democrazia radicale e futuro ministro e dal giovane avv. Enrico Ferri, già noto giurista mantovano. La giuria popolare della Corte d’Assise di Venezia, con sentenza del 27 marzo 1886, assolse i ventidue imputati.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

Processo dei contadini mantovani alla Corte d'Assise di Venezia, Venezia, Stab. tip. di Carlo Ferrari, 1886
Luigi Preti, Le lotte agrarie nella Valle Padana, Torino, Einaudi, 1954 (ristampa 1973)
Rinaldo Salvadori, La boje! Processo dei contadini mantovani alla Corte d'Assise di Venezia, Milano, Edizioni Avanti!, 1962
Rinaldo Salvadori, La repubblica socialista mantovana. Da Belfiore al Fascismo, Milano, Edizioni del Gallo, 1966
AA.VV., Braccianti e contadini nella Valle Padana: 1880-1905, Roma, Editori Riuniti, 1975
Giorgio Manzini, Padroni e contadini: il primo processo politico dell'Italia unita, Milano, Mondadori, 1983
La boje! Ipotesi di ricerca, Mantova, Biblioteca Archivio - Casa del Mantegna, 1983
Vittorio Tomasin, Il moto polesano de 'la boje' del 1884, in Annali Istituto A. Cervi, Bologna, Il Mulino,1984, pp. 221–246
Vittorio Tomasin, 1884-'86, gli anni de 'la boje' in Polesine, in Studi Polesani (1984), nn.14- 16, pp. 23–56
Luigi Cavazzoli, Rinaldo Salvadori, Storia della cooperazione mantovana dall'Unità al Fascismo, Venezia, Marsilio Editori, 1984
Vittorio Tomasin, La boje in Polesine. Documenti 1884-'85, Rovigo, Amministrazione Provinciale di Rovigo, 1985

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover Giorgio Libanore e Achille ‘carabiniere’ Ferrari rispettivamente ‘socio fondatore’ e attore della compagnia “Proposta per un teatro collettivo” di Arquà Polesine, fotografati nel ...terzo tempo a Crespino.
Da dove vi proponiamo ampia fotogallery della serata per omaggiare sia il “Coro Monte Pasubio “ di Rovigo che la Compagnia di Arquà e gli organizzatori della Università Popolare d Crespino.
Personaggi noti e che quindi non hanno bisogno di particolari presentazioni, anche se su ogni file abbiamo segnalato i loro nomi  beneficio dei nostri lettori.
Per la cronaca e per la storia la stessa Compagnia ha riproposto pochi giorni dopo la stessa recita alla rassegna-concorso “A teatro con un stella” svoltasi ad Arquà Polesine.

 



In una serata che si è conclusa con le premiazioni delle compagnie teatrali che hanno partecipato al lungo viaggio di recite.
Conclusosi appunto con la recita de “Il mistero del Visentin Narciso”, lo spettacolo fuori concorso della compagnia “Proposta per un teatro collettivo” di Arquà Polesine organizzatrice della rassegna assieme al circolo “Monsignor Giacomo Sichirollo”.
Sul palco gli stessi attori della Proposta Teatro Collettivo arquatese , oltre a Giorgio Turolla non presente a Crespino. E li segnaliamo qui di seguito perché, come nella serata alla Università Popolare di Crespino, possiamo dire che anche ad Arquà si sono laureati ottimi attori i seguenti protagonisti. Partendo da Alessandro Libanore che ha interpretato Narciso Visentin, Marisa Migliari nei panni della mamma Cesira. Maurizio Noce nelle vesti di Anselmo Cuncati, Giorgia Brandolese in quelle di Lina Marabin. E poi Luca Bertasi nel ruolo di Nini, Achille Ferrari carabiniere ‘istituzionale ma non troppo’ ed infine il caratteristico gruppo dei contadini che ha dato ritmo e movimento anche scenografico. Dalla contadina Liseta, interpretata da Lorenza Previato, e poi Alessandra Camozza (anche nei panni di Santina), Paolo Turolla, Daniele Cestari (anche nei panni dell’avventore), Alessandro Ferrari, Paolo Zaffoni. Da segnalare anche i costumi di una civiltà contadina legata alla terra, peraltro realizzati e curati da Arnaldo Bonafini altro grande protagonista storico del Collettivo arquatese.

 

 

A questo punto però , a ricordo della serata alla Università Popolare di Crespino , mettiamo sul podio finale della fotogallery i due flash finali che ho scattato giusto per onorare tutti i protagonisti della serata ‘musical-recitata’.
E cioè in poker Compagnia Arquatese da sx Daniele Cestari, Giorgio Libanore, Achille ‘carabiniere’ Ferrari, Gianji Sparapan regista.
Infine Luigi Ziviani referente della Università Popolare di Crespino mentre presenta la serata con sul palco il ‘Coro Monte Pasubio’ di Rovigo pronto a partire col le sue performance musicali.

Achille Ferrari & Sergio Sottovia
www.polesineport.it