Sampietrese-story Triplete 1969-1970-1971 by LuBo.01 / “Lampo” e… Anatomia di un triplice successo
Questa è una storia già scritta , con passione e competenza, da chi quella Sampietrese del Triplete” , alias Tre Campionati vinti in sequenza, l’ha raccontata di domenica in domenica.
Parliamo del noto giornalista che si firmava Lu.Bo. lo storico cronista de IL Gazzettino di cui abbiamo già proposto qui su www.polesineport.it alcuni ‘speciali’ reportage d’inizio stagione su tutte le più quotate squadre polesane.
Una Storia , questa della Sampietrese vincente in sequenza il Campionato di Terza categoria 1968/69, quindi Seconda categoria 1969/70, infine Prima categoria 1970/71 , acquisendo il diritto a disputare la Serie D.
Una storia incredibile per un piccolo ‘paese’ che nell’enclave altopolesano si è poi meritato rispetto e considerazione da protagonista anche nel cosi detto “Grande Calcio” tant’è che della Sampietrese ne ha parlato anche il Times, il prestigioso quotidiano londinese.
Una storia speciale che peraltro abbiamo più volte approfondito , anche attraverso quel Personaggio Story che corrisponde al nome di Gianluigi Cavicchioli, il calciatore praticamente ‘icona’ della squadra del suo paese, perché è stato protagonista nel triennio del Triplete e perché l’abbiamo onorato raccontando tutta la sua vita calcistica nella mia trilogia libraria “Polesine Gol – Campioni & Signori”, incontrandolo peraltro una decina di volte e riproponendolo anche su questo sito in varie occasioni, visto che ah giocato anche a Castelmassa , a Costa di Rovigo e …altre squadre ( vedi sua Story appunto).
Anche per questo, adesso dopo 20 anni nei quali ho incontrato altri Personaggi Story nonché giocatori nella mitica Sampietrese, dai Mariuccio Vigna a Gianni Poli, da Alvino Minardi al veronese Paolo Viviani, posso partire con questa “Prima Puntata” per raccontarvi a puntate la straordinaria Storia della Sampietrese.
Appunto la protagonista del “Triplete” dei primi anni Settanta, molto prima del più noto “Triplete” della Grande Inter di Mourinho nelle cui fila sono stati protagonisti due “Campioni & Signori” nostri amici incontrati più volte, cioè l’allora emergente Davide Santon e il già collaudato Thiago Motta ‘made in Polesine’.
ANTEPRIMA FLASH STORY ( di Lu.Bo. by Super Samp 1969-1970-1971 / TERZA, SECONDA., PRIMA CATEGORIA) / ANATOMIA DI UN TRIPLICE SUCCESSO
Sampietrese-boom, Sampietrese-super, Sampietrese-miracolo, Sampietrese-fenomeno: in questi tre anni di ripetuti successi le definizioni elogiative si sono sprecate. Si è fatto ricorso finanche all’iperbole, dacché le imprese della formazione bianconera sono risultate fuori dell’ordinario.
Squadra-fenomeno, allora, visto che il termine , nella sua accezione comune , significa cosa mirabile e straordinaria.
Chi ha seguito, come chi redige queste affrettate note, le brillanti vicende sportive della compagine di San Pietro, la sua esaltante avventura nell’arco di tre stagioni agonistiche, non ha ormai più di che meravigliarsi: anche il taglio dell’ultime difficile traguardo era dato per scontato ( e, beninteso, non perché secondo la cabala <<non c’è due senza tre>>.
L’impresa non poteva fallire quest’anno, nonostante le maggiori difficoltà , dal momento che i protagonisti e gli artefici sono sempre gli stessi: tutta gente che ha saputo conservare immutata la carica di entusiasmo, che ha lavorato col consueto encomiabile spirito di sacrificio e con tanta, tanta passione.
I <<non addetti ai lavori>> , ossia quanti non sono addentro a tali faccende, , continuano a domandarsi come una piccola frazione, che vive nell’hinterland massese, sia riuscita aa raggiungere così invidiabili mete.
Una graduatoria di merito potrebbe risultare imprecisa giacché tutto il paese ha validamente contribuito alle meritatissime affermazioni: d’accordo, organizzazione perfetta, dirigenti avveduti, tecnico capace, giocatori ben dotati ed eccezionalmente fedeli ai colori sociali. Un amalgama perfetto. Ma è stato il pubblico, il magnifico pubblico di san Pietro, vale a dire l’intera popolazione a creare i presupposti di tante ambite affermazioni. Evidentemente non siamo di fronte ad un fatto esclusivamente sportivo.
Dice: la Samp è stata fortunata. Certo, un pizzico di fortuna non sarà mancato, ma è elemento indispensabile in tornei che si protraggono per mesi e mesi, un ingrediente che non può mancare affinché la ciambella riesca col buco.
E ci sono innumerevoli esempi, anche illustri , a sostegno di questa tesi. L’importante è che il fattore fortuna non sia determinante.
Giusta, dunque, e quanto mai meritata l’apoteosi che Castelnovo, e San Pietro in particolare, stanno preparando ad atleti e dirigenti.
