50 anni di Panathlon Rovigo – Olimpionici & Gentlemen
Perché un libro sugli OLIMPIONICI POLESANI ?
Semplicemente perché era giusto farlo, perché non l’aveva fatto nessuno e perché mi è stato sollecitato anche in sede istituzionale. Ma sopra tutto perché lo meritavano LORO, i nostri Olimpionici Polesani, tanto più che questo speciale patrocinio ‘Panathlon club Rovigo’ li onora in modo sinergico come testimoni dei più alti valori dello sport da trasmettere.
Un libro quindi in viaggio tra ‘Memoria & Futuro’ , come l’eterno viaggio dell’uomo, prima bambino poi adulto e infine vecchio.
Parafrasando Pirandello, questo libro è stato per me una specie di DIECI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE. Toccava e tocca a noi metterli in mostra e farli diventare una specie di ‘task force’ perché, attraverso il significato più profondo della loro partecipazione olimpica, diventino apostoli di valori sportivi e morali tra ai giovani e nella società attuale.
A questo ho pensato, indipendentemente dalle mie capacità, quando…
Era il 7 ottobre 2006 e Carli Ranzato era venuto a Rovigo dalla Valpolicella con la sua Renata per visitare la Mostra Documentaria ‘Il Polesine del XX secolo attraverso lo sport’ .
Poi una persona evidentemente buona gli ha dato il mio numero di cellulare e ci siamo incontrati al Censer perché …solo i Grandi Vecchi hanno la voglia e la pazienza di raccontare ‘favole di storia’ ai bambini.
Per farla breve il longilineo Ranzato, già Provveditore agli Studi di Rovigo e socio d’onore di questo Panathlon, dopo lo scambio dei libri ( il mio piccolo Polesine Gol per il suo speciale ‘Cassonetto’) mi ha dato anche delle foto storiche e un articolo di un quotidiano nazionale.
Quell’articolo datato 4 luglio 1972 parlava della “Festosa inaugurazione allo Stadio dei Marmi” e titolava “ Brucia da ieri al Foro Italico la fiamma dei Giochi della Gioventù”.
Fu quanto mai ‘galeotta e simbolica’ quella foto di un ragazzino che in maglia bianca e pantaloncini corti correva con una fiaccola in mano. Tanto più che la didascalia recitava così:” Andrea Ranzato, dodici anni, atleta finalista in Rappresentanza di Rovigo, l’ultimo tedoforo della staffetta che ha condotto al Foro Italico da Piazza di Spagna il fuoco dei Giochi della Gioventù”.
Ebbene, anche se poi ho scritto il secondo e il terzo libro di Polesine Gol e qualcos’altro, da quel giorno ha pensato e ho … corso la mia maratona in un ideale passaggio di testimone con altri staffettisti ‘vicini e lontani’, dai professionali amici giornalisti agli addetti ai lavori ‘on the road’.
Con spirito di servizio verso i ‘Polesani Olimpici’ , trovando in loro quella speciale sensibilità che li ha fatti diventare una vera e propria squadra ‘Olimpionica’, praticamente questo team “TOP TEN MADE IN POLESINE” da esportare in the world, tramite appunto il Panathlon e questo libro che vale soprattutto per il suo ‘insieme’.
Un viaggio da maratoneta, per certi versi ‘alfa e omega’ dentro un mondo sportivo dalle radici greche. Un viaggio fatto per onorare sia il Panathlon che gli Olimpionici, le stesse due parole – copertina di questo LIBRO che mixati assieme a Gentlemen diventano trilogia per onorare ‘tutti quegli atleti’ polesani che hanno partecipato ad almeno una edizione dei Giochi Olimpici. Gratificandoli perché sono stati e perché continuino ad essere signori di sport e di vita soprattutto per altri giovani e per le istituzioni.
Certo , etimologicamente parlando, se ci agganciassimo alle radici ‘Olympia’ e ‘Nike’ dovremmo parlarvi soltanto di coloro che hanno trionfato ( cioè ottenuto l’oro), ma ho preferito una interpretazione più elastica per due motivi essenziali.
Innanzitutto perché l’idea di mixare la Panathlon Rovigo Story con la storia dei partecipanti polesani ai Giochi Olimpici mi sembrava riduttiva rispetto ad una terminologia che ormai nel lessico comune considera gli atleti olimpici, non solo dei partecipanti, ma sempre più dei portabandiera di valori sportivi e morali. E poi perché , questi ‘TOP TEN’ rappresentanti del nostro Polesine, più che essere dei soli portabandiera vanno considerati dei ‘trionfatori’ e quindi tout court degli Olimpionici, cioè delle fiaccole che il Panathlon, anche lui come ultimo tedoforo, vuole accendere per questa speciale edizione – libro. Onorandoli in modo ‘enciclopedico’ in occasione delle nozze d’oro che lo stesso Club Service festeggia con la Storia e con questo Libro
Anche per questo valeva la pena di aprire la nostra rassegna – personaggi con Tullio Biscuola, primo perché è stato maratoneta a Parigi e poi perché è stato anche tra i fondatori nel 1959 del Panathlon di Rovigo.
Pensate ! La maratona e le Olimpiadi, la quintessenza dello sport. La corsa e la fiaccola, la fatica e la gioia. Ecco perché Tullio Biscuola è in questo libro il simbolico primo staffettista che parte da Olympia per arrivare a …Rovigo.
Olimpionico tout cort quindi il nostro Biscuola, primo tra i dieci per aver essere stato maratoneta in quel 13 luglio 1924 a Parigi, stoico peraltro per aver percorso gli allora canonici 42,195 chilometri, sotto la calura asfissiante di quella domenica francese.
Apripista di una ‘mosaico –story’ di Olimpionici , l’abbiamo detto, tra memoria e futuro, pensando ai 3000 anni di storia tra Olympia e Pechino. Pensando ai Giochi dell’Antica Olympia e ai Giochi Estivi Moderni, quelli iniziati nel 1896 ad Atene promossi da Pierre de De Coubertin, lo stesso che li volle a Parigi nel 1924 ( anche se c’erano già stati nel 1900), proprio dove corse la maratona Tullio Biscuola.
Capostipite in sequenza cronologica degli altri Personaggi – Story di questo libro, vale a dire Benito Pigato (ciclismo, Mexico 68), Renzo Bulgarello ( canottaggio , Monaco 70), Laura Foralosso ( nuoto, Mosca 80), Antonio Ricchieri ( calcio, Seul 88 e Barcellona 92), quindi il trio di Montreal 96 formato da Vigor Bovolenta ( pallavolo, poi bissata a Pechino 2008) quindi Giovanna Pasello ( double trap – tiro a segno) e Christian Giantomassi ( pugilato) , poi Jean-Pierre De Vincenzi (figlio di emigranti melaresi e coach del basket francese medaglia d’argento a Sidney 2000) . Per un top ten cronologicamente sigillato da Simona Gioli pallavolista a Pechino 2008 prenotando, perché no, London 2012 dove potrebbe esserci anche la polesana Marta Menegatti campionessa europea 2009 nel beach volley, mentre la rodigina Marika Zanforlin sta già prenotando un posto per le Olimpiadi invernali di Vancouver 2010 nel pattinaggio artistico.
Un viaggio il mio che è partito da lontano, se si pensa che personaggi come Ricchieri e Bulgarello (senza contare i preolimpici Quaglio e Rosatti) li avevo intervistati e ascoltati a lungo addirittura prima dell’inizio del Terzo Millennio, mentre da circa due anni mi ha recitato il suo canovaccio la Pasello prima di incontrarla poi l’anno scorso, qualche mese dopo che avevo conosciuto Vigor Bovolenta.
Ma l’accelerazione e la fortuna si sono combinate assieme quest’anno, quando è nata l’idea per mettere in squadra gli “Olimpionici & Gentlemen”.
Davvero i ‘TOP TEN MADE IN POLESINE” sono stati olimpionici, sia di fair play che di pazienza. E fin da subito abbiamo corso assieme con Bulgarello, la Pasello e Bovolenta tagliando per primi il traguardo. Tutti di grande disponibilità, nel riandare in flash back anche dentro i loro ricordi giovanili e polesani, con una sensibilità speciale verso chi li ha aiutati nella loro ‘infanzia sportiva’: E’ stato così anche nelle successive storie, completate peraltro direttamente in Polesine, prima con la Gioli ‘madrina’ al Galà del Volley a Lendinara, poi con la Foralosso in licenza – ferie a Rovigo, quindi con Pigato in ‘fuga turistica’ dalla Toscana a San Martino di Venezze. Senza contare che sono stati determinanti alcuni amici per le storie di Giantomassi ( leggi Gualtiero Becchetti e Ivan Malfatto) e di Jean-Pierre De Vincenzi che l’amico Raffaele Ridolfi mi sollecitava da tempo, compresi i flash melaresi alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.
Tutte storie scritte a ‘quattro mani’, frutto della mia passione e delle mie ricerche, ma ancora di più frutto del cuore e della testa dei nostri ‘TOP TEN OLIMPIONICI’. Anche per questo le loro icone sono moderne fiaccole per accendere nei giovani nuovi valori olimpici.
Sergio Sottovia