Pare frattanto che i giocatori bianconeri intendano modificare il vecchio detto popolare sopracitato, aggiornandolo in << non c’è tre senza quattro>>.
MAIN NEWS ( di Lu.Bo. by Super Samp 1969-1970-1971 -TERZA , SECONDA, PRIMA CATEGORIA) / DALLA LAMPO ALLA SAMPIETRESE
DALLA LAMPO ALLA SAMPIETRESE/ Mi sembra doveroso, parlando di calcio a S. Pietro Polesine, ricordare che le sue basi furono poste subito nel dopoguerra. Il ricordo di quegli anni è ancora ben vivo in tutti anche perché gli atleti di allora sono oggi parte viva della nuova società.
Erano i tempi delle trasferte in bicicletta , delle spese sociali divise fra i giocatori, delle infuocate partite nel vecchio campo sportivo ricavato in un frutteto, gli idoli di allora erano Zoilo Quoghi, i fratelli Bianchi, e poi i primi acquisti fuori zona con Marchesini, e gli altri.
Dopo i primi successi venne la prima sudata coppa, ora sportivamente ceduta alla Sampietrese dal signor Sisti e che figura al posto d’onore nella sede sociale. Solo la mancanza di fondi determinò la fine della gloriosa “lampo”.
Il seme però era gettato e la nuova denominazione ne colse i frutti fondando l’odierna società. Non è molto lontano il 1964, anno delle prime tenaci esperienze; prima e basilare fra tutte: il reperimento dell’area da destinare al campo sportivo e le trattative per ottenere dal Comune la copertura delle spese di gestione dello stesso. Un vero sportivo accolse le richieste degli allora giovanissimi Marcomini, Barotti e Ferracioli, Quoghi Nuvoletto fornì l’area necessaria agli impianti e l’allora sindaco Chieregatti patrocinò in Comune la causa degli sportivi della frazione. Fatto il campo non mancò l’entusiasmo e si disputarono i primi campionati di Terza categoria.
Furono gli anni delle esperienze a volte amare , ma senz’altro sempre costruttive, con l’inserimento dei primi elementi non locali si creò la base di una impostazione non campanilistica della società che doveva tornare indispensabile nella stagione 68/69 quando, avendo la formazione sfaldata da pesanti squalifiche risalenti ad incresciosi incidenti del campionato passato, di dovette pensare ad elementi nuovi non più reperibili in una frazione di 1.000 abitanti. L’intuito dei dirigenti di allora , era già presidente Zaramella, portò a San Pietro l’allenatore Apostoli e con lui l’ossatura della nuova squadra. Si determinò un fenomeno singolare che contraddistingue la società polesana; il clan bianconero veniva rinsanguato per tre quarti da elementi veronesi, di locali rimanevano solo Cavicchioli e BImbatti.
Sembrava una incongruenza che il pubblico potesse attaccarsi ad atleti forestieri, ma a San Pietro tutti si strinsero attorno prima ai colori sociali, poi agli uomini che li difendevano.
I nuovi arrivati si trovarono ben presto in un clima di affetto e di stima sinceri, ebbero il merito di capirlo e di no tradirlo. Si iniziò il primo campionato di Terza categoria e il valore della squadra emerse limpido e netto e il trofeo finì a San Pietro e di seguito il titolo provinciale.
L’anno successivo doveva essere di riflessione e di assestamento, gli avversari erano quotati e la Sampietrese non poteva certo partire favorita sulla carta.
Il rettangolo verde determinò il capovolgimento dei pronostici, fu l’anno degli incontri sofferti , dei risultati in zona cesarini e dell’infuocato spareggio con il Trecenta. I bianconeri conquistarono la vittoria e la stima degli sportivi. L’eco del valore della squadra varcò come l’anno precedente i confini polesani con il Trofeo regionale e si cominciò a parlare di San Pietro a Murano, a Teolo, a Camin e a Tezze.
La fama della Sampietrese arrivò negli ambienti sportivi veneti e non solo in quelli che l’avevano avuta avversaria sul campo. Si partì per questo campionato reclute ma stimati e temuti , e stima e timori si verificarono fondati. La Sampietrese si appresta a compiere un’impresa senza precedenti nel campo dilettantistico nazionale, vincere tre campionati consecutivi in altrettante categorie in progressione. Gli avversari sono stati forti, caparbi e validi e ne risalta in tal modo maggiormente il valore dell’undici rodigino al quale sembrano prospettarsi traguardi più ambiziosi.
EXTRATIME by SS/ In cover il distintivo-sigillo di questo nostro viaggio story con la Sampietrese del ‘Triplete’ , straordinariamente riprodotto in occasione di un evento-libro nazionale e domato al sottoscritto come ringraziamento per la collaborazione concessa anche con riferimento ad altre squadre polesane.
A seguire nella fotogallery una storica foto-squadra della Sampietrese del ‘Triplete’ anni Settanta, con terzo da dx accosciato “Giambo” Cavicchioli, bandiera e simbolo della squadra altopolesana.
Sergio Sottovia
www.polesinesport.it